giovedì 22 dicembre 2011

Oltre 21mila prodotti, tutti contraffatti: la
Finanza chiude il supermercato del falso

La vendita al dettaglio in un capannone di Zero Branco
Tutti gli oggetti erano privi di ogni garanzia di sicurezza


Guardia di finanza (archivio)
TREVISO - Oltre 21 mila prodotti della più svariata natura, dal materiale elettrico ai gio
cattoli, dall'oggettistica per il Natale fino alle maglie e alla pelletteria, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza perché privi di ogni garanzia di sicurezza. Il sequestro è avvenuto in un capannone di Zero Branco (Treviso), dove una società riconducibile a cittadini cinesi aveva aperto un supermarket per la vendita al dettaglio di beni vari. Tutto il materiale era completamente sprovvisto delle più elementari indicazioni sulla fabbricazione, la provenienza e sulla composizione degli oggetti. La merce a cui sono stati posti i sigilli ha un valore complessivo di circa 60mila euro. I finanzieri hanno disposto anche la chiusura dell'esercizio.
http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=174191&sez=NORDEST
BENIGNI,VECCHIONI,PAOLO ROSSI,TUTTI COMPAGNI PROLETARI DAL PORTAFOGLIO GONFIO,CAMPIONI MONDIALI DI IPOCRISIA,MA QUALCHE SINISTRO NON SI SENTE PRESO IN GIRO??????????


A Capodanno Pisapia punta su don Gallo e Paolo Rossi: una serata da 300mila euro

Il Capodanno in piazza sembrerà il Primo maggio: il prete genovese, il comico e Capossela tra i protagonisti della serata costata al Comune 300mila euro

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mercoledì 21 dicembre 2011

Quindicenne accoltellato per rapina mentre va a scuola

Il ragazzino è stato aggredito questa mattina poco dopo le 8,30 in via Aspetti. Subito scattata da parte della polizia una caccia all’uomo, alla ricerca dei due rapinatori nordafricani


PADOVA . Studente accoltellato ad una mano mentre va a scuola da due tunisini che volevano rapinarlo . E’ accaduto questa mattina verso le 8,30 in via Tiziano Aspetti vicino a via Reni. Il ragazzo, padovano, 15 anni, stava camminando lungo il marciapiede per raggiungere la scuola quando è stato avvicinato da due nordafricani, forse tunisini, che volevano prendergli il telefono cellulare. Il ragazzo ha reagito e per tutta risposta uno dei due nordafricani ha estratto un coltello e gli ha tagliato una mano. Poi i rapinatori sono fuggiti.
Il ragazzo ha chiamato i soccorsi: sul posto è intervenuto un equipaggio delle Volanti della questura, mentre il quindicenne è stato trasportato in pronto soccorso, dove è stato raggiunto dal padre. I medici l’hanno medicato: fortunatamente il taglio non è profondo.
Nel frattempo in queste ore è iniziata una caccia all’uomo grazie anche all’identikit fornito dalle vittima.
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/12/21/news/quindicenne-accoltellato-per-rapina-mentre-va-a-scuola-1.2871382

Così spartivano i posti: "Le mani sulla sanità di Vendola e Tedesco"

Il verbale senza omissis della ex manager Asl fa tremare il governatore: "Primari imposti col manuale Cencelli. Se non obbedivo mi avrebbero fatto fuori"




