domenica 20 novembre 2011

GIUGNO,LA FESTA DELLA REPUBBLICA DELLE BANANEbanane380
NASCE COL TRADIMENTO
CRESCE NELLA CORRUZIONE
S'ALIMENTA DEL MALAFFARE
FREQUENTA CRIMINALI POLITICI
S INFETTA D'USURA CONGENITA
SI PROSTITUISCE ALL'IMPERO USA
STA MORENDO SOFFOCATA DALLA CRISI DEL CAPITALISMO
BUON COMPLEANNO
DA UN IDEA DE:LABORATORIO POLITICO FORZA UOMO
postato da: sebastia11 alle ore 18:36 | link | commenti (2)
categorie:
lunedì, 31 maggio 2010

LORO POSSONO TUTTO
Ankara, 31 mag. (Adnkronos/Ign) – Commandos israeliani hanno assaltato nella notte la nave passeggeri turca ‘Mavi Marmara’. Durante l’attacco alla piccola flotta di navi appartenenti ad alcune organizzazioni non governative, in rotta verso Gaza, almeno 15 attivisti filo-palestinesi a bordo sarebbero morti. Una trentina i feriti.
Secondo fonti della Farnesina, al momento, non sembra che vi siano italiani fra le vittime dell’operazione delle forze speciali israeliane. Lo rendono noto fonti del ministero degli Esteri, precisando che a bordo vi erano nostri connazionali, anche se non è ancora confermato il numero. ”Come sempre stiamo continuando a fare le nostre verifiche, ma non sembrerebbe che nella prima imbarcazione colpita, quella turca, vi siano italiani”, spiega la fonte.
Da parte sua, l’esercito israeliano rende noto che diversi volontari sono stati uccisi nell’operazione contro le sei navi dirette verso la Striscia. In un comunicato, i militari precisano che gli attivisti hanno fatto ricorso alla violenza contro i soldati e per questo sono stati costretti a rispondere. Quattro soldati sono rimasti feriti. Fonti non ufficiali, e per il momento senza conferma, parlano di 15 morti e decine di feriti. Secondo i media israeliani, le forze armate con la Stella di David avrebbero cercato di impossessarsi delle navi che volevano forzare il blocco imposto da Tel Aviv nella Striscia. L’emittente ‘Al Jazeera’ ha parlato invece di almeno 2 persone uccise e 31 ferite. L’attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa israeliana. A bordo delle imbarcazioni con gli aiuti umanitari c’era anche un deputato svedese di origine turca, Mehmet Kapla. Per questo l’ambasciatore israeliano ad Ankara, Gaby Levy, è stato convocato al ministero degli Esteri turco per fornire spiegazioni. Il ministro turco Ahmet Davutoglu, in viaggio verso gli Stati Uniti, ha informato il presidente Abdullah Gul e il premier Recep Tayyp Erdogan degli ultimi sviluppi riguardo al blitz. Anche l’ambasciatore israeliano a Stoccolma è stato convocato al ministero degli Esteri svedese. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri Carl Bildt, sottolineando che è cruciale ‘’stabilire velocemente” ciò che è accaduto alle imbarcazioni. ”Stiamo cercando di capire cosa sia successo” ha dichiarato Bildt, che in questo momento si trova in Italia, precisando di aver contattato anche la Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, per assicurarsi che l’Unione europea dia una ”risposta chiara”. E ha precisato: ”E’ una situazione molto grave, che avrà conseguenze serie. Per questo è molto importante chiarire i fatti”.
postato da: sebastia11 alle ore 17:55 | link | commenti
categorie:
venerdì, 28 maggio 2010

L’Europa taglia lo Stato sociale
Ecco i famosi " sacrifici per tutti "...
L’Europa taglia lo Stato sociale
I Paesi europei stanno per varare misure pesantissime per tagliare la spesa pubblica e lo Stato sociale e per ridurre di conseguenza il disavanzo e portarlo a un livello il più possibile vicino al 3% sul Prodotto interno lordo, il tetto fissato dal patto di stabilità dell’euro. E’ una linea di politica economica che vede coinvolto anche un Paese come la Gran Bretagna che non solo non fa parte del sistema dell’euro ma è stato il responsabile numero due, dopo gli Usa, della crisi finanziaria, avendo permesso la massiccia speculazione di banche e società finanziarie operanti nella City londinese e nei paradisi fiscali sotto sovranità britannica. Non si tratta quindi soltanto dei quattro Paesi del PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) in difficoltà o dell’Italia, ma anche delle due prime economie europee, la Germania e la Francia.

