giovedì 12 aprile 2012

FRANCIA 2012: LE PEN; IO L’ANTISISTEMA, VOGLIO FINE EURO

                                                                                                     


«Sono io l’unico candidato antisistema. Questo modello economico è agli sgoccioli, voglio che la Francia torni alla sua moneta nazionale e che i popoli europei voltino pagina, perchè l’euro ha fallito»: è un fiume in piena Marine Le Pen, che ce l’ha con tutti e in particolare con i sondaggisti, che la inchiodano al quarto posto di queste presidenziali. Un capitolo a parte riguarda l’Italia, dove la furia della Le Pen investe il governo Monti, che liquida come frutto «di un colpo di stato» che ha piazzato alla guida del Paese «un ex dipendente della Goldman Sachs».
Nella roccaforte di Nanterre, a una quindicina di chilometri da Parigi, Marine Le Pen, 44 anni, riceve i giornalisti sotto lo sguardo di tanto in tanto assente di Jean-Marie, 84 anni, il padre-padrone del Fronte nazionale. Tanto lui era intollerante, nervoso e aggressivo, tanto Marine appare sorridente, conciliante e ragionevole. La sostanza, però, non è cambiata poi molto. Fuori gli immigrati, basta con la moneta unica, priorità ai francesi nelle assunzioni sono soltanto alcuni dei vecchi ritornelli del Fn tornati in auge con la Le Pen, che si è definita oggi «acerrima nemica dell’euro» e «unico candidato antisistema».
Per questo, ha spiegato, «i giovani voteranno in massa per me. Loro sono contro i privilegi, sono la speranza e io sento questo loro fervore e la grande responsabilità che me ne deriva». I sondaggi danno infatti la Le Pen candidata più votata dei giovani fra i 18 e i 24 anni. Ma nel complesso, lei è stabilmente sotto quota 15%, quindi al quarto posto dopo la sinistra radicale di Jean-Luc Melenchon: «Io sono convinta che la maggior parte di questi sondaggisti siano incapaci o in malafede.
Ho scommesso con loro: versino un mese di stipendio in beneficienza per ogni punto di differenza fra le loro previsioni e i risultati. Io sono sicura, ci saranno delle sorprese». Dieci anni: attorno a questo lasso di tempo, che lei definisce di volta in volta brevissimo o interminabile, Marine Le Pen snocciola il suo credo, i suoi principi di economia e di politica interna. Un tempo – dice – «in cui i miei figli sono passati dalla scuola materna alle medie superiori» e durante il quale «Nicolas Sarkozy, prima ministro dell’Interno, poi presidente della Repubblica, non ha risolto, anzi ha aggravato i problemi dell’immigrazione e dell’insicurezza».
Contro gli «imam fondamentalisti» che rovesciano «l’odio della sharia» in Francia, ma anche contro la disoccupazione dei giovani francesi, ecco la ricetta: basta con la regolarizzazione periodica dei clandestini e drastica riduzione da 200.000 all’anno a 10.000 degli immigrati regolari. Praticamente, resterebbero in ingresso soltanto «artisti, sportivi particolarmente dotati, ricercatori», dei quali la Francia potrebbe avvantaggiarsi. Per gli altri «non c’è più spazio, non ci sono più risorse per integrarli, per prendersene cura».
Sarkozy, al quale la Le Pen cerca disperatamente di strappare voti, è l’uomo «che ha sempre trovato scorciatoie ai fondamentalisti islamici in Francia e all’estero». Gli stessi 10 anni, però, diventano improvvisamente «nulla» quando si parla dell’euro, una «parentesi brevissima da richiudere subito», per non farci «strangolare come sta succedendo ai greci».
«Ho fatto la mia campagna viaggiando anche in Italia – dice Marine Le Pen sotto lo sguardo del padre, che annuisce – agli italiani continuano a raccontare che l’euro è l’unica via d’uscita. Ma la gente lì si è accorta che c’è stato un colpo di stato che ha portato un dipendente della Goldman Sachs al vertice».
E i suoi rapporti con la Lega di Bossi dopo la bufera? «Io sono una patriota – risponde all’ANSA – non ho mai incontrato Umberto Bossi e su questo punto le idee dei nostri partiti sono all’opposto, anche in Europa non siamo nello stesso gruppo. Ma su alcuni principi c’è stata vicinanza di idee. Aspetto di sapere chi saranno i prossimi responsabili della Lega per capire se saranno nostri interlocutori». (ANSA).

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