venerdì 31 maggio 2013

Record di giovani disoccupati: 42%. Mai cosi male dal 1977

Senza impiego 3,3 milioni di italiani. Allarme per i ragazzi tra 15 e 24 anni








Il tasso di disoccupazione ad aprile si attesta al 12%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a marzo e di 1,5 punti nei dodici mesi. Si tratta del massimo storico dal 1977, sottolinea l'Istat. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni raggiunge addirittura il 41,9% (era il 35,9% nel primo trimestre 2012) nel primo trimestre del 2013. La crescita è diffusa in tutte le ripartizioni territoriali e riguarda soprattutto la componente maschile. Nelle regioni meridionali oltre la metà della forza lavoro giovanile (occupati e disoccupati) è in cerca di lavoro, con valori dell’indicatore pari al 51,2% per i maschi tra i 15 e i 24 anni e al 52,8% per le giovani donne. 
Allarme giovanile - Complessivamente, nella classe tra 15 e 24 anni, il numero delle persone in cerca di occupazione raggiunge 696.000 unità (+65.000 rispetto a un anno prima), pari all’11,5% della popolazione di questa fascia di età (12,8% per i maschi e 10,2% per le femmine).  Nel solo mese di aprile, aggiunge l’Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è pari al 40,5%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5,9 punti nel confronto tendenziale. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 656 mila e rappresentano il 10,9% della popolazione in questa fascia d’età. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente (+25mila unità). Il tasso di inattività si attesta al 36,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e in diminuzione di 0,1 punti su base annua.
Da Nord a Sud - Nel primo trimestre 2013 il tasso di disoccupazione raggiunge il 12,8% (+1,8 punti percentuali rispetto a un anno prima). Il tasso di disoccupazione maschile cresce per il sesto trimestre consecutivo portandosi all’11,9%; quello femminile, in aumento per l’ottavo trimestre, sale al 13,9%. Nel Nord l’indicatore passa dal 7,6% del primo trimestre 2012 all’attuale 9,2%, nel Centro dal 9,6% all’11,3%. Nel Mezzogiorno l’indicatore raggiunge il 20,1% (era il 17,7% nel primo trimestre 2012).
Gli stranieri - Il numero dei disoccupati, pari a 3.276.000, è in ulteriore forte aumento su base tendenziale (17,0%, pari a +475.000 unità). L’incremento, diffuso su tutto il territorio nazionale, interessa in oltre sei casi su dieci le persone con almeno 35 anni. Il 55,2% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più. Il tasso di disoccupazione degli stranieri aumenta dal 15,3% dell’anno precedente al 18,0% del primo trimestre 2013. L'indicatore cresce sia per le donne (dal 17,4% al 19,3%) sia soprattutto per gli uomini (dal 13,6% al 17,0%).
http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1253056/Record-di-giovani-disoccupati--42---Mai-cosi-male-dal-1977-.html

lunedì 27 maggio 2013

Bruxelles fa il tifo per le tasse Non vuole i tagli a Imu e Iva

Italia promossa: mercoledì sarà chiusa la procedura di infrazione per deficit eccessivo. Il governo può investire 10 miliardi per la crescita


L'Italia è, di fatto, fuori dalla procedura europea di infrazione per deficit eccessivo. La proposta del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, completata ieri pomeriggio, sarà approvata mercoledì a Bruxelles.

Nel documento, ancora riservato, Rehn prende atto degli sforzi italiani per riportare il disavanzo sotto la soglia critica del 3% del prodotto interno lordo, ma chiede al nostro Paese di proseguire senza esitazioni sulla strada del risanamento dei conti pubblici.
In particolare, si sollecita la riduzione del debito pubblico, che quest'anno dovrebbe superare il 130% del Pil.
La «promozione» di Bruxelles è accompagnata da sei raccomandazioni nei confronti del nostro Paese. La più importante è quella che riguarda i conti pubblici: l'Italia non deve abbandonare il sentiero del risanamento, il limite del 3% nel rapporto deficit-Pil non deve essere assolutamente superato, e il debito deve riprendere la strada in discesa. L'uscita dalla procedura di infrazione consente tuttavia margini di manovra più ampi rispetto agli anni scorsi, soprattutto per quanto riguarda il 2014. L'obiettivo di un deficit 2014 dell'1,8% potrebbe essere allentato di uno 0,5-0,8%, mettendo a disposizione del governo fra i 7,5 ed i 10 miliardi di euro per misure anti-crisi: riduzione degli oneri fiscali e contributivi per i neo assunti, taglio dell'Irap per le imprese, e niente aumento dei ticket sanitari per le famiglie.
Una seconda raccomandazione riguarda le tasse. Secondo la Commissione, l'Italia dovrebbe attuare uno spostamento del prelievo fiscale dal lavoro e dalla produzione ai consumi e alle rendite. In buona sostanza, con l'azzeramento dell'Imu sulla prima casa e con il tentativo di non aumentare l'Iva dal 21 al 22%, l'Italia ve nella direzione opposta a quella sollecitata da Bruxelles. Ma è anche vero che si tratta di raccomandazioni: ogni Paese è libero di decidere la propria politica fiscale, purché alla fine i conti tornino.
Il documento si occupa anche del decreto per i pagamenti degli arretrati alle imprese da parte della Pubblica amministrazione. Si tratta di un esborso quantificato in 40 miliardi di euro per il biennio 2013-2014, una somma che andrà per la massima parte ad incidere sullo stock del debito pubblico. Bruxelles ha dato il via libera al provvedimento, ma ricorda che a partire dal 2015 le regole del fiscal compact prevedono una riduzione del debito a tappe forzate: dunque in futuro non ci sarà spazio per provvedimenti analoghi, nonostante il debito complessivo della Pubblica amministrazione verso il sistema delle imprese superi i 90 miliardi di euro.
La Commissione europea chiede al nostro Paese di andare avanti con le riforme strutturali. Fra queste, la riforma del sistema bancario e quella della Pubblica amministrazione. Un'altra riforma dovrebbe riguardare i servizi di rete, in particolare i trasporti. Infine, il mercato del lavoro: l'esecutivo europeo sollecita l'Italia a dare maggiore importanza alla contrattazione di secondo livello, e a inserire maggiore flessibilità nei contratti di lavoro.
Complessivamente, i contenuti della proposta di Rehn vengono giudicati «piuttosto buoni» da parte di fonti italiane a Bruxelles, soprattutto se confrontati con quelli che riguardano altri Paesi. In particolare, la Commissione sarebbe stata piuttosto dura con la Spagna. Fuori dalla procedura anche l'Ungheria.
Dopo il «sì» ufficiale dell'Europa, mercoledì, all'uscita dalla procedura di infrazione, il governo farà il punto della situazione. La promozione europea amplia i margini di manovra, ma non ci consente di allentare automaticamente i cordoni della borsa. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni dovrà reperire la copertura per l'Iva (2 miliardi), e per la proroga degli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni e gli interventi di efficienza energetica (80-90 milioni sino a fine anno). Mentre, sullo sfondo, restano da coprire i 2 miliardi abbondanti del taglio Imu di giugno.


http://www.ilgiornale.it/news/interni/bruxelles-fa-tifo-tasse-non-vuole-i-tagli-imu-e-iva-921090.html

domenica 26 maggio 2013

Parigi, è rivolta contro le adozioni gay: oltre 1 milione in piazza



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La manifestazione contro i matrimoni e le adozioni omosessuali: oltre 1 milione di manifestanti a Les Invalides.

