sabato 19 novembre 2011

SENTENZA SCANDALOSA
Uccise la fidanzata: 16 anni a Delfino
Il padre della ragazza: è una vergogna 
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SANREMO (9 gennaio) - E' stato condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione, più altri 5 anni di detenzione in un istituto di custodia e di cura, Luca Delfino, che a Sanremo l'8 agosto 2007 uccise in pieno giorno per strada, con una quarantina di coltellate, l'ex fidanzata Antonella Multari che l'aveva lasciato. Alla lettura della sentenza la madre della vittima, Rosa Tripodi, è stata colta da malore dopo aver esclamato: «Me l'hanno ammazzata una seconda volta. La vita di mia figlia vale 16 anni!». Il padre, Rocco, ha definito «una vergogna» la legge che prevede il rito abbreviato e ha invitato a «farsi giustizia da soli».

La sentenza. Il gup Eduardo Bracco ha infatti dovuto applicare la riduzione di pena di un terzo prevista dal rito abbreviato e ha riconosciuto la seminfermità mentale di Delfino, un'attenuante che ha compensato l'aggravante della premeditazione. Il pubblico ministero Vitore Ferraro aveva chiesto la condanna all'ergastolo e l'isolamento diurno. Bracco ha applicato una pena accessoria a 5 anni di reclusione che Delfino dovrà scontare in una casa di cura e custodia, considerando la sua pericolosità sociale, aggiungendo che la sua scarcerazione sarà subordinata ad una ulteriore valutazione psichiatrica.

Le polemiche dopo l'arresto.
Delfino era stato condannato nei mesi scorsi ad una multa di 80 euro e a 5 mesi di reclusione in due processi per minacce e molestie all'ex fidanzata. La giovane era stata infatti perseguitata da Delfino, che non si rassegnava alla fine della loro relazione. Luca Delfino è inoltre indagato per l'omicidio di un'altra ex fidanzata, Luciana Biggi, accoltellata nei vicoli di Genova un anno prima. Il suo mancato arresto per questa vicenda scatenò una violenta polemica tra il capo della squadra mobile Claudio Sanfilippo e il sostituto procuratore della Repubblica, Enrico Zucca. La sentenza ha suscitato anche la protesta del leader del "Movimento per l'Italia", Daniele Santanchè, che durante un sit in a Roma contro la violenza sulle donne ha commentato: «Quante Antoniette devono ancora morire perché i loro assassini non trovino scorciatoie di legge sulla pena e che dopo pochi anni riacquistino la libertà di uccidere?».

L'omicidio. Delfino, 32 anni, originario di Serra Riccò (Genova), attese armato di coltello che Antonella uscisse dal centro estetico Napa Center, di via Volta (lei era assieme a un'amica), per sfogare la sua furia omicida. Il medico legale contò una quarantina di fendenti - compresi quelli che si era procurata la vittima, nel tentativo di difendersi - alcuni dei quali mortali. Antonella, che il giorno dopo avrebbe compiuto 33 anni, morì sul colpo. Luca Delfino tentò di fuggire, ma fu fermato da un camionista sanremese che lo consegnò alla polizia. La mamma della vittima, Rosa Tripodi, dopo essere svenuta in aula, è stata soccorsa dai medici del 118 che, dopo averla rianimata, l'hanno portata all'ospedale di Bordighera, a bordo di un'ambulanza che la Croce azzurra di Vallecrosia aveva dedicato proprio alla figlia scomparsa.

Il padre della vittima: una vergogna. Durissimo il commento del papà di Antonella, Rocco Multari: «Questa legge italiana è una vergogna. Siamo completamente delusi. Se prima si poteva sperare in un minimo di giustizia, adesso siamo sicuri al cento per cento che la giustizia in questo schifoso paese che si chiama Italia non esiste più per nessuno».