C’è un interrogatorio dirompente per l’immagine di Nichi Vendola e della sua giunta. Un verbale che i magistrati di Bari hanno in gran parte riempito di omissis, e che è finito a Lecce perché si parla anche di alcune toghe interessate a vario titolo alle inchieste collegate a Gianpi Tarantini.
A rivelare la mala gestione della cosa pubblica pugliese è Lea Cosentino, un tempo fedelissima del leader di Sel, già potente manager della Asl di Bari coinvolta nelle inchieste sulla sanità che hanno travolto la giunta regionale, a cominciare dall’allora assessore alla sanità, oggi senatore del Pd, Alberto Tedesco (sulla cui testa da ieri pende nuovamente una richiesta di arresto a Palazzo Madama da parte del tribunale del Riesame di Bari).
La Cosentino che sembra aver pagato molto più di altri per le magagne “politiche” della sanità regionale, viene ascoltata l’8 aprile 2011 dai pm Digeronimo, Bretone e Quercia. Dopo essersi soffermata sulle pressioni ricevute da Tedesco per la nomina del professore Antonio Acquaviva a primario di oculistica, la manager vuota il sacco sull’applicazione, da parte di Vendola & Co, dei favori ai compagni in camice bianco. Prima veniva il partito, poi la professionalità. «Il manuale Cencelli si applicava fin dal 2005 in questo modo: quando una Asl andava in quota Ds con il direttore generale, poi il direttore amministrativo e il direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialista o di Rifondazione, e viceversa. Vendola e Tedesco ci chiamavano e ci dicevano chi nominare: noi direttori generali non conoscevamo le persone che nominavano né la loro professionalità (…). Dal 2007 è diventato più stringente il sistema di accontentare i partiti della maggioranza poiché con la ristrutturazione delle Asl i posti erano stati diminuiti: quindi furono costituiti dei posti di sub-commissario per accontentare le varie correnti: su ogni Asl che era stata accorpata nominarono un sub-commissario in modo da aumentare i posti». E via con gli esempi: «Il sub commissario di Altamura, Capozzolo, era in quota al professor Fiore (successore di Tedesco alla Sanità, ndr), il sub-commissario Rocco Canosa era in quota Rifondazione, il dottor Pansini ex Ba5 in quota Tedesco e ai Ds, Rosato in quota Introna (ex presidente consiglio regionale, assessore ai lavori pubblici, Sel, ndr) (…). Questo avveniva anche nelle altre Asl». Quanto ai politici che avrebbero influenzato le scelte sulle nomine del management arrivando a determinare l’espulsione di questo o quel Dg non allineato, la manager non si sottrae: «Su Bari Tedesco, Minervini (all’epoca assessore al personale, oggi ai Trasporti, Pd) e Loizzo (all’epoca ai Trasporti, Pd), per Lecce Frisullo (ex Ds, già vicepresidente del Consiglio regionale, arrestato nell’inchiesta Tarantini, ndr), per Taranto Pelillo (Pd), per Brindisi Saponaro, per Foggia l’assessore Gentile (Pd). Anche l’onorevole Grassi, parlamentare della Margherita (Gero Grassi, deputato Pd) interloquiva per le nomine». Ed è anche a conoscenza degli imprenditori a cui erano legati?, chiede il pm. «Alberto Intini (dalemiano, il suo nome spunta in varie inchieste anche legate a Tarantini) è collegato a Loizzo, Partipilio e Columella a Tedesco, per le forniture sanitarie la Dragher a Tedesco così come le società di proprietà dei figli; Grassi a Pierino Inglese (…)». La Cosentino va oltre: «Ebbi timore a espletare gare di appalto, infatti ne ho fatte pochissime, avendo percepito proprio che scontentare un imprenditore sponsorizzato dal politico di turno avrebbe determinato un disequilibrio negli assetti di giunta e dei politici sul territorio nonché avrebbe prodotto ritorsioni nei miei confronti. Per questi motivi preferivo prorogare i contratti (…). Sulle nomine era assolutamente implicito che se non avessi obbedito sarei stata fatta fuori».
Ma dove il verbale diventa esplosivo è al capitolo delle «fughe di notizie» in procura. «Il 26 giugno 2009 vengo perquisita alle sei del mattino dalla Gdf, al termine chiamai l’assessore Fiore per informarlo, ma rimasi turbata perché mi disse che era stato informato di tutto e mi chiese di raggiungerlo in assessorato». Chi lo aveva informato? E come faceva ad esser stato edotto «di tutto»? Vediamo. «In assessorato dove mi disse di esser stato informato alle 7.30 dalla Gdf e che poi era andato in procura e aveva avuto contezza della vicenda.
Poi ho scoperto successivamente, leggendo le carte, che Fiore era stato sentito quella stessa mattina tra le 9 e le 10 ed era stato edotto dell’intercettazione ambientale dell’incontro all’hotel De Russie» fra lei, Tarantini e Intini, l’imprenditore vicino a D’Alema. Una scelta anomala, sia perché l’assessore non c’entra con quel summit e poi perché Fiore viene incredibilmente messo a conoscenza di atti secretati dal pm Scelsi. Ma c’è di più. Il 30 giugno Vendola dice alla Cosentino d’aver letto le intercettazioni (secretate?) e dunque, le fa capire che sarebbero utili le sue dimissioni. Nemmeno un mese dopo il pm Scelsi nel chiedere l’archiviazione del procedimento rivelato a Fiore finisce per mettere a disposizione della Regione, che nel frattempo si è costituita parte offesa, la visione di tutti gli atti d’indagine che riguardano la Regione stessa. Un bel boomerang, visto che poi l’indagine riprende quota. A proposito di toghe baresi, la Cosentino fa presente che «le sue paure venivano valorizzate dalla particolare durezza della misura cautelare a me applicata da parte del gip Giulia Romanazzi (…)da me conosciuta in occasione di due cene con il Tarantini, ospite alla mia festa di compleanno a cui avevano partecipato anche l’assessore Tedesco e Tarantini». E chi vuole capire, capisca.
http://www.ilgiornale.it/interni/casta_malaffare/21-12-2011/articolo-id=563518-page=0-comments=1

martedì 20 dicembre 2011

Droga, l’83% degli spacciatori è immigrato




Quasi l’85% degli spacciatori sono immigrati, a fronte di una popolazione di circa il 7%. Senza immigrati la criminalità perderebbe la manovalanza e la droga farebbe danni immensamente minori.
Il 30% dei drogati sono stranieri, quindi l’incidenza è di circa 4 volte la presenza.
Dati che confermano come l’immigrazione distrugga la società.

