domenica 20 novembre 2011

mercoledì, 18 novembre 2009

GIOVANI ALLO SBANDO

Violenza sessuale: 'branco' violenta 14enne,arresti a Foggia

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(ANSA) - FOGGIA, 17 NOV - Per violenza sessuale di gruppo a una ragazzina di 14 anni i carabinieri del Comando provinciale di Foggia hanno arrestato 4 minorenni. La quattordicenne - e' stato accertato dalle indagini - e' stata attirata con l'inganno in un capannone da uno dei ragazzi che poi ha chiamato il resto del 'branco'. La ragazzina, dopo la violenza subita, insieme con i genitori e una sorella ha denunciato tutto ai carabinieri.
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martedì, 17 novembre 2009

ma questo lavoro le italiane non lo volevano piu fare?

Crisi, ai corsi per badanti
le italiane sorpassano le straniere

punto interrogativo
Tutto esaurito e maggioranza di italiani ai corsi
di Filippo De Gaspari
MIRANO. Più italiane che straniere al corso per badanti. La crisi economica imperversa, segnali di miglioramento non se ne vedono e allora si torna a giudicare appetibili i mestieri che finora venivano lasciati a immigrati da Romania, Moldavia, Ucraina e Brasile. Segni dei tempi che cambiano o semplicemente della crisi che colpisce il mondo del lavoro. Il nuovo corso, organizzato dal Centro regionale migranti in convenzione con l’Asl 13 di Mirano-Dolo è partito ieri da Vigonza, oggi toccherà Ponso e presto arriverà anche a Dolo. Eloquenti i numeri: a Vigonza, su una trentina di iscritti, 20 erano italiani, uomini e donne. A Ponso su 18 iscritti, una sola è straniera. Il sorpasso è avvenuto quest’anno, nell’ultima edizione del corso, che forma collaboratrici per la famiglia. Non solo badanti, ma anche assistenti per disabili e bambini.

Tra marzo e settembre le italiane erano già arrivate a 53% delle iscritte. Un trend in costante aumento da quando l’iniziativa è partita, finanziata dalla Regione, nel 2004, coinvolgendo finora duemila aspiranti assistenti in tutto il Veneto. Cinque anni fa però le italiane erano appena due su cento. «Una delle cause principali di questo cambiamento è la crisi economica - ammette Barbara Bonomi, una delle responsabili - chi oggi è in cassa integrazione o rischia il licenziamento vede in questi corsi gratuiti una possibilità concreta per formarsi e trovare un lavoro oppure, se è più fortunato, per accudire i propri famigliari bisognosi, senza doversi appoggiare a strutture esterne. Per le famiglie, è un bel risparmio». Ma a far aumentare il numero di italiane è anche l’invecchiamento costante della popolazione.

«Quello dell’assistenza agli anziani diventa un settore che non rischia crisi - spiega Bonomi - e le donne venete non lo vedono più come un lavoro svilente». Sui banchi, le italiane partono senz’a ltro avvantaggiate. Tra i temi del corso non manca infatti la cultura veneta, cui viene dedicato un intero volume. Spiega Marco Vettorazzo, direttore del Centro: «Oggi per accudire un anziano bisogna conoscere non solo aspetti di geriatria, psicologia e igiene, ma anche abitudini alimentari, religione e cultura locale».
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Famiglie veneziane al collasso
Il 45% fa la spesa a rate

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Risparmi falcidiati, il 45% dei nuclei fa la spesa a rate
di Mitia Chiarin
Il 44% delle famiglie veneziane ha quest’anno visto peggiorare la propria situazione economica rispetto al 2008 e per il 13 per cento si tratta di peggioramenti notevoli. Aumenta l’indebitamento delle famiglie veneziane. Lo dice una indagine condotta dal Centro Studi Sintesi.