Gli avvocati. Per l'avvocato Riccardo Lamonaca, difensore di Delfino: «E' una sentenza che mi trova d'accordo, perché riconosce il vizio parziale di mente delineato da tutti i consulenti. Gli sono, poi, stati inflitti cinque anni di detenzione presso una casa di cura e custodia, da scontare dopo la pena, che discendono dalla valutazione di pericolosità che è indubbia. Anzi, il mio consulente è stato il primo che ha riconosciuto la pericolosità del Delfino. Dico che è una buona sentenza, perché in linea con le risultanze del processo, ovvero con una perizia che conclude in un certo modo e un giudice che prende atto delle valutazioni del perito». L'avvocato di parte civile, Marco Bosio, ha dichiarato di voler leggere le motivazioni della sentenza, per poi ricorrere in Appello: «La condanna c'è stata. Il giudice ha fatto una valutazione in termini di equivalenza dell'aggravante della premeditazione che è stata riconosciuta e della recidiva, con il vizio parziale di mente. Poi, c'è stata la riduzione per il rito abbreviato. Quindi, è partito da 24 anni, più la continuazione. In merito al risarcimento è stata riconosciuta una provvisionale di 200.000 euro a ciascun genitore, anche se, devo dire, il problema è un altro, ovvero che Delfino è un simulatore e noi continuiamo su questa linea».
postato da: sebastia11 alle ore 21:51 | link | commenti
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giovedì, 08 gennaio 2009

NUOVA INIZIATIVA DELLA FIAMMA TRICOLORE VENEZIAfiamma_tricolore
SABATO 10 GENNAIO
dalle ore 10:00 alle ore 13:00, sarà presente con un presidio organizzato nei pressi del Porto di Venezia con lo spiegamento di uno striscione e un megafonaggio.
In barba a chi decanta l’espulsione immediata di tutti i clandestini o l’immediato rimpatrio la Fiamma Tricolore del Veneto risponde con queste azioni di protesta.
Invitiamo i cittadini che, oltre a sostenere l’azione della Fiamma Tricolore, a riflettere sulla vera “utilità” del voto moderato, tanto sbandierato nell’ultima campagna elettorale, che avrebbe dovuto assicurare la fine degli sbarchi clandestini nonché il ridimensionamento dei flussi immigratori.
postato da: sebastia11 alle ore 17:26 | link | commenti
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VOLANTINAGGIO FIAMMA TRICOLORE VENEZIA  A JESOLO
fiamma_tricolore
Giovedì 8 Gennaio 2009,
JESOLO – Spinti dallo slogan «Ferma l’immigrazione con noi!», gli aderenti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, federazione di Venezia sezione Basso Piave, hanno manifestato ieri pomeriggio contro l’arrivo dei giovani profughi clandestini da Lampedusa. Il sit-in di fronte al centro della Croce Rossa, con la distribuzione di volantini con i quali veniva spiegata la loro posizione e il perché la cittadinanza, non solo quella di Jesolo, dovrebbe mobilitarsi per opporsi al continuo arrivo di immigrati.
      «Stanchi delle solite bugie da campagna elettorale – si legge nel volantino – dove si prometteva il "rimpatrio immediato" - la Fiamma Tricolore denuncia questo insopportabile clima di tolleranza sfrenata sempre e comunque a danno della cittadinanza tradita dai due maggiori schieramenti politici di riferimento, dimostratesi sempre più simili a loro. A Jesolo, ad esempio, fanno a gara, con il benestare di Rifondazione Comunista, per istituire addirittura un comitato di accoglienza. Oramai è provato che il tanto sbandierato ‘voto utile’ è servito solamente a rafforzare un Governo che, senza opposizione efficace, utilizza le risorse pubbliche a scopi totalmente diversi dai bisogni dei cittadini italiani».
postato da: sebastia11 alle ore 14:58 | link | commenti
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mercoledì, 07 gennaio 2009

