martedì 31 gennaio 2012

A noi chiede sacrifici, ma il Quirinale ci costa quattro volte Buckingham Palace


In Italia abbiamo un record: quello della presidenza della Repubblica più costosa al mondo. Il Quirinale, infatti, grava sulle tasche dei contribuenti per più di 200 milioni di euro all’anno, ossia quattro volte Buckingham Palace, solo per fare un esempio eclatante. Il doppio dell’Eliseo francese e ben otto volte il cancellierato tedesco.
La spesa contenuta nel bilancio previsionale non si è mai discostata in maniera significativa da un anno all’altro: 224 milioni nel 2006, 241 milioni nel 2007, 240 milioni nel 2008, 231 milioni nel 2009, 228 milioni di euro nel 2010, ancora 228 milioni nel 2011.
La promessa di uno stop alle spese folli dal 2008 in poi è stata mantenuta solo parzialmente: 12 milioni in meno dal 2008 al 2011, ma pur sempre 4 milioni in più rispetto al 2006.
In tempi di crisi e di sacrifici chiesti agli italiani, è un dato di una certa rilevanza: possibile che il Quirinale non riesca a risparmiare qualche milioncino in più?
Si direbbe di no. Anzi, succede l’esatto contrario, perché in questi ultimi dieci anni i costi si sono gonfiati del 91%. Facendo la tara dell’inflazione, un aumento netto pur sempre cospicuo, pari al 61%. In soli dieci anni.
Sono dati che si possono trovare anche all’interno del libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo “La Casta”, di cui pubblichiamo uno stralcio.
Al 31 agosto del 2000 il personale in servizio era composto da 931 dipendenti diretti più 928 altrui avuti per «distacco», per un totale di 1.859 addetti. Tra i quali i soliti 274 corazzieri, 254 carabinieri (di cui 109 in servizio a Castelporziano!), 213 poliziotti, 77 finanzieri (64 della Tenenza di Torvajanica, che è davanti alla tenuta presidenziale sul mare sotto Ostia, e 14 della Legione Capo Posillipo), 21 vigili urbani e 16 guardie forestali, ancora a Castelporziano. Numeri sbalorditivi. Il solo gabinetto di Gaetano Gifuni era composto da 63 persone. Il servizio Tenute e Giardini da 115, fra cui 29 giardinieri (…) e 46 addetti a varie mansioni.
Impietoso anche il raffronto tra il sito internet della monarchia britannica, in cui ogni anno sono pubblicati minuziosamente i rendiconti su spese della Regina e stipendi dei dipendenti, e quello del Quirinale, in cui si possono trovare solo numerose foto del presidente (attualmente Napolitano, ribattezzato “Re” dal New York Times) e nessun rendiconto di spesa. Si evince esclusivamente che, al di là degli oltre 1.000 dipendenti, il personale militare e delle forze di polizia distaccato per esigenze di sicurezza del Presidente ammonta complessivamente a 1.086 unità. Un apparato di sicurezza che difficilmente ha eguali nel mondo.
Ma il Re Giorgio Napolitano, l’uomo che più di tutti si è fatto portavoce dei dettami della Bce, cercando prima di tenere sotto scacco il precedente governo Berlusconi diventato numericamente debole, poi imponendo Mario Monti premier dopo averlo nominato senatore a vita, cosa ha fatto per ridurre questi sprechi?
Avendo più volte fatto capire che l’Italia è a rischio fallimento e che sono necessari sacrifici, qualche segnale deve pur averlo dato.
Invece no. Il suo è stato l’unico stipendio politico a non essere mai ridotto dal 2006 ad oggi. Anzi, è addirittura aumentato di circa 2mila euro lordi al mese.
Ora ammonta a 239.181 euro lordi, che netti sono 136.397,81. Niente male, per chi impone governi lacrime e sangue e chiede sacrifici.
Soltanto dopo la denuncia del quotidiano Libero, il Re Giorgio ad agosto di quest’anno ha deciso di rinunciare agli aumenti previsti per il 2012 e i primi mesi del 2013, quando scadrà il suo mandato.
Un passo compiuto malvolentieri, giusto perché Libero aveva rivelato il misfatto e nel frattempo, durante il mandato Napolitano, i parlamentari si sono prima ridotti l’indennità del 10% e poi hanno tagliato diaria e rimborso spese di segreteria di 1.000 euro.
Passi piccoli, certo, ma ben superiori a quelli del Quirinale.
Anche perché il comunicato diffuso dal Colle ha avuto persino la faccia tosta di annunciare in pompa magna la restituzione al Tesoro di 15.048.000 euro nel triennio 2012-2015 sotto forma di risparmi. Verrebbe da pensare che non sia un grande sforzo, trattandosi solo dell’applicazione delle norme sui contributi di solidarietà da applicare alle pensioni d’oro nel pubblico impiego, contenute nel decreto legge 98 del 2011. Invece è proprio una gentile concessione del Colle, che non è tenuto ad applicare la legge italiana a meno che non sia lo stesso presidente della Repubblica a deciderlo. E Giorgio Napolitano ha concesso agli italiani la grazia di firmare.
Per lo stesso motivo, anche i dipendenti del Quirinale sono ora sottoposti alle restrizioni sul pubblico impiego previste dal decreto legge 78 del 2010. Emanato il 31 maggio 2010, ben 14 mesi dopo Re Giorgio ha deciso che poteva essere applicato pure per il Quirinale. Quanta grazia!
Aveva ragione il New York Times: il presidente della Repubblica italiana è davvero un Re.


http://www.qelsi.it/2011/a-noi-chiede-sacrifici-ma-il-quirinale-ci-costa-quattro-volte-buckingham-palace/

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