E’ iniziata a Parigi l’imponente manifestazione contro le adozioni e i matrimoni omosessuali.

A Parigi va in scena l’ennesima manifestazione oceanica contro la legge Toubira, quel pastrocchio contronatura che ha legalizzato matrimoni e adozioni omosessuali.

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Intanto membri del movimento francese Génération Identitaire hanno occupato la sede del Partito Socialista, in via Solferino a Parigi. Venti persone hanno srotolato uno striscione che chiede le dimissioni di François Hollande.






Anche Civitas manifesta con migliaia di aderenti a Parigi contro il matrimonio gay.  
“Spazzare i nemici della famiglia! Spazzare i nemici del matrimonio! ‘, si 

legge.  Ci sono bandiere francese con il Sacre Cuore e lo slogan “La speranza e la salvezza della Francia. Non una cultura di morte. Aborto. Eutanasia.” 
“Il matrimonio gay. La tratta dei bambini “, proclama uno striscione.
Una bambina che indossa un piccolo segno: “Futura mamma arrabbiata.” 
Alain Escada, presidente dell’Istituto Civitas, vicino ai cattolici tradizionalisti dice  al microfono: “Né laica né massonica Francia è cattolica”, “Sodoma, Gomorra, cultura della morte”.“Questa legge, anche se emanata, sarà comunque illegittima per noi, perché è contraria alla legge naturale”, ha detto, invitando “i sindaci ed eletti a disobbedire alla legge” .

giovedì 23 maggio 2013

Soldato decapitato a Londra, aggressione terroristica
vietato ai militari di mostrarsi in pubblico in divisa



LONDRA - Fonti investigative citate dall'agenzia Reuters hanno confermato il verosimile legame con la Nigeria dei due sospetti responsabili della feroce aggressione e dell'uccisione del soldato britannico, aggredito e decapitato ieri seraa a Londra.
Le fonti, parlando sotto copertura dell'anonimato, hanno ipotizzato legami nigeriani, senza fornire dettagli. Legami che sarebbero comunque emersi sulla base delle prime risultanze delle indagini e dell'esame delle immagini video in cui compaiono i due sospetti attentatori, uno dei quali scandisce minacce e slogan islamici. In precedenza la stessa voce era circolata su Twitter, dove un presunto conoscente aveva individuato uno dei due killer come Michael Adeboloja: giovane di origine nigeriana trapiantato a Londra e che avrebbe cambiato il suo nome in 'Mujahid' dopo essersi convertito dal cristianesimo all'Islam.

David Cameron, intanto, presiederà oggi una nuova riunione del comitato interministeriale per le emergenze, il Cobra, in seguito alla sanguinaria uccisione di un soldato ieri a Londra. Il Cobra, che già si era riunito ieri sera mentre Cameron era in missione a Parigi, esaminerà diverse opzioni per il rafforzamento della sicurezza. I due aggressori, feriti dalla polizia, sono piantonati in ospedale, dove uno è in gravi condizioni. L'indagine è stata affidata agli esperti dell'antiterrorismo, ha riferito la polizia. In un video, diffuso dalla rete televisiva Itv, uno degli aggressori brandisce un coltello e una mannaia con le mani sporche di sangue e grida: «Giuro su Allah onnipotente che non smetteremo mai di combattervi». Il Consiglio dei musulmani britannici ha definito l'attacco «un atto barbaro che non ha nulla a che vedere con l'Islam».

Il primo ministro britannico. «Questo non è solo un attacco alla Gran Bretagna, questo è tradire l'Islam. Non c'è nulla nell'Islam che giustifichi questo atto». Parlando davanti a Downing Street il giorno dopo l'attacco il primo ministro David Cameron ha citato la capo scout diventata eroina, Ingrid Loyau-Kennett, che ieri ha affrontato agli attentatori sul posto del massacro. «Quando le è stato detto 'Vogliamo cominciare una guerra a Londra', lei ha risposto: 'siete soli contro molti, perderete'. Così facendo, lei ha parlato per tutti noi», ha detto il premier.

«Uno dei modi migliori per combattere il terrorismo è continuare a vivere le nostre vite normalmente. E questo e quello che faremo oggi». «Questo Paese sarà risoluto contro l'estremismo e il terrore. Non cederemo mai al terrore o al terrorismo in nessuna delle sue forme».

I killer che hanno ucciso ieri un soldato nel sud-est di Londra erano noti alle autorità. Lo confermano fonti governative ai media britannici, interpellate dopo che il primo ministro David Cameron aveva accennato a questa possibilità parlando al Paese poco fa. «Il fatto che i due sospettati di aver perpetrato questo orrido attacco fossero noti ai servizi di sicurezza è stato vastamente riportato. Non posso commentare a riguardo mentre è in corso un'inchiesta», aveva detto il premier

Intanto i comandanti militari hanno chiesto ai loro soldati britannici di evitare di mostrarsi in pubblico in divisa, fino a ulteriore comunicazione. Lo riferisce Sky News citando proprie fonti. Anche la Bbc riferisce di indicazioni da parte dei vertici militari affinché i componenti delle forze armate “nascondano” le loro uniformi in pubblico, in particolare in caso di spostamenti da soli, soprattutto se utilizzano i mezzi pubblici.

Un agente della Metropolitan Police ha depositato i primi mazzi di fiori - che aumentano con il passare delle ore - di fronte alla caserma della Royal Artillery di Woolwich, a Londra, a pochi metri da dove ieri è stato assassinato il soldato di stanza nella base. Tutta la zona continua ad essere presidiata dalle forze dell'ordin, che hanno bloccato l'arteria stradale lungo la quale il militare è stato aggredito e ucciso da due presunti terroristi islamici. Un elicottero di Scotland Yard continua dall'alto a controllare le strade di Woolrich. Diversi testimoni del fatto di sangue oggi sono tornati sul posto per raccontare ai media la loro esperienza.


http://www.gazzettino.it/mondo/soldato_decapitato_a_londra_aggressione_terroristica_vietato_ai_militari_di_mostrarsi_in_pubblico_in_divisa/notizie/283034.shtml



