domenica 20 novembre 2011

cartina
Alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre tutta l'Italia, grazie all'esercito Anglo-Americano, veniva liberata dall'occupazione nazista, a Trieste e nell'Istria (sino ad allora territorio italiano) si è vissuto l'inizio di una tragedia: la "liberazione" avvenne ad opera dell'esercito comunista jugoslavo agli ordini del maresciallo Tito.
350.000 italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. La loro colpa era di essere italiani e di non voler cadere sotto un regime comunista.
Trieste, dopo aver subito più di un mese di occupazione jugoslava, ancora oggi ricordati come "i quaranta giorni del terrore", visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte.
Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria all'amministrazione jugoslava.
E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo, l'Italia rinunciò definitivamente, e senza alcuna contropartita, ad ogni pretesa su parte dell'Istria, terra italiana sin da quando era provincia dell'Impero romano.
Il 10 febbraio è il giorno che l'Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell'Esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati.
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mercoledì, 03 febbraio 2010

ALLA FACCIA DELLA CRISI

Veneto. Quasi 47mila euro di buonuscita
ai consiglieri non rieletti, 93mila a Galan

libroLaCasta
di Alda Vanzan
VENEZIA (3 febbraio) - Nel 2010 l’assemblea regionale di Palazzo Ferro Fini costerà ai veneti 60 milioni di euro. E di questi 60 milioni, oltre 24 - 3,2 in più rispetto al 2009 - serviranno per pagare le indennità dei consiglieri e le pensioni degli ex. "Colpa" delle elezioni: a marzo si vota e la stima è che l’assemblea si rinnovi per il 50 per cento. A chi se ne andrà perché non più ricandidato o comunque non più rieletto, la Regione dovrà pagare il Tfr, il trattamento di fine rapporto ("assegno di fine mandato"). E poi ci saranno le pensioni, il cosiddetto "assegno vitalizio". Ma a testa quando prenderanno i consiglieri che non torneranno al Ferro Fini?

I conti vanno fatti sulla base della legge regionale 9/1973, quella che lega gli stipendi alle indennità dei parlamentari. Degli stipendi si sa: sono pari all’80% delle indennità dei parlamentari. Ossia: a Montecitorio i deputati prendono 11.703,64 euro al mese, al Ferro Fini i consiglieri regionali hanno una paga base di 9.362,91 euro lordi (senza contare le indennità aggiuntive). Quanto al Tfr, la legge del ’73 stabilisce che a chi finisce il mandato vada un assegno pari a una mensilità dell’indennità base lorda per ogni anno di effettivo esercizio, con un massimo di dieci mensilità. Con gli esempi si capisce meglio.

Giancarlo Galan, che in Regione non tornerà, avrà il massimo di Tfr: 93.629,10 euro, pari a dieci mensilità, anche se il suo mandato è durato quindici anni. Nel caso non fosse rieletto, Nicola Atalmi avrà un Tfr di 46.814,55 euro, somma che si ottiene moltiplicando l’indennità di 9.352,91 euro per i cinque anni del mandato. Il consigliere del Pdci, in realtà, al Ferro Fini c’è dalla fine del 2004, ma per far scattare l’anno intero servono almeno 6 mesi e un giorno di effettiva permanenza. Motivo per cui il leghista Claudio Meggiolaro non avrà un euro: entrato al Ferro Fini il 2 settembre scorso, maturerebbe il Tfr il prossimo 3 marzo, solo che la legislatura scade il 10 febbraio. Una manciata di giorni.

Sul calcolo del Tfr al Ferro Fini si sono sprecate congetture e illazioni, arrivando a sostenere che molti consiglieri prima di dimettersi anticipatamente si attaccavano al pallottoliere. O forse erano solo casualità. La leghista Mara Bizzotto, prima di lasciare la scorsa estate il Ferro Fini (scranno liberatosi appunto per Meggiolaro) per andare all’europarlamento, ha atteso il 3 agosto, raggiungendo i tre anni pieni, oltre al mandato dal 2000 al 2005. L’elenco (ufficioso) completo di tutti i consiglieri passati e rimasti in Regione dal 2005 è nella tabella nella pagina a fianco. È indicata anche la futura pensione: per averla è necessario aver compiuto i 60 anni e versato i contributi per un intero mandato, cioè almeno cinque anni. Tra l’altro è una pensione cumulabile con quella di parlamentare (per chi l’ha già fatto o lo farà)

