sabato 19 novembre 2011

ATTO VERGOGNOSO IN SLOVENIA

Foibe, Unione istriani: bloccata la commemorazione in Slovenia

Se è questa la riconciliazione…
image Trieste - Una commemorazione organizzata dall’Unione Istriani alla foiba di Corgnale di Divaccia (Slovenia) è stata bloccata stamani da una contromanifestazione di persone che hanno apostrofato i partecipanti come “fascisti”. Lo ha reso noto all’Ansa il presidente dell’associazione di esuli, Massimiliano Lacota, il quale ha precisato che la commemorazione era stata autorizzata dalle autorità slovene.
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«Eravamo assieme a persone anziane - ha raccontato Lacota - ma davanti alla foiba di Golobivnica un gruppo di 50-60 persone ci ha bloccato l’accesso. Alcuni agenti sloveni hanno ammesso che non avevano l’autorizzazione ma non ci hanno potuto fare niente». Secondo Lacota «dietro questa cosa c’è una ‘regia’ in mano alla minoranza slovena triestina».
Una protesta ufficiale è stata presentata al Consolato e all’Ambasciata italiana a Lubiana. La foiba di Golobivnica si trova a 5 chilometri dal valico di Basovizza (Trieste); in essa furono gettati civili italiani e sloveni, deportati durante l’occupazione jugoslava di Trieste.
image “La Slovenia si scusi ufficialmente con l’Italia e si vergogni di fronte all’Europa” lo chiede, in una nota diffusa a Trieste, il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia. “Esuli istriani cacciati come sessanta anni fa - osserva Menia - mentre portano fiori sulle foibe dove furono uccisi i loro cari. Quanto accaduto oggi dimostra - secondo il sottosegretario - che in tutta evidenza esiste un passato che non passa e che i nostalgici di Tito e delle foibe esistono al di là e al di qua del confine, come dimostrano gli imbecilli mascherati da partigiani slavi e gli altrettanto imbecilli che sventolavano un tricolore imbrattato con la stella rossa”.
Secondo Menia, “preoccupa la connivenza delle autorità e della polizia slovena, anche perché è evidente che se certi presidenti seminano vento con le loro dichiarazioni, queste sono le tempeste che si raccolgono. Ha quindi ragione - conclude l’esponente di governo - chi sostiene che parlare di riconciliazione è sicuramente prematuro e forse inutile”.
 SI RINGRAZIA IL SITO http://www.riccardof.com/

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venerdì, 27 febbraio 2009

PER NON DIMENTICARE

FUAN Roma 28.02.75 ucciso a colpi d'arma da fuoco duranteun assalto rosso alla sede missina di via Ottaviano -Prati

CAMERATA MIKIS  MANTAKAS PRESENTE!!!
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Bartolomeo Asara
Maresciallo di I^ classe della Regia Marina
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Venezia, 25 febbraio 2009
Due lettori di Venezia del nostro organo di stampa via internet LA VOCE NAZIONALE - www.vocenazionale.splinder.com - ci hanno fatto pervenire un racconto che dimostra che l'inchiostro intriso di odio e calunnia sputato dalle penne comuniste e da quelle penne impugnate dall'intellettualoidismo compiacente al sistema partitocratico che specie a Venezia ha trovato molta corda, possono ancora fare danni.
La causa della segnalazione è un'estratto dal seguente libro, un libro recente poiche' scritto nel 2003.
"Uscire dall'isola - Venezia, risparmio privato e pubblica utilità 1822-2002"
Editore Laterza di Giannantonio Paladini -
Storico della resistenza ( Venezia 1937-2004 )
Estratto da pagina 162:
I fascisti veneziani, tra i quali spiccavano individui come Waifro
Zani ed Ernani Cafiero, per vendicare l'uccisione di Bartolomeo Asara
(capo dell'ufficio politico fascista di Venezia, predatore di uomini e
procacciatore di reclute per Salò), "giustiziato" il 6 luglio in pieno
giorno a Cannaregio, tra il cinema Italia ed il Ponte delle Guglie,
nella note dell'8 luglio 1944.

I lettori in questione sono il figlio e il nipote di tale Maresciallo di I classe della Regia Marina Bartolomeo Asara, originario dell'isola di La Maddalena, Sardegna ma Veneziano d'adozione il quale entrò nella Regia Marina nel 1919. Il Maresciallo Asara servi' la Patria in armi combattendo tutte le più famose battaglie navali del Mediterraneo durante l'ultimo conflitto.
Sbarcato a Venezia per appendicite, venne assassinato il 7 luglio 1944 di fronte al Cinema Italia, in Strada Nuova al sestriere Cannaregio, da un gruppo di partigiani che li tesero un'imboscata. Nonostante le ferite si trascina fino a casa dalla moglie e dai 2 figli piccoli , morirà all'ospedale San Giovanni e Paolo di Venezia pochi giorni dopo.

