domenica 20 novembre 2011

mercoledì, 21 luglio 2010

Fiamma Futura lancia il nuovo manifesto futurista

1-Il futurismo esalta l’azione contro ogni tipo d’immobilità, preferisce all’inerzia dell’internauta comodamente seduto che digita sulla tastiera, il gesto dell’atleta, del lottatore, del guerriero e dell’artista che plasma il mondo e lo modifica secondo la nuova morale futurista.
2- I futuristi apprezzano la velocità fulminea ed il potente impatto comunicativo della rete, enorme imbracatura elettrica che lega il globo, ma denunciano i pericoli d’alienazione, sedentarismo e d’internazionalismo malsano che essa può produrre.
3- Noi vogliamo elevare a principio immutabile il diritto all’autodifesa dei cittadini con ogni mezzo e senza limite di violenza.
4- I futuristi nel mondo odierno, malato terminale di pacifismo, crocerossinismo, esterofilia, cosmopolitismo virale, quietismo borghese, politicamente corretto e moderatismo pandemico, sono i barbari estremisti ed estremizzanti, ringiovanitori, novatori e virilizzatori che creeranno la nuova Italia.
5- Il futurismo esalta l’eleganza immortale contro le orribili, droganti ed omologatrici mode che ci vengono giornalmente propinate per fiaccare la nostra individualità.
6- Il futurismo esalta la violenza in tutti i campi della vita umana: la violenza verbale contro l’imperante “politicamente corretto” falsificatore dei rapporti umani e batterio della vigliaccheria; la violenza comunicativa contro i tradizionali metodi dei mezzi di comunicazione tiepidi, servi e passatisti; e la violenza della nuova morale futurista contro il dilagare dell’utilitarismo gretto e codardo.
7- Noi disprezziamo e avversiamo il nozionismo, stupido ed inutile trastullo di cattedratici vecchi e pavidi, che appesta la cultura e l’istruzione italiane, vogliamo glorificare le conoscenze tecniche, pratiche e l’insegnamento dei fatti e delle azioni contro ogni teoria vomitata dagli esperti di tutto e capaci di nulla. Al concorrente dei teledomandieri, inutile contenitore di nozioni ammuffite fluttuanti nel vuoto pneumatico del genio ed esaltazione della stupida cultura generale, preferiamo la genialità pratica e creatrice dei lavoratori esperti della propria arte capaci a malapena di scrivere, poiché essi creano, innovano ed esprimono la genialità del popolo italiano.
8- I futuristi condannano l’artificiale, democratico ed umanitario principio d’uguaglianza ed affermiamo che ogni uomo è differente dall’altro così come ogni popolo ed ogni cultura. La diversità è la bellezza stessa del mondo e da essa nasce il genio creatore che non può esprimersi in un mondo omologato e reso artificialmente uguale. Noi vogliamo accentuare le differenze e spingere gli uomini e le culture ad una grande conflagrazione violenta e futurista che rafforzi l’umanità. Ogni popolo si distingue dagli altri per la sua particolare genialità, ne sia orgoglioso, lo difenda e lo affermi violentemente.
9- I futuristi lottano per ringiovanire e rinvigorire il popolo italiano che annega nel pessimismo, rassegnato a tutto ed in balìa degli eventi. Vogliamo l’avvento dei giovani al potere per liberare la patria dei geniali dalla dittatura delle mummie e dei preti. Le migliori idee degli uomini nascono prima dei trent’anni; oltre questa età non devono più avere ruolo di governo, pena l’inumazione della nazione.
Federico Morando
Portavoce Voghera Futurista, Socio fondatore Movimento Futurista
postato da: sebastia11 alle ore 10:56 | link | commenti (2)
categorie:

Dimissioni Buontempo,Tersigni (F.T) :Un esempio per la politica di oggi – “Abbiamo appreso con estrema positività la scelta di Teodoro Buontempo di dimettersi da consigliere provinciale per dedicarsi a tempo pieno alla carica di assessore regionale”, commenta Stefano Tersigni, segretario romano della Fiamma Tricolore. “In realtà ci ha sorpreso poco questo evento, perchè sulle qualità morali di Buontempo nessuno può aver nulla da dire e ha dimostrato ancora una volta di essere un uomo di destra e con dei valori, dando uno schiaffo ai politicanti della poltrona che spesso amano agguantare di tutto e di più come se avessero dei tentacoli al posto delle mani. Davvero complimenti a Buontempo e gli auguriamo di lavorare come sa fare lui, da assessore regionale”, conclude Tersigni.
postato da: sebastia11 alle ore 10:51 | link | commenti
categorie:
sabato, 17 luglio 2010

Aumentano gli occupati stranieri

La realtà è che lo straniero accetta tutte le “condizioni” pur di lavorare: dal lavoro in nero, alla mancanza di sicurezza, straordinario non pagato, mancanza di igiene, etc...E' qui che lo Stato deve fare sentire la propria autorità, rafforzando i controlli e verificando il rispetto della legge. Invece? Le assunzioni di stranieri sono maggiori perfino nelle padanissime regioni del nord, quelle dove la Lega dovrebbe tutelare i territoriali...Insomma, come sempre, il gioco a basso costo del libero mercato globale prevale su tutto, uomini e merci.

Aumentano gli occupati stranieri

Salgono di 147.000 unità i lavoratori extracomunitari, mentre ci sono 526.000 presenze italiane in meno

Lucia Giannini
Perché gli extracomunitari dovrebbero smettere di affollare le carrette del mare? Per via della crisi? La cosa non li riguarda. In Italia nel corso del 2009 sono aumentati gli occupati stranieri (+147mila lavoratori) a fronte di una riduzione degli italiani (-526mila unità). A riferirlo una ricerca della fondazione Leone Moressa. Se fosse un film lo si potrebbe sottotitolare: è iniziata la guerra tra poveri.
«La situazione di crisi - si legge nel rapporto - ha creato un disequilibrio tra le forze di lavoro, determinando una maggiore richiesta di manodopera straniera, almeno in termini assoluti». La realtà è che lo straniero accetta tutte le “condizioni” pur di lavorare: dal lavoro in nero, alla mancanza di sicurezza, straordinario non pagato, mancanza di igiene, etcc.. La Fondazione ha analizzato l’andamento dell’occupazione in Italia nel corso dell’ultimo anno. Il numero degli occupati stranieri è aumentato nella quasi totalitaà dei settori economici; in particolare tale tendenza si evidenzia nei settori dei servizi alle persone e dei servizi sociali in cui la differenza tra il 2008 e il 2009 è stata positiva e pari a oltre 58mila unità, seguita dal comparto delle costruzioni con quasi +27mila lavoratori.
Nel contempo gli italiani sembrano essere stati espulsi maggiormente dal mercato del lavoro nei comparti della manifattura (-209mila lavoratori) e del commercio (-104mila unità), mentre gli stranieri hanno segnato per gli stessi settori un dato negativo nel primo caso (-5mila occupati) e positivo nel secondo (+10mila). Nel Nord la richiesta di manodopera straniera si è fatta più evidente: in queste aree non solo è aumentato il numero di occupati di chi proviene da Paesi esteri, ma il saldo tra italiani e stranieri risulta essere maggiormente sbilanciato. In regioni come Lombardia e Veneto, il differenziale tra le etnie risulta evidente: ad esempio, nel territorio lombardo a fronte di 73mila lavoratori italiani in meno, gli stranieri sono aumentati di oltre 22mila unità. Nel Veneto, si tratta di -56mila occupati italiani contro i +9mila stranieri. Il Lazio è la regione che più di tutte ha visto aumentare in termini assoluti il numero dei propri occupati stranieri: +35mila unità contro i -40mila degli italiani.
Chissà quanti di loro hanno pagato le tasse, quanti le pagheranno, chissà chi pagherà tra 10 anni le pensioni delle signore che oggi fanno le badanti.
si ringrazia per la segnalazione il sito:http://luniversale.splinder.com/
postato da: sebastia11 alle ore 07:54 | link | commenti (2)
categorie:
giovedì, 15 luglio 2010