Firenze, 19 dicembre 2011 – Il 68% degli arrestati in operazioni antidroga dalle Fiamme Gialle di Firenze e Prato è straniero. Mentre il 70% delle persone segnalate come assuntori di sostanze stupefacenti è italiano. Sono i numeri del 2011 forniti dalla Guardia di Finanza. Numeri che sicuramente faranno discutere sul problema delinquenza.
“Nel corso dell’anno – dicono dalla Guardia di Finanza – l’impegno delle fiamme gialle fiorentine nella lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti ha portato, complessivamente, all’arresto di 60 persone, di cui 68% albanesi – 17% italiani – 4% marocchini – 10% altre nazionalità ed al sequestro di 1,2 tonnellate di sostanze stupefacenti di cui 1.121 kg. di marijuana – 54 kg. di hashish – 34 kg. di cocaina – 13,7 kg. di eroina. Segnalati alla prefettura per uso personale di sostanze stupefacenti 220 persone di cui il 70% italiani – 5 % spagnoli – 3% marocchini – 22% altre nazionalità”.
Rispetto al precedente anno si è avuto un raddoppio dei sequestri di sostanze stupefacenti (2010 kg. 464), con un netto incremento dei sequestri di marijuana (2010 kg 379) ed eroina (2010 kg. 3,2).
Nei giorni scorsi sono stati intanto sequestrati sette kg di cocaina in due distinte operazioni. Intercettati due corrieri albanesi (26enne e 34enne residenti in Albania) che importavano cocaina ed eroina a Firenze dall’Olanda.

Tasse, spread, Pil giù del
3% Cifre che inchiodano
Monti

Più tassi meno incassi. Adesso lo dice anche il governo: sarà recessione dura. Primavera, si rischia la manovra bis