Istat: 15 mln di persone in difficoltà economica, 8 mln in disagio assoluto




poverta

22 magg – Cresce l’area del disagio economico in Italia. Nel 2012 sono 14 milioni e 928mila, pari al 24,8% della popolazione, le persone in difficoltà economica. E di queste, 8 milioni e 608mila si trovano in una condizione più grave, pari al 14,3% (percentuale più che raddoppiata dal 6,9% del 2010). E’ questa la fotografia scattata dall’Istat nel suo rapporto annuale.
Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, segnala l’istituto di statistica, gli indicatori di deprivazione materiale e disagio economico delle famiglie hanno registrato un “ulteriore peggioramento” dopo quello del 2011. Gli individui in famiglie gravemente deprivate (cioè famiglie che presentano quattro o più segnali di deprivazione su un elenco di nove) sono aumentati nel 2012 dell’11,2% rispetto all’anno precedente. Le persone che vivono in famiglie deprivate (quelle con tre o più sintomi di disagio economico) sono cresciute rispetto al 16% del 2010.
In particolare, continua a crescere in modo consistente la quota di individui che dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato (cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano) almeno ogni due giorni (16,6%), quota triplicata in due anni. Questo dato è confermato dalla riduzione in termini di quantità e/o qualità del consumo di carne o pesce da parte delle famiglie (rispettivamente dal 48,3% del 2011 al 57% del 2012 per la carne e dal 50,1 al 58,2% per il pesce). Le persone, inoltre, che affermano di non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione (21,1%) sono raddoppiate in due anni e coloro che dichiarano di non potersi permettere una settimana di ferie in un anno rappresentano ormai la metà del totale (50,4% rispetto al 46,7% del 2011). Gli individui che vivono in famiglie che non possono sostenere spese impreviste di un importo relativamente contenuto raggiungono il 41,7% (erano il 38,6% nell’anno precedente). Sostanzialmente stabili risultano, invece, l’indicatore relativo all’avere arretrati per il mutuo, l’affitto, le bollette o per altri debiti e quelli relativi alla possibilità di accedere a beni durevoli di largo consumo. tmnews

http://www.imolaoggi.it/?p=51077

mercoledì 22 maggio 2013













Roma, 22 mag - “Il modo in cui la stampa italiana sta raccontando l'estremo sacrificio di Dominique Venner testimonia una volta di più il provincialismo culturale del nostro paese. Si è voluto trasformare uno spirito eroico della genia dei Mishima e dei Palach in un banale caso di omofobia patologica, segno che le motivazioni di questo gesto sono state totalmente misconosciute”. Così CasaPound Italia commenta il suicidio dello scrittore francese avvenuto ieri nella cattedrale di Notre-Dame. “Venner – prosegue la nota – era sì un oppositore di una legge irresponsabile, che fa molto di più che regolarizzare fenomeni in atto, ma è del tutto superficiale e riduttivo fare di lui un mero 'attivista anti-gay', come è stato scritto. La sua lettera d'addio è priva del benché minimo accento d'odio o di risentimento, ma rappresenta anzi un testamento spirituale colmo d'amore per la Francia e per l'Europa. Ciò che Venner voleva combattere era molto di più che una legge, era il suicidio quotidiano di una civiltà ormai incapace di prendere in mano il proprio destino. Il suo gesto va misurato sulla scala degli esempi fuori dal tempo, non su quella della contingenza politica”. Lo scrittore francese, prosegue Cpi, “è stato un modernizzatore lucido della destra francese ed europea: ha parlato di organizzazione agli spontaneisti, di scienza agli spiritualisti, di Europa ai nazionalisti. La sua produzione storiografica è stata torrenziale, il suo contributo a movimenti come quello della Nouvelle Droite essenziale. Per tutti questi motivi, Venner merita di essere ricordato secondo il rango che gli era proprio anziché essere confuso con quelle forme di attivismo paranoide e puritano di matrice essenzialmente statunitense. In un mondo abitato da individui che sacrificano l'interesse collettivo per salvare se stessi, Venner ha voluto sacrificare se stesso per salvare il suo popolo. Alla sua memoria va il pensiero commosso di tutta la comunità di CasaPound Italia”.
L'ultima lettera di Dominique Venner
Sono sano di spirito e di corpo e sono innamorato di mia moglie e dei miei figli. Amo la vita e non attendo nulla oltre di essa, se non il perpetrarsi della mia razza e del mio spirito. Cionondimeno, al crepuscolo di questa vita, di fronte agli immensi pericoli per la mia patria francese ed europea, sento il dovere di agire finché ne ho la forza; ritengo necessario sacrificarmi per rompere la letargia che ci sopraffà.Offro quel che rimane della mia vita con un intento di protesta e di fondazione. Scelgo un luogo altamente simbolico, la cattedrale di Notre Dame de Paris che rispetto ed ammiro, che fu edificata dal genio dei miei antenati su dei luoghi di culto più antichi che richiamano le nostre origini immemoriali.
Mentre tanti uomini si fanno schiavi della loro vita, il mio gesto incarna un'etica della volontà. Mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell'anima e contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà millenaria. Così come difendo l'identità di tutti i popoli presso di loro, mi ribello al contempo contro il crimine che mira al rimpiazzo delle nostre popolazioni.
Essendo impossibile liberare il discorso dominante dalle sue ambiguità tossiche, spetta agli Europei trarre le conseguenze.Non possedendo noi una religione identitaria alla quale ancorarci, abbiamo in condivisione, fin da Omero, una nostra propria memoria, deposito di tutti i valori sui quali rifondare la nostra futura rinascita in rottura con la metafisica dell'illimitato, sorgente nefasta di tutte le derive moderne.
Domando anticipatamente perdono a tutti coloro che la mia morte farà soffrire, innanzitutto a mia moglie, ai miei figli e ai miei nipoti, così come ai miei amici fedeli.Ma, una volta svanito lo choc del dolore, non dubito che gli uni e gli altri comprenderanno il senso del mio gesto e che trascenderanno la loro pena nella fierezza.Spero che si organizzino per durare. Troveranno nei miei scritti recenti la prefigurazione e la spiegazione del mio gesto.
Dominique Venner
http://www.casapounditalia.org/2013/05/suicidio-venner-casapound-basta_22.html






