lunedì 26 dicembre 2011

                         26 DICEMBRE ,65° ANNIVERSARIO -ALLE ORIGINI DEL MSI
  (sapere, conoscere, capire, inquadrare)

pubblicata da Occidente
 





 Il Movimento Sociale Italiano viene fondato il 26 dicembre 1946 nello studio dell’ex vicefederale romano del PNF, Arturo Michelini, per iniziativa di un gruppo di giovani reduci della Repubblica sociale italiana, sostenuti, dietro le quinte, da più navigati ex gerarchi fascisti.
 Questa decisione costituisce l'approdo definitivo di una serie di tentativi di aggregazione degli ex fascisti, esperiti fin dai primi mesi del dopoguerra. La ricerca di un punto di aggregazione per i Vinti anima infatti un intenso dibattito nelle numerose riviste "reduciste” che sorgono in quel periodo ("Rataplan", "Rosso e nero", "Senso nuovo", "Il pensiero nazionale", "Meridiano d’Italia", "Brancaleone", “Fracassa”, oltre al più noto e diffuso "RIVOLTA IDEALE" -di Mario Tonelli- che diviene l'organo ufficioso del neonato partito), ma il MSI si afferma ben presto come il punto di riferimento di tutto l'ambiente che non intendeva rinnegare le idee del movimento nazionalista e fascista
..........Il nuovo partito si dichiara, prima in forme velate, poi sempre più esplicitamente, erede del fascismo, nella sua ultima versione, quella della Repubblica sociale italiana (ecco il perchè dell'aggettivo "sociale" che, all'inizio pochi compresero)
Il riferimento alla Repubblica di Salò comporta una precisa scelta politico-ideale e cioè il richiamo ai principi socializzatori, anticapitalisti e antiborghesi della carta di Verona, il manifesto programmatico elaborato nel 1944 al I congresso del Partito fascista repubblicano che rappresenta l'ultimo "grido" del "fascismo-movimento", la tendenza più rivoluzionaria . Questa costituisce una esplicita presa di posizione nel dibattito interno al Fascismo e si contrappone alla tendenza del "fascismo-regime", caratterizzata da una impostazione tradizionalista,"nazionale" e conservatrice. (La prima proposta di nome , infatti , era stata quella di Movimento Nazionale Italiano). Queste due tendenze ideologiche, che sintetizzano la conflittualità interna delle varie anime del fascismo, si riflettono anche all'interno del MSI e sono incarnate da precisi tipi sociali: i "socializzatori" ovvero principalmente i giovani reduci della Repubblica sociale e coloro che hanno condiviso le sorti del fascismo repubblicano, e i "corporativisti", coloro che erano rimasti al Sud , esclusi dalla guerra civile 43-45 e collegati all'esperienza ed alla cultura del Fascismo-Stato.
..........Per certi aspetti, quindi, la contrapposizione interna al partito riflette una divisione geografica, quella della linea gotica con, al Nord, le componenti più bellicose  e più populiste e, al Sud, quelle più attaccate alla tradizione d'Ordine del regime mussoliniano. Il dibattito interno rifletterà sempre, senza variazioni di sorta, questa contrapposizione. In sostanza il cuore del dibattito interno ruoterà intorno al problema di quale sia la più autentica visione del Fascismo.
Il MSI, tuttavia, riuscì a mantenere "in equilibrio" queste due diverse "letture". La tesi fu che la "lettura" poteva essere diversa, ma UNICO restava il Libro della Storia. E più forte ciò che univa rispetto a ciò che poteva dividere "sui dettagli".