Mai pensato di rivedere il meccanismo? Ci aveva provato invano proprio Atalmi, alcune settimane fa, proponendo di "slegare" le indennità dai parlamentari. Ma il consiglio regionale ha silenziosamente bocciato anche l’emendamento alla Finanziaria presentato da Franco Frigo (Pd) per contenere i costi della politica. «Il Tfr - dice Frigo - aveva un senso per il reinserimento lavorativo, andrebbe semmai aumentato per un giovane che sta in consiglio un solo mandato e modificato per gli altri che sono qui da tempo e magari pronti per la pensione. La Lombardia su questo tema è già intervenuta».

Frigo - che abbasserebbe del 40% le indennità base facendo una media con le altre regioni di paesi europei, tipo Spagna e Germania - chiedeva di eliminare anche le indennità aggiuntive, ad esempio quelle per i vicepresidenti di gruppo o i segretari di commissione: oggi riguardano 24 consiglieri, togliendole si sarebbero risparmiati 600mila euro. Proposta bocciata. Nessuno è insorto.
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lunedì, 01 febbraio 2010

Cermis, una strage impunita
cermis
3 Febbraio 1998, i tempi della guerra in Bosnia. Dalla base Nato di Aviano parte in volo di addestramento un aereo dei marines. La missione è chiamata Easy 01, all’interno dell’operazione pianificata Deny Flight. Il velivolo è usato per la guerra elettronica: è un Ea - 6 b detto Prowler, il predatore. Decolla alle 14,36… alle 15,12 minuti e 51 secondi trancia due cavi della funivia che da Cavalese porta al monte Cermis. Una cabina precipita fino a valle, a ridosso del fiume Avisio. Muoiono diciannove turisti e il manovratore della funivia. Alle 15,26 il Prowler atterra di nuovo ad Aviano. Il pilota dirà: “Ho sentito solo uno scossone”. L’ hanno definita la strage impunita perché nessuno è stato condannato per quei morti, nonostante le prove precise e pesanti di responsabilità. Cinque anni dopo, sul luogo della tragedia c’e’ una croce, a memoria. La funivia è da qualche tempo nuova, splendente. E la valle del Cermis è tornata un luogo di vacanza. Anche perché adesso quei voli non passano più. Ma nessuno dimentica i lutti. E la rabbia. Morirono in venti, quel martedì, in piena settimana bianca: nove donne e undici uomini, se si può chiamare un uomo Philip, quattordici anni, polacco, morto con la madre Ewa. I turisti venivano da tutta Europa: anche da Germania, Austria, Belgio, Olanda. Gente di casa, da anni, su queste montagne. Ma di casa era soprattutto Marcello Vanzo, il manovratore, che quel giorno aveva scambiato il turno, e il destino, con un collega. Una strage impunita, è stato detto. Ma anche piena di misteri, mai chiariti. Un volo radente autorizzato o no? Dieci minuti di silenzio radio (proprio in prossimità dell’impatto fatale, dalle 15,05 alle 15,15 quando il pilota lancia l’emergenza), un “missioni recorder” sparito, una cassetta video distrutta, una carta di volo contestata, un allarme lanciato da tempo, soprattutto un’assoluzione scandalosa. Andiamo per ordine. La missione era sicuramente autorizzata dalle autorità italiane. Quel volo era il quarto di una lista di dieci presentata dal comando dei marines. C’e’ una sigla sotto a quell’elenco, di un capitano italiano, il cognome comincia per F. Dal segreto militare filtra un particolare: gli americani avrebbero inserito il Prowler in un elenco che invece era destinato solo agli F 16. Un errore. Resta il fatto che nessuno se ne è accorto. Né l’altro ufficiale italiano, M.B.G, che controfirmò, né il centro di controllo di Martina Franca. L’inchiesta, immediata, della procura di Trento stabilisce in ogni caso la gravissima responsabilità del pilota. I voli normali erano autorizzati ad una quota di 1100 metri, anche se fosse stato autorizzato