Dalla loro brevissima biografia qui si desume il totale stravolgimento dei fatti, specie per quanto riguarda le modalita' della morte che in piu' ne e' anche errata la data, cio' in nome del perenne revisionismo storico che non si fa scrupolo nemmeno ad insabbiare fatti che di fronte all'enorme segmento storico possono sembrare relativi, ma che per intere famiglie di Italiani rappresentano ancora oggi fonte di eterno dolore e turbamento per la gratuita infamia. Pertanto e' legittimo lo sdegno del padre e del nipote, quest'ultimo addirittura ci comunica che in un altro testo da lui ricercato, Bartolomeo Asara viene definito " Il Boia di Cannaregio".
Al giorno d'oggi dove processi e contro-processi ai fatti storici vari i media son saturi, non è stata ancora trattata pienamente la questione del calunniato comunista costante durante il periodo bellico e post-bellico esercitato da coloro che in sella al simbolico carro dei vincitori hanno avuto ( e hanno tuttora ) in seguito ai servigi resi da quegli attori storici il controllo pressoche' totale della cultura e dell'uso e consumo a piacimento dei posteri.
Tutto cio' inficiato naturalmente dal mito della liberazione Partigiana coraggiosa che mai e poi mai avrebbe sparato alle spalle al nemico e dalla costituzione di suggestione Sovietica.
Il Paladini, poiche'defunto non possiamo portarlo a confronto su cio' scritto riguardo al Maresciallo Asara e molto volentieri li chiederemmo se si e' trattato di voluta manipolazione o di errata interpretazione delle fonti, tuttavia con una dovuta investigazione storiografica possiamo certamente aiutare la famiglia Asara a trovare se altre galanterie storiche sono state tramandate da gli storici mitizzatori delle imboscate partigiane a Venezia e nell' Italia tutta sui conti dell'assassinato Maresciallo.
Roberto Quintavalle diretore del sito http://vocenazionale.splinder.com/
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Mastrolorenzi: era questo che voleva il pm?

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Roma, 27 feb. (Apcom) - Il gioielliere Massimo Mastrolorenzi si è suicidato, impiccandosi: il suo corpo è stato ritrovato nella casa di via di Casalotti, a Roma. Il 64enne nel 2003 uccise due rapinatori e il 20 febbraio scorso le accuse per lui erano cambiate, aggravandosi: da eccesso di legittima difesa a duplice omicidio volontario.
Il 9 maggio del 2003, picchiato e legato da due rapinatori che avevano fatto irruzione nella sua gioielleria in via Aldo Manuzio, nel quartiere Testaccio, l'uomo riuscì a liberarsi e sparò ai due rapinatori: cinque colpi di pistola, che uccisero i due rapinatori, Giampaolo Giampaoli e Roberto Marai.
Il 20 febbraio scorso il pm gli ha contesto il reato più grave: duplice omicidio volontario, invece che l'eccesso colposo di legittima difesa.
 Il pm a questo punto dovrebbe dimettersi e chiedere perdono alla famiglia Mastrolorenzi.
Queste cose succedono solo in Italia. Vergogna!
tratto dal blog:http://azzurricarrara.splinder.com/
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giovedì, 26 febbraio 2009

NESSUNA TOLLERANZA E PERDONO PER QUESTI ESSERI IMMONDI!!
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MADRE E BIMBA SGOZZATE: MAROCCHINO FERMATO
TREVISO - E' stato arrestato dalla polizia slovena il marocchino ricercato per l'omicidio della compagna e della loro figlioletta a Castagnole di Paese.
Fahd Bouichou, 27 anni, e' accusato di aver sgozzato Elisabetta Leder e la loro figlioletta Arianna. Al suo arresto si è arrivati dopo che nel tardo pomeriggio di ieri il giovane aveva chiamato da una cabina della stazione di Trieste la sorella in Marocco, il cui telefono, come quello di altri parenti, era stato messo sotto controllo.

L'uomo è stato bloccato nella zona di Cosina, nei pressi del confine italo-sloveno di Pesek, sull'altopiano carsico, a pochi chilometri da Trieste.

LUTTO CITTADINO PER FUNERALI - Sarà lutto cittadino a Paese (Treviso) il giorno dei funerali di Elisabetta Leder e della figlioletta Arianna. La decisione del lutto cittadino sarà ratificata oggi pomeriggio da un'apposita riunione della giunta comunale convocata dal sindaco Valerio Mardegan.

