venerdì 27 gennaio 2012



Stiamo vivendo una fase che le ultime generazioni non hanno mai ha conosciuto in passato; un periodo di crisi finanziaria, politica, intellettuale, ma soprattutto etica e morale. Anche se abituati alla parola crisi, intesa quale fase congiunturale di un ciclo economico, ora siamo più che mai investiti da qualcosa di mai visto e sempre più virulento, in tutti i suoi risvolti. Da anni si vuole che la "cosa" Italia sia in passivo, continuando a trascinarsi avanti in un sistema capestro, così come quando ci si accanisce a non voler chiudere l’azienda di famiglia che, pur in perdita, continua a pagare contributi e competenze bancarie senza rendersi conto che più tempo passa più il fallimento avrà conseguenze devastanti. Ma nonostante ciò, visto che si riesce ancora a mangiare, a fare benzina, i più fortunati a lavorare, qualcuno afferma ancora che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e di conseguenza siamo costretti a sorbirci le nauseanti giustificazioni a questa assurda ed evitabile manovra finanziaria come ad esempio: Qualcuno doveva metterci la faccia!;>>

Nessun commento:

Posta un commento