al volo radente non poteva scendere più in basso di 650 metri. L’impatto, invece, è avvenuto a 150 metri da terra. L’aereo volava sicuramente anche ad una velocità nettamente superiore a quella prevista. Secondo i dati forniti da un aereo-radar Usa “Awacs” che in quel momento volava a una quota superiore, il Prowler andava a 500 miglia orarie e non a 100 come previsto dal regolamento. Lo conferma il 12 marzo, quaranta giorni dopo la strage, il rapporto della commissione d’inchiesta americana presieduta dal generale Michael Delong. “Il motivo dell’incidente - si legge nel documento - è stato un errore dell’equipaggio che ha guidato in modo aggressivo l’aereo, superando la velocità massima e volando ben al di sotto della quota richiesta”. I periti italiani vanno oltre. Stabiliscono che l’aereo si è infilato fra i due cavi tranciati, distanti fra loro fra i trenta e i quaranta metri. Una bravata, insomma. Una scommessa, come tante altre volte, in cui ci si giocava una birra la sera. La gente di montagna è di poche parole. Ma ricorda. Testimoni quel giorno hanno visto passare l’aereo pochi istanti prima della tragedia a volo radente sul pelo del lago artificiale di Stramentizzo. E non era certo la prima volta. La battaglia legale è lunga. Ma vince la politica, con Clinton impegnato in prima persona. I militari americani evitano il processo in Italia. Sul Prowler erano in quattro. Il comandante, il capitano Richard Ashby, 32 anni, californiano, 750 ore di volo, veterano della Bosnia. Il navigatore Joseph Schweitzer, 30 anni, dello Stato di New York. Dietro, seduti nel retro della cabina, c’erano i due addetti alle attrezzature di ricognizione: Chandler Seagraves 28 anni dell’Indiana e William Raney, 26 anni del Colorado. Quasi esattamente un anno dopo, l’8 febbraio 1999, si apre il processo davanti alla corte marziale di Camp Lejeune, la base dei marines, nel North Carolina. Il capitano rischia 206 anni di carcere. Il 4 marzo invece e’ assolto, dopo sette ore e mezza di camera di consiglio, da tutte le imputazioni. Uno scandalo: la corte gli riconosce che il volo era autorizzato a una quota di 500 piedi (ma lui stava molto più sotto, altrimenti non avrebbe tranciato i cavi), che le mappe di volo non contenevano le indicazioni della funivia (lo stesso comando dei marines lo ha smentito: sulla Tpc, la carta di pilotaggio tattico la funivia era segnata) e che il radar-altimetro presentava difetti di funzionamento (circostanza mai dimostrata).Dopo il verdetto Ashby dice: “Adesso le mie preghiere sono tutte per le vittime”. Ma i giornali americani scrivono che il giorno dopo sta a Las Vegas a festeggiare la libertà.Sia pure in minima parte, comunque ha poi pagato. Perché anche quel giorno, come consuetudine, era stato girato un video delle prodezze. Il video del Cermis non esiste più per un motivo semplice: e’ stato distrutto. La confessione e’ del co-pilota, Schweitzer. Preso dal rimorso, ha dichiarato: “Alla fine del volo ho consegnato la cassetta al comandante. Non l’ho più rivista”. Ma intanto, perché reo confesso, lui evita il carcere. A maggio c’e’ dunque un nuovo processo al pilota, Ashby, per ostruzione di prove. Stavolta e’ condannato, a sei mesi. Ma esce dal carcere, non si capisce perché, con un mese di anticipo. Dal 2 ottobre di quattro anni fa è nuovamente un uomo libero. Torna a vivere nella villetta di Jacksonville, vicino alla base dei marines. Non apre più bocca. Ma è la sua ragazza, Dodie, a parlare. E’ infuriata: “La cella di Richard, pensate, non aveva l’aria condizionata. Ha passato i primi mesi da solo a leggere davanti a un tavolo. E io potevo andarlo a trovare solo il fine settimana”. Povero cowboy. Pino Scaccia da http://dossierscaccia.blogspot.com/