PREFETTO TREVISO, GRANDE RISULTATO PS - "E' stato un grande successo della polizia di stato la cattura del responsabile del duplice omicidio". Lo ha detto il prefetto di Treviso Vittorio Capocelli che ha esteso i suoi complimenti anche a tutte le altre forze dell'ordine che hanno contribuito alle indagini. "L'arresto dell'immigrato - ha aggiunto - dimostra la grande capacità della polizia di stato e delle altre forze di polizia il cui coordinamento ha portato a risultati positivi in tempi brevi".
NAPOLI, PRESO IL PEDOFILO
NAPOLI  - Ha negli occhi un lampo di terrore quando esce dalla questura di Napoli: unico tratto umano di un mostro "che di umano ha ben poco". Lo aspettano sputi e insulti dalla gente, appena mette piede fuori, e c'é chi percuote il tetto dell'auto della polizia su cui viene caricato. Pasquale Modestino, 53 anni, fermato oggi dalla Squadra mobile a Napoli, è accusato di aver stuprato un ragazzino di 12 anni, aiutandosi selvaggiamente con un bastone.

Era già indagato per violenza sessuale nei confronti di una bambina di 6 anni, che oggi ne ha 9: la nipotina della sua convivente donna. Modestino è un operaio del Comune di Napoli addetto alle fogne, sospeso dal servizio. Il ritratto che emerge è quello di un orco, che agiva coperto dalla sua famiglia, e che viveva con due minori, lasciati paradossalmente a sua disposizione durante le indagini sul suo caso. Ha usato proprio il nome di un bambino di 8 anni, quello del nipote 'acquisito', per ottenere la fiducia del dodicenne adescato l'altro ieri in mezzo alla strada, nella zona di Piazza Carlo III. Di fronte si è trovato un ragazzino forte, che sta reagendo bene e che oggi è stato dimesso dall'ospedale, dopo ore di colloqui con gli psicologi, e la visita di un calciatore del Napoli. Un amarissimo regalo, fra i pianti della madre e il silenzio esterrefatto del padre. Ma lui è uno "deciso", dicono gli inquirenti: talmente in gamba, da portare l'orologio in tasca, a 12 anni, per non farselo scippare mentre giocava a calcio in strada.

 "Sei amico di P.? - gli ha detto l'orco, facendo il nome del bambino di 8 anni - Sai che ore sono?". Il tempo di togliere l'orologio dalla tasca per vederselo sfilare di mano dal vecchio: ha 53 anni, Pasquale Modestino, ma ne dimostra almeno dieci di più, ha pure tutti i capelli bianchi. Sembrava un gioco, "se lo rivuoi seguimi", gli ha detto ancora, chiedendogli di accompagnarlo al bar. Poi si è scatenata la ferocia di chi per agire sul corpo di un minore prima lo ha picchiato e poi ha usato un bastone. E' proprio il nome del nipotino dell'operaio l'indizio: il bimbo viene identificato. Sarà poi il 12enne a procedere al riconoscimento fotografico dello stupratore, di cui aveva già fornito una descrizione precisa, aiutando gli inquirenti con dettagli sul luogo della violenza oltre che sulla sequenza dei fatti. La certezza scatta sull'orologio, che aveva colpito il piccolo: grosso e nero, l'uomo lo indossava anche nella foto. Si attendono ancora gli esami del dna. La storia però ha contorni anche più deprimenti.

Nel corso delle indagini si scopre che Modestino viveva con due bambini - i nipoti della compagna - nonostante fosse indagato per violenza sessuale nei confronti di uno dei due, la bimba di 6 anni. La denuncia risale a tre anni fa, quando all'ospedale Santobono fu segnalato alla Squadra mobile diretta da Vittorio Pisani il caso sospetto della piccola. I genitori cercarono di coprire le violenze sessuali commesse da Pasquale Modestino - e ricostruite attraverso relazioni psicodiagnostiche - sostenendo che fosse colpita da una infezione. Falso, sempre secondo gli investigatori: la belva commetteva abusi sulla piccola di notte. Ma sul fatto il gip disse no all'incidente probatorio. Gli inquirenti non escludono che anche P., il fratellino, (il cui nome è stato usato come esca), possa aver subito violenze. I bambini saranno a questo punto sottratti alla famiglia: anche il padre è indagato per violenze sessuali su minore in ambito familiare. "Questo personaggio di umano ha poco - ha detto il questore Antonino Pugliesi- per l'efferatezza, la crudeltà totale, il disprezzo per i normali sentimenti di vicinanza e amore che si provano nei confronti dei bambini. Avrei dato qualunque cosa per essere lì, in quel momento. Purtroppo non c'ero. Purtroppo non c'erano i miei uomini. E questo lascia sempre il segno".

