venerdì 5 ottobre 2012

In ricordo di Norma Cossetto.



Antignana 04.10.1943 - Nacque a Santa Domenica di Visinada, parte occidentale dell’Istria, il 17 maggio del 1920. Norma Cossetto apparteneva a una nota famiglia di possidenti fascisti. Il padre, Giuseppe, era un Dirigente locale del Partito Nazionale Fascista ricoprendo a lungo l'incarico di Segretario politico del Fascio locale e di Commissario governativo delle Casse Rurali. Inoltre fu anche podestà di Visinada. Nel 1943 era ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e in seguito ai fatti dell'8 settembre del 1943 fu trasferito presso il Comando della Milizia di Trieste. Pochi giorni dopo la morte di Norma Cossetto fu ucciso e anch'esso infoibato. Nel 1939, Norma Cossetto si diplomò presso il Regio Liceo Vittorio Emanuele III di Gorizia, e successivamente si iscrisse all'Università di Padova e aderì ai Gruppi Universitari Fascisti della più vicina Pola. A partire dal 1941 alternò lo studio a supplenze scolastiche da Pisino a Parenzo. Nell'estate del 1943 mentre preparava la tesi di laurea intitolata “Istria Rossa” Norma Cossetto spesso girava in bicicletta per i paesi dell'Istria visitando municipi e canoniche alla ricerca di archivi che le consentissero di sviluppare la sua tesi di laurea. Dopo l'8 settembre del 1943, secondo la testimonianza della sorella Licia, la famiglia cominciò a ricevere minacce anche armate. «Ci hanno portato via tutto. Si sono presi anche le divise di papà, che in seguito hanno indossato cucendoci sopra la stella rossa!...Una volta hanno anche sparato in casa. La mamma era terrorizzata e anche noi ragazze. Tuttavia, Norma era un po' più ottimista e sperava che tutto questo disordine anche morale si dissolvesse presto». Il 26 settembre del 1943 un giovane partigiano di nome Giorgio si recò a casa dei Cossetto convocando Norma al Comando partigiano nell'ex caserma dei Carabinieri di Visignano. Il comando era composto da partigiani comunisti sia italiani che slavi. Dopo essere stata interrogata, le fu poi richiesto di entrare nel movimento partigiano, proposta che Norma Cossetto rifiutò. A quel punto Norma Cossetto fu rilasciata. Il giorno successivo, il 27 settembre, Norma Cossetto fu arrestata dai partigiani insieme ad altri civili che avevano rifiutato di collaborare. I prigionieri furono tutti confinati nella ex caserma della Guardia di Finanza a Parenzo. Fu raggiunta dalla sorella Licia che tentò inutilmente di ottenere il rilascio. Due giorni dopo i tedeschi occuparono Visinada così i partigiani sentendosi braccati, in nottata a bordo di un autocarro, trasferirono tutti i prigionieri nella scuola di Antignana trasformata in prigione. Norma Cossetto fu separata dagli altri prigionieri. Tra il primo e il 4 ottobre Norma Cossetto, legata nuda ad un tavolo, fu sottoposta a sevizie e stuprata dai suoi carcerieri. Secondo alcune testimonianze erano sedici. L'episodio della violenza carnale fu poi riferito da una donna abitante davanti l'ex caserma, che, attirata da gemiti e lamenti, appena buio osò avvicinarsi alle imposte socchiuse vedendo Norma Cossetto legata al tavolo. «Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l'abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all'addome.... Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l'abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch'io”». La notte tra il 4 e 5 ottobre Norma Cossetto e gli altri ventisei prigionieri, legati col fil di ferro, furono costretti a spostarsi a piedi fino a Villa Surani. Ancora vivi, furono gettati nella foiba. Norma Cossetto e le altre donne prima di essere uccise furono nuovamente sottoposte a violenze. Quando il padre Giuseppe Cossetto venne a conoscenza dell'arresto della figlia si aggregò ad un reparto della Milizia di Trieste e rientrò al paese. Cominciò a fare domande sulla sorte della figlia finché, a sua volta, il 7 ottobre del 1943, insieme ad un parente, Mario Bellini, anch'esso della Milizia, fu ucciso a coltellate a Castellier - Santa Domenica da un partigiano. I due corpi furono, pochi giorni dopo, gettati in una foiba. Dopo l'occupazione tedesca dell'Istria, il 10 dicembre del 1943 i Vigili del Fuoco di Pola guidati dal Maresciallo Arnaldo Harzarich, ritrovarono il corpo di Norma Cossetto nella foiba profonda circa centotrentasei metri. Era caduta supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro, su un cumulo di altri cadaveri; aveva ambedue i seni pugnalati, un pezzo di legno conficcato nella vagina e altre parti del corpo sfregiate. Arnaldo Harzarich dichiarò la propria «certezza che anche negli ultimi istanti le ragazze avessero dovuto lottare contro la brutalità dei partigiani». Emanuele Cossetto, che identificò la nipote Norma, riconobbe sul suo corpo varie ferite d'arma da taglio e altrettanto riscontrò sui cadaveri degli altri. A seguito di denuncia da parte della sorella Licia, i soldati tedeschi catturarono sedici dei suoi assassini e li costrinsero a passare la notte in piedi vegliando la salma di Norma Cossetto, prima di essere fucilati all'alba del giorno successivo. Tre partigiani impazzirono. Il cadavere di Norma Cossetto fu composto nella piccola cappella mortuaria del cimitero di Santa Domenica e successivamente sepolta insieme al padre nel cimitero di Santa Domenica di Visinada. Nell'autunno del 1944 a Trieste nacque il Gruppo d'Azione Femminile "Norma Cossetto" dipendente dalla federazione del Partito Fascista Repubblicano, unico esempio di corpo paramilitare femminile della Repubblica Sociale Italiana. L'Università di Padova, su proposta del Rettore, Concetto Marchesi, e del Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia, fu conferita a Norma Cossetto la laurea ad honorem sei anni dopo la morte. L'8 febbraio del 2005, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi insignì Norma Cossetto della Medaglia d'Oro al merito civile. Il 10 febbraio del 2011 l'Università degli Studi di Padova e il Comune di Padova, nell'ambito delle celebrazioni per la “Giornata del Ricordo” in memoria delle vittime delle Foibe e dell'esodo giuliano - dalmata, scoprì nel Cortile Littorio del Palazzo del Bò, sede del Rettorato e della Facoltà di giurisprudenza, una targa commemorativa della morte di Norma Cossetto e della laurea honoris causa lei attribuita. Il Comune di Narni, in provincia di Terni, nel luglio del 2011 dedicò alla giovane vittima una via. Il Comune di Limena, in provincia di Padova, nell'aprile del 2011 dedicò la biblioteca comunale.
tratto da liberomente

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