LA RESA DEL LEGHISTA
( L ENNESIMO TRADIMENTO DELLA LEGA NORD)
Scommettiamo di trovare 1.000.000 di utenti che odiano la LEGA NORD
Jesolo, Maroni dice sì ai profughi
JESOLO
      I giovani profughi nordafricani, sbarcati a Lampedusa, alla fine dovrebbero arrivare; magari meno del previsto (40 invece che 80), forse di una età inferiore (quindi niente 17enni), ma alla Croce Rossa di Jesolo arriveranno. Il blocco che sembrava garantito dal Ministero dopo la telefonata del sindaco Francesco Calzavara, e soprattutto il massiccio intervento della Lega, almeno ufficialmente non c’è stato. Ieri è stato tutto un rincorrersi di telefonate, di ipotesi, di sensazioni, in un vortice che aveva la sua origine a Jesolo, che poi si allargava coinvolgendo la Prefettura, fino ad arrivare alla sede del Ministero. Se e quanti profughi clandestini arriveranno in via Levantina, via aereo con sbarco a Tessera, lo si saprà solo oggi. Il sindaco preferisce non commentare, mentre anche dalla Croce Rossa arrivano conferme: «Siamo pronti ad accoglierli».
postato da: sebastia11 alle ore 14:27 | link | commenti
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PER NON DIMENTICARE
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GENERAZIONE '78
E ti svegli una mattina e ti chiedi cosa è stato,

rigettare i tuoi pensieri sulle cose del passato,

prendi un fazzoletto nero che conservi in un cassetto.

Cominciava tutto un giorno, forse un giorno maledetto,

frequentando certa gente di sicuro differente,

è un battesimo di rito con il fiato stretto in gola,

quando già finiva a pugni sui portoni della scuola,

e inciampare in un destino che ti cresceva dentro da bambino,

ed un ciondolo d'argento che ti tieni intorno al collo,

odio e amore per cercare di capire una logica ideale,

una logica ideale in cui ciecamente credi.



E tua madre piange sola e ti osserva dietro i vetri,

perché sa che non perdona questa guerra,

perché sa che non ha pace la sua terra

Un partito, vecchia storia, un'eredità che scotta,

nell'ambiguità di sempre come un senso di sconfitta,

e ignorare circostanze, giochi assurdi di potere,

che ne sai di quel passato di nostalgiche illusioni,

di un confronto che da sempre si è attuato coi bastoni?

E sentirsi viver dentro, a vent'anni, all'occasione,

per cercar di dare un senso alla tua Rivoluzione.

Poi una sera di gennaio resta fissa nei pensieri,

troppo sangue sparso sopra i marciapiedi

e la tua disperazione scagliò al vento le bandiere,

gonfiò l'aria di vendetta senza lutto, né preghiere,

su quei passi da gigante, per un attimo esitare,

scaricando poi la rabbia nelle auto lungo il viale,

fra le lacrime ed i vortici di fumo,

da quei giorni la promessa di restare tutti figli di nessuno

Pochi giorni di prigione ti rischiarano la vista,

dimmi, come ci si sente, con un'ombra da estremista?

Cosa provi nelle farse di avvocati e tribunali?

Ed Alberto che è finito dentro l'occhio di un mirino,

la Democrazia mandante, un agente l'assassino.

E Francesco che è volalo sull'asfalto di un cortile,

con le chiavi strette in mano, strano modo per morire.

Braccia tese ai funerali ed un coro contro il vento,

"oggi è morto un Camerata ne rinascono altri cento".

E il silenzio di un'accusa che rimbalza su ogni muro,

questa volta pagheranno te lo giuro…



Poi la sfida nelle piazze ed i sassi nelle mani,

caroselli di sirene echi sempre più lontani,

quelle bare non ancora vendicate…

le ferite quasi mai rimarginate.

Ma poi il vento soffiò forte, ti donò quell'occasione,

di combattere il sistema in un'altra posizione,

tra la fine del marxismo e i riflussi del momento,

costruire il movimento tra le angosce dei quartieri.

Ed un popolo, una lotta chiodo fisso nei pensieri

e generazioni nuove in cui tu credevi tanto.

Poi quel botto alla stazione che cancella tutto quanto.

E al segnale stabilito si da il via alla grande caccia,

i fucili che ora puntano alla faccia,

le retate in grande stile dentro all'occhio del ciclone,

tra le spire della santa inquisizione.

