martedì 14 febbraio 2012

Febbraio 1923 - in Italia viene avviata la grande "Riforma del lavoro" !

Febbraio 1923 / in Italia, grazie al Governo presieduto dal Mussolini, con l’avvio dei lavori parlamentari della “riforma del diritto del lavoro”, nasce lo “Stato sociale”.




 Prima del “Governo Mussolini”, nello Stato unitario non era stato emanato nessun idoneo Provvedimento legislativo che in qualche modo potesse nel concreto incidere sulla tutela della posizione di tutti i lavoratori.
Al di là di qualche intervento, alquanto inconsistente dal punto di vista pratico e non dettato da una reale volontà di difesa di coloro che prestavano la loro attività di lavoro (provvedimenti adottati al solo scopo di cercare di porre un freno alle rivolte dei ceti più poveri, sempre più frequenti), i lavoratori erano alla mercé dei loro datori di lavoro; di conseguenza, potevano essere licenziati in qualsiasi momento senza ‘nessun motivo’ o ‘causa giustificativa’; ricevevano una misera paga, del tutto inadeguata alle più impellenti necessità della loro famiglia; svolgevano il lavoro senza nessun limite di ore; in ambienti molto insalubri e senza nessun tipo di garanzia: previdenziale, assicurativa, infortunistica, assistenziale; non esistevano pause lavorative, riposi settimanali o assegni sociali
In breve: più che di lavoratori, si può parlare, senza nessuna esagerazione, di veri e  propri “schiavi” !
Certo, non tutti i ‘datori di lavoro’ si mostravano dei “padroni”; alcuni di questi, infatti, provenendo da famiglie cattoliche e comunque oneste, trattavano bene coloro che prestavano lavoro nelle loro aziende, dando loro anche dei ‘premi di produttività’; tutto però era rimesso alla discrezionalità ed alla bontà di queste persone; semplici concessioni che non assurgevano mai a diritti.
Urgevano, dunque, incisive leggi che dettagliatamente disciplinassero la complessa materia e disponessero, per tutti,  precisi ed inderogabili diritti ed obblighi.
Mussolini, che, come detto, proviene da una famiglia estremamente povera, nonostante il suo carattere ribelle ha vissuto, sia pur per breve tempo, presso i Salesiani e, di conseguenza, pur continuando a mostrarsi alquanto intollerante verso i padroni, ha anche capito che la millenaria e spinosa “Questione del lavoro” la si può affrontare e risolvere soltanto pacificamente, con un accordo tra le parti (Governo, Sindacati e Confindustria) ed una precisa  codificazione dell’intera materia, evitando sterili e quanto mai pericolose, sanguinose e controproducenti sommosse popolari, come invece aveva apertamente auspicato il Gramsci e quasi tutta la sinistra politica italiana.
Essendo molto chiaro al capo del Governo in che modo si dovesse intervenire per dare concreta e pronta attuazione alla “riforma del lavoro”, i lavori parlamentari non durarono che poche settimane, tant’è che già a fine marzo dello stesso anno 1923 venne emanato il Regio Decreto Legge n° 692  (sempre reiterato e convertito poi nella Legge n° 473 del 1925) disciplinante l‘orario di lavoro effettivo (assiduo e continuativo) per gli Operai e gli Impiegati delle aziende dell’industria e del commercio, di "qualsiasi"  natura.
L’orario viene così stabilito:
*    8 ore giornaliere: massimo orario di lavoro;
*  48 ore settimanali. 
E’ un fatto sensazionale, rivoluzionario !
I relativi Regolamenti esecutivi n° 1955 e n° 1956 vengono ufficializzati con Regi Decreti il 10 settembre dello stesso anno !
Ma si è appena all’inizio di questa grande e pacifica “RIVOLUZIONE CULTURALE”; infatti; qualche mese dopo, sempre nel 1923, vengono emanati altri due importantissimi Provvedimenti legislativi: uno contro la disoccupazione (R.D. n° 3158), l’altro relativo all’assicurazione invalidità e vecchiaia: R.D. n° 3184 per il godimento della pensione, e non solo…
Bene, per ora mi fermo qui,  ma desidero chiudere  questo piccolissimo ‘pezzo di storia’  aggiungendo semplicemente che si è di certo liberissimi di non essere ‘mussoliniani’ o ‘fascisti’, ma è altrettanto semplicemente doveroso ammettere che l’intera “Questione del lavoro” è stata avviata e risolta con estrema saggezza, pragmatismo e serietà proprio grazie all’Esecutivo presieduto dal Mussolini; negare un fatto incontestabile è semplicemente ridicolo e puerile !     

tratto dal camerata M.G.B.


Nessun commento:

Posta un commento