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venerdì, 29 gennaio 2010

L ITALIA è UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVOROpunto interrogativo

Istat: disoccupazione al top da 2004

ROMA - Il tasso di disoccupazione a dicembre é salito all'8,5% dall'8,3% di novembre. Lo rileva l'Istat, precisando che è il dato peggiore da gennaio 2004, inizio delle serie storiche. I senza lavoro sono 2.138.000, 57mila in più rispetto a novembre e 392mila in più rispetto a dicembre 2008.
UE-16:DISOCCUPAZIONE,SALE 10% A DICEMBRE,RECORD DA '98
In dicembre la disoccupazione nei 16 Paesi dell'area euro è salita al 10%, contro il 9,9% rivisto di novembre. Nel dicembre di un anno fa era all'8,2%. Lo rende noto Eurostat rilevando che si tratta del tasso più elevato nella zona dell'euro dall'agosto 1998. In Italia il tasso è stato in dicembre dell'8,5%. Il più elevato della zona euro e tra i più alti in Ue resta quello della Spagna al 19,5%. Nell'intera Ue il tasso di dicembre era al 9,6% (9,5% a novembre) e il 7,6% un anno fa. In questo caso è il tasso più elevato dal gennaio 2000. Secondo stime Eurostat, a dicembre i disoccupati erano nell'Ue 23,012 milioni di cui 15,763 milioni nell'eurozona. In un anno la disoccupazione è aumentata di 4,628 milioni nell'Ue e di 2,787 milioni nella zona dell'euro

Tra i Paesi Ue, il tasso di disoccupazione piu' basso è stato quello registrato in Olanda (4,0%) e in Austria (5,4%), mentre quello più alto è in Lettonia (22,8%) e in Spagna (19,5%). Su base annua tutti i Paesi Ue hanno visto un aumento della disoccupazione. Il tasso di crescita più basso è stato osservato in Germania (dal 7,1% al 7,5%), mentre il più consistente è stato quello della Lettonia (dall'11,3% al 22,8%). In dicembre, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, il tasso di disoccupazione maschile è aumentato dal 7,8% al 10% nella zona dell'euro e dal 7,5% al 9,8% nell'Ue, mentre quello femminile è cresciuto dall'8,7% al 10,1% nella zona euro e dal 7,9% al 9,3% nell'Unione europea. Quanto ai giovani con meno di 25 anni, la disoccupazione in dicembre era pari al 21% nella zona dell'euro e al 21,4% nell'Unione europea. Era stata invece rispettivamente del 17% e del 16,9% un anno fa. Il tasso più basso è stato rilevato in Olanda (7,6%) e quello più alto in Spagna (44,5%). In questo caso l'Italia è sopra la media Ue raggiungendo il 26,2%.
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mercoledì, 27 gennaio 2010

DOPO TUTTI GLI INCENTIVI STATALI,VERGOGNA!!!!!!
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Impianti Fiat fermi per due settimane
In cassa integrazione 30mila operai
Lo stop agli incentivi all'auto ha prodotto un brusco calo delle vendite e la Fiat ha deciso di fermare contemporaneamente tutti gli stabilimenti auto per due settimane, l'ultima di febbraio e la prima di marzo. Il provvedimento interesserà Mirafiori, Melfi, Cassino, Pomigliano, Termini Imerese e Sevel e coinvolgerà circa 30mila lavoratori. Secondo il Lingotto, "dopo il periodo positivo di fine 2009 gli ordini che si stanno raccogliendo in Italia a gennaio si stanno drasticamente ridimensionando ad un livello ancora più basso di quello registrato a gennaio dell'anno scorso quando il mercato era in grave crisi", anche allora a causa dell'assenza degli incentivi. L'azienda prevede inoltre che l'andamento negativo continui ed ha così deciso di adeguare i livelli produttivi alla domanda.
 