CHE BANCA!
fiamma_tricolore
Padova, 12 luglio 2010

Tra vuvuzela, scioperi della stampa e leggi bavaglio alcune notizie anche sotto l'ombrellone non devono passare inosservate. Unicredit e Intesa San Paolo, i due giganti del credito nazionale, si trovano al centro di due episodi che sono un paradosso emblematico della situazione del nostro Paese : il salvataggio dal fallimento di una squadra di calcio e il finanziamento di una pellicola cinematografica. Il fatto che Unicredit si accolli i debiti della Roma Calcio per 325 milioni di euro o che Intesa San Paolo finanzi la prossima pellicola di Sorrentino, con Nicolas Cage impegnato a dar la caccia a criminali di guerra tedeschi, per qualcuno potrebbe anche essere un'azione da Mecenate . Ma non è così.

In un Paese che affronta una crisi economica, le priorità del sistema bancario devono essere allineate ai bisogni del popolo italiano rispettando i principi della Costituzione che disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito : questo stride con la realtà, dove le Banche usano la frusta con le piccole aziende, chiudendo i rubinetti del credito, e con le famiglie, inasprendo le condizioni per l'accesso al mutuo casa.

Se quindi per una Banca sono prioritari i mega ingaggi dei giocatori di calcio della Roma rispetto agli stipendi non milionari dei lavoratori della Nuova Pansac in Veneto o della Vinyls in Sardegna, o se il prossimo capolavoro di Sorrentino offra più garanzie rispetto alla concessione di un mutuo a una giovane coppia, allora la Banca è colpevole di andare contro l'interesse nazionale.

Ora la ricetta che lo Stato Italiano ha per far rispettare la Costituzione rimane una sola : nazionalizzare le Banche. Tutte.

Donato Ignelzi Fiamma Tricolore Padova
postato da: sebastia11 alle ore 12:36 | link | commenti
categorie:
martedì, 13 luglio 2010

Istria e Dalmazia: verso un nuovo tradimento?