VIVI COME SE DOVESSI MORIRE DOMANI PENSA COME SE NON DOVESSI MORIRE MAI





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Un Family day a Palermo «per non lasciare la città in mano al Gay pride»
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«Ci saranno spettacoli, musiche, canti tradizionali, tavole rotonde, presentazione di libri, testimonianze per non lasciare la città in silenzio durante il Gay pride che si terrà a Palermo il 22 giugno. Vogliamo dire no alle adozioni e al matrimonio gay e dire sì alla bellezza della famiglia naturale. Perciò inviteremo  a partecipare tutte le persone che incontreremo nel parco Cassarà». Così Filippo Campo, membro dell’associazione “Sos ragazzi” di Roma e Palermo, presenta il Family day siciliano. Con la sua, altre 12 associazioni regionali e nazionali lo scorso 16 maggio hanno costituito il comitato “Family day Palermo”, «che è aconfessionale e apartitico, perché tutela un istituto naturale, vero e buono per ogni essere umano», spiega Campo.
CONTROINFORMAZIONE. Al Gay pride saranno presenti in migliaia, arriveranno persone da tutto il mondo: «Palermo non può tacere: vogliamo aiutare la gente a capire cosa sta succedendo e a “farsi gli anticorpi”. Molti, per via dell’informazione politically correct martellante, sono confusi. I promotori del Gay pride sono venuti qui perché pensano che la Sicilia sia l’ultimo baluardo della tradizione da abbattere». La scelta di ritrovarsi al parco Cassarà dalle 16,30 di sabato fino alla sera e dalle 10,30 di domenica per tutta la giornata è stata presa per due ragioni: innanzitutto per cercare un luogo lontano dal corteo degli attivisti gay ed evitare scontri. E poi perché il «parco è sempre pieno di famiglie e ci sembrava bello andare a incontrarle. L’autoreferenzialità non ci porterebbe lontano». Numericamente parlando, infatti, la neonata manifestazione potrà anche essere in svantaggio rispetto al Gay pride, ma l’obiettivo del neonato comitato è quello di crescere nel tempo.
L’UOMO E LA VITA. Sabato, oltre agli spettacoli, agli incontri e alla presentazione delle varie associazioni, si parlerà del libro di Luca di Tolve, ex omosessuale ora sposato e convertito al cattolicesimo, che interverrà personalmente per raccontare della sua esperienza anche nella mattinata di domenica: «Lo abbiamo invitato per offrire una testimonianza vivente dell’importanza di quanto sosteniamo e per smascherare l’ideologia di genere, parlare dell’infelicità nascosta della condizione omosessuale e della bellezza di una vita che torna alla verità. Infine vogliamo far vedere che il “per sempre” tra uomo e donna è ancora possibile». Domenica 23 giugno sarà anche presentata la rivista Pro life news. Così si parlerà della necessità di difendere la sacralità della vita di ogni uomo e di tutto ciò che contribuisce alla sua realizzazione, famiglia in primis.


http://www.tempi.it/family-day-palermo-per-non-lasciare-la-citta-in-mano-al-gay-pride#.UZojl7Vsw4S

martedì 21 maggio 2013

Omofobia Fiore (FN): " priorità deve essere difesa della Famiglia Tradizionale"

Matrimoni Gay, "omofobia" e Ius Soli sono la priorità del nuovo Governo in un periodo di crisi che tocca tutti gli aspetti della nostra soietà: dalla demografia, al lavoro, all' economia. Questo per Forza Nuova e per milioni di cittadini Italiani è inaccettabile. " dichiara Roberto Fiore, Segretario Nazionale di Forza Nuova in merito al dibattito politico di questi giorni: "Per di più stiamo assistendo a livello internazionale ad una virata tradizionalista con politiche a difesa della famiglia e della crescita demografica in molti paesi, tra cui la Fedrazione Russa, e queste posizioni coincidono sempre con una miracolosa crescita economica: come al solito l' Italia è sempre un passo indietro vittima di lobby e potentati evidentemente più importanti della dignità del popolo Italiano. Siamo sicuri però che provvedimenti e logiche del genere non potranno affermarsi in Italia, e che troveranno opposizione proprio nella maggioranza dei cittadini che hanno dimostrato in questi giorni di attestarsi su ben altre posizioni: parliamo dei 40.000 che hanno marciato a Roma per la Vita lo scorso 12 Maggio, o quelli che saranno in piazza in Sicilia per il Family Day italiano. Tenendo conto anche della stretta connessione tra omosessualità e pedofilia emersa ed evidenziata dal rapporto della Commissione per l' Infanzia della Regione Toscana sullo scandalo del Forteto non possiamo essere più che convinti che la priorità per l' Italia dev' essere la difesa non delle coppie gay, ma bensì dei nostri bambini, delle nostre madri e delle nostre famiglie."
 

sabato 18 maggio 2013

Se la 'cultura' del rom vale più della vita di un italiano

Per Nikolic erano stati chiesti 26 anni di carcere, pena ridotta a 15






Aveva falciato un agente della polizia municipale di Milano trascinandolo per 200 metri con un Suv che non avrebbe potuto guidare (perché minorenne), era pregiudicato, ma i giudici gli hanno concesso le attenuanti generiche per il 'contesto culturale' in cui è cresciuto. Eppure il codice penale dice qualcos'altro...
“La legge è uguale per tutti”. Non è vero. Al di là della retorica e delle polemiche. Oltre i proclami di Silvio Berlusconi ed il suo convincimento di essere un “perseguitato” della magistratura, bisogna dirsi la verità: la giustizia italiana a è un fallimento. E fallisce ogni qualvolta un innocente viene ucciso ed il colpevole non viene punito come meriterebbe.   È successo questo a Milano, nel processo per l’omicidio del vigile urbano Nicolò Severino. Sul banco degli imputati c’è un giovane, giovanissimo rom, Remi Nikolic, diciott’anni ancora da compiere. Il 12 gennaio del 2012 aveva letteralmente falciato, con un Suv, il povero “ghisa”. Un Suv che, ovviamente, non poteva guidare perché non aveva neppure l’età per prendere la patente. Non solo, Nikolic era già stato fermato (e poi rilasciato) proprio perché sorpreso al volante di un’altra vettura. Recidivo, dunque, il giovane rom. Ma questo non è bastato per convincere i giudici. 
La pubblica accusa aveva chiesto 26 anni di carcere. Omicidio volontario. E, in proposito, il codice parla chiaro:  “chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni 21”, art. 575 c.p.
Le motivazioni del Pm, però, per la Corte non sono state sufficienti e la pena è stata ridotta a 15 anni. E questo grazie alla concessione delle attenuanti generiche, in quanto il giovane romeno “non aveva precedenti penali rilevanti”, ma soprattutto perché Nikolic è cresciuto in un “contesto familiare caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento e nella sostanziale assenza di scolarizzazione”. Strano, molto strano. Perché basta prendere un codice penale e leggere l’articolo 133 che enuclea i criteri che il giudice deve seguire per arrivare ad irrogare la pena. Sì, perché al secondo comma è scritto, a chiare lettere, che “il giudice deve tenere conto della gravità del reato, desunta dalla gravità del danno o dal pericolo cagionato alla persona offesa”. Esiste forse danno più grave della privazione della vita? Il fatto di essere cresciuto in un ambiente dove la criminalità è più diffusa rende qualcuno meno colpevole per un omicidio? Perché, se fosse così, chi nasce a Scampia o al Quartiere “Zen” di Palermo, sarebbe più legittimato a commettere reati di chi nasce e cresce in via Montenapoleone o a viale Parioli. E questo sarebbe francamente inaccettabile. 
Contestualizzare è un obbligo, giustificare indiscriminatamente è insensato.
Se lo scopo del carcere è quello di rieducare i colpevoli, quello di uno Stato di diritto è di tutelare i suoi cittadini. E non esiste bene più inviolabile, da difendere più strenuamente, del diritto alla vita. Perchè, ogni qualvolta la morte di un uomo vale meno della riabilitazione del suo assassino, la giustizia fallisce.
Micol Paglia

giovedì 16 maggio 2013

"Marchionne vuole spostare la sede della Fiat negli Usa"