"Manca un piano industriale" - La cassa integrazione nello stabilimento Fiat di Mirafiori interesserà tutti i 5.500 dipendenti. "La crisi, come sapevamo - commenta il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo - non è superata. Continua la latitanza del governo che non ha un piano autonomo sul futuro dell'auto nel Paese, è lui il vero responsabile di questa cassa integrazione". Il fermo di produzione è stato deciso anche nello stabilimento di Melfi (Potenza) con il ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Il segretario regionale della Fim-Cisl, Antonio Zenga, si è detto "molto preoccupato per il mancato rinnovo degli incentivi per la rottamazione, ritardo che, come era ampiamente prevedibile, sta deprimendo la domanda. Siamo anche preoccupati - ha aggiunto - per le possibili ripercussioni negative che il calo del mercato ed il conseguente blocco della Sata potrebbero determinare sul sistema dell'indotto di Melfi". Per la Fiom-Cgil, "la Fiat avrebbe dovuto fare una valutazione più puntuale della situazione. In particolare - ha detto il segretario regionale, Giuseppe Cillis - esprimiamo perplessità poichè la Fiat annuncia due settimane di cassa integrazione senza aver presentato un piano industriale a Governo e sindacati".

In nodo degli incentivi - Per il ministro del welfare Maurizio Sacconi a margine del congresso della Fpl-Uil a Bellaria, Rimini, "il tema ancora aperto e non risolto è quello del futuro strategico di Fiat, dal quale poi discendono una serie di altri problemi come quello di Termini Imerese", impianto che l'azienda vuole chiudere. Non si è però sbilanciato sulla richiesta degli ecoincentivi per il 2010, rifacendosi a quello che ha già detto il ministro per lo Sviluppo economico. Claudio Scajola.  Il governo "starebbe infatti valutando un insieme di incentivi per aiutare i consumi e nello stesso tempo diminure i consumi energetici e l'inquinamento", ha confermato ieri Scajola. Gli incentivi per l'auto allo studio dell'esecutivo "saranno inferiori al passato, perchè dobbiamo accompagnare questi prodotti verso l'uscita
dall'incentivazione - ha concluso il ministro - per lasciarli alla libera competizione di mercato".
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...la quantità di cereali necessari per riempire il serbatoio di un Suv con etanolo solo una volta, si potrebbe alimentare una persona per un intero anno...

Mangiare o guidare?

I 107 milioni di tonnellate di grano che nel 2009 sono stati destinati negli Usa alla creazione di etanolo per autotrazione, sarebbe stato sufficiente per sfamare 330 milioni di persone per un intero anno. E' la stima dell'Earth policy institute, che segnala come lo scorso anno più di un quarto della coltura grani degli Stati Uniti non sia arrivato alle tavole, diventando etanolo combustibile.

Ormai negi Stati Uniti ci sono 200 distillerie di etanolo per trasformare il cibo in combustibile, a questo punto la quantità di cereali trasformati in benzina è triplicato dal 2004. A favorire il fenomeno i sussidi agli agricoltori e le leggi che richiedono ai veicoli di usare sempre più biocarburanti.

"Da un punto di vista agricolo, la fame automobilistica per i combustibili basato su colture è insaziabile", spiega l'Epi. Già, perché ipotizzando perfino che tutto il grano degli Usa venga utilizzato come carburante, potrebbe soddisfare al massimo il 18% del fabbisogno di benzina negli Usa.

Con un altro danno collaterale: la domanda di etanolo per auto ha sottratto beni alimentari a prezzi record, mettendo in totale crisi le famiglie più povere in tutto il mondo.

Insomma, la concorrenza auto-persone è totale, l'Earth policy avverte che con la quantità di cereali necessari per riempire il serbatoio di un Suv con etanolo solo una volta, si potrebbe alimentare una persona per un intero anno. Come dire, nella competizione fra auto e persone che soffrono la fame per raccolto del mondo, l'auto è destinata a vi

tratto da:http://luniversale.splinder.com/
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giovedì, 21 gennaio 2010