Il governo francese e il presidente Nicolas Sarkozy (nella foto) non hanno nascosto la gravità della situazione dei conti pubblici che dovranno essere sistemati anche per resistere meglio agli effetti della speculazione che cerca di far crollare l’affidabilità dei titoli di Stato dei Paesi membri dell’euro sui mercati internazionali e quindi colpire di riflesso la stessa moneta unica. Sarkozy ha annunciato il varo di misure tali da portare il rapporto tra disavanzo e Pil dall’8% di quest’anno al 6% nel 2011 e al 4,6% nel 2012. Fra le altre misure è stato anche previsto il congelamento dei trasferimenti alle comunità locali per circa 50 miliardi di euro, un fatto che contribuirà a far calare ancora il gradimento dell’inquilino dell’Eliseo attualmente molto basso come hanno dimostrato le elezioni regionali che hanno decretato la schiacciante vittoria dei socialisti. La Germania vuole invece realizzare nel 2011 tagli di spesa per 15 miliardi di euro che diventeranno progressivamente crescenti per arrivare nel 2014 a tagli per 45 miliardi.

La Grecia, oltre alle pesantissime misure imposte dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale, con tagli agli stipendi e alle pensioni e aumenti delle tasse su alcolici, tabacchi e benzina, intende puntare sulla lotta all’evasione fiscale che ha raggiunto livelli francamente indecenti. Una svolta che, basata sull’analisi del livello di vita dei singoli, sta prendendo di mira sportivi e gente dello spettacolo, tanto per dimostrare che nemmeno persone molto popolari possono ritenersi al sicuro.
Il governo spagnolo di Josè Zapatero incontra non pochi problemi a far coincidere la sua identità socialista con una politica economica che sarà tutt’altro che “sociale”. Il capo del governo si è giustificato difendendo gli annunciati tagli del 5% agli stipendi dei dipendenti pubblici e la riduzione dell’1,5% della spesa sociale quest’anno e ha ricordato che questa è aumentata del 50% dal 2004, l’anno del suo arrivo al governo. Affermazioni che hanno irritato ancora di più i sindacati che hanno annunciato un sciopero generale in tutto il Paese per tagli giudicati “ingiusti e inutili”. (...)

stralcio tratto da: www.rinascita.eu
tratto dal sito:http://luniversale.splinder.com/
postato da: sebastia11 alle ore 21:40 | link | commenti
categorie:
mercoledì, 26 maggio 2010