Un concerto stonato: Il Maestro Riccardo Muti è un grande Direttore d’orchestra ed un Uomo di cultura sensibile ai valori universali dell’arte e della collaborazione internazionale a tutto campo. In questa ottica si deve leggere la sua decisione di dedicare una serata di grande musica alla città di Trieste nella suggestiva cornice di Piazza dell’Unità, e di portare un contributo all’amicizia, anche in chiave europea, chiamando al proscenio orchestrali italiani, croati e sloveni. La manifestazione, programmata per il 13 luglio, ha finito per essere oggetto di strumentalizzazioni politiche fuori luogo: certamente, l’ultima cosa che il Maestro Muti e gli ambienti culturalmente impegnati avrebbero auspicato. E’ sopraggiunta la bella pensata di coinvolgere il Presidente Napolitano ed i suoi omologhi croato e sloveno, Josipovic e Turk, in modo da far coincidere l’incontro con un “abbraccio di riconciliazione” del quale si parla da tempo, sebbene i tre Paesi siano già animati, ormai da parecchi decenni, da rapporti di collaborazione politica ed economica, culminati nell’obbrobrio di Osimo, nel riconoscimento dell’indipendenza di Lubiana e Zagabria da parte italiana senza contropartite di sorta, e nell’avallo di Roma al loro percorso europeo. L’abbraccio, quindi, è anacronistico, immotivato ed intempestivo.
Spiace che alla fine la cosa sia sfuggita di mano a chi avrebbe avuto il dovere di governarla con la normale diligenza del buon padre di famiglia e che il concerto di Muti abbia “steccato” ancor prima di cominciare, grazie ad una disputa a dir poco surreale sulle manifestazioni “collaterali” ed in particolare sugli omaggi che i tre Presidenti avrebbero dovuto offrire a luoghi storici, scelti quali simboli di antichi confronti e di più recenti dolori.
E’ stato detto tutto ed il contrario di tutto: si è parlato di andare a Basovizza come alla Risiera, ed alla fine si è stabilito di deporre le corone di rito alla lapide dell’Hotel Balkan che ricorda l’incendio del 1920, ed al cosiddetto monumento all’Esodo giuliano e dalmata, inaugurato pochi anni or sono davanti alla Stazione centrale. Inutilmente, il Sottosegretario Menia, sebbene sia un autorevole esponente triestino del Governo italiano, ha evidenziato l’opportunità di recarsi a Basovizza, che se non altro è una grande Tomba in cui si richiama alla memoria comune la tragica storia delle Foibe; inutilmente, il Presidente Onorario della Lista per Trieste, Gambassini, ha scritto al Presidente della Repubblica facendo appello all’opportunità di evitare antistoriche provocazioni; inutilmente, si è cercato di ricordare, da parte di talune Organizzazioni, che i fatti del Balkan ebbero origine dal sacrificio di Gulli e Rossi a Spalato e dalle contestuali vicende triestine che provocarono ulteriori Vittime italiane (Cascina e Nini).
Sarebbe stato meglio accantonare polemiche pretestuose ed agire per opportune vie diplomatiche in modo da “governare” attese di parte altrui che strada facendo sono diventate vere e proprie “pretese”, ma tant’è: alla fine, si raccoglie quello che si merita, a costo di svilire la grande cultura nella bassa politica.
C’è di più e di peggio. La vicenda, infatti, ha dimostrato che il mondo degli Esuli conta meno del due di picche, pur avendo grandi istanze ideali da promuovere ed importanti interessi legittimi da tutelare, perché è sempre più diviso, iterando la triste immagine dei capponi di Renzo. Non a caso, la proposta compromissoria di omaggiare il Balkan ed il “monumentino” innanzi la Stazione è partita proprio da un’Organizzazione giuliano-dalmata, in spregio totale delle tesi altrui: ora, anche i tre Presidenti sanno ufficialmente che gli Esuli sono capaci solo di baruffare e che le loro attese possono essere gettate alle ortiche senza alcun problema.
Appena sei anni or sono, il 10 febbraio era stato proclamato “Giorno del Ricordo” dell’Esodo e delle Foibe. Alla luce di queste vicissitudini, sarebbe il caso di modificarne la denominazione, peraltro riduttiva, e sublimarlo in un triste “de profundis”. Purtroppo, non c’è il Comandante capace di promuovere e realizzare una grande e vera “riconciliazione” come quella che chiuse il Natale di Sangue nel celebre “Alalà funebre” di Cosala. Ed i capponi di Renzo, come quelli di manzoniana memoria, continueranno a beccarsi nell’attesa di finire in pentola.
Carlo Montan
postato da: sebastia11 alle ore 17:41 | link | commenti
categorie:
venerdì, 09 luglio 2010

Terremoto, Chiodi: gli incidenti di Roma
provocati da infiltrati alla manifestazione
Un'immagine della manifestazione di Roma (foto Guido Montani - Ansa)
ROMA (8 luglio) - Il giorno dopo la manifestazione dei terremotati abruzzesi a Roma, il governatore della regione Gianni Chiodi accusa: infiltrati dietro gli incidenti. Tesi già espressa ieri dalla questura di Roma. Berlusconi dal canto suo parla di strumentalizzazioni e difende l'operato del governo. Intanto il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, definisce insufficiente l'emendamento del governo che fissa in 120 rate diluite in dieci anni la restituzione di tasse e contributi, con inizio pagamento a gennaio 2011.

Chiodi: infiltrati dietro gli incidenti. «Dalle notizie che ho, e che sono state confermate, la manifestazione era pacifica ma c'è stata l'infiltrazione di persone che preferiscono trovare tutte le occasioni per fare strumentalizzazioni. È questo un rammarico per tutti gli aquilani che non volevano che la protesta degenerasse - dice il presidente della Regione Abruzzo - I fondi per la ricostruzione ci sono, 2 miliardi di euro e sono a disposizione, liquidi, ma sono stati usati solo per 371 milioni di euro. È importante che tutti lavorino per accelerare il piano di ricostruzione. Se c'è una difficoltà del piano di ricostruzione dei centri storici i sindaci possono avvalersi struttura tecnica del commissario. All'Aquila, in ogni caso, sono stati assegnati contributi per 10mila cantieri e quindi i fondi per la ricostruzione ci sono. I cittadini protestano per una serie di questioni perché non hanno ancora visto le norme nero su bianco».

