martedì 13 marzo 2012

PRENDETELA A POMODORI 

13 mar 2012


Oggi Angela Merkel viene a Roma. Monti farà l’inchino, speriamo tutti di non fare la fine della Costa Concordia.
Questa donna non la sopportiamo proprio, pretende di dettarci le regole su come si vive e ogni volta che i nostri governanti la incrociano ci viene da tremare al solo pensiero di che cos’altro può succedere.
A palazzo Chigi le faranno vedere qualche cartuccella, per dimostrare alla padrona d’Europa che gli italiani sono brava gente e non imbrogliano. Non le faranno vedere la sofferenza della gente, non le parleranno delle vessazioni a cui e’ sottoposto un popolo a cui e’ stato inflitto un nugolo di imposte mai viste, la rassicureranno che Monti farà il suo dovere di tassator cortese.
Sarebbe da svaligiare le frutterie del centro storico della Capitale e prenderla a pomodori. Questa signora arrogante che ha bisogno di dimostrare quanto conta ai tedeschi che la vorrebbero cacciare dal governo, pretende che noi si viva i prossimi vent’anni esattamente come la Grecia, nella miseria e a colpi di ristrettezze inflitte dagli eurocrati di Bruxelles in accoppiata con i banchieri di Francoforte.
Sabato 3 marzo, in decine di migliaia abbiamo rappresentato un’Italia che non ci sta a questo modello europeo: un immenso fiume tricolore ha detto no agli ordini dell’Europa. Nonostante questo, Monti insiste e spinge, per far contenta la Merkel, sulla rapida approvazione e ratifica del fiscal compact, il patto di bilancio maledetto con cui l’Europa ci imporrà due decenni di finanziarie a colpi di una quarantina di miliardi d’euro l’anno.
Noi vogliamo, come accadde anni fa per altri trattati europei, una legge che consenta agli italiani di pronunciarsi con un referendum sugli accordi infami sottoscritti dal premier. Se siete convinti di avere consensi tra gli italiani, non ne abbiate paura. State scodellando al popolo l’Ems, il cosiddetto meccanismo europeo di stabilità che punta a soggiogare nazioni e parlamenti. Noi non ci stiamo e vi combatteremo, signori banchieri.
E a un partito che si fregia della parola popolo nel suo nome identitario, diciamo che non c’e’ bisogno di cambiarlo: e’ sufficiente onorarlo.

Nessun commento:

Posta un commento