L’indagine è stata condotta su 500 famiglie del Comune di Venezia, una piccola parte delle 129 mila 190 e stimate nel bilancio socio-ambientale 2008 del Comune. Cosa dice la ricerca? Il 44% delle famiglie veneziane nel 2009 ha visto peggiorare la propria situazione economica. Solamente il 15% delle famiglie è riuscito a risparmiare parte delle entrate dell’anno. Sei famiglie su dieci invece hanno speso invece tutto quello che hanno guadagnato. E un buon 21 per cento, dicono i dati, ha dovuto attingere a risparmi degli anni precedenti per fare fronte alle maggiori spese.

Altri segnali della difficoltà delle famiglie alle prese con i bilanci di casa: due famiglie su 10 pagano un mutuo per la casa e il 14% di queste ha avuto difficoltà a pagare le rate nell’ultimo anno. Ancora, il 45 per cento delle famiglie compra a rate, perché altrimenti non si potrebbero permettere i prodotti di cui necessitano. Nel caso dei single, il dato sale al 55 per cento. E il ricorso al pagamento rateale è così diffuso che si stima che il 41 per cento delle famiglie stia attualmente pagando un finanziamento ma per una quota del 14 per cento ci si trova a pagare contemporaneamente due diversi finanziamenti. Rispetto ad un paio d’anni fa, il numero delle famiglie che fa ricorso al credito al consumo è salito di conseguenza al 43 per cento.

L’indagine del Centro studi Sintesi è andato ad analizzare la situazione economica, le variazioni delle spese di ogni famiglia, la capacità di risparmio e la propensione all’indebitamento arrivando così a dividere gli intervistati in tre diverse tipologie che ne identificano il rischio di indebitamento. Rischio che tiene anche conto dei possibili aiuti ovvero del sostegno dei parenti e delle strutture a cui rivolgersi in caso di necessità di un aiuto economico. Dall’esame dei bilanci familiari, la ricerca evidenzia che la maggiore propensione della provincia di Venezia verso il credito al consumo.


Dal 2008, infatti, si assiste ad un maggiore ricorso al credito per far fronte alle necessità di spesa delle famiglie che riguardano in particolare il consumo più che l’investimento su beni durevoli. E il ricorso al debito per il consumo, spiega la ricerca, «subisce una accelerazione in provincia di Venezia che è di intensità superiore a quanto verificato nel Veneto». E sono le società finanziarie più che le banche a promuovere questi servizi e ad erogare i crediti con una particolare accentuazione proprio in ambito provinciale.
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Un milione e mezzo di disoccupati. Boom della Cassa Integrazione

