mercoledì 22 maggio 2013













Roma, 22 mag - “Il modo in cui la stampa italiana sta raccontando l'estremo sacrificio di Dominique Venner testimonia una volta di più il provincialismo culturale del nostro paese. Si è voluto trasformare uno spirito eroico della genia dei Mishima e dei Palach in un banale caso di omofobia patologica, segno che le motivazioni di questo gesto sono state totalmente misconosciute”. Così CasaPound Italia commenta il suicidio dello scrittore francese avvenuto ieri nella cattedrale di Notre-Dame. “Venner – prosegue la nota – era sì un oppositore di una legge irresponsabile, che fa molto di più che regolarizzare fenomeni in atto, ma è del tutto superficiale e riduttivo fare di lui un mero 'attivista anti-gay', come è stato scritto. La sua lettera d'addio è priva del benché minimo accento d'odio o di risentimento, ma rappresenta anzi un testamento spirituale colmo d'amore per la Francia e per l'Europa. Ciò che Venner voleva combattere era molto di più che una legge, era il suicidio quotidiano di una civiltà ormai incapace di prendere in mano il proprio destino. Il suo gesto va misurato sulla scala degli esempi fuori dal tempo, non su quella della contingenza politica”. Lo scrittore francese, prosegue Cpi, “è stato un modernizzatore lucido della destra francese ed europea: ha parlato di organizzazione agli spontaneisti, di scienza agli spiritualisti, di Europa ai nazionalisti. La sua produzione storiografica è stata torrenziale, il suo contributo a movimenti come quello della Nouvelle Droite essenziale. Per tutti questi motivi, Venner merita di essere ricordato secondo il rango che gli era proprio anziché essere confuso con quelle forme di attivismo paranoide e puritano di matrice essenzialmente statunitense. In un mondo abitato da individui che sacrificano l'interesse collettivo per salvare se stessi, Venner ha voluto sacrificare se stesso per salvare il suo popolo. Alla sua memoria va il pensiero commosso di tutta la comunità di CasaPound Italia”.
L'ultima lettera di Dominique Venner
Sono sano di spirito e di corpo e sono innamorato di mia moglie e dei miei figli. Amo la vita e non attendo nulla oltre di essa, se non il perpetrarsi della mia razza e del mio spirito. Cionondimeno, al crepuscolo di questa vita, di fronte agli immensi pericoli per la mia patria francese ed europea, sento il dovere di agire finché ne ho la forza; ritengo necessario sacrificarmi per rompere la letargia che ci sopraffà.Offro quel che rimane della mia vita con un intento di protesta e di fondazione. Scelgo un luogo altamente simbolico, la cattedrale di Notre Dame de Paris che rispetto ed ammiro, che fu edificata dal genio dei miei antenati su dei luoghi di culto più antichi che richiamano le nostre origini immemoriali.
Mentre tanti uomini si fanno schiavi della loro vita, il mio gesto incarna un'etica della volontà. Mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate. Insorgo contro la fatalità. Insorgo contro i veleni dell'anima e contro gli invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra civiltà millenaria. Così come difendo l'identità di tutti i popoli presso di loro, mi ribello al contempo contro il crimine che mira al rimpiazzo delle nostre popolazioni.
Essendo impossibile liberare il discorso dominante dalle sue ambiguità tossiche, spetta agli Europei trarre le conseguenze.Non possedendo noi una religione identitaria alla quale ancorarci, abbiamo in condivisione, fin da Omero, una nostra propria memoria, deposito di tutti i valori sui quali rifondare la nostra futura rinascita in rottura con la metafisica dell'illimitato, sorgente nefasta di tutte le derive moderne.
Domando anticipatamente perdono a tutti coloro che la mia morte farà soffrire, innanzitutto a mia moglie, ai miei figli e ai miei nipoti, così come ai miei amici fedeli.Ma, una volta svanito lo choc del dolore, non dubito che gli uni e gli altri comprenderanno il senso del mio gesto e che trascenderanno la loro pena nella fierezza.Spero che si organizzino per durare. Troveranno nei miei scritti recenti la prefigurazione e la spiegazione del mio gesto.
Dominique Venner
http://www.casapounditalia.org/2013/05/suicidio-venner-casapound-basta_22.html