Poi le tappe di una crisi, di una storia consumata,

di chi trova la sua morte armi in pugno nella strada,

di chi viene suicidato in una stanza… di chi scappa…

di chi chiude nei cassetti anche l'ultima speranza.

E ti svegli una mattina, sulle labbra una canzone,

e l'immagine si perde sulla tua generazione,

quei ragazzi un po’ ribelli un po’ guerrieri,

che hanno chiuso nei cassetti e dentro ai cuori

tanti fazzoletti neri…
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postato da: sebastia11 alle ore 12:33 | link | commenti
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martedì, 06 gennaio 2009

ORDINE E CONTRORDINE
IL CENTRO DESTRA JESOLANO NELL INCERTEZZA SUL DA FARSI
punto interrogativo
Clandestini a Jesolo, dietrofront
Dovevano arrivare ottanta minorenni da ospitare nella sede della Croce Rossa. Decisiva una telefonata tra sindaco e ministro
Maroni intenzionato a dirottare altrove i profughi provenienti da Lampedusa
Jesolo
      Ed ora i profughi potrebbero non arrivare più. Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo che la diplomazia leghista aveva rafforzato il suo operato, il sindaco Francesco Calzavara ha annunciato che il ministero potrebbe decidere di deviare l’invio in un’altra sede, non più quella di Jesolo.
      Motivo: il gruppo non sarebbe composto da ragazzine di 13, 14 anni (di femminucce ce ne sarebbero state solo 6), ma di maschi diciassettenni.
      «Ho parlato personalmente con il ministro Roberto Maroni – ha riferito – ed ho espresso le forti perplessità sulle caratteristiche del centro rispetto alle notizie che ci erano state date al mattino circa la composizione del gruppo; quindi l’ho invitato a valutare l’ipotesi di non inviare più a Jesolo quei profughi. Sono in attesa di avere ulteriori notizie dalla Prefettura».
      Usa il condizionale, Calzavara, per una vicenda delicata da qualsiasi parte la si guardi; oggi la Prefettura dovrebbe esprimersi, anche se, secondo indiscrezioni, il ministero avrebbe già deciso.
      L’umore dell’assessore alla sicurezza, il leghista Andrea Boccato, dice molto su quello che succederà. «Quello che posso dire – sono le sue parole – è che la Lega aveva sempre sostenuto che c’erano delle forti perplessità sulle caratteristiche del gruppo e sul fatto che spettava a Jesolo accettare o meno l’invio. Qualcuno, invece, ha voluto speculare su tutto questo. Ringrazio il ministro Maroni; è stata rispettata la volontà della città (che nel 2007, con 3mila firme, si era espressa contro l’invio di clandestini a Jesolo) e le caratteristiche turistiche della stessa».
      La vicenda era iniziata il 31 dicembre: Calzavara riceve la telefonata del Prefetto di Venezia, Guido Nardone, che gli comunica l’intenzione del ministero di dirottare alla Croce Rossa di Jesolo oltre un centinaio di giovani clandestini attualmente a Lampedusa. Il 2 gennaio il sindaco incontra di persona il Prefetto: gli viene comunicato che si tratta di 80 adolescenti, in prevalenza ragazze; di fronte a questa notizia tutta la città, Lega esclusa, decide di non tirarsi indietro, anche se chiede tutta una serie di garanzie (invio di forze dell’ordine, scadenza dell’ospitalità non oltre maggio, chi sostiene i costi).
      Ieri mattina l’ultimo incontro che dà qualche certezza (ospitalità fino al 31 marzo, spese a carico della Croce Rossa, invio di poliziotti) e altri dubbi per il primo cittadino: i giovani che arrivano nel pomeriggio di mercoledì in realtà sono quasi tutti maschi, anche 17enni. Da qui le telefonate che si sono susseguite, concitate, fino a quella di Calzavara con il ministro Maroni.
      Ed ora i profughi potrebbero non arrivare più.
      Fino a quella telefonata, aspre le polemiche politiche, con Roberto Rugolotto (Pd) che invitava Boccato a dimettersi e la Lega ad uscire dal consiglio comunale. An che invitata il Carroccio a smetterla con la propaganda politica. La Lega di San Donà che esprimeva solidarietà a Boccato. I circoli di An di San Donà e Musile che annunciavano di appoggiare il senatore Luigi Ramponi nella iniziativa di raccogliere fondi per acquistare regali per quella sorta di festa dell’accoglienza in programma per sabato.
     
