giovedì 1 dicembre 2011

COMPAGNO MINISTRO


Confesso che non conoscevo Enzo Moavero Milanesi. E credo che ancora oggi molti italiani fatichino a capire che si tratta del ministro tecnico agli affari europei del governo di Mario Monti. Vorrei poter scrivere che e’ un ministro intelligente, ma non credo di poterlo fare con sicurezza, per non essere accusato di disprezzare la verità.
Costui ha pensato di passare alla storia ordinando di cambiare la scrivania ministeriale perché quella che ha trovato – si dice – sarebbe appartenuta a Benito Mussolini: “Sono antifascista io” , ha ululato gonfiando il petto. Giammai quel tipo di arredamento, avrà aggiunto.
Ecco, vorrei poter dire che gente così non fa onore allo Stato che ha giurato di servire. E farebbe bene il presidente Monti a disfarsi di un personaggio di tal fatta.
Sa, il ministro ignoto ai piu’, quanti palazzi dell’era fascista sono abitati dai ministri del suo governo?
Sa, il ministro che ha deciso di passare alla storia come il piu’ infantile che si sia mai sentito in circolazione, quante strade, porti, dighe portano come data di nascita la stessa della scrivania che egli vorrebbe mandare al macero?
Sa, il ministro che ignora che cosa vuol dire il rispetto per la storia della Nazione – che quest’anno ha celebrato 150 anni di unita’ e non 130… – con quante leggi del fascismo ha convissuto la repubblica antifascista? Qualcuno gli ha mai mostrato le tavole della riforma Gentile in materia scolastica? La legislazione urbanistica? Il codice dei beni culturali di Bottai? Ha mai passeggiato lungo le strade del quartiere Eur? Se trasloca lì, che fa, butta giù i palazzi?
Anche a un ministro può capitare di pronunciare cretinate e questa volta e’ stato il turno di questa specie di marchesa Viendalmare in versione maschile. Ma e’ davvero il senso della misura che manca in chi si comporta così. Legga qualche libro, si faccia raccontare in Europa chi fu il ministro Anfuso, provi ad accostarsi alla storia limpida di Araldo di Crollalanza, tenti di capire attraverso Renzo De Felice che cosa hanno voluto dire gli anni del consenso. Nessuno chiederà a questo ineffabile ministro di indossare una camicia nera – non siamo custodi dell’anacronismo e siamo molto più democratici di lui (e anche per questo amiamo i governi voluti dal popolo e non quelli voluti dalle banche) – ma ci risparmi l’ipocrisia di una guerra partigiana ad una scrivania. Se proprio non le piace, ci indichi dove sta e se vuole la mandiamo a prendere. La custodiremo con rispetto e la restituiremo al ministro che la sostituirà. Speriamo che avvenga presto. Si e’ già visto lo spread tra lei e una persona civile.

http://www.storace.it/

Nessun commento:

Posta un commento