giovedì 19 gennaio 2012

FORCHETTE ROMANE E FORCONI SICILIANI

 
 
 
 
Una intera regione si blocca spontaneamente per protesta contro il governo delle tasse, e i cittadini solidali con i trasportatori che non ce la fanno più a lavorare in queste condizioni, appoggiano lo sciopero, non si lamentano e anzi la fanno propria e la sostengono.
E’ incredibile quello che sta accadendo in Sicilia. E’ la summa dello stato di malessere e insofferenza che sta attraversando tutta l’Italia.
Aumentano le accise sul carburante (anche se il prezzo del barile non subisce impennate da tempo), aumenta il prezzo di benzina e gasolio ai distributori, aumentano le tariffe autostradali e di conseguenza i prezzi dei prodotti al destinatario finale: il popolo.
Gli agricoltori, dai quali è nata la mobilitazione che poi si è fusa con le posizioni dell’Aias, creando un nuovo soggetto di protesta col nome di Forza d’Urto, devono subire i rincari dei prodotti per la coltivazione.
La Sicilia non ci sta, e non ce la fa più: raffina sul proprio territorio il 40% della produzione nazionale di petrolio, e le resta poco di questa ricchezza, a partire dai più che logici sconti sul carburante, e tanto dei danni ambientali causati da questa lavorazione.
Oggi la merce inizia a scarseggiare nei supermercati, e molte attività abbassano le saracinesche. Ma il dato allarmante, per i signori della politica chiusi a palazzo, per quelle che potremmo definire le forchette romane, è che la gente sta con loro. Il popolo si ribella e si unisce nella mobilitazione.
Gli italiani sono esasperati, e nelle istituzioni giocano con i numeri per guadagnare qualche seggio in più. Signori, ma avete capito che non avete più voti?! Avete capito che il popolo è stanco di subire, e ha alzato la testa?
La vergogna della censura di una intera regione è stata aggirata dalla rete. Le informazioni viaggiano sui social network, si moltiplicano con il passaparola, e non serve poi recuperare in extremis con qualche servizio nei tg al terzo giorno di sciopero.
C’è un’Italia che questo governo non lo vuole. E non lo vuole in Sicilia oggi, non lo voleva ieri a Roma e Napoli con i tassisti in sciopero. Il fatto che si rifiuti un incontro col governo, che furbescamente chiedeva in cambio il “cessate il fuoco” siciliano, esprime non solo l’assenza di fiducia in questo esecutivo che nessuno ha votato, ma soprattutto l’esasperazione delle gente.
E’ inutile fare finta di non vedere questa situazione: il popolo s’è stufato!
Il 4 febbraio a Roma daremo noi la voce alle categorie, ai lavoratori: agli italiani!
Saremo migliaia a sfilare per le vie della Capitale, di ogni settore produttivo e sociale.
E sono sicuro che ci saranno anche rappresentanti del movimento dei forconi.
Dalla Sicilia al Triveneto l’Italia unita urlerà il suo no al governo delle banche!

http://www.storace.it/

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