Fabrizio Cibin
E MENTRE LORO TENTENNANO:
Un racket sull’asse
Lampedusa-Mestre
Manovalanza per lo spaccio
Mestre
      Giovanissimi, ventenni o giù di lì, in alcuni casi minorenni, senza bagaglio, senza documenti, senza soldi. Arrivano a Lampedusa, scappano dal centro di prima accoglienza, raggiungono Messina e quindi sul ferryboat fino a Reggio Calabria. Da qui è buono qualsiasi treno diretto al Nord, cambio a Roma con destinazione Padova o Mestre. Questo l’asse sui cui si muovono i clandestini che partono soprattutto dalla Tunisia e finiscono a spacciare droga nel veneziano. E se non vi sono riscontri finora sufficienti per parlare di una vera e propria holding che sovrintende all’arruolamento di quella che le forze dell’ordine definiscono la "nuova manovalanza" dello smercio, certo è che di appoggi o riferimenti sul territorio questi disperati ne trovano eccome. L’ultima conferma, domenica scorsa, dal blitz dei carabinieri nel casolare abbandonato di Mirano: all’interno nove tunisini approdati nella più grande delle Pelagie a Natale e dopo nemmeno cinque giorni già approdati nella cittadina dell’hinterland mestrino e immediatamente assoldati come pusher per la vendita al dettaglio dell’eroina. Al loro rifugio, solo all’apparenza di fortuna, i militari del Norm sono giunti dopo l’arresto di uno dei componenti del gruppetto: un ventunenne sorpreso alla fermata dell’autobus in attesa della corsa per Marghera, in tasca quindici dosi.
      Tutti erano stati schedati dalla questura di Agrigento e in quanto sprovvisti di permesso, intimati a lasciare l’Italia entro cinque giorni. Ovvio che in laguna avevano un "gancio" fornito da uno o più connazionali dato che nessuno è in grado di parlare e comprendere se non la propria lingua.
      A spiegare perché, dopo lo sbarco in Sicilia, per molti magrebini l’ultima frontiera sia il veneziano e in particolare Marghera è, secondo gli addetti ai lavori, la continua e costante domanda di droga. L’offerta si sa dirige c’è richiesta: una legge di mercato assecondata al meglio nel caso degli stupefacenti.
      Ed è una battaglia senza sosta quella condotta da polizia, carabinieri, finanzieri e persino vigili urbani che sono riusciti a estirpare gli spacciatori "storici", ora appunto soppiantati da new entry, costituite da persone che non hanno nulla da perdere e che spesso vengono gestite dai "signori" dell’ex padovana via Anelli che cercano regni alternativi da colonizzare e sfruttare.
      Un trend registrato e monitorato da tempo. Marghera infatti offre anche numerose possibilità di radicamento e insediamento data la presenza di tantissime fabbriche dismesse e incustodite. Non a caso il commissariato della Città giardino ha intrapreso un’azione chirurgica di controllo e sgombero di questi ex stabilimenti con relativa istanza di demolizione o di muratura degli accessi.
      Oltre cinquanta gli extracomunitari scovati e sloggiati nel 2008 dagli agenti del dirigente Eugenio Vomiero. Tutti magrebini, in particolare tunisini, qualche sparuto marocchino. Scesi a Lampedusa da una delle tante carrette del mare hanno risalito l’Italia da clandestini per "sistemarsi" alle porte di Venezia. Più della prigione temono il trasferimento nei Cpt. Una volta scarcerati infatti possono continuare la loro attività. Identificati e ospitati all’interno della struttura di permanenza temporanea sanno che subiranno il rimpatrio coatto. Fra di loro, c’era anche "Zico". Lui, tunisino di 22 anni, voleva diventare uno dei "capi" dello spaccio, dopo un anno da clandestino. Per "ripulirsi" aveva convinto Valentina, una coetanea veneziana, a sposarlo: in municipio a Marghera però il bel "Zico" ha trovato i poliziotti. Nel giro di un mese, altri due connazionali hanno tentato lo stesso escamotage per acquisire la cittadinanza italiana e mettersi al riparo dal rischio espulsione: anche per loro al posto della fede al dito, le manette ai polsi.
      Monica Andolfatto
FONTE:http://carta.ilgazzettino.it/MostraOggetto.php?TokenOggetto=245180&Data=20090106&CodSigla=PG
postato da: sebastia11 alle ore 14:24 | link | commenti
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lunedì, 05 gennaio 2009

