domenica 20 novembre 2011

venerdì, 11 dicembre 2009

Troppi difensori del crocifisso: Nordest
nel mirino del terrorismo islamico

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Allarme del ministero dell'Interno per Natale: cellule integraliste
pronte ad agire. Aumentano i controlli in Veneto e Friuli
di Roberto Ortolan
TREVISO (11 dicembre) - Il Natale, la nascita del Cristo, è un simbolo della cristianità, della cultura e delle tradizioni dell’Occidente. Per questo è da sempre nel mirino del terrorismo di matrice islamica. Questa volta l’obiettivo potrebbe essere proprio il Natale, festività dove l’esposizione del crocifisso e dei simboli del cristianesimo è massima.

Il ministero dell’Interno, con una nota riservata, ha così chiesto alle Prefetture di vigilare e di organizzare minuziosi controlli sul territorio, soprattutto nelle province ritenute a rischio per la presenza di obiettivi sensibili. «È solo routine», è stato detto. Ma gli avvertimenti sono stati messi nero su bianco. E nel mirino ci sarebbero quelle zone del Paese dove più forte è stata la polemica a difesa appunto del crocifisso. Nordest in primis.

Proprio quella nota del Ministero dell’Interno, che si basa su indiscrezioni raccolte dai Servizi attraverso fonti confidenziali, è stata esaminata nel vertice provinciale per l’ordine e la sicurezza che è stato convocato ieri dal prefetto di Treviso Vittorio Capocelli. Il motivo? Anche Treviso potrebbe essere uno dei bersagli dell’eversione e del terrorismo di matrice islamica. Un problema con il quale si era dovuto fare i conti con i nordafricani cacciati dall’Italia perché intercettati mentre organizzavano attentati nel Trevigiano e nel Pordenonese.

Ma questa volta alle forze di Polizia del Paese è stato suggerito di intensificare l’attività di prevenzione e vigilanza proprio in vista del Natale. Proprio la provincia di Treviso, da mesi, è al centro di iniziative in difesa del crocifisso, delle tradizioni e dei simboli del cristianesimo. Ecco perché cellule dell’integralismo islamico potrebbero scegliere proprio il periodo di Natale per colpire l’Occidente.
E tra gli obiettivi, secondo l’intelligence italiana, ci potrebbero essere anche il Veneto e il Friuli. Durante il vertice svoltosi a Treviso è stato così deciso di potenziare l’attività di prevenzione. Toccherà ai questori studiare un piano per scongiurare azioni terroristiche e problemi di ordine pubblico. Piano che dovrebbe prevedere, si è appreso, un rafforzamento dei pattugliamenti del territorio. In verità, è filtrato dal vertice, più che di rischi concreti di terrorismo si tratterebbe di timori. Ma da non sottovalutare.
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giovedì, 10 dicembre 2009

DOPO IL V CONGRESSO NAZIONALE (di Piero Puschiavo)
Puschiavo PRESIDENTE 128
Vicenza, 10 dicembre 2009

L’esito del V Congresso Nazionale della Fiamma Tricolore mi trova, nel complesso, discretamente soddisfatto sia in merito alla sua conclusione sia per quanto riguarda lo svolgimento dell’evento stesso.

La mia mozione “Ritornare Avanti”, benché bocciata nell’iter pre-congressuale, è stata comunque oggetto costante di attenzioni e discussione, di dibattito e di confronto, a dimostrazione di un innegabile interesse verso le problematiche su cui poneva l’accento e quindi contributo fattivo ai lavori del Congresso (così come riconosciuta dallo stesso Collegio di Presidenza).
Ne è conseguita una legittimazione in termini percentuali di rappresentanza in seno agli organi del Comitato Centrale e della Segreteria Nazionale.
Un atto, credo, di sensibilità e giustizia verso quella quota di dirigenza e base militante che l’ha sostenuta. Un atto che correttamente riporta la questione sul piano meramente politico, deludendo inevitabilmente chi intravedeva nella questione unicamente uno scontro personale tra il sottoscritto e il Segretario Nazionale, Luca Romagnoli, sfociante giocoforza in spaccature, scissioni o quant’altro. Così non era e così non è, come ho avuto modo di precisare in più occasioni e in diversi ambiti.

