giovedì 20 settembre 2012

Delitto di Lignano/ «I due fratelli hanno provato piacere nel torturare le vittime»

La criminologa Roberta Bruzzone: «C'è stata una lunga fase
di sevizie sui coniugi Burgato e nessun segno di pentimento»

 
La criminologa Roberta Bruzzone e, a destra, Lisandra Rico, rea confessa
UDINE - «Gli assassini hanno provato piacere nel torturare le loro vittime». È l'analisi della nota criminologa Roberta Bruzzone, professionista che si è occupata dei più importanti casi di cronaca nera in tutta Italia. «Non si spiega, altrimenti, la lunga fase delle sevizie ai coniugi Burgato. Molto tempo è stato speso nell'infierire sulla coppia di anziani e poco, o nullo, quello dedicato a rovistare la casa alla ricerca di denaro e beni di valore. Una persona non si prende la briga di torturarne un'altra per un così lungo lasso di tempo se non ne trae piacere. Forse un piacere inaspettato, che credeva di non provare in una situazione simile».

Per la criminologa un delitto del genere, con le caratteristiche messe in evidenza finora, e con finalità di rapina, non ha precedenti, in Italia. «Violenze tanto efferate si riscontrano, invece, più spesso, nel mondo criminale delle bande dei Balcani. Non a caso, inizialmente, l'indagine era stata orientata anche in quella direzione».

Lisandra e Reiver Rico sono due persone pericolose: «lo erano prima di commettere il delitto e lo sono anche adesso. La ragazza non ha mostrato alcun segno di pentimento e non ha manifestato una reazione emotiva particolare, dopo gli omicidi: ha continuato ad aggiornare la sua pagina facebook, ad esempio, anche con commenti di tipo divertente».

I due giovani fratelli, inoltre, non potevano pensare di non essere riconosciuti, per i loro tratti somatici e la stazza di lui, che non passa inosservata: «È un delitto spietato, con elementi di premeditazione anche nella fase omicida. C'è stata senza dubbio un'escalation e un qualcosa che ha galvanizzato uno dei due fratelli, o entrambi. E che si è concretizzata poi nella mattanza, quasi dimenticando la finalità della rapina, il soldi. Credo non siano fuggiti subito dall'Italia dopo gli omicidi proprio per mancanza di contante».

Nella coppia criminale, che non è così infrequente, la Bruzzone spiega esserci di norma un soggetto dominante, che è anche il più disturbato, e uno soggetto gregario: «in questo caso mi sento di poter dire sia la ragazza ad aver ricoperto il primo ruolo». Persone comunque poco esperte, che hanno lasciato un'enorme mole di tracce sul luogo del crimine. «Possono aver compiuto l'efferato delitto tranquillamente da soli, nella villetta, come dimostrerebbero i profili di dna rinvenuti sulla scena. Il ragazzo, da solo, poteva avere la meglio su una coppia inerme di persone di una certa età, che avranno opposto poca o scarsa resistenza. Ciò non esclude l'appoggio di terzi per gli spostamenti o altro tipo di aiuto».
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=220450&sez=NORDEST

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