ALLUCINANTE
Jesolo, alleanza tra Rifondazione e An
per l’accoglienza dei giovani profughi
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      NOSTRO SERVIZIO
      A tre giorni dall’arrivo a Jesolo dell’ottantina di profughi provenienti da Lampedusa si infiamma il dibattito tra forze politiche. Rifondazione bacchetta la Lega, senza risparmiare Pd e Pdl. E stringe inaspettatamente la mano al senatore Luigi Ramponi (nella foto), di Alleanza Nazionale, plaudendo all’iniziativa della festa di accoglienza lanciata dal parlamentare. E intanto il movimento Fiamma Tricolore annuncia per mercoledì, giorno dell’arrivo dei profughi, un rumoroso sit-in di protesta nei pressi della struttura della croce Rossa che accoglierà gli immigrati.
      La presa posizione di ieri porta la firma di Salvatore Esposito, portavoce di Rifondazione per Jesolo e Cavallino Treporti. Al Carroccio grida "vergogna": «Riteniamo, invece, stucchevole la posizione assunta dagli altri partiti, sia dal Pd che dal Pdl. Il problema sembra essere quello di procedere a una riconversione dell'area Cri affinché venga eliminata in partenza la possibilità di utilizzare il campo stesso come struttura adeguata alla permanenza di profughi. Jesolo deve essere la città delle torri e delle Miss Italia, dei Giri d'Italia e degli affari, delle terme e degli spettacoli, del guadagno e del divertimento; per la solidarietà e per i problemi reali non ci deve assolutamente essere spazio. Solidarietà è un termine che dà fastidio».
      Per Esposito, Jesolo continua a rimanere solo la città degli affari: «In questa querelle una sola persona ha avuto il coraggio di mantenere una posizione civile e umana e sinceramente non ce lo saremmo mai aspettato vista la relativa militanza politica. Il riferimento va al senatore Ramponi, che ha non solo chiesto la permanenza dei profughi ma ha addirittura l’organizzazione di una festa per l’Epifania in loro onore. Saremo felici di intervenire e di stringergli la mano. Ma come si concilia questa presa di posizione con l'avversione del centrodestra jesolano?».
      Dalla parte del sindaco Francesco Calzavara - che offre ospitalità, ma chiede anche garanzie al Prefetto sulla permanenza e sull’età dei profughi clandestini - si è schierato il gruppo Uniti per Jesolo: «È auspicabile – dice Nedda Fancio – che le garanzie sull'età e il genere dei profughi, sul periodo di permanenza, sul rinforzo degli organi di polizia e sulla non ricaduta di costi per il nostro Comune, oltre che ad essere promesse, vengano poi mantenute». Contro il Carroccio anche Alleanza Nazionale che ribadisce che il Ministro Maroni è del suo stesso partito e che eventualmente poteva far pressione proprio presso il ministero. Oggi Calzavara sarà di nuovo in Prefettura per discutere, con la presenza dei responsabili della Croce Rossa, i termini della presenza dei profughi nella struttura di via Levantina.
     