Al di là della discussione sulla scelta delle future tattiche elettorali, questione che lascio volentieri al Segretario Nazionale e che sarebbe stupido ritenere foriera di “alti tradimenti” ideologici, (soprattutto se si parla in ambito locale) ciò che maggiormente interessa è che il Congresso ha sancito l’attenzione sulla linea politica del partito, passaggio ineludibile per un futuro di crescita del partito.
Con questo risultato la Fiamma Tricolore dimostra che al proprio interno, nonostante l’acceso e, aggiungo, giusto e doveroso dibattito, prevale il senso di responsabilità.

La grande partecipazione, il vitalismo e l’interesse espresso dalla componente “movimentista”, magari meno avvezza (e più insofferente) ai burocratismi che regolano alcuni passaggi della vita di partito, ha rappresentato il valore aggiunto della due giorni romana. Una componente militante, animata da grandi aspettative e nobili motivazioni; una base militante che costituisce un patrimonio invidiabile ed irrinunciabile per la Fiamma Tricolore e verso la quale, in tutte le sue componenti, esprimo tutto il mio pubblico ringraziamento, per lo spirito di sacrificio ed il senso di disciplina dimostrati. Voi siete l’autentica anima del partito!

I grandi progetti hanno spesso bisogno di percorsi tortuosi e sofferti, il “tutto e subito” porta quasi sempre al nulla. Occorre una classe dirigente che sappia cogliere gli aspetti della politica istituzionale in tutte le loro sfaccettature, lucida, decisa, incisiva nel tessuto sociale, che non si perda in eccessive astrazioni, filosofeggiamenti o autoconsolatorie utopie. Bisogna guardare la realtà negli occhi cercando di indirizzarla (e magari plasmarla) secondo i sempre attuali insegnamenti del nostro impareggiabile bagaglio storico-culturale.

Ecco perché invito tutti i fiammisti a rimanere compatti in un momento dove masturbazioni mentali su “rivoluzioni di piazza” o “scelte senza ritorno” rappresentano situazioni oggi inattuali, tra l’altro incomprensibili al popolo. È una scelta difficile; non è la ricerca della bella morte, non è più il contesto in cui si dispiegò l’epica della R.S.I. o la lotta armata degli Anni ’70.
I tempi impongono altre strategie, che parlano non solo, ma anche, di elezioni, democrazia partecipativa, di comunicazione, di cittadinanza e res publica, di identità, di territorio e altro ancora.

Chi crede che la politica sia un ufficio di collocamento o una scorciatoia per chi non ha voglia di lavorare, può benissimo scegliere di accasarsi altrove.
A chi invece ritiene coerente e giusto confermare la fiducia alla mia persona, non posso che promettere il costante impegno a rappresentarlo con orgoglio e il più dignitosamente possibile, anche attraverso le indicazioni e le azioni politiche future. È poi mia precisa intenzione coadiuvare la Segretaria Nazionale nello strutturare sul territorio il nostro partito in maniera sempre più capillare, consapevole del fatto che solo un’organizzazione sistematica e operativa può garantire risultati degni della nostra Storia e dei nostri Ideali.

Mi preme infine esprimere il mio personale riconoscimento per il lavoro paziente e a volte oscuro svolto dal Segretario Nazionale (efficacemente affiancato da Valerio Cignetti) nell’ottica di una convergenza tra le forze politiche nazionali e popolari europee, come testimoniato dalla numerosa e qualificata presenza di delegati esteri all’apertura dei lavori, per un futuro continentale identitario, sociale e sovranista.

Sempre sul pezzo e fedele alle consegne!
Piero Puschiavo, Fiamma Tricolore
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martedì, 08 dicembre 2009

