sabato 28 aprile 2012

28 Aprile 1945 – In ricordo di Barracu, Bombacci, Colombo, Farinacci, Mezzasoma e Pavolini





Francesco Maria Barracu – Militare, politico e giornalista. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale di  Fanteria. Il 31 agosto del 1921 si iscrisse al Partito Nazionale Fascista e ottenne diversi incarichi quali Presidente del Fascio della Sardegna. Partecipò alle operazioni militari in Africa Orientale e durante la guerra di Etiopia fu Comandante del terzo battaglione Dubat perdendo l’occhio sinistro a seguito delle ferite. Rientrato in Italia fu decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare e si dedicò al giornalismo soprattutto su questioni coloniali.
Dopo l’8 settembre del 1943 rimase fedele a Benito Mussolini partecipando alla fondazione della Repubblica Sociale Italiana. Il 25 aprile del 1945 seguì Benito Mussolini nella fuga verso il lago di Como, ma fu catturato insieme ad altri gerarchi a Dongo dai partigiani. Fucilato, il suo corpo fu esposto a Milano a Piazzale Loreto.
Nicola Bombacci – Dirigente socialista durante la Prima Guerra Mondiale e nel primo dopoguerra, fu nel 1921 uno dei fondatori del Partito Comunista d’Italia. Dopo l’instaurazione del Regime Fascista rimase in Italia e negli anni trenta si avvicinò al fascismo, dirigendo la rivista “La Verità”. Partecipò alla Repubblica Sociale Italiana e rimase al fianco di Benito Mussolini fino all’ultimo momento. I partigiani lo catturarono, in fuga per la Svizzera, nella stessa vettura del Duce, lo fucilarono sulle rive del lago di Como il 28 aprile del 1945. Le sue ultime parole furono, appena prima di essere fucilato: “Viva l’Italia! Viva il Socialismo!”. La mattina del 29 aprile lo appesero per i piedi al distributore di benzina di Piazzale Loreto, a Milano, insieme a Benito Mussolini, Claretta Petacci ed alcuni gerarchi fascisti, sotto la scritta “Supertraditore”.
Francesco Colombo – Militare e Questore italiano, Comandante della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti. Partecipò alla Prima guerra Mondiale come aviere e fu uno squadrista della prima ora. Dopo la conquista del potere da parte del fascismo, fu nominato responsabile del gruppo rionale “Montegani”. La Legione Autonoma Mobile Ettore Muti nacque ufficialmente il 18 marzo del 1944 e Francesco Colombo fu nominato Questore dal Ministro degli Interni, Guido Buffani Guidi con il grado di Colonnello. Durante gli ultimi giorni della Repubblica Sociale Italiana, Francesco Colombo suggerì a Benito Mussolini di preferire il ridotto valtellinese, luogo dove i fascisti organizzarono la linea di difesa finale della Repubblica, assicurando anche la protezione dei documenti. Dopo aver atteso inutilmente i reparti provenienti dal Piemonte, Francesco Colombo, partì per Como il 26 aprile per ricongiungersi con Alessandro Pavolini. La macchina su cui viaggiava fu fermata da un posto di blocco partigiano. Trattenuto per due giorni il 28 aprile del 1945 fu condotto a Lenno e sommariamente fucilato.
Roberto Farinacci – Politico, giornalista e Segretario del Partito Nazionale Fascista. In seguito allo sfaldarsi della Repubblica Sociale Italiana a causa dell’avanzata angloamericana, Roberto Farinacci lasciò Cremona il 27 aprile del 1945 diretto in Valtellina insieme ad altri camerati. Giunto nei pressi di Bergamo decise di staccarsi dalla colonna per recarsi a Oreno. Il cambio di percorso fu fatale. A Beverate la macchina fu fermata da una pattuglia partigiana, riconosciuto e arrestato. Il giorno dopo, il 28 aprile 1945, fu sommariamente processato nell’aula del Comune di Vimercate. Si difese acutamente e la condanna a morte, voluta dai rappresentanti del Partito Comunista Italiano e del Partito Socialista Italiano, gli fu inflitta tra molte perplessità. Rifiutò di farsi bendare e pretese di essere fucilato al petto. Prima di morire le sue ultime parole furono “viva l’Italia”.
Fernando Mezzasoma – Politico e giornalista. Nel 1931 aderì al Partito Nazionale Fascista e dopo poco nominato Segretario del Gruppo Universitario Fascista e membro del direttivo federale di Perugia. Apprezzato giornalista, iniziò a collaborare con alcune testare di regime fino a diventare Diretto dell’“Assalto” nel 1934 e condirettore di “Libro e Moschetto”. Nel 1937 fu nominato come membro di diritto nel Direttivo Nazionale del Partito Nazionale Fascista  e due anni dopo fu nominato vicesegretario del partito. Contrario all’ordine del giorno Grandi del 25 luglio 1943, sostenne Benito Mussolini anche nella Repubblica Sociale Italiana e successivamente nominato Ministro della Cultura Popolare. Catturato dai partigiani, fu fucilato insieme ad Alessandro Pavolini il 28 aprile del 1945 a Dongo e poi portato in Piazzale Loreto ed esposto al ludibrio.
Alessandro Pavolini – Giornalista, politico e scrittore, nonché Ministro della Cultura Popolare e Segretario del Partito Fascista Repubblicano. Prima di essere arrestato, Alessandro Pavolini, cercò di organizzare una resistenza in Valtellina. Ormai braccato, armato di mitra, si lanciò con il nemico gridando ad altri camerati “Dobbiamo morire da fascisti e non da vigliacchi”. Inseguito e catturato nella notte, fu portato a Dongo, nella Sala d’Oro del Palazzo Comunale. Processato per collaborazionismo, fu condannato a morte, mediante fucilazione, dal Comitato Nazionale di Liberazione. Il 28 aprile del 1945 Alessandro Pavolini, insieme ad altri gerarchi fascisti, fu schierato di schiena e colpito da una raffica di mitra. Il cadavere fu esposto il giorno dopo a Milano, a Piazzale Loreto, appeso con quello di Benito Mussolini.

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