Cialente: ok emendamento, ma non basta. «L'emendamento che fissa in 120 rate, anzichè 60, la restituzione dei tributi e contributi arretrati, e dunque in un periodo di 10 anni anzichè 5, rappresenta un passo avanti da parte del Governo, ma purtroppo non è ancora sufficiente - dice il sindaco de L'Aquila - Resta sempre il fattoche ciò che non è stato versato andrà restituito al 100%. Per essere chiari, fino a stamattina un lavoratore aquilano con uno stipendio netto di mille euro avrebbe avuto una decurtazione in busta paga di 266 euro, restando con uno stipendio di appena 740 euro, da terremotato e magari con un coniuge in cassa integrazione. Con l'emendamento inserito questa sera in finanziaria da parte del Governo, quello stesso lavoratore avrà una ritenuta in busta paga di 134 euro e uno stipendio di 876 euro. In ogni caso, come si vede, si tratta di decurtazioni insostenibili per le famiglie aquilane».

Berlusconi: molta strumentalizzazione. «Non ho ancora visto il resoconto delle forze dell'ordine ma mi pare che ci sia stata molta strumentalizzazione. Noi abbiamo fatto come governo un intervento immediato ed efficace dopo il terremoto. La ricostruzione spetta agli enti locali, al comune e alla regione. Il governo doveva dare i finanziamenti, cosa che è stata fatta finora - ha detto Silvio Berlusconi, in un'intervista a Studio Aperto - Il governo ha fatto il miracolo per come è intervenuto subito dopo il terremoto, come nessun altro paese è riuscito a fare dopo una catastrofe naturale. In meno di 10 mesi abbiamo dato una casa a chi l'aveva persa».

«Berlusconi ha detto parole di cui si dovrebbe vergognare, parole gravissime che sono ulteriore schiaffo a l'Aquila dopo quello che è successo ieri - replica il segretario del Pd Pierluigi Bersani - Berlusconi dice "noi abbiamo già dato ora spetta agli enti locali". In quale altro terremoto è successa una cosa del genere? Noi eravamo al governo quando ci fu il sisma in Umbria e nelle Marche e Berlusconi vada a vedere come governo e enti locali hanno collaborato e come si è sostenuta la ricostruzione».

I sindacati di polizia: scontri opera di provocatori. Gli scontri di ieri a Roma sono stati causati da provocatori, i poliziotti si sono comportati al meglio. Lo affermano i sindacati di polizia, Siulp, Siap, Sap e l'Associazione nazionale funzionari di polizia. «I pochissimi momenti di tensione che si sono registrati tra un gruppo ristrettissimo di professionisti del disordine e gli appartenenti alle forze di polizia durante la manifestazione di ieri dei cittadini aquilani - spiega Felice Romano, segretario generale del Siulp - non intaccano assolutamente la professionalità degli operatori di polizia e le giuste ragioni della protesta dei pacifici cittadini abruzzesi».

«La manifestazione di ieri ha dimostrato a tutti, anche al Governo, che gli aquilani sono uniti, consapevoli e determinati». Anna Bonomi, rappresentante del più importante comitato cittadino, 3e32, spiega il clima a L'Aquila il giorno dopo le manganellate a Roma. «Siamo in mobilitazione permanente, e anche oggi ci riuniremo in assemblea a Piazza Duomo - dice all'Ansa - La gente comune ha capito che ormai solo la Polizia possono metterci contro... ieri a Roma c'erano tanti delusi di questo governo, anche elettori di centrodestra ricreduti. Tutti hanno capito che la propaganda con gli aquilani non attacca più». 3e32 si lamenta anche delle novità nella Manovra: «Poco, pochissimo, non cambia niente. Nessuno ci dice cosa accadrà ai dipendenti e agli stipendi: insomma, è la solita presa in giro. E tutto questo non fa altro che aumentare la partecipazione della gente. Non ci fermeranno».