Tariffe tornano a salire. Verso +2,8% le bollette del gas a gennaio

Tornano a salire le bollette del gas
ROMA - Dopo un anno di cali tornano a salire le bollette del gas che dal primo gennaio potrebbero registrare un aumento del 2,8%. Vale a dire un rincaro pari a 26 euro su base annua per le famiglie 'tipo' (quelle con consumi pari a 1.400 metri cubi). La stima sull'andamento delle tariffe nel prossimo trimestre gennaio-marzo 2010, arriva da Nomisma Energia che non prevede invece variazioni per le bollette elettriche. Se l'indicazione trovasse conferma nel consueto aggiornamento trimestrale dell'Authority per l'energia, atteso entro fine mese, per il gas si tratterebbe del primo rincaro dopo quattro trimestri di ribassi.
Dal primo gennaio 2010 - spiega Davide Tabarelli, esperto tariffario di Nomisma Energia - le tariffe del metano sono attese registrare un rincaro del 2,8%. Un aumento che, per una famiglia tipo con 1.400 metri cubi consumati in un anno, si tradurrebbe - sottolinea - in una maggior spesa annua di 26,2 euro con il costo del gas che subirebbe un incremento di 1,9 centesimi di euro al metro cubo, a 69,4 cent. Sul fronte della luce, invece, per il primo trimestre dell'anno prossimo gli esperti tariffari di Nomisma Energia non prevedono al momento variazioni.
Anche se - spiega l'esperto - non si può escludere qualche possibile ritocco. A far riprendere la corsa alle bollette del gas gioca, ancora una volta, l'andamento del greggio che dopo mesi in caduta libera, ha ripreso quota nell'ultimo trimestre. E che a ottobre é tornato a 80 dollari al barile. L'atteso incremento dei costi del metano interromperebbe la dinamica di ribassi registrata nell'ultimo anno quando le bollette del gas hanno registrato, nei quattro trimestri consecutivi, cali dell'1%, del 7,5%, dell'1,2% e del 7,7%. Per quanto riguarda l'elettricità le stime si basano sull'andamento dei prezzi di Borsa e dei costi per l'acquisto del gas, principale fonte per la produzione elettrica, mentre per il metano le previsioni sono elaborate in base agli automatismi tariffari legati a greggio e prodotti petroliferi.
"Le stime riguardano gran parte del periodo di riferimento per il prossimo aggiornamento dell'Authority", aggiunge l'esperto sottolineando che la variazione risente dell'andamento delle quotazioni del greggio, "in netta ripresa ad ottobre". E ricordando che le variazioni si basano sulle medie dell'andamento delle materie prime dei nove mesi antecedenti per quanto riguarda il metano. Per la luce, l'aggiornamento è più complesso e - ricorda - tiene conto oltre all'andamento passato dei prezzi dei combustibili, anche dei prezzi in borsa dell'elettricità, delle previsioni per il prossimo anno e, infine, dell'andamento degli oneri legati soprattutto alle fonti rinnovabili.
"Il governo deve intervenire a tutela dei bilanci delle famiglie italiane bloccando le tariffe luce e gas per tutto il 2010", chiede il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. "Qualsiasi aumento delle bollette energetiche in questo momento di crisi - prosegue Rienzi - rappresenterebbe una vera e propria tragedia per i redditi delle famiglie già ampiamente tartassate. Per questo motivo chiediamo al governo un intervento straordinario al fine di salvaguardare i portafogli degli italiani sempre più svuotati dall'andamento imprevedibile del petrolio che si riflette sulle bollette energetiche", conclude il presidente dell'associazione dei consumatori.
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venerdì, 04 dicembre 2009

NESSUN PERDONOmunchlurlooz6

Maltrattamenti in un asilo nido privato

(ANSA) - PISTOIA, 2 DIC - Due maestre di un asilo nido privato di Pistoia sono state arrestate dalla squadra mobile per presunti maltrattamenti sui fanciulli.Le donne, secondo quanto si e' appreso, sono due italiane di 41 e 28 anni. Gli arresti, secondo la polizia, sono stati eseguiti dopo 'una complessa attivita' di indagine', iniziata nell'agosto scorso dopo le segnalazioni e le denunce presentate dai genitori di alcuni bambini che in passato avevano frequentato l'asilo nido.