In questa fase genetica il MSI si trova a dover affrontare e sciogliere i nodi dell'accettazione del sistema nato dalle ceneri del fascismo e della partecipazione attiva alla vita politica. Fin dal 1945 gruppi di ex fascisti avevano promosso iniziative spettacolari e gesti esemplari (a volte anche terroristici) quali l'attentato al cinema che proiettava il film di Roberto Rossellini "Roma città aperta", l'apparizione di scritte inneggianti al Duce al posto della pubblicità luminosa in piazza Duomo a Milano, l'inserimento nelle trasmissioni radio trasmettendo, da Monte Mario, l'inno  Giovinezza. Ma queste iniziative erano frutto di gruppi isolati e di scarsa consistenza; molto più strutturata era invece l'organizzazione clandestina dei Fasci di azione rivoluzionaria (FAR), articolata in quattro livelli gerarchici, a partire dall'unità più piccola composta di soli tre membri, e dotata di una capacità di mobilitazione non indifferente.
In un primo tempo vi fu una certa ambiguità nel rapporto tra MSI e organizzazioni clandestine anche perché, in molti casi, i membri dei gruppi terroristici sono anche militanti del partito (vi fu un periodo di Indecisione vera, sostanziale), ma in seguito prevalse la propensione legalistica, il desiderio di far politica a viso aperto.
Del resto, un partito dichiaratamente neofascista o sceglieva la strada della clandestinità e della resistenza o accettava, adeguandosi, le regole del nuovo regime. La sua sopravvivenza dipendeva dalla capacita di mostrarsi il più legalitario possibile. E in effetti, già nel 1947 il MSI decide di presentarsi alle elezioni amministrative, con una lista e il proprio simbolo, sia a Caserta (21 settembre 1947) dove ottiene alle provinciali un consigliere, sia a Roma (12 ottobre 1947) dove, nonostante le inevitabili difficoltà a condurre la campagna elettorale, raccoglie il 4 per cento dei voti: un risultato che lo pone come sicuro punto di coagulo di tutto il mondo "nostalgico.
"Notizia curiosa" :
Il quotidiano di Palermo "CORRIERE-ESPRESSO" diede la notizia della nascita del MSI...CON DUE GIORNI DI ANTICIPO, il 24 Dicembre 1946, sbagliandone il nome per un errore "di comunicazione"...Scrisse infatti, riportando i primi 10 punti programmatici  : "E' nato il Movimento Socialista Italiano", scatenando un putiferio tra gli ex fascisti isolani, da poco rientrati dai campi di "non-cooperatori", che nel social-comunismo individuavano il Nemico Storico.
Nel 1947,tuttavia , tre missini, "mascherati" nelle liste dell'UOMO QUALUQUE (il partito di Giannini che contestava la retorica resistenziale ed "il vento del Nord") venivano trionfalmente eletti all'Assemblea  Regionale Siciliana. I primi "onorevoli" del Msi.
......... A facilitare l'installazione del MSI nel panorama politico italiano contribuì, successivamente  la scomparsa dalla scena politica di un potenziale concorrente: l'Uomo Qualunque, un movimento che, facendo appello al risentimento degli epurati, al desiderio del quieto vivere del ceto medio e all’insofferenza per la retorica della Resistenza e per il nuovo e rilevante ruolo dei partiti, nelle elezioni per la Costituente del 1946 aveva ottenuto il 5,3 per cento nazionalmente, ma ben il 9,4 per cento da Roma in giù. Benché MSI e Uomo qualunque si muovano su binari molto diversi sul piano ideologico in quanto quest'ultimo respingeva ogni legame con il passato regime l'elettorato di riferimento rimane sostanzialmente lo stesso: e infatti, il crollo dell'Uomo qualunque nelle elezioni politiche del 1948 favorì la conquista dei primi parlamentari  (6) da parte del MSI.
Da allora il MSI entrò agevolmente in tutta una serie di Consigli comunali con percentuali sempre più alte (attorno al 10%) prevalentemente nel Centro-Sud ove non s'erano creati "solchi di sangue".
Alla fine degli anni 50, "strana anomalia europea",il MSI era uniformemente presente su tutto il terrirorio nazionale (sia pure con percentuali diverse) ecomponente Stabilizzata del "nuovo" Panorama politico italiano.

tratto da: Occidente

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