postato da: sebastia11 alle ore 10:04 | link | commenti
categorie:
mercoledì, 07 luglio 2010

PER NON DIMENTICARE
7 LUGLIO 1972-7 LUGLIO 2010
CARLO FALVELLA-un giovane del FUAN
CARLO FALVELLA-un giovane del FUAN
Falvella venne assassinato durante una rissa tra giovani di opposte fazioni politiche, tuttavia esistono differenti ricostruzioni dell'accaduto. Secondo la testimonianza di Giovanni Alfinito, che al momento dell'aggressione passeggiava in compagnia di Falvella, al momento di rincasare lui e Falvella avevano notato un gruppo formato da tre persone di tendenza anarchica o di estrema sinistra. Al loro incontro era nata una discussione, culminata quando Marini aveva estratto un coltello e vibrato un colpo al basso ventre di Alfinito, che era riuscito a evitarlo. A quel punto Falvella, in difesa del suo amico, si era lanciato contro Marini e i due erano caduti a terra, mentre l'anarchico continuava a vibrare colpi contro il missino che riusciva a schivarli. Marini veniva poi disarmato. Infine Marini e i compagni erano fuggiti, lasciando a terra Falvella e Alfinito, il quale scopriva che nella collutazione Falvella era stato ferito all'aorta. Nonostante la corsa al pronto soccorso e l'intervento chirurgico, Falvella non sopravviveva.[senza fonte] Secondo un'altra ricostruzione dell'accaduto, l'omicidio avvenne in seguito ad un'aggressione a Francesco Mastrogiovanni, un giovane di sinistra che stava passeggiando insieme a Marini e un altro ragazzo, Gennaro Scariati. Marini reagì all'aggressione riuscendo ad afferrare il coltello e colpì Falvella, che morì poco dopo in ospedale.
CAMERATA CARLO FALVELLA: PRESENTE!!!!!!!!!!!!!!!
postato da: sebastia11 alle ore 12:27 | link | commenti
categorie:
lunedì, 05 luglio 2010

