giovedì 15 dicembre 2011

Criminalità, parla il questore: «Noi li arrestiamo e poi escono»

Fulvio Della Rocca denuncia dopo i casi di aggressione ai poliziotti: «Troppi malviventi hanno capito che possono farla franca e così diventano aggressivi e spavaldi»

di Carlo Mion
«Hanno capito che la pena non è certa e quindi hanno meno timore degli appartenenti alle forze dell’ordine. Reagiscono in maniera violenta anche solo per un controllo. Si sono resi conto che se vengono arrestati ben presto escono. Del resto noi applichiamo le leggi che ci sono, non possiamo fare altrimenti». Torna a parlare della situazione sicurezza in città il questore Fulvio Della Rocca.
Lo ha fatto dopo che un altro suo uomo, durante un controllo, è stato colpito con un punteruolo a una mano da uno straniero. Il poliziotto, in servizio al commissariato di Mestre, rischia parte della funzionalità della mano. Infatti il punteruolo ha toccato anche un tendine. L’agente e un suo collega, in borghese, stavano controllando un’auto risultata poi rubata. I due occupanti, appena sono scesi, hanno aggredito i poliziotti con un punteruolo e sono scappati. Si tratta solo dell’ultimo episodio di una serie iniziata a settembre.
«La situazione non è semplice, ma i miei uomini continuano a contrastare il fenomeno dei furti e dello spaccio con grande impegno. E non sono frasi di rito. Non si tirano certo indietro, malgrado questi episodi, e il fatto che a volte i loro sforzi sembrano non essere ripagati: dopo due giorni, infatti, si ritrovano davanti i criminali che avevano arrestato. Gli uomini del commissariato di Mestre sono in prima linea. E’ fondamentale per noi la collaborazione dei cittadini: e per fortuna c’è. Sono molte le segnalazioni che ci arrivano e questo, oltre ad essere di aiuto concreto, ci conforta. Vuol dire che la gente ha ancora fiducia in noi. Anche se a volte è difficile spiegare al cittadino perché quel criminale è ancora per strada», sottolinea il questore Della Rocca.
Gli episodi più eclatanti di violenza e della conferma di come sia facile, dopo l’arresto, uscire, iniziano alcuni mesi fa. Il 15 settembre, una trentina di magrebini davanti alla stazione ferroviaria, circonda i poliziotti di due volanti e “libera” un connazionale appena fermato dai poliziotti. Volano bottiglie e minacce. Gli agenti arresteranno il fermato, alcune ore dopo, a Dolo. Il 28 dello stesso mese nuova aggressione di magrebini a una volante che aveva bloccato uno spacciatore. Quest’ultimo era agli arresti domiciliari dopo una condanna per spaccio.
Il 4 ottobre due tunisini vengono fermati in piazzale Bainsizza, mentre spacciano. Non c’è posto in carcere, vengono denunciati. Poche ore dopo sono nuovamente in piazzale Bainsizza a spacciare. A chiamare nuovamente la polizia è lo stesso cittadino che aveva avvertito le forze dell’ordine della loro presenza. Il 12 ottobre viene arrestato uno dei rapinatori moldavi che a fine estate aveva commesso, assieme al fratello, alcune rapine in zona via Piave.
Il 18 dello stesso mese viene messo fuori e spedito agli arresti domiciliari. A inizio dicembre una volante lo arresta, di notte, mentre esce da un bar. «Sono episodi che dimostrano come queste persone si rendano conto che possono rimanere impunite. Per fermare queste persone i miei uomini rischiano parecchio e per fortuna fino ad ora hanno dimostrato sempre molto sangue freddo», conclude il questore.
http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2011/12/15/news/criminalita-parla-il-questore-noi-li-arrestiamo-e-poi-escono-1.2854814

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