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giovedì, 03 dicembre 2009

MUTUO SOCIALE SUBITO!!!!!
le-banche-ti-rapinano

Una famiglia su 4 a rischio povertà a causa del mutuo

ROMA - Con il peso di un mutuo sulle spalle é più facile scivolare sotto la soglia di povertà: nel 2010 una famiglia su quattro, tra quelle che acquisteranno la casa chiedendo un finanziamento, sarà "a rischio povertà" a causa di una rata che "si mangia" circa il 30% del reddito disponibile.
La percentuale di famiglie a rischio sale al 37% (una su tre) se si considera chi il prossimo anno ricorrerà al credito per abbandonare l'affitto a favore di un'abitazione di proprietà. A lanciare l'allarme è il rapporto dell'Osservatorio regionale sul costo del credito, promosso dalla Caritas e dalla Fondazione Responsabilità Etica.
Secondo il rapporto, presentato oggi nella sede dell'Abi a Roma, sono maggiormente a rischio i nuclei composti da una sola persona o da un solo genitore con figli a carico, specialmente se il capofamiglia ha un titolo di studio medio-basso o ha un lavoro autonomo. Per loro sarà più difficile sostenere le spese ordinarie (bollette, alimenti, ecc) e aumenterà anche il rischio di non riuscire a far fronte ad eventi straordinari, a partire da quelli più banali: la rottura di un elettrodomestico, la manutenzione dell'auto. I dati evidenziano che bisogna lottare contro "situazioni di esclusione da un bene primario come la casa ai danni delle famiglie più deboli, povere, di giovani o di immigrati", commenta don Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana. "E' assente una politica della casa - sottolineano dalla Caritas - e su questo devono riflettere i soggetti politici, imprenditoriali e sociali".
Il rapporto, promosso da Caritas e Fondazione Responsabilità Etica, si basa su due possibili scenari per il 2010: uno, quello "migliore", nel quale si concretizzano le possibilità di ripresa economica, e uno definito "alternativo", nel quale il recupero dalla recessione tarda a farsi sentire. In entrambi i casi la situazione delle famiglie "a rischio povertà" causa mutuo migliora lievemente rispetto al 2009, grazie alla possibile "evoluzione favorevole dei tassi sui finanziamenti". Restano però, sottolinea il rapporto, "vari elementi di incertezza rispetto alle prospettive per il prossimo anno".
Nel dettaglio, la mappa del rischio per le famiglie con rate superiori al 30% del proprio reddito vede al primo posto la Liguria (34,2% del totale dei nuclei che sottoscrivono un mutuo), seguita da Trentino Alto adige (33,6%), Veneto (31,4%) e Toscana (30,7%). Minor rischio, invece, in Sardegna (14,9%), Basilicata e Calabria (14,1%). Per quanto riguarda le tipologie di famiglie, rischiano di più quelle composte da una sola persona (44,8% di incidenza di rischio), quelle con un solo genitore e figli a carico (29,9%), soprattutto se il capofamiglia è un lavoratore autonomo (32,7%).
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martedì, 01 dicembre 2009

LA GRANDE LEZIONE SVIZZERA

Clamorosa vittoria del referendum anti-minareti in Svizzera. Il 57,5% dice sì a vietarli per legge

È un risultato epocale, proprio perché ottenuto nel centro d’Europa e contro il parere di tutti i principali partiti della Confederazione. Secondo gli ultimi definitivi sondaggi, come riportato dal sito web della Blick Zeitung, gli svizzeri avrebbero chiuso la porta in faccia alla retorica dell’integrazione - secondo alcuni - o all’integrazione stessa secondi altri, con un imponente 59% di sì alla proposta del partito di destra Svp di vietare esplicitamente la costruzione di nuovi minareti.
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venerdì, 27 novembre 2009

FINI E GLI STR...
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Verona, 26 novembre 2009