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Tratto da Repubblica Di Roberto Mania ROMA - Un milione e mezzo di nuovi disoccupati. Tanti sono coloro che nei primi nove mesi di quest’anno hanno chiesto all’Inps l’indennità di disoccupazione, quella ordinaria o con i requisiti ridotti. A loro vanno aggiunti gli oltre 60 mila che, sempre da gennaio a settembre, sono entrati nelle liste di mobilità e quindi sono a un passo dal licenziamento. Nel limbo restano i cassintegrati in attesa che i mercati mondiali riprendano sperando che le proprie aziende non debbano ricorrere a cure drastiche di ristrutturazioni, con tagli alle produzioni e al personale. Ma intanto le ore di cassa integrazione marciano spedite verso il record: a ottobre hanno superato quota 716 milioni contro gli 800 milioni toccati nell’annus horribilis che fu il 1984.
È l’Italia che perde il lavoro, che ha già ridotto il suo tasso di occupazione (dal 59,2 per cento al 57,9 per cento), e che ha aumentato il tasso di disoccupazione dal 6,8 per cento del 2008 al 7,4 per cento. È l’Italia che in un anno ha perso oltre 200 mila lavoratori con contratto a tempo determinato, e circa 210 mila di lavoratori autonomi, tra finte “partite Iva” e collaboratori. E poi tanti altri precari che però non rientrano nelle statistiche ufficiali.Questa è la faccia sociale della crisi. Che passa dai grandi gruppi multinazionali, alle piccole imprese; dai mega call center agli impianti siderurgici; dalle aziende della sanità privata agli artigiani dei distretti. Che va dal nord a sud senza soluzione di continuità. “I dati - sostiene Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil - smentiscono la tesi di chi dice che la crisi è finita. La verità è che il 2010 sarà un anno drammatico per l’occupazione. E gli ultimi 3,5 miliardi per finanziare il rinvio dell’acconto Irpef sono buttati per la propaganda: non serviranno a nulla. Mentre basterebbe la metà per sostenere il reddito dei co. co. pro che perdono il lavoro e per allungare la durata della cassa integrazione”.
La crisi vive anche di drammatici paradossi. Come quello della grande Nestlé, multinazionale dell’industria alimentare, produzione notoriamente anticicliche. Dal palco di Piazza del Popolo è stato ieri il delegato Cgil dello stabilimento di Parma, Alessandro Grossi a raccontare che dal ‘96 a oggi la Nestlé ha diminuito gli impianti da 19 a 5, depauperato il territorio industriale, con un ricorso spropositato agli ammortizzatori sociali per far quadrare i bilanci e “soddisfare gli azionisti”. Poca industria, dunque, e molta ricerca del profitto. Nello stabilimento parmense 44 persone sono in cassa integrazione straordinaria, 30 in mobilità e 90 in cig ordinaria.
Così pezzi di industria rischiano di scomparire, come l’Alcoa (alluminio) con duemila dipendenti in Italia e l’annuncio che il 30 novembre chiuderà lo stabilimento sardo di Portovesme. Licenzia l’Eutelia (1.200 persone su un totale di circa 2.000), azienda dell’information technology, in una vicenda dai contorni poco chiari. Non ricevono lo stipendio da otto mesi i 1.600 dipendenti di Villa Pini d’Abruzzo di quel Vincenzo Angelini coinvolto nello scandalo della sanità abruzzese. Non pagano da tre mesi nemmeno all’Omega (call center) di Pistoia. Qui i lavoratori sono ricorsi alla “cassa di resistenza”. Vecchi strumenti per la crisi più lunga del dopoguerra.
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venerdì, 13 novembre 2009

«Venezia si spopola e muore»: in laguna
domani va in scena il funerale della città

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L'associazione Venessia.com ha organizzato le esequie:
una bara fucsia navigherà lungo il Canal Grande con corteo
VENEZIA (13 novembre) - La notizia sta facendo il giro del mondo: Venezia si prepara a celebrare il funerale di se stessa. Gli abitanti sono scesi sotto la soglia "critica" dei 60mila: un tetto che, secondo l'associazione Venessia.com segna una sorta di punto di non ritorno verso il declino abitativo della città e la sua conseguente morte.

Le "esequie" si terranno domani: l'avvio del corteo acqueo è previsto per le 11.30, con partenza dalla Stazione dei treni di Santa Lucia. Qui una bara fucsia verrà caricata su una "balotina", imbarcazione colorata tipica della laguna, e che sarà vogata dalla Remiera Casteo: a seguire numerose Caorline, messe a disposizione dal Coordinamento delle Remiere di Giovanni Giusto, nonché tutte le imbarcazioni che vorranno accodarsi al corteo funebre.

A mezzogiorno è previsto l'arrivo a Rialto, davanti a Ca' Farsetti, del corteo doveverranno pronunciati i discorsi, verrà letta una poesia di Gilberto Gasparini si terrà una performance dell'attore Cesare Colonnese e del pianista Paolo Zanarella.
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mercoledì, 11 novembre 2009