L'agenzia Bloomberg: "Nulla è ancora deciso, prima bisogna completare la fusione della Chrysler". Ad Auburn Hills sono già pront




L'ad Sergio Marchionne starebbe valutando un trasferimento della sede della Fiat da Torino negli Stati Uniti, una volta completata la fusione con Chrysler. Lo si legge sul sito internet dell'agenzia Bloomberg, che cita fonti ben informate. Nessuna decisione finale in materia è stata presa, hanno però aggiunto le fonti, e tante differenti opzioni rimangono al vaglio. L. Brooks Patterson, capo del consiglio della Contea di Oakland, dove ha sede Auburn Hills, la città che ospita il quartier generale di Chrysler, lo scorso anno ebbe un incontro di affari con Marchionne nel quale fu sollevata l'idea per la prima volta, scrive Bloomberg. "Se la cosa si concretizza, e spero accada, è una buona notizia", ha poi dichiarato Patterson, in un'intervista: "Accrescerebbe l'intera immagine della Motor City, per noi sarebbe davvero un grande slam".

http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1243424/-Marchionne-vuole-spostare-la-sede-della-Fiat-negli-Usa-.html

mercoledì 15 maggio 2013

VERGOGNA! UNA TRAGEDIA CHE SI POTEVA E DOVEVA EVITARE CI COSTA TRE MORTI ED UN DELINQUENTE IN PIU' DA MANTENERE NELLE PATRIE GALERE!


Foto: VERGOGNA! UNA TRAGEDIA CHE SI POTEVA E DOVEVA EVITARE CI COSTA TRE MORTI ED UN DELINQUENTE IN PIU' DA MANTENERE NELLE PATRIE GALERE!
E' morto anche il pensionato colpito dalla furia cieca del ghanese.
Una preghiera per lui e per la sua famiglia!
Una tragedia che si poteva e doveva evitare! 
Chi protegge questi questi delinquenti, potenziali assassini? 
Qualcuno avrà patrocinato gratuitamente il suo ricorso contro l'estradizione! Qualcuno lo ha ospitato e gli ha consentito di spostarsi dalla Puglia e viaggiare indisturbato per l'Italia!
E questi sarebbero i nuovi Italiani??? 
Pensate che se questo Assassino avesse un figlio in Italia, il bambino avrebbe diritto alla cittadinanza e lui al ricongiungimento: BASTA!
Ci sono delinquenti ovunque, ma ognuno pensi ai propri malfattori e non li scarichi a noi: siamo la pattumiera del mondo?
Quanto ci costano questi mascalzoni? 400 euro al giorno cadauno e le carceri scoppiano proprio per questi elementi!
Adesso non ne possiamo più!
Tutti a casa! Liberiamo l'Italia! E con loro vadano anche i falsi buonisti che li proteggono!
***

E' morto anche il pensionato colpito dalla furia cieca del ghanese.
Una preghiera per lui e per la sua fami...glia!
Una tragedia che si poteva e doveva evitare!
Chi protegge questi questi delinquenti, potenziali assassini?
Qualcuno avrà patrocinato gratuitamente il suo ricorso contro l'estradizione! Qualcuno lo ha ospitato e gli ha consentito di spostarsi dalla Puglia e viaggiare indisturbato per l'Italia!
E questi sarebbero i nuovi Italiani???
Pensate che se questo Assassino avesse un figlio in Italia, il bambino avrebbe diritto alla cittadinanza e lui al ricongiungimento: BASTA!
Ci sono delinquenti ovunque, ma ognuno pensi ai propri malfattori e non li scarichi a noi: siamo la pattumiera del mondo?
Quanto ci costano questi mascalzoni? 400 euro al giorno cadauno e le carceri scoppiano proprio per questi elementi!
Adesso non ne possiamo più!
Tutti a casa! Liberiamo l'Italia! E con loro vadano anche i falsi buonisti che li proteggono!
 
TRATTO DALLA PAGINA FB DEL MINZOLINI FAN CLUB

lunedì 13 maggio 2013



La violenta giornata sporca di sangue italiano del clandestino pregiudicato Kabobo.



kabobo



Milano – Il bilancio finale di due ore di follia è quasi da attentato terroristico: un morto, due in fin di vita, altri due feriti e una sesta persona sfuggita per miracolo alla morte. Un striscia di furore iniziata alle 4.30 e conclusa alle 6.35 quando finalmente i militari, allertati purtroppo con grande ritardo, sono riusciti a bloccare l’omicida, un africano di 31 anni che ha detto solo: «Ho fame».
Quartiere Niguarda, periferia nord di Milano, una tranquilla zona residenziale sviluppatasi attorno al grande ospedale edificato a fine degli anni Trenta. Sono le 4.30, il quartiere dorme ancora mentre per le strade si aggira un «mostro» armato di spranga. Incrocia Andrea Carfora, 23 anni, sta rientrando dopo una serata trascorsa con un amico. Gli si para davanti gli fa cenno con la mano di avvicinarsi. Poi appena a tiro gli sferra un colpo. Il ragazzo lo para con il braccio sinistro poi scappa. Fa il giro dell’isolato, vede che l’aggressore è sparito, si infila in casa e va a letto. Si sveglierà tre ore dopo dolorante e andrà in ospedale dove scoprirà di aver aperto una lunga lista di feriti.
Alle 5.15 tocca a Francesco Niro, 50 anni, operaio di rientro dal turno di notte, non sa chi e cosa l’abbia aggredito alle spalle, una botta in testa, cade a terra svenuto. Quando riprende conoscenza, torna a casa sanguinate, la moglie Antonella chiama il 118 che lo porta in ospedale. Poco dopo le 6 Antonio Marisco, 56 anni, esce per portare fuori il cane. Vede l’ africano, che nel frattempo ha cambiato arma, venirgli incontro con un piccone in mano, si insospettisce e quando nota che, appena superato, questi si gira. Lui si infila a razzo nel portone. Salvo per caso. Come è salvo per caso quel signore che ieri in piazza raccontava come lui a quell’ora sia solito farsi un giro in bicicletta: ieri ha forato ed è rimasto a casa. Alle 6.22 portava a spasso il cane anche Ermanno Masini, 64 anni, pensionato. Non fa in tempo ad accorgersi di nulla e viene colpito alla testa. Raccolto in coma, viene ricoverato in prognosi riservata.
Non aveva sonno Alessandro Carole, 40 anni, forse anche perché è disoccupato e non riesce a trovare lavoro. Saluta la mamma, appena rimasta vedova, «Vado a prendere un caffè» e appena in strada incontra la morte. Su di lui l’africano si accanisce con particolare ferocia, dopo il primo colpo che lo fa stramazzare a terra, ne sferra altri 4, alla testa e all’addome. Portato d’urgenza in ospedale, verrà dichiarato morto alle 8.32. Stessa sorte appena cinque minuti dopo per Daniele Carella, 21 anni. A differenza degli altri, tutti colpiti sotto casa, lui viene da Quarto Oggiaro, qualche chilometro più a ovest. Ha accompagnato il padre che distribuisce giornali alle edicole. Anche per lui una gragnuola di colpi a tradimento, sferrati con tanto foga da spezzare il manico del piccone. È più grave di Masini, le sue condizioni sono disperate.
Solo a quel punto arriva finalmente una chiamata al 112, un passante segnale «Un giovane dalle pelle nera con un’ascia in mano». Alle 6.28 viene diramato l’allarme agli equipaggi, alle 6.35 l’uomo viene individuato. Vendendosi braccato, scaglia il piccone contro i militari poi tenta una fuga disperata. Viene raggiunto e immobilizzato, nonostante si dibatta come un forsennato. Portato al comando provinciale di via Moscova, ha lo sguardo allucinato, ma non sembrerebbe in preda ad alcol o droghe. Non parla italiano, provano con l’inglese, ottenendo qualche risposta confusa. Si riesce solo a capire «dormo per strada» e «ho fame».
Inutile chiedergli perché lo abbia fatto. Dalle impronte digitali si risale ad Adam Mada Kabobo, nato in Ghana nel 1982, sbarcato in Italia, Puglia per la precisione, nell’estate 2011, dove chiede asilo. Rinchiuso al Centro accoglienza richiedenti asilo di Bari, il 1° agosto partecipa a una rivolta e finisce in carcere. Ottenuta la libertà ricompare a Foggia dove viene nuovamente arrestato per una rapina. In galera distrugge un televisore, non è tipo tranquillo, poi però viene scarcerato il 17 febbraio 2012. Nel frattempo la sua richiesta d’asilo viene respinta, lui fa ricorso e per questo non può essere espulso. Ricompare a Milano dove viene fermato e controllato il 15 aprile di quest’anno. Poi più nulla, fino a ieri mattina.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/prende-picconate-i-passanti-milano-due-ore-follia-916421.html