SOSTENIAMO MARCO PIRINA ,CORAGGIOSO STORICO
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Pordenone. Partigiani titini e foibe,
la Cassazione: "Un'opinione personale"

di Davide Lisetto
PORDENONE (21 gennaio) - Al centro della vicenda il libro "Genocidio" - scritto dal ricercatore Marco Pirina e dalla moglie Anna Maria D’Antonio nel 1995 - nel quale tre partigiani delle valli del Natisone venivano indicati come "responsabili di deportazioni e/o collaborazionisti del nono Corpus e delle armate titine" in vicende legate anche alle foibe. Ne era nata una querelle giudiziaria in quanto i tre partigiani Mario Straulig, Giuseppe Osgnach e Francesco Pregelj si erano sentiti diffamati. Ora una sentenza della Cassazione respinge il ricorso di Pirina e della moglie confermando "in quanto del tutto congrua e niente affatto contraddittoria" la sentenza emessa nel gennaio del 2004 dalla Corte d’appello di Trieste. La Suprema corte ha confermato la condanna al risarcimento dei danni da diffamazione a carico del noto storico che ora dovrà risarcire i partigiani e i loro eredi.

I giudici della Cassazione sostengono che nessuna prova è fornita dagli autori della ricerca contenuta nel libro "Genocidio" in merito al coinvolgimento, nella deportazione e nella scomparsa nelle foibe di civili italiani, dei partigiani che combatterono contro i nazifascisti nelle valli del Natisone insieme alle forze jugoslave del maresciallo Tito tra il 1943 e il ’45. A essere stati indicati come "collaborazionisti" (termine da loro ritenuto ovviamente offensivo e diffamatorio) erano stati i tre partigiani, che poi avevano denunciato gli autori del libro in cui c’era un elenco di 85-90 persone indicate come "responsabili di deportazioni". La Cassazione ha ritenuto, però, "che non fosse indicato il reato specificatamente commesso e che mancasse l’indicazione di una specifica documentazione storica che potesse suffragare l’accusa di coinvolgimento nella scomparsa dei civili italiani".

Mancherebbero, secondo i giudici, le prove storiche dei fatti narrati. "Il libro si limita solo - è scritto nella sentenza - a una generica e complessiva indicazione di fonti, lumeggiando come veri i fatti affermati". Senza così "consentire ai lettori di apprezzare le conclusioni per quello che erano, cioé la personale valutazione degli autori". Assenti citazioni e fonti che potessero portare ad approfondire "l’effettiva esistenza dei fatti e delle condotte".

Lo storico Marco Pirina, apprendendo della sentenza, ricorda: «È bene sottolineare che per le stesse ricerche, in sede penale nel tribunale di Milano, due anni fa sono stato assolto. Non c’è stato ricorso da parte dei partigiani e la sentenza è passata in giudicato. Ora con la pronuncia della Cassazione siamo di fronte a una vicenda kafkiana».
MASSIMA SOLIDARIETA PER LO STORICO MARCO PIRINA
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mercoledì, 20 gennaio 2010

Prezzi: 7 anni di rincari 9.000 euro a famiglia

Ed io pago...!
 

Prezzi: 7 anni di rincari 9.000 euro a famiglia

Le famiglie italiane in sette anni, dal 2002 al 2009, hanno perso mediamente 9.000 euro per i rincari dei prezzi dei beni e dei servizi di largo consumo seguiti all’introduzione dell’euro. E’ quanto denunciano Adusbef e Federconsumatori che hanno condotto uno studio da quando è entrata in vigore la moneta unica.

link di rferimento:http://luniversale.splinder.com/
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lunedì, 18 gennaio 2010

INIZIO 2010: SEMPRE PIU’ SULL’ORLO DEL BARATRO…
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Padova, 15 gennaio 2010

