venerdì 20 gennaio 2012

4 FEBBRAIO: LE RIVENDICAZIONI FOLLI DELLA SINISTRA ANTIFASCISTA...
CRONACA DI UNA FOLLIA
FOIBE: GRANDE CORTEO, 4 FEBBRAIO
La sinistra antagonista fiorentina lancia, per il 4 febbraio, un corteo “antifascista” per opporsi al ricordo dei martiri delle foibe promosso dal centro-destra che, come ogni anno, sfilerà in un composto fiume tricolore e ascolterà l’intervento dell’ex Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, partendo alle ore 17 da Piazza Savonarola. Nel comunicato che accompagna il contro-evento della sinistra radicale si parla di una destra revisionista, amica degli stragisti, vicina ad un esponente politico (Giorgia Meloni) che ha avrebbe avuto il solo merito di elargire fondi al mondo dell’estremismo di destra (sic!). Così tante baggianate tutte insieme, francamente, non le avevamo mai lette.

PER NEGAR DEI MORTI, SE NE STRUMENTALIZZANO ALTRI…

Il corteo “antifascista”, che ha come scopo quello di innalzare il livello di tensione e contrastare la diffusione di una verità storica come il dramma degli italiani infoibati, è una triste strumentalizzazione politica, fatta nel nome di Samb Modou e Diop Mor, i due senegalesi uccisi dalla follia omicida di Gianluca Casseri lo scorso 13 dicembre.

Le realtà della destra fiorentina che saranno in piazza il 4 febbraio hanno condannato con ogni mezzo quel gesto, dialogando e solidarizzando con la comunità senegalese e portando avanti una politica identitaria che non ha mai avuto niente a che fare col razzismo e con la discriminazione, ma solo con l’amore per la propria terra e con la valorizzazione delle differenze e delle specificità dei popoli, nel rispetto della solidarietà e della socialità. Le centinaia di iniziative prodotte in questi anni sono una testimonianza tangibile in tal senso, semmai ce ne fosse bisogno. E’ evidente che c’è chi soffia sul fuoco al solo scopo di ravvivare un odio sopito e di riaggregare delle forze disperse, anche a costo di usare una tragedia come scudo.

La destra fiorentina, il 4 febbraio, sarà in piazza per ricordare i martiri delle foibe e non per alimentare quelle “guerre tra poveri” che, invece, sono alla base di ogni mobilitazione che abbia come scopo quello di contrapporsi alle idee altrui, cosa che il nostro ambiente politico, a differenza di chi ci accusa, non ha mai fatto in alcun modo. Saremo in piazza pacificamente, silenziosamente e con composto cordoglio, come si addice a chi ha intenzione di ricordare dei morti e di rendere parte della memoria collettiva di un popolo l’orribile pagina dello sterminio e dell’esodo patito dai nostri connazionali per mano dei titini. Tutto questo, per chi ci accusa, sarebbe revisionismo. Già, perché la verità dovrebbe essere quella di chi ha sempre negato l’esistenza di questo massacro, trincerandosi dietro all’omertà di quei dogmi marxisti che hanno mosso le mani dei carnefici e distrutto decine di migliaia di vite.

In pratica si strumentalizza la morte di due persone per negare quella di altri trentamila. Un’operazione macabra e vile.

COMUNITA’ GIOVANILI E DINTORNI…

E’ curioso, poi, il giudizio che si dà di Giorgia Meloni, uno dei pochi esponenti politici di questo paese che abbia realmente provato a smuovere le acque di una burocrazia grigia e incolore attraverso decine di iniziative nobili e trasversali, portate avanti con costanza e con impegno. Il suo era un Ministero senza portafoglio e la proposta di legge sulle comunità giovanili, quella che viene richiamata dal comunicato “antifascista”, non è mai stata approvata per come era auspicato.

E’ curioso che ad opporsi a questa proposta, poi, siano i militanti di quella sinistra radicale che per decenni si sono riempiti la bocca di parole come “condivisione, libertà, autogestione degli spazi e riqualificazione”. E’ curioso e sfacciato opporsi preventivamente ad un provvedimento che tende a riqualificare aree urbane fuori uso per destinarle al popolo, per riempirle di iniziative, per creare sinergie e legami solidali, per ridestinare il degrado del moderno alla dimensione della comunità, del dono, dello sport, dell’arte e della vita.

Inutile dire che i finanziamenti alle associazioni di destra, poi, sono quanto di più lontano possa esistere da quella logica, dal momento che – trattandosi di fondi statali – qualunque indirizzo politico espressamente dichiarato farebbe decadere il senso del progetto. Le sedi della destra giovanile, come quella di Casaggì, sono interamente pagate dagli sforzi economici di chi le frequenta. I prestiti presi in banca dai nostri militanti e i video girati durante i sei mesi di lavori per la ristrutturazione dei locali ne sono esempio lampante. Come del resto le rate di affitto puntualmente pagate ogni mese tra gli sforzi e i sacrifici di chi porta avanti il proprio attivismo quotidiano senza chiedere niente a nessuno e lo autofinanzia per mezzo di concerti, cene e attività metapolitiche svolte ogni santo giorno di propria iniziativa e senza sponsor.

FUORI DAL TEMPO, FUORI DI TESTA…

Quando abbiamo visto il manifesto che accompagna il corteo “antifascista” del 4 febbraio abbiamo seriamente pensato che se non avessero apposto per intero la data dell’evento ci saremmo certamente convinti di essere davanti ad un pezzo di propaganda uscito di fresco da qualche museo della guerra civile. Partigiani armati sullo sfondo e una retorica vecchia di sei decenni abbondanti. Parole che lo stesso PCI aveva brillantemente superato quando i promotori di questo evento non erano neanche venuti al mondo.

Resta evidente la totale inadeguatezza di certi soggetti al tempo corrente. E non perché ci si richiami all’antifascismo, ma perché lo si pratichi con tanto infantilismo e con tanta malafede, così da renderlo uno spauracchio da sventolare in ogni buona occasione, senza interrogarsi sui modi, sui metodi e sulle pratiche che questo comporta, sulla lontananza che questo abbia dalla realtà sociale di questo paese, sulla totale estraneità di quest’ultimo da un evento – quello del ricordo dei martiri delle foibe – che non ha niente a che fare con alcun tipo di discriminazione, ma che anzi è nato col preciso scopo di creare una memoria condivisa e trasversale, lontana dai rancori e dalle fratture del Novecento.

E così, con la scusa di contrastare presunte discriminazioni si finisce col discriminare. Con la scusa di contrastare presunte violazioni della libertà si finisce per ledere le libertà altrui. Con la scusa di ricordare due vittime si finisce per dimenticarne trentamila.

IL LINK AL COMUNICATO "ANTIFASCISTA"

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