VIVI COME SE DOVESSI MORIRE DOMANI PENSA COME SE NON DOVESSI MORIRE MAI





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Un Family day a Palermo «per non lasciare la città in mano al Gay pride»
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«Ci saranno spettacoli, musiche, canti tradizionali, tavole rotonde, presentazione di libri, testimonianze per non lasciare la città in silenzio durante il Gay pride che si terrà a Palermo il 22 giugno. Vogliamo dire no alle adozioni e al matrimonio gay e dire sì alla bellezza della famiglia naturale. Perciò inviteremo  a partecipare tutte le persone che incontreremo nel parco Cassarà». Così Filippo Campo, membro dell’associazione “Sos ragazzi” di Roma e Palermo, presenta il Family day siciliano. Con la sua, altre 12 associazioni regionali e nazionali lo scorso 16 maggio hanno costituito il comitato “Family day Palermo”, «che è aconfessionale e apartitico, perché tutela un istituto naturale, vero e buono per ogni essere umano», spiega Campo.
CONTROINFORMAZIONE. Al Gay pride saranno presenti in migliaia, arriveranno persone da tutto il mondo: «Palermo non può tacere: vogliamo aiutare la gente a capire cosa sta succedendo e a “farsi gli anticorpi”. Molti, per via dell’informazione politically correct martellante, sono confusi. I promotori del Gay pride sono venuti qui perché pensano che la Sicilia sia l’ultimo baluardo della tradizione da abbattere». La scelta di ritrovarsi al parco Cassarà dalle 16,30 di sabato fino alla sera e dalle 10,30 di domenica per tutta la giornata è stata presa per due ragioni: innanzitutto per cercare un luogo lontano dal corteo degli attivisti gay ed evitare scontri. E poi perché il «parco è sempre pieno di famiglie e ci sembrava bello andare a incontrarle. L’autoreferenzialità non ci porterebbe lontano». Numericamente parlando, infatti, la neonata manifestazione potrà anche essere in svantaggio rispetto al Gay pride, ma l’obiettivo del neonato comitato è quello di crescere nel tempo.
L’UOMO E LA VITA. Sabato, oltre agli spettacoli, agli incontri e alla presentazione delle varie associazioni, si parlerà del libro di Luca di Tolve, ex omosessuale ora sposato e convertito al cattolicesimo, che interverrà personalmente per raccontare della sua esperienza anche nella mattinata di domenica: «Lo abbiamo invitato per offrire una testimonianza vivente dell’importanza di quanto sosteniamo e per smascherare l’ideologia di genere, parlare dell’infelicità nascosta della condizione omosessuale e della bellezza di una vita che torna alla verità. Infine vogliamo far vedere che il “per sempre” tra uomo e donna è ancora possibile». Domenica 23 giugno sarà anche presentata la rivista Pro life news. Così si parlerà della necessità di difendere la sacralità della vita di ogni uomo e di tutto ciò che contribuisce alla sua realizzazione, famiglia in primis.


http://www.tempi.it/family-day-palermo-per-non-lasciare-la-citta-in-mano-al-gay-pride#.UZojl7Vsw4S

martedì 21 maggio 2013

Omofobia Fiore (FN): " priorità deve essere difesa della Famiglia Tradizionale"