Le festività natalizie sono ormai passate e dopo i lustrini degli abiti eleganti e le tavole imbandite con ogni ben di dio, la dura realtà ha immediatamente cancellato questa illusoria parentesi di speranza e serenità. A dire la completa verità, la sensazione è che la lezione di una crisi durissima che non accenna a diminuire d’intensità, non riesca a far ragionare gli italiani sulle priorità alle quali riservare attenzione, almeno a giudicare dall’enorme successo avuto dai saldi di questi giorni, con tipologie di acquisto privilegianti capi lussuosi e con lunghe file ai negozi piu’ prestigiosi, incuranti delle fregature, ormai fisiologiche, che questa tipologia di vendita riserva ai piu’ creduloni ed ingenui, nonostante le programmate task force comunali di controllo annunciate, mai mai realmente viste all’opera. La gente vive alla giornata, non crede piu’ nella classe politica, in un futuro di false promesse e di una rinascita economica che non potrà mai realizzarsi se non adottando coraggiosi e forse impopolari strumenti legislativi, seguiti da una strategia operativa che operi costantemente nel territorio per farli osservare, senza indugi, debolezze, compromissioni. L’aumento della disoccupazione ha raggiunto livelli impensabili, almeno fino a pochi anni fa, e mentre le piccole e medie aziende continuano a fallire, gli ammortizzatori sociali, che i sindacati confederali irresponsabilmente invocano a pioggia, sono ormai al collasso e non in grado di assicurare se non un piccolo ombrello per quelle situazioni che, per numero di dipendenti e per relativa rilevanza mediatica, costituiscono un osservatorio di costante interesse per l’opinione pubblica. I recenti problemi di ordine pubblico in Calabria hanno prepotentemente riportato d’attualità una situazione che troppo spesso si tende o si vuole far dimenticare e cioe’ lo strapotere delle cosche della criminalità organizzata in una parte della nazione completamente avulsa dallo Stato, costantemente sotto il giogo delle organizzazioni mafiose, con una quantità impressionante di lavoratori extracomunitari clandestini, costretti a ritmi di lavoro e condizioni di vita disumane, tra l’indifferenza e l’appoggio, piu’ o meno velato, di governanti locali e di amministrazioni pubbliche compiacenti. Il dissesto idrogeologico di un Paese che per l’80% è a rischio, e che per bocca dello stesso Bertolaso avrebbe bisogno, per avviare gli interventi necessari, di un minimo di 30 miliardi di euro di stanziamenti è un disperato grido d’allarme nel vuoto, l’indispensabile bisogno di infrastrutture e di ammodernamento tecnologico per porci ai livelli di altri stati europei e per reggere la competitività di un mercato sempre piu’ aggressivo sono solo chimere, mentre si è già posta la prima pietra di un faraonico ponte sullo stretto di Messina che (se) verrà realizzato costerà alla comunità come 4 o 5 manovre finanziarie di ampio respiro. Senza dimenticare la carenza di alloggi, legati ad una politica abitativa mai avviata, il costante ricatto dello strozzinaggio bancario, l’inquinamento ambientale per una lucrosa quanto criminale politica del trasporto su gomma atto a favorire le multinazionali a danno del piu’ efficace e sicuro scorrimento su rotaia, dell’ammodernamento delle strutture sanitarie piu’ obsolete, del degrado e della mancanza di sicurezza che, nonostante le vergognose e demagogiche promesse, non è mai stato come oggi a livelli di guardia. E mentre questa povera Italia è sull’orlo della catastrofe, i pensieri dei nostri compatrioti privilegiano le amenità del Grande Fratello, di Affari tuoi e progettano non la sicurezza di un tetto sotto la testa o di risparmi che garantiscano una vecchiaia serena, ma di fantomatici viaggi alle Maldive o nei Caraibi… Buon 2010 e che Dio abbia pietà , per chi crede in Lui, della nostra abominevole superbia ed arroganza, annunciato preludio di un’autodistruzione che non abbiamo fatto nulla per evitare.
Antonio Ferro, Fiamma Tricolore
postato da: sebastia11 alle ore 17:57 | link | commenti
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IGNOBILE CENSURA
CENSURATO IL SITO: VITAESTMILITIA.SPLINDER.COM
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LA CENSURA COLPISCE ANCORA,COME SEMPRE SI TOLLERANO ,LADRI,CORROTTI,MAFIOSI,AMORALITA VARIE,MA SI CENSURA IGNOBILMENTE UNA VOCE IDENTITARIA NON CONFORME AL SISTEMA:EVVIVA LA LIBERTA DI PENSIERO DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA(DELLE BANANE)
SOLIDARIETA AL GESTORE E  UTENZA DEL SITO VITAESTMILITIA.SPLINDER.COM
postato da: sebastia11 alle ore 15:11 | link | commenti
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