LE NOSTRE TRADIZIONI
La Festa di S. Martino
Come in uso in altre parti d'Italia anche in laguna per S.Martino si faceva festa con i prodotti di stagione come vino e marroni, tanto che una delle filastrocche diceva:
Questa xe la sera bela,
Che se sta in canton del fogo,
Coi maroni atorno, atorno,
E con un bon bozzon de vin,
Farghe viva a S.Martin.
Più famosa e ricordata ancora oggi è invece questa filastrocca:
San Martin xè andà in sofita
A trovar la so novizia
La so novizia non ghe gera
'L xè cascà con cul per tera
El s'à messo 'n boletin
Viva, viva San Martin
Ma la festa di S.Martino a Venezia è ancor oggi ricordata soprattutto per i ragazzini (purtroppo sempre meno) che l'11 novembre girano con pentoloni e campanacci per i negozi chiedendo qualcosa in dono e cantando, oltre al ritornello di S.Martino campanaro, anche filastrocche più complesse:
Oh che odori de pignata!
Se magnè bon pro ve fazza,
Se ne de del bon vin
cantaremo S.Martin
S.Martin n'à manda qua
Perché ne fe la carità
Anca lu, co'l ghe n'aveva
Carità ghe ne faceva.
Fe atenzzion che semo tanti
E fame gavemo tuti quanti
Stè atenti a no darne poco
Perché se no stemo qua un toco!
Due poi erano le conclusioni della filastrocca a seconda che i bambini avessero ricevuto in dono qualcosa, caramelle, soldi, cibo:
E con questo la ringraziemo
Del bon animo e del bon cuor
Un altro ano ritornaremo
Se ghe piase al bon Signor
E col nostro sachetin
Viva, viva S.Martin.
O, non avessero ricevuto niente:
Tanti ciodi gh'è in sta porta
Tanti diavoli che ve porta
Tanti ciodi gh'è in sto muro
Tanti bruschi ve vegna sul culo.
Festa di S.Martino
Per comprendere quest'antica festa che si celebra l'11 novembre bisogna ricordare la vita del santo e la famosa leggenda che si lega al suo nome.
Vita di S.Martino:
Martino nasce in Pannonia, l'odierna Ungheria nel 316. Figlio di un ufficiale romano fa parte della Guardia Romana fino ai 15 anni. Martino conobbe il cristianesimo frequentando di nascosto le assemblee dei cristiani. Le cronache narrano di lui come un uomo di straordinaria umiltà e carità, doti che sono alla base delle leggende che si raccontano sulla sua vita, tra cui, oltre a quella famosa del mantello, anche quella che narra come Martino trattasse il suo attendente militare alla pari di un fratello, tanto da tenergli puliti i calzari.
Martino ottenuto dall'Imperatore l'esonero dal servizio militare si recò a Poiters dove fu battezzato e ordinato sacerdote dal vescovo S.Ilario. Tra le molte vicende della sua vita merita d'essere ricordata l'erezione, da lui voluta, dei monasteri di Ligugè e Mamontier, e il suo operato come vescovo di Tours. Martino morì a Candes 11/11/397 e fu poi sepolto nella cattedrale di Tours. In Francia S.Martino è il primo patrono della nazione. Merita d'essere ricordato che in arte S.Martino è tradizionalmente raffigurato sul cavallo mentre compie il gesto del taglio del mantello.
Leggenda di S.Martino:
era l'11 novembre, un giorno piovoso e freddo tanto che Martino galoppava sul suo cavallo ricoperto dal mantello. A un certo momento Martino incontra sul suo cammino un vecchio coperto di pochi stracci, barcollante e infreddolito. Martino vuole aiutarlo ma non ha né denaro, né una coperta da offrirgli e così prende il suo mantello e con la spada lo taglia a metà donandone una parte al vecchietto. Poco dopo mentre Martino galoppa felice per aver compiuto quel gesto caritatevole, il clima si riscalda e dalle nuvole spunta un sole radioso. Ecco l'estate di S.Martino, come ancor oggi vengono chiamate le belle giornate di novembre. Giunta la notte Martino sogna Gesù che con il mantello in mano lo ringrazia per quel gesto di compassione.
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martedì, 10 novembre 2009

PDL=PD=MALAFFARE
Bufera su Cosentino, il gip:
«Sostegno elettorale dai Casalesi»simbolomafiadellostato-298x300
NAPOLI (10 novembre) - Il Pdl è sotto choc: il gip ha deto sì agli arresti per il sottosegretario all'Economia e coordinatore campano del parito Nicola Cosentino. Per il gip, Cosentino «contribuiva, sin dagli anni '90 a rafforzare vertici e attività del gruppo camorrista facente capo alle famiglie di Bidognetti e Schiavone». Questo si legge nel capo di imputazione per concorso esterno in associazione mafiosa emesso dagl gip Raffaele Piccirillo. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che si compone DI 351 pagine, è stata trasmessa alla Camera per l'autorizzazione all'esecuzione.