Fabrizio Cibin
MA PER FORTUNA CI SONO ANCORA ITALIANI CHE LOTTANO
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La federazione di Venezia comunica che, a seguito delle intenzioni di inviare una parte di immigrati clandestini sbarcati a Lampedusa presso un centro di accoglienza di Jesolo, effettuerà un volantinaggio di protesta davanti alla sede della Croce Rossa di Jesolo, mercoledì 7 gennaio a partire dalle ore 15:00.
postato da: sebastia11 alle ore 15:20 | link | commenti
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domenica, 04 gennaio 2009

CAMERATI ,ITALIANI TUTTI ,VIGILIAMO SEMPRE AFFINCHE QUESTE SERPI VENGANO SCHIACCIATE SUL NASCERE ,QUALSIASI SIA LA LORO NAZIONALITA
3ec474c80a38bd5e6a08d752d7ce1c35NUOVO GRUPPO ANTI NAZIONALE SU FACEBOOK: 
TRST JE NAS, TRIESTE è SLOVENIA
in primis segnalo il link del gruppo vergonoso http://www.facebook.com/s.php?q=trst+je+nas&init=q&sid=111af93446e7f1f82f6fada29f2f5f18#/group.php?gid=40037206089
(in seguito alla scarrettata di insulti che gli abbiamo tirato in un solo giorno sono passati a gruppo chiuso, e quindi nn ci è piu possibile vedere cosa combinano. prima della chiusura erano circa 1500 ebeti che offendono gli italiani e affermano l'appartenenza di trieste alla slovenia)

è completamente inaccettabile che gli sloveni,sempre ben accolti dalla popolazione triestina e pieni di favoritismi ed agevolazioni, affermino l'apparteneza di trieste alla slovenia. il gruppo che lo fa è un gruppo pesantemente offensivo per ragioni storiche e culturali (es. foibe). la presenza di un esigua minoranza slovena in territorio italiano non autorizza certo pretese di questo tipo.
fra i sostenitori del gruppo, da quel che si è potuto vedere prima della "privatizzazione" c'è anche il CONSIGLIERE COMUNALE di rifondazione comunista Iztok Furlanic. complimenti a questo soggetto...

trst je nas oltretutto era il motto dei soldati titini...che hanno fatto svariati genocidi...facebook vieta di pubblicare gruppi che inneggiano a stermini e cose simili. quindi CHI SI ISCRIVE SEGNALI IL GRUPPO e speriamo che lo chiudono

e allora tutti in coro dicamo agli appartenenti al gruppo trst je nas VAFFANCULO!!!!!
SI RINGRAZIA IL GRUPPO DI FACEBOOK:TRST JE NAS, TRIESTE è SLOVENIA. è INACCETTABILE! PER LA SEGNALAZIONE
per le serpi anti nazionali :
Per le strade, per le vie di Trieste,
suona e chiama di San Giusto la campana.
L'ora suona, l'ora suona non lontana,
che più schiava non sarà.

Le ragazze di Trieste
cantan tutte con ardore:
Oh Italia, oh Italia del mio cuore
Tu ci vieni a liberar.

Le ragazze di Trieste
cantan tutte con ardore:
Oh Italia, oh Italia del mio cuore
Tu ci vieni a liberar.

Avrà baci, fiori e rose la marina,
la campana perderà la nota mesta.
Su San Giusto sventolar vedremo a festa
il vessillo tricolor.