UN PROGRAMMA ENERGETICO CREDIBILE
Trovandomi di fronte l’ennesimo articolo propagandistico sulle rinnovabili, mi trovo costretto a dover spiegare perché le rinnovabili non contribuiranno mai significativamente all’approvvigionamento energetico di un paese.
Per cominciare bisogna capire come funziona la rete elettrica. La rete elettrica non trasferisce semplicemente energia, ma potenza e queste sono due cose distinte.
L’energia non sappiamo cosa sia, sappiamo solo che si manifesta in varie forme e che può essere trasformata. La sua unità di misura è il J(joule), ma noi utilizziamo più frequentemente il kWh(1kWh=3600kJ).
La potenza non è altro che l’energia trasferita per istante e la sua unità di misura è il W(Watt che sta per J/s, Joule su secondo). Fornendo una potenza di un kW ad un utilizzatore qualsiasi per un’ora arriveremo ad utilizzare 1kWh.
Se prendiamo una lampadina da 100W e le forniamo 1kWh di energia prima ad 1W e poi a 100W, otteniamo che nel primo caso la lampadina non si accende, e nel secondo sì.
La quantità di energia fornita è la stessa, ma gli effetti sono completamente diversi: nel primo caso abbiamo dilazionato l’utilizzo del kWh nel tempo, ossia abbiamo impiegato 1000 ore, nel secondo caso ne abbiamo impiegate 10. Ma nelle 1000 ore la lampadina non si è accesa un solo secondo, mentre è rimasta accesa per tutte le 10 ore.
La richiesta della rete elettrica è quindi una richiesta istantanea di energia, e quindi potenza è la parola chiave.
Avendo ben presente questo concetto possiamo esaminare il diagramma di carico giornaliero della rete elettrica.
La linea rappresenta la richiesta di potenza della rete elettrica nel corso della giornata, che l’ente fornitore(ad esempio l’ENEL), deve erogare attraverso l’attivazione dei processi energetici nelle varie centrali. Bisogna notare che la potenza erogata deve essere necessariamente pari a quella richiesta: se la potenza erogata fosse superiore, quella assorbita dagli utilizzatori va oltre quella nominale e si potrebbero avere dei problemi di sovraccarico(rottura dei dielettrici negli utilizzatori).
Se la potenza erogata in una determinata ora della giornata è inferiore a quella richiesta, si ha il balck out. Quindi bisogna poter controllare la potenza erogata adeguandola alla richiesta della rete nelle varie ore della giornata.
Viene garantita dall’ente fornitore una potenza  di base rappresentata dalla linea tratteggiata PB, la quale è costante nel corso della giornata.
Quando al richiesta da parte della rete è inferiore, si hanno delle eccedenze di potenza, le quali vengono smaltite da centrali di pompaggio, che garantiscono la prevalenza necessaria a pompare l’acqua da laghetti a valle a bacini di centrali idroelettriche perché l’energia potenziale dell’acqua accumulata qui, venga sfruttata per le punte di carico.
Nel corso della giornata si hanno poi due “punte di carico” che devono essere soddisfatti avviando processi energetici in altre centrali, prevalentemente idroelettriche, le quali hanno un facile avviamento e si prestano molto alle regolazioni di carico.
Tutto questo ci dimostra come la potenza erogata abbia bisogno di un rigido controllo da parte dell’ente fornitore.
Il problema delle rinnovabili “solari”(eolico e fotovoltaico), anche volendo trascurare le basse potenze che mettono in rete, nonché gli alti costi di una tecnologia poco efficiente, è il fatto che sono intermittenti e casuali: noi non possiamo sapere quando il vento soffia o quando il cielo è sereno. Questo è altamente problematico perché la potenza da loro erogata non è regolabile, quindi, se le pale eoliche non girano o il cielo è nuvoloso, si ha un calo di potenza notevole, che, se non fosse sopperito da centrali convenzionali, porterebbe al black out. In Germania il settore eolico e quello nucleare hanno la stessa potenza nominale installata,(cioè che se tutte le pale eoliche, funzionassero a pieno carico la potenza generata sarebbe la stessa dell’intero settore nucleare) ma il nucleare soddisfa il 38% del fabbisogno tedesco e l’eolico solo il 5%.
Dunque finché non ci sarà modo di accumulare l’energia eolica e fotovoltaica in quantità sufficienti per rimediare ai loro cali di potenza, non sarà mai possibile prendere in considerazione il fotovoltaico e l’eolico come “energie del futuro”. Infatti in una rete elettrica non viene accumulata energia(se non in quantità trascurabili), ma essa viene consumata nello stesso momento dell’immissione nella rete: questo è il significato di trasmissioni di potenza. Quando gira una turbina collegata ad un generatore, si genera corrente sulla rete elettrica che trasferisce quasi istantaneamente potenza agli utilizzatori (non esiste nulla di istantaneo, ma si ha uno scarto di diversi ordini di grandezza inferiore al secondo, quindi molto piccolo).
Vista l’inadeguatezza delle rinnovabili solari, occorre utilizzare fonti che possano mettere in rete la giusta potenza nel momento in cui ce n’è bisogno.
In conclusione un programma energetico credibile deve essere basato sullo sfruttamento delle tecnologie già collaudate e pronte all’uso per fornire energia nella modalità che richiede il suo sistema di trasmissione.
-La potenza di base dovrà quindi essere fornita da centrali termoelettriche a carbone nei prossimi venti anni, e, quando sarà pronto un settore competitivo, da nucleare. Questo perché questa forma di centrale richiede tempo per l’avviamento e raggiungimento di una condizione stazionaria.
-I picchi di potenza dovranno invece essere soddisfatti dalle centrali idroelettriche, in quanto non richiedono grandi tempi di avviamento, e la potenza immessa è facilmente regolabile dalla portata acqua che defluisce verso valle, il che le rende la miglior forma di sistema di approvvigionamento energetico.