http://www.milano.forzanuova.info/blog/

venerdì 10 maggio 2013

Imu, slitta l'abolizione della tassa








Né cancellata, né sospesa, forse rinviata. Tradotto: un flop, una presa in giro. L'Imu viene se tutto va bene rinvita a settembre. In pratica invece di pagarla a giugno, la verseremo tre mesi più tardi, Per quanto riguarda la cassa integrazione i fondi verranno recuperati dalle risorse già stanziate nell'ambito delle politiche del lavoro.  Il consiglio dei ministri di giovedì nove maggio non ha portato ad alcun risultato, se non la decisione di rinviare l'approvazione del decreto nei prossim giorni. Ufficialmente per definire le modalità tecniche e garantire che i Comuni non si trovino in deficit di cassa".  Immediato l'intervento di Silvio Berlusconi che all'abolizione dell'Imu ha legato la fiducia del centrodestra al governo Letta: "E' una bella vittoria ma non basta", ha detto al Tg5. "C'è l’impegno politico a sospendere la rata di giugno e ridefinire la materia riguardante la tassazione sulle proprietà immobiliari entro 100 giorni dalla data di scadenza della prima rata", ha precisato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. 
Problemi tecnici - Lo slittamento dell’approvazione delle misure annunciate dunque  sarebbe da attribuire esclusivamente a problemi tecnici di copertura o  di ragioneria che hanno indotto il governo a rinviare di qualche  giorno. Nessun dissidio di natura politica, ma solo un supplemento di  istruttorià contabile. In realtà è chiaro che qualcosa non ha funzionato. Pare che durante il prevertice il Pdl abbia espresso delle perplessità intendendo estendere la sospensione dell'Imu anche ai capannoni industriali. In realtà serve il via libera dell'Europa per liberare le risorse necessarie alle coperture delle misure annunciate, ma l'Europa vuole valutare le coperture prima di dare il via libera. La sospensione della prima rata dell'Imu vale due miliardi, trasformandola in un rinvio viene meno il bisogno di una copertura contabile. I mancati incassi verrebbero coperti con anticipi di Tesoreria e della Cassa dei depositi. Il timore è che alla fine pagheremo ugualmente una tassa sulla casa anche se non si chiamerà più Imu. Lo ha anticipato Libero nei giorni scorsi, e la conferma arriva dalle parole del ministro Saccomanni: "Qualche forma di tassazione sulla proprietà immobiliare dovrà rimanere. In alcuni paesi è strutturata in maniera diversa da come è fatta in Italia e ci muoveremo in questa direzione"

Fregatura in arrivo - L'ipotesi di cui Libero ha dato conto è che venga rivisto tutto  il sistema della tassazione sulla casa e sui servizi sostituendola con una imposta nuova di zecca: la service tax alla francese. La nuova tassa incorporerebbe infatti anche la Tares e non sarebbe più destinata ai soli proprietari di casa, ma a tutti coloro che detengono o occupano a qualsiasi titolo un immobile o una superficie operativa. L’Ics (Imposta case e servizi) a cui sta lavorando Saccomani, infatti, si porterebbe in dote anche il miliardo aggiuntivo previsto dalla Tares più il gettito attuale di Tarsu e Tia. Complessivamente si tratta di 8 miliardi, che si andranno ad aggiungere ai 4 dell’Imu. Poi, come è successo per quest’ultima, può capitare che il gettito reale (23,7 miliardi) risulti più alto di quello stimato dal governo (21 miliardi). 

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1238996/Imu--slitta-l-abolizione-della-tassa--.html

lunedì 6 maggio 2013

Istat: disoccupazione in crescita, Pil in calo

I dati dell'Istituto parlano di un futuro di depressione: in contrazione anche la spesa delle famiglie. Vegas: "Il risanamento sia più graduale