Matrimoni Gay, "omofobia" e Ius Soli sono la priorità del nuovo Governo in un periodo di crisi che tocca tutti gli aspetti della nostra soietà: dalla demografia, al lavoro, all' economia. Questo per Forza Nuova e per milioni di cittadini Italiani è inaccettabile. " dichiara Roberto Fiore, Segretario Nazionale di Forza Nuova in merito al dibattito politico di questi giorni: "Per di più stiamo assistendo a livello internazionale ad una virata tradizionalista con politiche a difesa della famiglia e della crescita demografica in molti paesi, tra cui la Fedrazione Russa, e queste posizioni coincidono sempre con una miracolosa crescita economica: come al solito l' Italia è sempre un passo indietro vittima di lobby e potentati evidentemente più importanti della dignità del popolo Italiano. Siamo sicuri però che provvedimenti e logiche del genere non potranno affermarsi in Italia, e che troveranno opposizione proprio nella maggioranza dei cittadini che hanno dimostrato in questi giorni di attestarsi su ben altre posizioni: parliamo dei 40.000 che hanno marciato a Roma per la Vita lo scorso 12 Maggio, o quelli che saranno in piazza in Sicilia per il Family Day italiano. Tenendo conto anche della stretta connessione tra omosessualità e pedofilia emersa ed evidenziata dal rapporto della Commissione per l' Infanzia della Regione Toscana sullo scandalo del Forteto non possiamo essere più che convinti che la priorità per l' Italia dev' essere la difesa non delle coppie gay, ma bensì dei nostri bambini, delle nostre madri e delle nostre famiglie."
 

sabato 18 maggio 2013

Se la 'cultura' del rom vale più della vita di un italiano

Per Nikolic erano stati chiesti 26 anni di carcere, pena ridotta a 15






Aveva falciato un agente della polizia municipale di Milano trascinandolo per 200 metri con un Suv che non avrebbe potuto guidare (perché minorenne), era pregiudicato, ma i giudici gli hanno concesso le attenuanti generiche per il 'contesto culturale' in cui è cresciuto. Eppure il codice penale dice qualcos'altro...
“La legge è uguale per tutti”. Non è vero. Al di là della retorica e delle polemiche. Oltre i proclami di Silvio Berlusconi ed il suo convincimento di essere un “perseguitato” della magistratura, bisogna dirsi la verità: la giustizia italiana a è un fallimento. E fallisce ogni qualvolta un innocente viene ucciso ed il colpevole non viene punito come meriterebbe.   È successo questo a Milano, nel processo per l’omicidio del vigile urbano Nicolò Severino. Sul banco degli imputati c’è un giovane, giovanissimo rom, Remi Nikolic, diciott’anni ancora da compiere. Il 12 gennaio del 2012 aveva letteralmente falciato, con un Suv, il povero “ghisa”. Un Suv che, ovviamente, non poteva guidare perché non aveva neppure l’età per prendere la patente. Non solo, Nikolic era già stato fermato (e poi rilasciato) proprio perché sorpreso al volante di un’altra vettura. Recidivo, dunque, il giovane rom. Ma questo non è bastato per convincere i giudici. 
La pubblica accusa aveva chiesto 26 anni di carcere. Omicidio volontario. E, in proposito, il codice parla chiaro:  “chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni 21”, art. 575 c.p.
Le motivazioni del Pm, però, per la Corte non sono state sufficienti e la pena è stata ridotta a 15 anni. E questo grazie alla concessione delle attenuanti generiche, in quanto il giovane romeno “non aveva precedenti penali rilevanti”, ma soprattutto perché Nikolic è cresciuto in un “contesto familiare caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento e nella sostanziale assenza di scolarizzazione”. Strano, molto strano. Perché basta prendere un codice penale e leggere l’articolo 133 che enuclea i criteri che il giudice deve seguire per arrivare ad irrogare la pena. Sì, perché al secondo comma è scritto, a chiare lettere, che “il giudice deve tenere conto della gravità del reato, desunta dalla gravità del danno o dal pericolo cagionato alla persona offesa”. Esiste forse danno più grave della privazione della vita? Il fatto di essere cresciuto in un ambiente dove la criminalità è più diffusa rende qualcuno meno colpevole per un omicidio? Perché, se fosse così, chi nasce a Scampia o al Quartiere “Zen” di Palermo, sarebbe più legittimato a commettere reati di chi nasce e cresce in via Montenapoleone o a viale Parioli. E questo sarebbe francamente inaccettabile. 
Contestualizzare è un obbligo, giustificare indiscriminatamente è insensato.
Se lo scopo del carcere è quello di rieducare i colpevoli, quello di uno Stato di diritto è di tutelare i suoi cittadini. E non esiste bene più inviolabile, da difendere più strenuamente, del diritto alla vita. Perchè, ogni qualvolta la morte di un uomo vale meno della riabilitazione del suo assassino, la giustizia fallisce.
Micol Paglia

giovedì 16 maggio 2013

"Marchionne vuole spostare la sede della Fiat negli Usa"