E NOI PAGHIAMO
La Corte Costituzionale “regala” pensioni agli extracomunitari
di Anna Maria Greco
Roma – Per l’Inps è un colpo duro. La Corte costituzionale garantisce l’assegno mensile di invalidità anche agli stranieri extracomunitari. Non più solo a quelli che dopo 5 anni hanno ottenuto la carta di soggiorno, come previsto finora, ma a tutti quelli che hanno i requisiti (non certo i clandestini) e non possono lavorare per un handicap.
Così, mentre governo e Parlamento affrontano la crisi comprimendo lo Stato sociale e tirando la cinghia anche per i benefici agli handicappati, la Consulta va in controtendenza e allarga il numero dei beneficiari dell’assegno.
Così tanto, che alcuni prevedono ora il rischio di una forma di una sorta di «turismo previdenziale» in Italia, con l’arrivo di chissà quanti stranieri invalidi o presunti tali, attirati dalla possibilità di essere mantenuti a spese dello Stato, senza lavorare.
La decisione è già stata presa dai 15 giudici costituzionali, anche se ancora non è pubblica. C’è stata una spaccatura, nella riunione a Palazzo della Consulta, ma alla fine la maggioranza ha accolto il ricorso della Corte di appello di Torino, dichiarando costituzionalmente illegittima la norma che attribuisce l’assegno di invalidità, a italiani, cittadini comunitari ed extracomunitari solo se titolari della carta di soggiorno.
È ancora presto per valutare le conseguenze economiche di questo verdetto, ma certo il nostro già disastrato Istituto per la previdenza sociale dovrà fare i salti mortali per far fronte anche a questo onere. L’assegno è basso, 242,84 euro per 13 mensilità, ma bisogna vedere per quanti si moltiplica. E poi, una volta dichiarato invalido civile, un extracomunitario potrà ottenere a cascata gli altri benefici legati allo status, come la ben più cospicua indennità di accompagnamento e le detrazioni fiscali connesse.
Tutto nasce dalla causa di una romena immigrata in Piemonte che, dopo un incidente, è diventata invalida. Le è stato riconosciuto l’assegno perché comunitaria. Ma lei è andata oltre: ha chiesto gli arretrati, che si riferivano a un periodo in cui la Romania non era ancora entrata nell’Ue. La richiesta è stata bocciata, in base a un articolo della legge del 28 dicembre 2000, nella finanziaria 2001, che subordina appunto l’assegno sociale al possesso della carta di soggiorno. Ma in appello, la Corte di Torino si è rivolta alla Consulta, sostenendo che questa norma è «discriminatoria», contrasta con la «Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali» del 1952 e viola l’articolo 117 della Costituzione: quello che obbliga lo Stato a fare leggi, anche in materia di immigrazione, che rispettino ordinamento comunitario e obblighi internazionali.
La Convenzione stabilisce il divieto di discriminazione all’articolo 24: «Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere garantito senza alcuna distinzione di sesso, di razza, di colore, di lingua, di religione, di opinione pubblica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di appartenenza a una minoranza nazionale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione». Un principio bellissimo, ma che deve fare i conti con la realtà e le casse di ogni Paese, lasciando ampio spazio di interpretazione.
Infatti, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha affermato diverse volte che la Convenzione non determina un obbligo per gli Stati Ue di realizzare un sistema di protezione sociale o di assicurare un certo livello di prestazioni assistenziali. In linea di massima, la Corte rispetta le scelte del legislatore nazionale, che devono però avere una giustificazione oggettiva e ragionevole, per non essere discriminatorie. La norma in questione ha voluto restringere il numero dei beneficiari extracomunitari, stabilendo che per avere l’assegno di invalidità l’immigrato deve dimostrare di aver vissuto nel nostro Paese permanentemente per un periodo di tempo e non in modo episodico.
Ma la Corte costituzionale ha spazzato via questa limitazione, affermando che è in gioco un «bisogno primario» dell’individuo. Dunque, tra italiano ed extracomunitario sull’invalidità non ci può essere differenza. E l’assegno deve andare ad ambedue. (ilgiornale.it)
postato da: sebastia11 alle ore 17:40 | link | commenti
categorie:
venerdì, 21 maggio 2010

OGGI COME IERI...........22 MAGGIO1988---22 MAGGIO2010
Giorgio Almirante
n40176618191_5859
Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai.
CAMERATA GIORGIO ALMIRANTE PRESENTE
postato da: sebastia11 alle ore 13:07 | link | commenti (2)
categorie:

FEDERALISMO DEMANIALE? NON VORREMMO ASSISTERE A UNA NUOVA ‘PAPPOPOLI’

Far passare il federalismo demaniale come una misura che va nella direzione della trasparenza e di un miglior utilizzo del patrimonio pubblico è operazione a dir poco discutibile: chi sostiene questa tesi o non conosce bene cosa è avvenuto nella maggior parte dei Comuni e di altre istituzioni locali o rappresenta gli interessi di qualche lobby.
Comuni, Province e Regioni hanno dovuto spendere cifre enormi, per censire il loro patrimonio, perché negli anni quello che era un vero e proprio tesoro è stato abbandonato al suo destino: morosità che hanno raggiunto cifre enormi, immobili con planimetrie non conformi all’originale e poche certezze sull’effettiva titolarità degli inquilini.
E, poi, basta pensare a quello che è avvenuto con l’abusivismo sulle spiagge; o con il patrimonio delle Ipab, lasciti finalizzati a contrastare il disagio sociale, che sono finiti, invece, in mano a ben noti personaggi, che nel centro delle città corrispondevano affitti più bassi di quelli pagati dagli operai in periferia; o, ancora, con ville e castelli, tesori mai valorizzati.
Ecco, prima di esultare per quello che sarà, si faccia un serio esame di quello che non si è fatto in passato, per non ripetere gli stessi errori.
Non vorremmo assistere a una nuova ‘Pappopoli’
TRATTO DA:http://www.teodorobuontempo.it/
postato da: sebastia11 alle ore 12:59 | link | commenti
categorie:
giovedì, 20 maggio 2010