Da tale sodalizio Consentino «riceveva puntuale sostegno elettorale in occasione alle elezioni a cui Cosentino. Partecipava quale candidato diventando consigliere provinciale di Caserta nel 1990, consigliere regionale della Campania nel 1995, deputato per la lista Forza Italia nel 1996 e, quindi, assumendo gli incarichi politici prima di vice coordinatore e poi di coordinatore del partito di Forza Italia in Campania, anche dopo aver terminato il mandato parlamentare del 2001». Cosentino avrebbe in particolare «garantito il permanere dei rapporti tra imprenditoria mafiosa, amministrazioni pubbliche e comunali».

Nel capo di imputazione si fa riferimento, inoltre, a «indebite pressioni nei confronti di enti prefettizi per incidere, come nel caso della Eco4 spa (società che operava nel settore dei rifiuti, ndr) nelle procedure dirette al rilascio delle certificazioni antimafia».

Cosentino è anche accusato di aver cerato e cogestito «monopoli d'impresa, quali l'Eco4 spa e nella quale Cosentino esercitava, in posizioni sovraordinata a Giuseppe Vitiello, Michele Orsi (ucciso poi in un agguato di camorra, ndr), e Sergio Orsi, il reale potere direttivo e di gestione, così consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando delle attività di impresa per scopi elettorali, anche mediante l'assunzione di personale e per diverse utilità».

Il Pdl è sotto choc. La richiesta di autorizzazione all'arresto per Nicola Cosentino è arrivata alla Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio poco prima di mezzogiorno, come ha confermato il presidente della Giunta Pier Luigi Castagnetti. Cosentino è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, a causa di presunti contatti con il clan dei Casalesi nell'ambito di un procedimento scaturito dalle rivelazioni di alcuni pentiti. Cosentino è stato fin qui dato in corsa per la poltrona di presidente della Regione Campania per il Pdl. L’arresto non è esecutivo, visto lo status di parlamentare di Cosentino: la richiesta sarà trasmessa a Montecitorio.

Il sostegno di Berlusconi. Questa mattina, il coordinatore campano del Pdl avrebbe avuto, a quanto si apprende, un colloquio telefonico con Silvio Berlusconi. Il premier avrebbe invitato Cosentino a tenere duro e ad andare avanti. Del resto, ricorda chi gli è vicino, il sottosegretario è l'unico che ancora non ha visto le carte e che non sa nulla. La richiesta d'arresto, sostengono, sarebbe finalizzata a bloccare la candidatura alle regionali, con accuse definite ridicole. Certo è però che adesso torna in discussione lo schema che sembrava consolidato di affidare il Lazio ad An e la Campania a Forza Italia. Se la candidatura di Cosentino dovesse saltare, si riaprirebbe la strada per Pasquale Viespoli. Un nome, però, che rimetterebbe in gioco anche la candidatura di Renata Polverini nel Lazio. Su questo fronte, crescono le voci che danno Antonio Tajani pronto a tornare a fare politica nella sua regione. A quanto si apprende, in una telefonata con Berlusconi, il commissario Ue avrebbe assicurato nei giorni scorsi la propria disponibilità. La decisione spetta al Cavaliere ed è legata (ma non necessariamente, fanno notare fonti parlamentari di maggioranza) alla corsa di Massimo D'Alema alla poltrona di ministro degli Esteri Ue. C'è anche chi non esclude un rientro di Tajani in ogni caso, magari per un posto di governo.

