sabato 30 marzo 2013

Cipro, le banche condonano i debiti dei politici

Milioni su milioni sono stati persi volontariamente dagli istituti di credito dell’isola.







 A trarre beneficio da questa dissennata manovra, sono stati i parlamentari, i sindaci e i membri di grandi compagnie. Tutti i partiti sono stati coinvolti. Intanto, le code agli sportelli restano interminabili. Molti hanno già perso tutto.
La cosiddetta “casta” non è un problema squisitamente italiano. Il caso della collusione tra banche e politica non è nostro esclusivo appannaggio. Lo dimostra quanto sta succedendo a Nicosia in questi giorni. Le banche hanno riaperto da un solo giorno e davanti alle loro filiali si possono vedere interminabili file di persone, che cercano di ritirare quanto rimane dei loro conti correnti. Un anziano mostra ad un reporter quanto è riuscito a prendere. Nulla, poco più di una manciata di monete. Per il momento, però, non si sono verificati disordini. Anche perché quasi tutti gli sportelli bancari sono presidiati da guardie armate, mentre la polizia controlla le maggiori. In questo clima viene difficile protestare. Anche se i giovani continuano a dar vita ad alcune manifestazioni. “Troika go home” è uno degli slogan più usati in questi giorni. Ma di paripasso alla rabbia, marciano gli scandali che stanno colpendo la politica dell’isola. Alcuni giorni fa, sono venute alla luce alcune informazioni riguardanti l’attuale ministro delle Finanze cipriota, Michael Sarrys. Poco prima di diventare il titolare del dicastero, Sarrys ha ricevuto 2 milioni di pensione dalla Bank of Cyprus, nella quale occupava un ruolo come manager. Ma questa è stata solo una delle notizie più piccole. Altri scandali escono giorno dopo giorno sulla gestione consapevolmente vergognosa delle due più grandi banche del Paese, la Laiki bank e la Banca Centrale di Cipro. Si è parlato di una esorbitante ed inspiegabile fuga di capitali all’estero, mentre il governo intratteneva i colloqui con la troika. Si è parlato di titoli derivati, di acquisto di filiali da parte di un grande istituto di credito greco. Ora arriva la chicca. Se fai parte di una grossa società, o se sei un parlamentare o un amministratore locale, puoi non pagare i debiti. Dai quotidiani greci Kathimerini ed Ethnos escono fuori scottanti rivelazioni, secondo le quali la Laiki Bank, la Bank of Cyprus e la Hellenic Bank, negli ultimi cinque anni (quindi dallo scoppio della crisi finanziaria), avrebbero condonato debiti per milioni e milioni di euro a politici e grossi imprenditori. Nelle liste compaiono i nomi appartenenti a tutti i partiti ciprioti. Solo i socialisti e gli ambientalisti si salvano. Un debito di 2,8 milioni di euro è stato cancellato ad un grande albergo, legato al Partito Comunista cipriota, quello dell’ex presidente Dimitris Christofias. Anche il partito di centrodestra attualmente al governo ha avuto i suoi intrighi nel malaffare. In totale, tra l’Unione Democratica (Disy) e i suoi alleati, sono riusciti ad evitare di pagare debiti per un totale di quasi un milione e mezzo. Intanto, i cittadini continuano a navigare in un mare di difficoltà vedendosi imporre anche il limite sul prelievo di denaro, imposto dalla Bce e dalla Bank of Cyprus. Gli unici a ridersela sono i turco-ciprioti, dall’altra parte dell’isola. Il ministro delle Finanze della parte turca, Ersin Tatar, ha invitato gli investitori russi ed inglesi a portare i propri capitali nella “parte sana e stabile” dell’isola, visto che l’area di Nicosia “rischia la bancarotta”.
Federico Campoli

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