IL CASINO' DI VENEZIA, UNICO AL MONDO!
Padova,14 maggio 2010

Il casinò di Venezia, penso uno dei rarissimi casi
riscontrabili in tutto il globo terracqueo, perde una
valanga di soldi, e aspetta una legge speciale (quindi soldi
di noi cittadini) per salvarsi dalla bancarotta.
Ci sarebbe da ridere, se la faccenda non fosse drammatica:
può una casa da gioco, che per definizione è una
macchina per fare soldi, e questo da che mondo e mondo,
non chiudere i bilanci in attivo?
E' l'ormai boccheggiante condizione imprenditoriale
triveneta che si riflette sui verdi tavoli lagunari? E'
l'incapacità fisiologica che sembra caratterizzi noi
Italiani mentre gestiamo anche il più rodato meccanismo,
quando questo è caratterizzato dalla proprietà pubblica
(nel caso specifico il comune di Venezia)?
E pensare che qualcuno, compreso chi scrive, pensava che la
gravissima crisi del comparto termale a Padova si potesse
risolvere dando la possibilità agli alberghi di aprire
nelle proprie hall delle sale da gioco, per attirare quei
turisti che adesso latitano in modo drammatico, e per
riscrivere il futuro di un importante pezzo di economia del
Veneto. La prima obiezione, la meno "etica", per così
dire (non ho mai preso in considerazione quelle di natura
più confessionale, come se ci fosse differenza fra il
gratta e vinci, il superenalotto, dove lo stato lucra
miliardi di euro, ed una roulette od un black-jack.) è
che la legge non lo consente. Allora, via alla legge
speciale per salvare il casinò di Venezia, ma manco a
nominare una piccola modifica all'attuale normativa per
estendere ad altri soggetti, che non siano le solite quattro
storiche località, la possibilità di gestire case da
gioco.
Negli Stati Uniti, a prescindere da cosa si possa pensare di
quel posto, un intero stato, il Nevada, permette ai suoi
abitanti di godere di un reddito eccezionale grazie
all'industria del gioco. Qui da noi, più mestamente, la
stessa situazione ha bisogno, per sopravvivere, dei soldi
pubblici. E' o non è un casinò? (l'accento a
discrezione.)
Bruno Cesaro Fiamma Tricolore Padova

postato da: sebastia11 alle ore 17:48 | link | commenti
categorie:
mercoledì, 19 maggio 2010

BEN FATTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Udine. I militanti della Destra oscurano
i manifesti con i baci omosessuali
L'azione di copertura dei manifesti (PressPhotoLancia)
UDINE (18 maggio) - Molti manifesti che ritraggono baci omosessuali affissi ieri da Arcigay e Arcilesbica sono stati "oscurati" a Udine nella notte. L'azione è stata rivendicata da La Destra. Patrocinati dal Comune, i manifesti (100 copie a Udine e 100 a Pordenone) ritraggono coppie omosessuali che si baciano davanti a una tavola imbandita con sotto la scritta «la civiltà è un prodotto tipico friulano e dunque l'omofobia non può appartenere a questa terra».

La Destra del Friuli Venezia Giulia, attraverso il responsabile regionale Ernesto Pezzetta, ha rivendicato di aver "oscurato" a Udine i manifesti con il bacio omosessuale realizzati da Arcigay e Arcilesbica. «Lo rivendico - ha dichiarato Pezzetta - assumendone la piena responsabilità. Si tratta di un'iniziativa prettamente politica, in contrapposizione alla scelta fatta dai Comuni di Udine e di Pordenone di patrocinare i manifesti».

Pezzetta, già consigliere provinciale di Udine per due mandati ed ex consigliere comunale a Tarvisio (Udine), ha affermato di poter «andare incontro ad azioni legali. Chi intende procedere lo faccia, se intravede in questa iniziativa politica qualche infrazione alla legge. Potevamo anche restare nell'anonimato - ha aggiunto - ma poiché sono una persona corretta mi assumo la responsabilità di dire che siamo stati noi a oscurare i manifesti».

Il responsabile de La Destra ha quindi concluso dichiarandosi «aperto a un confronto con Arcigay e Arcilesbica: rispetto le persone omosessuali, ma non accetto la speculazione politica che si vuole fare», ha concluso.