Solidarietà è stata espressa dal Pdl campano, mentre Cosentino commenta: «Me l’aspettavo. Tanto tuonò che piovve. È una situazione che di processuale ha ormai assai poco e avvilisce i diritti di cittadinanza che la Procura della Repubblica dovrebbe tutelare».

Il presidente della Camera. Intervistato da SkyTg24 Gianfranco Fini ha spiegato che la candidatura di Nicola Cosentino alla guida della regione Campania non credo «sia più nel novero delle cose possibili».

La difesa di Ghedini. «Nicola Cosentino ha sempre svolto con passione e onestà l'attività politica. Le accuse mosse appaiono tanto più incredibili ed inconsistenti solo ad osservare che da moltissimo tempo sono annunciati, a mezzo stampa, indagini e provvedimenti nei suoi confronti, al solo evidente fine di screditarlo ed impedire una fisiologica ed ottima candidatura alla guida della regione Campania». Così Niccolò Ghedini (Pdl) interviene in una nota a difesa del sottosegretario Cosentino sul quale pende una richiesta di custodia cautelare.

«La richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti - spiega - appare, poi, davvero incredibile poichè non è dato comprendere come possano sussistere nei suoi confronti le esigenze previste dal cpp, visti anche i numerosissimi e reiterati annunci in tal senso che si prospettano da mesi. Sicuramente sarà dimostrata l'estraneità e l'inconsistenza delle accuse mosse all'onorevole Cosentino ma, ancora una volta, le oggettive interferenze tra indagini e politica si appalesano in modo conclamato».

Capezzone. «La vicenda riguardante Nicola Cosentino andrà ricordata a lungo, perchè segna un ulteriore passo nell'imbarbarimento della vita civile e politica del Paese». È quanto dichiara il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. «Per mesi - prosegue - un cittadino, prim'ancora che un esponente politico, è stato oggetto di un vergognoso pestaggio mediatico, nella stragrande maggioranza dei casi senza alcuna possibilità di replica o di difesa. Possibile che nessuno, a sinistra, sembri porsi il problema? Il »metodo« applicato contro Cosentino può essere replicato contro chiunque. Si dimentica la presunzione di innocenza, e si comincia a colpire l'immagine, l'onore e la reputazione di una persona. È così che si vuole continuare a condurre la lotta politica? È doloroso vedere che anche stavolta i garantisti di sinistra, se ancora esistono, sono rimasti muti e ammanettati».

Bersani. «Cosentino e governo valutino che fare. La questione è piuttosto seria». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, risponde così ai cronisti alla Camera quando gli viene chiesto se Nicola Cosentino debba lasciare il suo incarico di sottosegretario all'Economia dopo la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti. «C'è una questione colossale di opportunità», aggiunge Bersani al di là di come finiscano le indagini nei confronti di Cosentino.
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lunedì, 09 novembre 2009

TANTO PER CAMBIARE

Venezia. Turista travolta e ferita
da vu' cumprà in fuga dai controlli

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VENEZIA (9 novembre) - La scena si ripete: i vigili urbani fermano un gruppetto di vu' cumprà per controllare documenti, licenze e merce, e loro, i venditori abusivi, tentano di scappare anche travolgendo le persone che, casualmente, incrociano la loro strada.
Stavolta è accaduto in campo Santo Stefano dove, sabato pomeriggio, una turista americana è stata "investita" dall'abusivo in fuga.

Il venditore, un senegalese di 29 anni, era insieme ad altri 10 vu' cumprà quando i vigili si sono avvicinati. In un attimo gli abusivi si sono messi a correre per sfuggire ai controlli. ma sulla sua strada il 29enne ha trovato un ostacolo: la turista americana. La donna, caduta a terra, riportando alcune lesioni al volto e alla testa.

Il senegalese ha perso terreno ma la sua fuga è proseguita fino a quando i vigili non sono riusciti a riacciuffarlo ed arrestarlo per resistenza a pubblico ufficiale, clandestinità, ricettazione e contraffazione di merci.