Davide Balestri – Gruppo Tecnico-Scientifico

postato da: sebastia11 alle ore 13:19 | link | commenti (2)
categorie:
sabato, 03 luglio 2010

CONTRO LO SCELLERATO CONSUMISMO
BALILLA, ABITUATI AL RISPARMIO, PREPARERAI IL BENESSERE TUO E QUELLO DELLA PATRIA !!
postato da: sebastia11 alle ore 07:55 | link | commenti
categorie:
venerdì, 02 luglio 2010

GIOVANI MODERNI, GIOVANI BRUCIATI

Venezia. «Vieni a Jesolo con noi?»
Ventenne violentata da 3 coetanei

di Marco Corazza
VENEZIA (2 luglio) - Violentata dal branco, una ragazza ventenne del Portogruarese riesce a raccontare l'aggressione e a denunciare tre ventenni di San Stino di Livenza. Che ora dovranno rispondere di aver violentato sessualmente la giovane dopo averla ubriacata.

Tutto sarebbe successo la notte del 30 maggio, ma la giovane vittima ha raccontato la vicenda ai carabinieri della compagnia di Portogruaro solo alcuni giorni fa. Sono state le amiche e quindi i genitori della ragazza ad aiutarla nella difficilissima fase di ricordare e raccontare la violenza subita. E i militari del Nucleo operativo dei carabinieri di Portogruaro l’altro giorno hanno eseguito delle perquisizioni a casa dei tre giovani sanstinesi, trovando gli elementi che hanno fatto scaturire la denuncia (il gruppo ora non può essere arrestato, non essendoci più la flagranza del reato).

Il 30 maggio scorso i tre ragazzi sanstinesi, uno di 19 gli altri due di 20 anni, avevano avevano invitato la ventenne a passare qualche ora a Jesolo per il motoraduno delle Harley Davidson. Per i quattro doveva essere una serata all'insegna del divertimento. E così è andata, almeno fino a che i tre ragazzi non hanno invitato la giovane a bere alcol a più non posso. Nella tarda serata sono così ripartiti verso San Stino, ma si sono poi fermati in aperta campagna, al confine con Torre di Mosto.

La vittima ha raccontato di non aver avuto modo di capire cosa stesse accadendo, proprio perché si trovava in una fase di confusione mentale per l’abbondante bevuta di alcol. I tre l'avrebbero così violentata sessualmente a turno, per un’ora, tanto che il racconto della vittima, con diversi particolari inquietanti, lascia senza parole. Tutti sono poi rincasati, ma per la ragazza da quella notte la vita è cambiata totalmente. La ventenne si è chiusa in se stessa e a casa non ha detto nulla della violenza subìta. Nei giorni successivi alla violenza sono arrivati i primi messaggini al suo cellulare da parte del trio, che la minacciava di non raccontare nulla di quello che era successo.

Solo le amiche della vittima sono riuscite a scoprire un po’ alla volta l'intera vicenda, e da qui anche i genitori ne sono venuti a conoscenza. Sono così scattate le indagini del Nucleo operativo dei carabinieri di Portogruaro, che hanno trovato elementi utili alle indagini.

L'altro giorno i militari dell'Arma hanno infatti individuato i tre sanstinesi. Sottoposti alla perquisizione domiciliare, disposta dal pubblico ministero Massimo Michelozzi che coordina l'indagine, sono stati sequestrati i cellulari dei giovani. E qui, tra i messaggi inviati, i carabinieri hanno trovato le tracce delle minacce rivolte alla giovane vittima. Tutti sono stati denunciati a piede libero per violenza sessuale di gruppo, ma i carabinieri starebbero indagando anche su altre analoghe violenze. Non è escluso infatti che per il branco quella non sia stata l'unica vittima, ma solo l'ultima di un programma ben consolidato, in cui potrebbero essere cadute diverse altre ragazze.

Lo accerteranno i carabinieri che cercano aiuto anche tra la popolazione. Chiunque può contattare il 112 per favorire le indagini.
postato da: sebastia11 alle ore 13:08 | link | commenti
categorie:

Nessun commento:

Posta un commento