giù tassi gli italiani, meno tasse incassi. Senza bisogno di scomodare i centri studi specializzati nazionali e internazionali, è lo stesso governo Monti ad ammettere in un documento ufficiale inviato alle Camere che la sua cura rischia di provocare più guai che benefici. Il documento è firmato dal viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ed è la “relazione concernente gli effetti di correzione degli obiettivi della manovra finanziaria per il triennio 2012-2014”. È  fatto soprattutto di tabelle, analizzate a fondo dai tecnici dei servizi bilancio riuniti di Camera e Senato. Così hanno scoperto che la cura Monti si basa su «risorse ch vengono reperite prevalentemente dal lato delle entrate, pari a oltre 21 miliardi nel 2012 (78% delle risorse), 23 miliardi nel 2013 (72% delle risorse) e 22,6 miliardi nel 2014 (67% delle risorse). Per tre quarti (e non per due terzi come si era calcolato inizialmente) la cura Monti è fatta di tasse. Ciononostante le entrate tributarie previste da Grilli sono in calo dell’uno per cento nel 2012, dell’1,4 per cento nel 2013 e dell’1,5 per cento nel 2014. Perché? Semplice: perché scende il prodotto interno lordo dell’Italia.
Secondo il governo - che per la prima volta in un documento ufficiale lo ammette -  calerà almeno dello 0,4% nel 2012 per poi risalire piano piano nel biennio successivo. Secondo i tecnici di Camera e Senato non  è chiaro se quel -0,4% già comprende gli effetti della manovra, perché Grilli non lo dice. Ma dalle sue tabelle è chiaro che «la variazione percentuale della revisione del gettito risulta essere superiore rispetto alla variazione percentuale della revisione operata sulla crescita del Pil. In altre parole, una determinata variazione negativa del Pil implicherebbe una perdita di gettito più che proporzionale». Semplifichiamo: se cade il Pil, cadono redditi e consumi. Quindi scendono le entrate tributarie, che sono legate alla ricchezza annua degli italiani. Se poi per aggiustare i conti togli attraverso il prelievo fiscale ulteriore ricchezza, come fa la manovra Monti, tutti gli indicatori scendono ulteriormente.
Secondo la Banca d’Italia l’effetto Monti sarebbe una caduta di mezzo punto del Pil, che potrebbe fare scendere le entrate fiscali assolute dell’1,7-1,8%, provocando un circolo vizioso che non finisce più. Secondo Confindustria la caduta del Pil sarebbe ancora più ampia, dell’1,6%, con possibile riduzione delle entrate quindi del 4-5%. È evidente quindi che più alzi le tasse, più provochi l’effetto opposto. Oltretutto alcune entrate - sempre che ci siano - non servono a nulla sotto il profilo del rapporto fra debito e pil. Se ne è accorto anche il governo, che sarà tecnico ma sembra sapere assai poco dei tecnicismi di finanza pubblica, e per questo motivo ha rivisto il prelievo sui capitali scudati: quella tassa retroattiva dell’1,5% sui beni rimpatriati, oltre ad essere costituzionalmente a rischio, aveva effetto nullo sui conti pubblici: secondo le nuove regole Eurostat non può essere conteggiata nessuna entrata  una tantum. Con la nuova formula della imposta di bollo, potrà entrare nel conteggio il 4 per mille strutturale e non l’aliquota più alta messa una tantum.
Ma è l’impianto  della manovra a rischiare di creare  più problemi di quelli che momentaneamente non abbia risolto. Secondo uno studio  degli economisti de lavoce.info basato sui criteri matematici del Fmi, la portata recessiva della manovra Monti rischia di essere assai superiore a quella indicata dalla Banca d’Italia. Potrebbe ammontare di per sé a una recessione triennale di 2,7 punti di Pil visto che deve cumularsi alle due manovre già varate dal governo  Berlusconi,  che hanno un impatto pluriennale vicino ai 90 miliardi. L’Italia ha avuto un solo precedente di queste proporzioni rispetto al Pil: la manovra del 1992 da 90 mila miliardi di lire del governo   Amato. Allora però gli effetti recessivi furono compensati dalla possibilità di svalutazione della moneta. Senza quella medicina   l’effetto recessivo potrebbe addirittura raddoppiarsi, superando i 5 punti di Pil nel triennio. Se poi anche i paesi legati all’interscambio con l’Italia dovessero adottare in contemporanea (come pretende la Germania) manovre altrettanto dure e recessive, l’effetto indotto per l’Italia sarebbe una ulteriore caduta di Pil dell’ordine di 3 punti in tre anni, arrivando così a 8 punti percentuali da qui a fine 2014.
Uno scenario teorico, soprattutto sulle proporzioni. Ma che indica con chiarezza come la previsione di pareggio di bilancio nel 2013 sia lontanissima, e rischia di essere accompagnata già nella prima parte del 2012 da una nuova correzione dell’ordine di quasi un punto di Pil. Una manovra bis dunque, che oggi è   smentita in via ufficiale, ma che è sempre più concreta. Tanto più che il governo nelle sue previsioni non ha ipotizzato nessun andamento dello spread nel 2012, solo segnando che grazie all’ultimo trimestre la spesa per interessi cresce di 8,4 miliardi nel 2012, di 10,5 miliardi nel 2013 e di 11,3 miliardi nel 2014. Se lo spread oscillerà ancora fra 400 e 500 punti a gennaio e febbraio, tutti i conti sono da rifare.
di Franco Bechishttp://www.liberoquotidiano.it/news/895876/Tasse-spread-Pil-giù-del-3-Cifre-che-inchiodano-Monti.html

lunedì 19 dicembre 2011

ANCHE QUESTA VOLTA NESSUNA INDIGNAZIONE PER LA MORTE DI UN ITALIANO;RAZZISTI

Violinista ucciso: fermati due senzatetto
Un pugno fatale per rubargli 120 euro

L'aggressione a Trieste. Prima di morire l'uomo ha ripetuto
"pistola" che ha messo la polizia sulla pista della rapina


TRENTO- È stata una rapina finita male a causare la morte di Ennio Molo, il violinista di 89 anni, residente a Rovereto (Trento), trovato agonizzante nel tardo pomeriggio di giovedì nei pressi della cattedrale di San Giusto, a Trieste.

L'anziano, secondo quanto accertato dalla polizia, era stato aggredito da due senzatetto polacchi - Ryszard Berner di 56 anni e Artur Szelewski di 37 - che lo avevano colpito con un pugno facendolo rovinare a terra.

I due aggressori sono stati arrestati. Il corpo dell'uomo era stato notato, alcuni minuti più tardi, da due studenti universitari che avevano allertato il 118. In un primo momento si era pensato a una caduta, ma le ultime parole dell'uomo rivolte ai giovani, che aveva ripetuto più volte la parola "pistola", hanno insospettito gli investigatori. Per risalire ai due aggressori, accusati di rapina e morte causata da altro delitto, si è rivelata fondamentale la testimonianza di un altro senzatetto, di origine romena, che ha assistito alla scena e ha riconosciuto i due rapinatori in Questura. Nel portafoglio dell'uomo, al momento dell' aggressione, c'erano 120 euro.