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9 novembre1989-9novembre 2009 ,20 anni dalla caduta del muro di berlino
considerazioni sulla caduta del muro
punto interrogativooggi in tutto il mondo occidentale e oltre si festeggia la caduta del muro di berlino e la fine della guerra fredda ma siamo sicuri che per l occidente europeo ci sia veramente da festeggiare?da quando è caduto il muro e le frontiere tra i due blocchi sono state tolte abbiamo assistito da una migrazione di massa di popoli extracomunitari che stanno sconvolgendo il vecchio continente e ne stanno sconvolgendo l economia e il mercato del lavoro,visto che ormai il "made in italy" segna il passo nei confronti delle merci straniere e  si offrono come manodopera  di basso costo (favorendo il lavoro nero) con il tacito assenso di padroni e sindacati,.la caduta dei blocchi altro non ha fatto che far trionfare il mondialismo liberal-capitalistico e l accettazione di modelli perversi di stili di vita (droghe,omossessualita,pensieri unici) e la dittatura del nefasto sistema bancario che strangola al pari degli usurai le famiglie;in tutto questo nonostante la  soddisfazione per la liberazione dei popoli soggiogati dall utopia comunista non vedo cosa ci sia oggi tanto da festeggiare in europa occidentale ,ricordando sempre  il famoso motto del grande saggio che affermava :si stava meglio quando si stava peggio!!
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domenica, 08 novembre 2009

On. Mancino: si dimetta

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Senza entrare nel merito della legge che ha reso famoso Nicola Mancino, la quale ritengo essere la più liberticida di tutto il nostro ordinamento giuridico (l. 26/IV/1993 n° 122 convertito in legge 25/VI/1993 n° 205), ritengo opportuno focalizzare l’attenzione sulle recenti accuse poste in essere dal pentito Gaspare Spatuzza. Secondo queste affermazioni, Mancino (oggi Vice-Presidente del CSM) sembra che prima della strage nella quale rimase vittima il giudice Paolo Borsellino (come sappiamo essere di simpatie missine) e la sua scorta, abbia avuto dei contatti con le associazioni mafiose, ovvero l’aver sostenuto una sorta di dialogo tra rappresentanti dello Stato e della mafia siciliana. All’epoca Mancino ricopriva la carica di Ministro dell’Interno e sembra che abbia avuto anche un colloquio con Borsellino in data 1° luglio 1993 (18 giorni prima della strage), incontro dal sapore quanto misterioso quanto inquietante, considerato che egli stesso ancora oggi afferma di non ricordare nulla. La risposta di Mancino a queste accuse è stata in difensiva, affermando che “…non si può mettere in prima pagina persone che nella loro attività politica e di governo hanno dato il meglio di se(!)”. Ebbene sì, il povero on. Nicola Mancino, emblema della democrazia antifascista, vittima di una diffamazione a mezzo stampa messa in opera da degli “avanzi di galera”. Viene spontaneo a questo punto chiedersi: perché questi poco credibili “avanzi di galera” vengono presi alla lettera quando è il momento di condannare qualche personaggio politicamente scomodo, mentre quando ad essere accusati sono Ministri e Giudici, i pentiti diventano persone di poca rilevanza e, addirittura, di bassa credibilità? Con l’auspicio che una volta tanto la Magistratura faccia il suo dovere, chiediamo le immediate dimissioni dell’on. Nicola Mancino e una immediata presa di coscienza da parte dei giuristi italiani del fatto che se risultasse implicato in mafia, sarebbe responsabile penalmente per violazione dell’art 67 della Costituzione (oltre che per partecipazione ad associazioni mafiose) per non rappresentare la Nazione bensì rappresentare tali associazioni per delinquere, con la conseguenza di dichiarare costituzionalmente illegittimi tutti i provvedimenti/leggi da lui promossi, secondo quanto sostiene un importante schieramento della dottrina penalista italiana.Gabriele Tasso
Sez. Valchiampo
M.S. Fiamma Tricolore
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