venerdì 9 marzo 2012

Eccidi partigiani: CasaPound Italia ricorda la strage di Campagnola Emilia
Eboli: "Anpi responsabile dell'oblio di questa così come di tante altre stragi"
 
 
 
 

Reggio Emilia, 9 marzo – Nella mattinata di domani 10 marzo, intorno alle ore 10, Ca...saPound Italia Reggio Emilia deporrà una corona di fiori presso il cimitero di Campagnola Emilia sulle tombe di Maria Domenica Ghidini e Marisa Nicolini. Vittime, insieme a Umberto Nicolini e Flavio Parmiggiani, di un feroce eccidio partigiano avvenuto nella notte tra il 9 e 10 marzo 1945.

"Non è nostra abitudine scendere sul campo delle controversie storiche – dichiara Giorgio Eboli responsabile provinciale di CasaPound Italia Reggio Emilia – un campo che, soprattutto nel nostro territorio, è da oltre 60 anni monopolizzato dalla peggiore storiografia di regime. L'insensato attacco da parte del Pd su diktat dell'Anpi nei nostri confronti però, ci ha spinto a mettere in chiaro da che pulpito provengano certe farneticanti accuse che ci vengono mosse".

"Maria Domenica Ghidini e Marisa Nicolini – continua Eboli - figure centrali della nostra commemorazione, erano due ragazze poco più che diciottenni che, nella notte tra il 9 e 10 marzo del 1945, a guerra quasi finita, furono barbaramente stuprate, mutilate e uccise da un commando partigiano operante nella zona tra Rio Saliceto e Campagnola Emilia, perché trovate colpevoli unicamente della loro bellezza e della loro giovinezza. Una storia dimenticata, come tante della nostra zona dove parlare di simili aberrazioni è ancora oggi un tabù. Ci chiediamo quindi – conclude Eboli – con quale sfacciataggine i signori dell'Anpi, responsabili come minimo dell'oblio e dell'impunità di questa come di tante altre tristi vicende, possano rivolgere a noi, un'associazione di promozione sociale nata nel 2008 e composta perlopiù da giovani e giovanissimi, accuse tanto infamanti quanto non dimostrabili e chiederne addirittura, palesemente in contrasto con la Costituzione Italiana che tanto dicono di voler difendere, la negazione degli spazi di agibilità politica nella provincia reggiana".
 

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