Salve, sono un “stronzo”, o almeno, ho scoperto di essere tale da quando la terza carica dello Stato, l’arrampicatore sociale per eccellenza, Gianfranco Fini, ha deciso per un giorno di fare il borgataro, mettersi un paio di jeans e dire parolacce.
A ben vedere non sono l’unico, di stronzo, più o meno tutti lo sono nel partito in cui milito, la Fiamma Tricolore erede di quel Movimento Sociale Italiano di cui molti, soprattutto a destra, vorrebbero spegnere la fiamma, oppure rivalutarla a proprio uso e consumo dopo che non sono riusciti a farla morire (o relegarla in qualche armadio delle proprie miserie umane e delle proprie vergogne), il che è anche peggio.
Dicevamo “stronzi”. Giusto.
Le parole di Fini, il politico buono per rassicurare le paure e le fobie borghesi ed inorgoglire i conservatori doc ed ogni colonnello in pensione che si rispetti, hanno turbato la “destra”. Chi si interroga, chi si è offeso.
Io, sinceramente, mi sento abbastanza sereno, come credo i miei camerati, non essendo ancora rimasto folgorato sulla via della teologia anti-nazionale, anzi mi tengo la dotta dizione finiana “stronzo” e me ne frego.
È la mia spiccata sensibilità da “male assoluto” che me lo impone, quasi antropologicamente.
Mi preoccupano invece i troppi miei connazionali che hanno ormai smarrita la capacità di guardare il potere negli occhi e non riescono manco più a riconoscerlo.
E per loro è bell’apparecchiato il teatrino degli schematismi: immigrati tutti demoni o immigrati tutti angeli. Non se ne esce.
La realtà è un’altra: non si può affrontare il problema dell’immigrazione a suon di stronzate.
L’appartenenza non è una patente a punti; l’ottenimento della nazionalità non può considerarsi alla stregua della sottoscrizione di un abbonamento al cinema. Solo lo spirito mercantile imperante può concepirlo in tal guisa: ci sono da fare un sacco di affari, bisogna fare in fretta!
L’immigrazione è una mannaia che quando si abbatte sui popoli crea disastri sia dalla parte di chi emigra sia da quella di chi accoglie. Impoverisce tutti…a parte chi maneggia la mannaia.
E allora si tratta di capire ed individuare di chi è la mano che regge la mannaia.
Ed è un bel comitato d’affari, che arruola esponenti politici, economici, confessionali e tecnocrati: si chiama MONDIALISMO!
Mondialismo che è il rovesciamento del concetto di Impero, che è anti-Tradizione e di cui la GLOBALIZZAZIONE rappresenta solo l’aspetto economico-sociale-finanziario, perché il fine è il mercante che vuole divenire nuovo “imperatore”!.
La Fiamma lo denuncia da sempre, ma è battaglia che porta pochi voti…meglio urlarsi addosso quattro slogan, sapete, nel piatto dell’immigrazione ci mangiano in tanti…
Noi però siamo sempre irremovibilmente per la Comunità Organica di Destino, per il Popolo e per la Nazione, per l’identità e per la diversità, contro l’internazionalismo e l’omologazione, contro l’intolleranza egualitarista che porta ingiustizia, contro l’usura e l’alta finanza apatride.
Ah, dimenticavo...una soluzione?
Tagliare il business sull’immigrazione. Dirottiamo l’otto per mille della chiesa cattolica (che va in gran parte alla Caritas) e il 5 per mille delle organizzazioni che si occupano d’accoglienza (tutto l’indotto che vive del disagio dell’immigrazione) verso progetti governativi bilaterali di cooperazione, studio e sviluppo coi Paesi di provenienza, per creare prospettive di crescita nel luogo d’origine e/o vincolando parte dei contributi di chi lavora in Italia alla realizzazione di investimenti inalienabili in patria.
Un tentativo, così, per provare…
Luca Zampini, Segretario Federale, Fiamma Tricolore
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martedì, 24 novembre 2009

Precipita C-130: sono 5 le vittime, informa l'Aeronautica
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(ANSA) - ROMA, 23 NOV - Tutti e cinque i militari a bordo del C-130, precipitato poco dopo il decollo dall'aeroporto di Pisa, sono morti. Lo si apprende dallo Stato maggiore dell'Aeronautica militare. Cordoglio del presidente del Senato, Renato Schifani. L'aeroporto civile di Pisa, che e' adiacente a quello dell' aeronautica militare e che usa le stesse piste, e' chiuso a causa dell'incidente.
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sabato, 21 novembre 2009

IL VERO PROBLEMA!!
TUTTI I MEDIA SI OCCUPANO DEL CASO DEL TRANS BRENDA
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ROMA - Il corpo del transessuale Brenda, coinvolto nella vicenda del video-ricatto a Piero Marrazzo, è stato trovato senza vita all'interno di un seminterrato andato a fuoco in via Due Ponti 180 a Roma. I magistrati che indagano sulla morte del transessuale stanno lavorando sull'ipotesi di omicidio volontario. Gli inquirenti hanno preso in considerazione anche le piste del suicidio e dell'incidente, ma nel corso delle ore ha preso consistenza la tesi del delitto. Secondo quanto si è appreso, il cadavere di Brenda, seminudo, è stato ritrovato ricoperto di fuliggine. I vigili del fuoco, all'alba, sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando all'interno dell'abitazione del trans. E lì hanno trovato il cadavere, che non presentava segni di violenza.
E INVECE DEI POVERI PADRI DI FAMIGLIA POCHI SE NE OCCUPANO:
Marghera. Crisi Alcoa, bloccata la Romea
Gli operai sequestrano i dirigenti
Socializzazione_delle_Imprese
MARGHERA (20 novembre) - Il gigante americano dell'alluminio Alcoa ha deciso di sospendere la produzione delle fabbriche di Fusina e Portovesme. Negli scorsi giorni dure le proteste dei lavoratori veneti, ma oggi quelli sardi sono andati oltre: hanno occupato la fabbrica e sequestrato i dirigenti.

«Alcoa sospenderà temporaneamente la produzione a Fusina e Portovesme, dove sono interessati duemila addetti diretti e indiretti». È questa la reazione del gruppo Usa alla richiesta di rimborso da parte dell'Ue degli aiuti di Stato ricevuti sulle tariffe elettriche. Per tutta risposta gli operai degli stabilimenti, di Fusina, nel veneziano e l'altro a Portovesme, nel Sulcis Iglesiente, hanno dato il via alle proteste. In Sardegna, i lavoratori sono arrivati a sequestrare la sede dello stabilimento.