I dati Istat fotografano un quadro di ulteriore depressione economica. Secondo l'Istituto di statistica la spesa delle famiglie italiane è prevista in contrazione dell’1,6% nel 2013 per effetto della diminuzione del reddito disponibile, con un moderato aumento dello 0,4% nel 2014. Altre cattive nuove dal fronte dell'occupazione: nell'anno in corso il mercato del lavoro dovrebbe continuare a "manifestare segnali di debolezza con un rilevante incremento del tasso di disoccupazione all’11,9% (+1,2 punti percentuali rispetto al 2012)". Nel 2014 la disoccupazione dovrebbe crescere ancora fino a raggiungere il 12,3% a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro "è previsto rispondere alla lenta ripresa dell'economia". In considerazione dell'andamento stentato del mercato del lavoro le retribuzioni dei dipendenti vengono previste in moderato aumento, in crescita dell'1% nel 2013 e dell'1,3% nel 2014. 
Il Pil - Infine i dati sul Pil, ancor più preoccupanti. Nel 2013 l'Istat prevede una diminuzione del prodotto interno lordo italiano pari all'1,4% in termini reali. Per il 2014 il recupero dell'attività economica, che dovrebbe essere prevalentemente spinto dalla domanda interna, dovrebbe determinare una crescita moderata, pari a 0,7 punti percentuali. L'istituto spiega che nel 2013 "l’attività economica sarà contrassegnata da una flessione dell’1,4% in media d’anno, a causa di un contributo marcatamente negativo della domanda interna (-2,0 punti percentuali, al netto delle scorte), solo in parte compensato dalla domanda estera netta (1,1 punti percentuali). A causa dell’incertezza sulle aspettative di ripresa l’apporto delle scorte risulterebbe negativo (-0,5 punti percentuali)". L'Istat aggiunge che nel 2014 "il Pil aumenterebbe dello 0,7%. La domanda interna al netto delle scorte tornerebbe a fornire un contributo positivo (0,7 punti percentuali) che si accompagnerebbe a un aumento marginale della domanda estera netta (0,1 punti percentuali)".
Consob: "Basta austerità" - Ed è in questo contesto che fa rumore l'appello di Giuseppe Vegas, presidente della Consob, l'organismo di controllo sulla Borsa. Nella sua relazione ai mercati finanziari Vegas spiega che "un'austerità senza speranza può diventare il detonatore di una crisi generalizzata". Il presidente ha sottolineato i rischi di un eccessivo ricorso a misure di austerità sui conti pubblici a scapito della crescita economica: "Se la parsimonia nella spesa pubblica e il rispetto delle ragioni dei contribuenti debbono costituire la stella polare dell'azione di ogni governo, il necessario risanamento dei conti pubblici nei paesi più indebitati dell'Eurozona non può che realizzarsi in un quadro di crescita economica". Vegas ha rimarcato che "un rilancio della crescita del Pil costituisce la condizione indispensabile per migliorare i parametri di finanza pubblica sui quali vengono costruite le manvovre", e che "il risanamento non può che avvenire attraverso un approccio più graduale rispetto a quanto ad oggi previsto dal fiscal compact".

http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1236352/Ista--disoccupazione-in-crescita--Pil-in-calo.html

venerdì 3 maggio 2013

Un omicidio su tre opera di stranieri E il 25% degli italiani ora ha paura

Il rapporto sulla sicurezza pubblicato dal Viminale. Altissima incidenza criminale degli immigrati, soprattutto degli irregolari. Gli omicidi in calo. Preoccupazione per i dati sulla violenza sulle donne: oltre un milione ha subito abuso, la maggior parte delle volte in famiglia

Roma - Un italiano su quattro ha paura. La paura delle criminalità, di subire aggressioni, di essere a rischio, "è fortemente cresciuta" negli ultimi anni nel nord est d’Italia. Mentre negli anni novanta solo il 17,3% degli abitanti di queste zone del Paese considerava a rischio di criminalità la zona in cui viveva, nel 2005 la percentuale è salita al 28,1%.

Lo rileva il rapporto sulla sicurezza 2006 del Viminale che sottolinea come in generale nel Paese la paura di subire un reato non è cresciuta nell’arco degli ultimi 14 anni anche se è un sentimento di "dimensioni non trascurabili". In Italia, infatti, una persona su quattro si sente poco o per niente sicura quando cammina sola al buio la sera nel proprio quartiere, e questa insicurezza cresce in Sicilia, nel Lazio e in Lombardia ma raggiunge il massimo in Campania dove supera un terzo della popolazione.
Omicidi in calo Nel 2006 sono stati 621, poco più del minimo storico di 601 toccato nel 2005. Un dato che conferma il trend di netta diminuzione per questo reato, che ha raggiunto il picco nel 1991, con ben 1.901 omicidi, per poi scendere negli anni successivi. In sostanza, nel 2005 e 2006 si è registrato un tasso di omicidi di poco superiore a 1 ogni 100mila abitanti. Per trovare un tasso più basso bisogna risalire ai primi anni ’70. Sono aumentati gli omicidi originati in ambito familiare o per passioni amorose: 192 nel 2006. Al Sud e nelle isole il tasso di omicidi nel 2006 è risultato quasi doppio rispetto al Centro-Nord.
Un omicidio su tre commesso da stranieri Su tre persone denunciate per omicidio, una è straniera. E, quasi sempre, è irregolare. La fotografia scattata dal rapporto è abbastanza nitida: la quota degli stranieri sul totale dei denunciati e degli arrestati per la gran parte dei reati, è decisamente più altra rispetto all’incidenza della popolazione straniera nel nostro paese: su 442 denunciati per omicidio, il 32% sono stranieri, mentre la popolazione immigrata non supera il 5% del totale. Ma, afferma il Viminale, "è importante sottolineare che la netta maggioranza dei reati viene commessa da stranieri irregolari, mentre quelli regolari hanno una delittuosità non molto dissimile alla popolazione italiana". Lo dicono i numeri: il 74% degli stranieri denunciati per omicidio è irregolare; così come il 72% dei denunciati per tentato omicidio; il 62% per violenza carnale, il 63% per sfruttamento della prostituzione. Nel complesso, gli stranieri regolari denunciati nel 2006 sono stati quasi il 6% del totale dei denunciati, un numero che si avvicina di molto alla percentuale di immigrati rispetto alla popolazione residente (5%). Quanto alle nazionalità degli stranieri che commettono reati, anche in questo caso i paesi sono gli stessi che forniscono il maggior numero di irregolari: Albania, Marocco e Romania. I romeni sono i primi per gli omicidi, le violenze sessuali, le estorsioni, le rapine nelle abitazioni e i furti con destrezza. Gli albanesi primeggiano per i furti in abitazione mentre i marocchini per i tentati omicidi, le lesioni dolose e gli scippi.
Espulsioni degli irregolari Sono venti i provvedimenti di espulsione che il Viminale ha adottato nel 2006 nei confronti di altrettanti stranieri ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale. E le indagini condotte dalle forze di polizia per contrastare il terrorismo internazionale di matrice islamica, hanno consentito l’arresto di 23 persone. Dei 20 espulsi, 8 sono algerini, 8 tunisini, 2 marocchini, un egiziano e un siriano. 14 erano state nel 2005 le espulsioni mirate (6 marocchini, 5 tunisini, 2 algerini, 1 egiziano), 8 nel 2003 (6 marocchini, 1 senegalese, 1 algerino) e nel 2002 una soltanto (un algerino). Fondamentale, per contrastare la minaccia del terrorismo islamico, è stata secondo il rapporto anche la strategia "via libere mirate", che ha consentito nel 2006 il controllo di 11.870 obiettivi; l’identificazione di 39.204 persone; 386 arresti non per fatti di terrorismo; 1.088 procedure di espulsione avviate; 927 persone denunciate per reati vari; 883 sanzioni amministrative contestate nei confronti di altrettanti gestori di call center, internet point e money transfert.
Violenza su oltre un milione di donne Sono un milione 150 mila le donne che nel 2006 hanno subito violenza, il 5,4% di quelle tra i 16 e i 70 anni. Di queste, ha subito violenza sessuale il 3,5%, mentre lo 0,3% ha subito stupri o tentati stupri. Gli autori delle violenze sono per la maggior parte i partner, responsabili nel 62,4% dei casi di violenza sessuale nel 2006, di molestie nel 68,3% dei casi e di stupri nel 69,7% dei casi. Più in generale il rapporto sicurezza rileva come il 31,9% (6 milioni e 743 mila) del totale delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita. In particolare sul totale delle donne circa un milione (4,8%) ha subito stupri o tentati stupri. Un milione 400 mila donne ha subito violenza sessuale e fisica prima dei 16 anni in famiglia: complessivamente i parenti sono responsabili del 23,8% delle violenze subite prima dei 16 anni. Infine, il 18,8% del totale delle donne (due milioni 77 mila) ha avuto un compagno che al momento della separazione o dopo le ha perseguitate.
Terrorismo rosso e nero Nonostante il gruppo delle Br responsabile degli omicidi di Massimo D’Antona e Marco Biagi "sia stato pressoché disarticolato", gli investigatori tengono "alta l’attenzione" verso altre formazioni che "vedono nella lotta armata l’approdo della propria strategia politica o nel ricorso alla violenza uno strumento per fare politica". L’attività investigativa nei confronti delle Br è stata "corroborata da importanti conferme sul piano processuale". Quanto all’area anarchica, il rapporto indica nel 2006 un "intenso dinamismo" sia della Fai (Federazione anarchica informale), che ha rivendicato una serie di attentati in Piemonte, sia di altre componenti anarchiche che hanno agito prevalentemente in Toscana. L’estremismo di destra, invece, è caratterizzato secondo il Viminale da una "galassia di gruppi, per lo più di limitate dimensioni" che manifestano uno "spiccato profilo aggressivo con il compimento di atti di intimidazione violenta sia nei confronti degli avversari politici che all’indirizzo delle forze di polizia". Complessivamente, nel 2006 si sono registrati 1.433 attentati e danneggiamenti di varia natura a persone o cose e 873 atti intimidatori. Al primo posto le sedi di partito (429, di cui 27 attentati, 352 danneggiamenti e 50 episodi di altra natura) seguite dagli enti locali (116). Per quanto riguarda le persone, infine, le categorie più colpite sono i pubblici amministratori (79 attentati e 77 danneggiamenti), i rappresentanti politici (37) e le forze di polizia (12).
Mafia ed economia La criminalità organizzata continua a mantenere "un’elevata capacità di infiltrazione nel tessuto economico e finanziario" grazie anche alla presenza di affiliati "dotati di un adeguato profilo culturale (operatori economici e finanziari)". Tra le associazioni mafiose ci sono "modelli in persistente evoluzione" che oltre a persistere nell’azione di controllo del territorio di origine, "condizionano segmenti dell’economia imprenditoriale nazionale con ingerenze negli appalti pubblici". Il Viminale lancia l’allarme anche sull’alleanza tra la criminalità organizzata italiana e quella di matrice straniera per la gestione del traffico di stupefacenti, immigrazione clandestina, tratta degli esseri umani e sfruttamento della prostituzione. In particolare Cosa nostra si è evoluta ed è in grado di condizionare settori dell’imprenditoria e della pubblica amministrazione, in particolare nel comparto delle opere pubbliche e dell’assegnazione dei servizi. Altamente competitiva e orientata alle attività criminali che investono ambiti territoriali, nazionali e esteri è la ’ndrangheta dedita soprattutto al traffico di stupefacenti, in particolare di cocaina. In campo internazionale la ’ndrangheta può contare su una struttura molto solida improntata su veri e propri ’network’. La camorra è invece caratterizzata da una tendenziale frammentazione tra realtà criminali fluide che determinano una particolare instabilità e danno luogo a un rilevante fenomeno di gangsterismo metropolitano.