Dagli uffici comunali si è appreso che i manifesti oscurati in diversi punti della città saranno ripristinati nel più breve tempo possibile. A Pordenone, invece, c'è stata su facebook una campagna eterosessuale con un manifesto in contrapposizione a quelli "gay" affissi in città.



postato da: sebastia11 alle ore 18:16 | link | commenti
categorie:
martedì, 18 maggio 2010

Attacco in Afghanistan: uccisi due italiani

SEBA 3

KABUL – Due soldati italiani sono stati uccisi e altri due, un uomo e una donna, sono stati gravemente feriti in seguito ad un attacco subito nel nordest dell’Afghanistan. I soldati feriti non sono in pericolo di vita. L’esplosione dell’ordigno ha causato loro ferite gravi, prevalentemente alle gambe: entrambi sono ora ricoverati all’ospedale di Herat.

Le due vittime dell’attentato sono il sergente Massimiliano Ramadu’ di 33 anni, di Velletri (Roma) e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, di 25 anni, della provincia di Bari.

I quattro soldati rimasti coinvolti nell’attentato sono tutti alpini della brigata Taurinense. Si tratta di alpini del 32/0 reggimento genio alpino di Torino.

I FERITI.

E’ il caporale Cristina Buonacucina il militare donna rimasta ferita questa mattina nell’attentato a Bala Murghab. Buonacucina, originaria di Foligno e residente a Moncalieri, era la radiofonista del blindato Lince colpito dall’ordigno. Ha riportato due fratture alle caviglie ed una compressione della vertebra lombare.

L’altro soldato rimasto ferito si chiama Gianfranco Sciré e ha 28 anni ed è di Casteldaccia un piccolo comune vicino Palermo.

LA DINAMICA DELL’ATTACCO – E’ stato un ordigno fatto esplodere contro un blindato Lince a causare la morte di due soldati italiani e il ferimento di altri due oggi in Afghanistan. E’ quanto fa sapere il comando italiano di Herat. Il fatto e’ avvenuto alle 9,15 locali. I quattro si trovavano a bordo di un blindato Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalita’, partita da Herat e diretta a Bala Murghab, verso nord. Dalle prime ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo il convoglio che era in movimento e si trovava a 25 chilometri a sud di Bala Murghab. I feriti sono stati immediatamente evacuati presso l’ospedale da campo di Herat con elicotteri di Isaf.

DIFESA, NON E’ STATO ATTACCO ALL’ITALIA – L’attentato avvenuto stamane in Afghanistan nel quale sono morti due militari italiani e due sono rimasti feriti non e’ stato un attacco mirato all’Italia. Lo ha detto Massimo Fogari, capo ufficio pubblica informazione dello Stato Maggiore della Difesa, intervistato dal Tg1. ”L’autocolonna – ha aggiunto – aveva mezzi appartenenti a tutte le nazioni che compongono la coalizione”.

PROCURA ROMA APRE FASCICOLO SU ATTENTATO – La procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale sull’attentato che a Bala Murghab, in Afghanistan, ha provocato la morte di due militari italiani, il sergente Massimiliano Ramadù ed il caporalmaggiore Luigi Pascazio, ed il ferimento di altri due, Cristina Buonacucina e Gianfranco Sciré. Strage con finalità di terrorismo il reato iscritto nel fascicolo, affidato al pubblico ministero Giancarlo Amato. Il magistrato è in attesa di una prima informativa dei carabinieri del Ros sulla dinamica dell’attentato.

postato da: sebastia11 alle ore 12:47 | link | commenti
categorie:
giovedì, 13 maggio 2010

Treviso. Anziana sorpresa a rubare
al supermercato: «L'ho fatto per fame»

Poverta2[1]--180x140

TREVISO (12 maggio) - Rubava al supermercato per fame, perché lei e il marito non ce la fanno più a campare con i pochi soldi che hanno.

Questa la drammatica confessione di una donna di 70 anni di Treviso che oggi è stata fermata dal personale di una pattuglia della polizia chiamata dai sorveglianti del negozio. Qui la donna era stata scoperta dopo aver sottratto un po' di merce: un detersivo e generi alimentari per un valore di poco più di 12 euro.

Agli agenti la vecchietta ha spiegato di essere stata costretta a farlo, di non riuscire più a comprare generi alimentari o i banali prodotti per pulire casa viste le magre pensioni, la crescita delle spese per servizi, l'affitto e i medicinali. Nel suo portafoglio gli agenti hanno trovato appena pochi euro. La donna non è stata denunciata e l'episodio si è concluso senza conseguenze legali.

postato da: sebastia11 alle ore 14:54 | link | commenti
categorie:

Nessun commento:

Posta un commento