Il direttore della fabbrica Marco Guerrini, il vice direttore Sergio Vittori e gli altri dirigenti sono stati trattenuti dai lavoratori in assemblea per chiedere "risposte immediate".

La Commissione europea ha chiesto ad Alcoa di porre fine alle sovvenzioni illegali concesse a partire dal 2006 e di recuperare dal gruppo Usa una parte degli aiuti già versati. Alcoa, che in Italia impiega 2500 addetti, ha replicato alla Ue con una nota in cui annunciala sospensione della produzione nelle due fabbriche italiane contestando quindi la decisione assunta dall'Ue. «Le tariffe - spiega la nota di Alcoa - erano in vigore da più di un decennio ed erano state approvate dalla Commissione nel 1995, anno in cui Alcoa ha acquisito le infrastrutture». Senza le suddette tariffe agevolate, spiega il gruppo, diventa difficile sostenere il consumo di elettricità delle due grandi fonderie. «Il messaggio inviato dalla Commissionea lavoratori e investitori - afferma il gigante dell'alluminio - è che l'industria pesante non è più una priorità».

I dipendenti sardi del colosso multinazionale hanno occupato lo stabilimento di Portovesme (Carbonia-Iglesias) dopo l'annuncio della sospensione delle attività di fusione. La notizia del blocco dello stabilimento è arrivata ai dirigenti sindacali durante un incontro col presidente della Regione Autonoma della Sardegna per discutere proprio del futuro dei 2000 lavoratori sardi dell'Alcoa. I cancelli dello stabilimento sono stati bloccati in uscita e in entrata, mentre in contemporanea è cominciata un'assemblea di tutti idipendenti.

Circa 250 operai metalmeccanici dell'Alcoa sono scesi in strada a bloccare parzialmente per un paio d'ore la viabilità industriale e sulla Romea a Marghera (Venezia) per il rischio chiusura della loro azienda. La protesta è scattata spontanea - secondo fonti sindacali - quando l'azienda ha fatto sapere che chiuderà gli impianti il primo di dicembre mentre, già da lunedì, avvierà le procedure per la cassa integrazione.

I lavoratori chiedono da giorni un incontro con il Governo per risolvere la questione energia e, con la protesta di oggi, il coinvolgimento degli Enti locali a cominciare dalla Regione Veneto perché interloquisca con Roma. Ieri i metalmeccanici di Marghera avevano fatto una manifestazione, 1500 i partecipanti, lungo il ponte translagunare che unisce la terraferma a Venezia.

TUTTI SI STRACCIANO LE VESTI PER IL TRANS, MA PER I POVERI PADRI DI FAMIGLIA NESSUNO FA NIENTE,LA NOSTRA E UNA DEMOCRAZIA STRANA E MALATA!!!!
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giovedì, 19 novembre 2009

CHE VERGOGNA!!!!!

Il governo pone la fiducia per la privatizzazione dell’acqua. Le logiche lobbiste prevalgono sugli interessi nazionali

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Il governo chiede la fiducia, che sarà votata in giornata sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali acqua compresa.
Non bastava il precedente delle ferrovie dello stato o di tutte quelle “aziende di Stato”, che una volta privatizzate poco hanno ottenuto in termini di migliore qualità di servizi, ma tanto hanno ottenuto in termini di guadagno, da parte delle società private acquirenti,con aumento della spesa a carico del cittadino, utente ultimo di questo servizio.
Adesso ci provano, e purtroppo ci riusciranno, con un bene primario come l’acqua!
Tutto ciò malgrado in alcuni Paesi europei, quali la Francia e la Germania, dopo anni di gestione privata delle risorse idriche, si stia ritornando ad una gestione e proprietà pubblica delle stesse.
Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, denuncia all’opinione pubblica il pericolo che una gestione non pubblica delle risorse idriche ad uso alimentare può rappresentare per il nostro Paese, sia in termini di incremento del costo finale del servizio, sia in termini di sicurezza e sovranità laddove il nostro Paese si trovasse, negli anni futuri, coinvolto in una crisi internazionale, e laddove tali reti idriche fossero gestite da multinazionali straniere.
Come si dice a pensare male, spesso ci si indovina.
Giovanni Demarco
Direzione Nazionale Fiamma Tricolore

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