http://www.ilgiornale.it/news/omicidio-su-tre-opera-stranieri-e-25-degli-italiani-ora-ha.html

giovedì 2 maggio 2013

Concerto Primo Maggio 2013 a piazza San Giovanni: 61 arresti e 25 denunce dei carabinieri

Concertone del Primo Maggio: 61 arresti e 25 denunce dei carabinieri







I fermi quasi tutti legati alla detenzione e allo spaccio di droga. Sequestrati oltre due chili di sostanza stupefacente tra hashis, marjiuana, cocaina, eroina, chetamina e anfetamina


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Concerto Primo Maggio 2013 a piazza San Giovanni: 61 arresti e 25 denunce dei carabinieri

Sessantuno arresti, 25 denunce e oltre due chili di droga sequestrata. Questi i numeri dei controlli dei carabinieri in occasione del tradizionale Concertone del Primo Maggio. Militari delle delle Stazioni e dei Nuclei Operativi del Gruppo di Roma impiegati, oltre in piazza San Giovanni e nelle vie limitrofe, anche nei luoghi di transito dei frequentatori della manifestazione musicale, in modo da assicurare un divertimento sano e sereno alle tante persone giunte da tutta Italia per assistere all’atteso evento.
PATTUGLIE IN BORGHESE - Sono stati potenziati i servizi dinamici per rafforzare la presenza e l’azione di controllo; in tale quadro sono state dispiegate anche pattuglie in borghese tra la folla per vigilare e reprimere eventuali forme di illegalità. Particolare attenzione è stata rivolta dai militari al contrasto dello spaccio di stupefacenti, fenomeno che trova terreno fertile in occasione di questi grandi eventi caratterizzati da una considerevole affluenza di giovani. Cinquantadue sono state infatti le persone arrestate per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti con il sequestro di circa 2 chili di droga suddivisa in dosi del tipo hashish, marjiuana, cocaina, eroina, chetamina e anfetamina.
GIOVANI DA TUTTA ITALIA - Tra gli arrestati per droga ci sono cittadini stranieri e giovani e meno giovani provenienti da varie regioni italiane quali il Lazio, la Puglia, la Campania, la Calabria, l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo e la Sicilia. Sempre in materia di droga sono state denunciate altre 25 persone. Ventisette sono stati, invece, i ragazzi segnalati al Prefetto perché scoperti ad assumere droghe. Altre 7 persone sono state arrestate per aver borseggiato alcuni spettatori, altri 2 per resistenza ai Carabinieri che li stavano controllando.

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mercoledì 1 maggio 2013

PER NON DIMENTICARE
1 Maggio in ricordo di UGO

Genova 1 Maggio 1970 muore il Camerata UGO VENTURINI, operaio, padre di un bambino, marito esemplare, Sindacalista CISNAL, membro dei volontari nazionali di Genova... muore colpito  da una bottiglia lanciata dai comunisti... muore per proteggere, insieme ad altri camerati, il palco dove Giorgio Almirante teneva un comizio. colpito il 18 Aprile cessa di vivere il 1 maggio a soli 32 anni giornata simbolo per gli operai e i sindacalisti come lui. Il nostro ricordo deve andare a lui che è tra i simboli più forti di coraggio e attaccamento ai valori che contraddistinguono noi di Destra.