Le ragazze di Trieste
cantan tutte con ardore:
Oh Italia, oh Italia del mio cuore
Tu ci vieni a liberar!
postato da: sebastia11 alle ore 09:15 | link | commenti (2)
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ORA DAL CIELO VEGLIA SU TUTTI NOI!!!!
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La sezione del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore ,nelle parole del sottoscritto , rende noto a tutta la cittadinanza della morte,alla veneranda età di 105 anni ,di Vasco Bruttomesso , l’ultimo partecipante alla Marcia su Roma .Vasco è morto l’altra notte in una casa per anziani di Varese.
Fino all’ ultimo respiro no ha mai rinnegato le sue convinzioni politiche e dopo aver ricoperto per tre mandati la carica di sindaco a Carbonate,in provincia di Varese,si era candidato a 104 anni nelle liste della Fiamma Tricolore,come consigliere comunale nel comune di Tradate. Ultracentenario ha partecipato anche a numerose gare podistiche,poiché amante dello sport ed in particolar modo della maratona. Qualche anno fa ,in un’intervista ci ha ricordato che , a soli 19 anni ,aderì al fascismo per amor di patria,lo stesso amore di patria che ha accompagnato la sua carriera politica e la sua stessa vita fino alla morte. Proprio questo è il senso del nostro comunicato,non solo quello di ricordare l’uomo ,ma soprattutto quello di ricordare l’amore di patria che dovrebbe appartenere a tutti gli italiani,come l’impegno per il popolo e per la nazione che si esaurisce solo con la morte. Vile sarebbe non ricordare questi insegnamenti,e ciò va detto a prescindere da qualsiasi colore politico e fondamentale è farlo in tempi come questi ,in cui l’onore è merce sempre più rara e le manifestazioni di continue indecenze verso la patria sono ormai all’ordine del giorno.
L’esistenza e l’esempio di uomini come Vasco ci fanno ben sperare e ci inducono a lottare per una nazione
onorevole ,governata da una politica che non viva di continuo malaffare e di continui scandali, che portano ogni giorno alla scoperta di nuove tangentopoli. Si riscopra la morale .
Onore a te Vasco Bruttomesso e grazie per l’esempio che ci hai offerto in ogni singolo e prezioso giorno della tua vita. Non ti dimenticheremo.
Il segretario della sezione MS-Fiamma Tricolore di Torrice(FR)
Giammarco Florenzani
postato da: sebastia11 alle ore 08:47 | link | commenti (2)
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sabato, 03 gennaio 2009

ECCO L EFFETTO DEL REGALO DI GHEDDAFI
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Venezia, 2 gennaio 2009 - Arriveranno la mattina del 7 gennaio al centro della Croce Rossa di Jesolo 80 immigrati provenienti da Lampedusa. Il sindaco della cittadina, Francesco Calzavara, si è incontrato per questo oggi con il Prefetto di Venezia Guido Nardone  e al termine si è detto soddisfatto e rassicurato dalle parole del rappresentante di governo.
«Ci sono state date garanzie - ha detto Calzavara - e vedremo se saranno rispettate. Garanzie ribadite anche dal Prefetto Morcone, che gestisce i flussi a Lampedusa. Innanzitutto sui tempi, e cioè che prima dell'inizio della stagione estiva, a maggio, sarà già avvenuto il rimpatrio di queti immigrati o verrà trovata per loro un'altra soluzione».

Calvazara ha aggiunto anche di aver avuto garanzie sul fatto che per la sicurezza non vi sarà nessun addebito per l'amministrazione comunale, e che vi sarà, se necessario, un eventuale rinforzo di agenti al Commissariato di polizia.

Il sindaco ha avuto conferma da Nardone che dovrebbero giungere a Jesolo un'ottantina di profughi, tutti minori tra i 10 e i 13 anni, soprattutto ragazze nordafricane. Per Calzavara tuttavia quello della Croce Rossa di Jesolo come Cpt d'emergenza è «un'esperienza da ritenersi conclusa»
da:www.gazzettino.it
SI RINGRAZIA ILBL OG :VOCENAZIONALE.SPLINDER.COM PER LA SEGNALAZIONE
MA COME?E COSI CHE IL MINISTRO DELL INTERNO, IL LEGHISTA MARONI ,MANTIENE LA PROMESSA DI RIMPATRIARE GLI IMMIGRATI SBARCATI NEL ISOLA DI LAMPEDUSA? QUESTA SAREBBE L INTRANSIGENZA LEGHISTA PROMESSA IN CAMPAGNA ELETTORALE?DOPO L APPROVAZIONE DA PARTE LEGHISTA DEL NEFASTO TRATTATO DI LISBONA ECCO ARRIVARE LA NUOVA FREGATURA DI MARCA PADANA CHE NONOSTANTE I SUOI PROCLAMI ROBOANTI SI DIMOSTRA L ENNESIMA BUFALA PER TUTTI GLI ITALIANI
CAMERATA SEBA
postato da: sebastia11 alle ore 08:59 | link | commenti (2)
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