giovedì 16 febbraio 2012





La truffa economico-monetaria perpetrata dal sistema bancario a danno dei popoli europei, perché oggi non stiamo vivendo una crisi quale aspetto di un fenomeno ciclico congiunturale; bensì una vera e propria truffa pianificata, orchestrata ed alimentata dalla cupola bancaria; si attrezza ora di nuovi strumenti.
Oltre alle armi di distruzioni di massa quali lo spread e le privatissime agenzie di rating attraverso cui viene continuamente diffuso il panico dai media sapientemente controllati, l’avvento del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) presentato quale salvagente per correre in soccorso degli Stati in grave situazione debitoria,  si rivela di tutt’altra natura. Premettendo che erogare prestiti attraverso denaro emesso dalla privatissima BCE è come cercare di spegnere un incendio gettando benzina sul fuoco, è doveroso sapere che il MES, approvato nel marzo scorso e attivo a partire dal luglio prossimo, con una capacità iniziale di 500 miliardi di euro, è un fondo privato, perché privati sono i suoi proprietari.


Ma di chi è la proprietà di questo fondo?


Chi sono i soci partecipanti?


L’assetto proprietario è per la maggioranza della BCE (quindi un soggetto privato), in quote proporzionali dei suoi partecipanti; oltre il previsto appoggio e la partecipazione di banche private, quindi società per azioni con scopo di lucro!


Una delle principali direttive prevede che in caso di insolvenza di uno Stato finanziato dallo stesso MES, questo avrà diritto, come creditore privilegiato, a essere rimborsato prima di altri creditori privati.


Se aggiungiamo la rigidissima FISCAL COMPACT sostenuta a spada tratta dall’asse Merkel-Sarkozy che prevede:


-         pareggio di bilancio


-         tetto massimo del 3%  deficit-Pil


-         piani di rientro debito/Pil oltre il 60%


possiamo ben capire in che situazione versa l’intero sistema economico-produttivo, già vessato dalla sempre piu’ forte stretta creditizia e già vittima delle politiche di austerità sempre più rigidamente imposte ai popoli europei.


I diktat recentemente inflitti alla Grecia al fine di poter ottenere il prestito (sarebbe opportuno chiamarlo ‘ulteriore indebitamento’), mostrano in maniera lampante le reali mire della cupola bancaria: garanzie sottoscritte da tutte le forze politiche elleniche a mantenere e salvaguardare, anche dopo le elezioni le ‘riforme strutturali’ imposte oggi; privatizzazioni di quel poco rimasto del patrimonio pubblico; liberalizzazioni selvagge; tagli a sanità e stato sociale; oltre 150mila licenziamenti (loro li chiamano esuberi) nel settore pubblico che si andranno ad aggiungere alle già centinaia di migliaia di disoccupati attuali, oltre a quelli che verranno da un settore privato sempre più vessato e martoriato; la dicono tutta sulle reali intenzioni dei burocrati di Bruxelles e dei banchieri di Francoforte.


Se non si interrompe alla svelta la spirale del debito attraverso un cambiamento radicale che scardini gli attuali (dis)equilibri tra popoli e banchieri, non usciremo mai da questa sempre più grave situazione di piaga economico-sociale.


Stati più blasonati del nostro hanno già fatto strappi significativi al Trattato di Maastricht e lo stesso prevede la “Procedura semplificata di revisione” che permette ai governi di cambiare le regole dei Trattati.


Solo attraverso l’emissione diretta da parte dello Stato, come da pregressa centenaria esperienza dal 1874 al 1975 (perché chi emette la moneta, ne regola la circolazione e ne determina il tasso di sconto, non può essere un soggetto privato), è possibile ribaltare non solo le regole del gioco, ma il risultato finale che vedrà i popoli vittoriosi sui banchieri.


Manuel Negri
 

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