L'agenzia Bloomberg: "Nulla è ancora deciso, prima bisogna completare la fusione della Chrysler". Ad Auburn Hills sono già pront




L'ad Sergio Marchionne starebbe valutando un trasferimento della sede della Fiat da Torino negli Stati Uniti, una volta completata la fusione con Chrysler. Lo si legge sul sito internet dell'agenzia Bloomberg, che cita fonti ben informate. Nessuna decisione finale in materia è stata presa, hanno però aggiunto le fonti, e tante differenti opzioni rimangono al vaglio. L. Brooks Patterson, capo del consiglio della Contea di Oakland, dove ha sede Auburn Hills, la città che ospita il quartier generale di Chrysler, lo scorso anno ebbe un incontro di affari con Marchionne nel quale fu sollevata l'idea per la prima volta, scrive Bloomberg. "Se la cosa si concretizza, e spero accada, è una buona notizia", ha poi dichiarato Patterson, in un'intervista: "Accrescerebbe l'intera immagine della Motor City, per noi sarebbe davvero un grande slam".

http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1243424/-Marchionne-vuole-spostare-la-sede-della-Fiat-negli-Usa-.html

mercoledì 15 maggio 2013

VERGOGNA! UNA TRAGEDIA CHE SI POTEVA E DOVEVA EVITARE CI COSTA TRE MORTI ED UN DELINQUENTE IN PIU' DA MANTENERE NELLE PATRIE GALERE!


Foto: VERGOGNA! UNA TRAGEDIA CHE SI POTEVA E DOVEVA EVITARE CI COSTA TRE MORTI ED UN DELINQUENTE IN PIU' DA MANTENERE NELLE PATRIE GALERE!
E' morto anche il pensionato colpito dalla furia cieca del ghanese.
Una preghiera per lui e per la sua famiglia!
Una tragedia che si poteva e doveva evitare! 
Chi protegge questi questi delinquenti, potenziali assassini? 
Qualcuno avrà patrocinato gratuitamente il suo ricorso contro l'estradizione! Qualcuno lo ha ospitato e gli ha consentito di spostarsi dalla Puglia e viaggiare indisturbato per l'Italia!
E questi sarebbero i nuovi Italiani??? 
Pensate che se questo Assassino avesse un figlio in Italia, il bambino avrebbe diritto alla cittadinanza e lui al ricongiungimento: BASTA!
Ci sono delinquenti ovunque, ma ognuno pensi ai propri malfattori e non li scarichi a noi: siamo la pattumiera del mondo?
Quanto ci costano questi mascalzoni? 400 euro al giorno cadauno e le carceri scoppiano proprio per questi elementi!
Adesso non ne possiamo più!
Tutti a casa! Liberiamo l'Italia! E con loro vadano anche i falsi buonisti che li proteggono!
***

E' morto anche il pensionato colpito dalla furia cieca del ghanese.
Una preghiera per lui e per la sua fami...glia!
Una tragedia che si poteva e doveva evitare!
Chi protegge questi questi delinquenti, potenziali assassini?
Qualcuno avrà patrocinato gratuitamente il suo ricorso contro l'estradizione! Qualcuno lo ha ospitato e gli ha consentito di spostarsi dalla Puglia e viaggiare indisturbato per l'Italia!
E questi sarebbero i nuovi Italiani???
Pensate che se questo Assassino avesse un figlio in Italia, il bambino avrebbe diritto alla cittadinanza e lui al ricongiungimento: BASTA!
Ci sono delinquenti ovunque, ma ognuno pensi ai propri malfattori e non li scarichi a noi: siamo la pattumiera del mondo?
Quanto ci costano questi mascalzoni? 400 euro al giorno cadauno e le carceri scoppiano proprio per questi elementi!
Adesso non ne possiamo più!
Tutti a casa! Liberiamo l'Italia! E con loro vadano anche i falsi buonisti che li proteggono!
 
TRATTO DALLA PAGINA FB DEL MINZOLINI FAN CLUB