PROCURA, DICHIARAZIONI BIMBA ERANO 'OSCILLANTI'
Secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, l'attendibilità della bambina violentata nel 2005 - abuso per cui fu denunciato Pasquale Modestino, oggi fermato a Napoli per lo stupro del dodicenne - sarebbe stata messa in dubbio a causa delle dichiarazioni "oscillanti" della piccola. Per gli inquirenti la bambina poteva essere infatti influenzata nella ricostruzione dalla nonna, la convivente di Modestino. E' questa una delle motivazioni che si dà oggi negli uffici giudiziari per spiegare come mai l'operaio comunale fosse a piede libero. In proposito, il procuratore della Repubblica di Napoli Giovandomenico Lepore, risponde: "Per arrestare una persona non basta la gravità del fatto di cui è accusata, anche se si tratta di un atto eclatante. Servono dei gravi indizi di colpevolezza, soprattutto quando le parti lese sono bambini, in grado di essere influenzati". Perché i due nipotini acquisiti di Modestino vivevano ancora nel 'contesto familiare promiscuo' riscontrato dalle indagini? "Di eventuali provvedimenti in merito - conclude il procuratore - ha competenza la Procura dei minori".
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mercoledì, 25 febbraio 2009

Campo Sinti, il comitato
fa la colletta per il ricorso
Campo nomadi Favaro
(al.spe.) Resta acceso il dibattito sul villaggio Sinti di via Vallenari dopo il reportage trasmesso domenica scorsa da Rai Tre. Ieri mattina il comitato "No ai campi nomadi" ha organizzato un sit-in con i manifesti all’incrocio tra via Martiri della Libertà e via San Donà. I componenti hanno raccolto 900 euro per pagare il ricorso al Consiglio di Stato passeggiando tra le auto ferme al semaforo rosso con tanto di cappello in mano. Silvana Tosi non ha ancora sbollito la rabbia nei confronti del programma "Presa diretta" e anche ieri ha detto che "è inammissibile, volevano farci passare per razzisti a tutti i costi". Un concetto condiviso dal capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale Alberto Mazzonetto, che ha risposto all’attacco sferrato dall’assessore alle Politiche sociali, Sandro Simionato, il quale aveva definito i toni usati da Giancarlo Gentilini "nazisti". «Invece che fare propaganda demagogica e demonizzazione com’è nello stile del suo partito – ha replicato Mazzonetto – Simionato farebbe bene a spiegare alla collettività a cosa servono i servizi pubblici attivati dentro il campo Sinti se poi alcuni dei suoi abitanti ritornano sistematicamente a delinquere».
      Secondo l’esponente del Carroccio «quella di Raitre è stata una trasmissione estremamente partigiana in cui un collage fatto ad arte ha distorto il contesto per trasmettere l’idea di un Lega brutta e cattiva. Invece è bene che si sappia che lì dove la Lega governa, come a Treviso e Verona, anche a detta di osservatori qualificati l’inserimento degli stranieri è effettivo e non è silenzio complice come vuole la sinistra che confonde il concetto d’integrazione con la connivenza con la criminalità». «Il campo Sinti – ha concluso – è un lager e il punto di partenza per atti di criminalità, ma mentre gli italiani vivono l’emergenza abitativa, il sindaco ha dato la precedenza a costruire la villetta personalizzata per chi frequenta le sale del Casinò, gira in città in Bmw o viene pizzicato dalle forze dell’ordine in possesso di strumenti da scasso».
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martedì, 24 febbraio 2009

venezia
Travolta e ferita dai "vu cumprà"
DD643_veneziaRIVA DEGLI SCHIAVONI Frattura di una spalla per una lidense caduta a terra dopo la fuga degli ambulanti abusivi
Una giovane lidense viene travolta dai venditori abusivi in fuga in Riva degli Schiavoni, e, nella caduta si frattura una spalla. E’ accaduto, domenica alle 18.30, in una Venezia affollata di turisti per Carnevale, davanti alla pensione Wildner (Castello 922), a fianco dell’hotel “Londra”. La ventenne lidense stava tranquillamente passeggiando quando è stata letteralmente investita alle spalle da un gruppo di venditori abusivi che stazionavano nella zona. Gli irregolari alla vista in lontananza di alcuni poliziotti si sono dati alla fuga, con la loro merce, probabilmente per non essere controllati (nella foto un’immagine di Riva degli Schiavoni sabato mattina).
      La caduta della ragazza a terra è stata particolarmente violenta, tanto che nell’impatto le è uscita la spalla destra, ed ha riportato poi varie ferite, botte e contusioni, medicate poi all’ospedale civile. Tra i primi a soccorrere la giovane, visibilmente sotto choc e con forti dolori, è stato Nico Fullin, testimone oculare della vicenda, albergatore residente al Lido, davanti alla cui pensione è accaduto l’episodio. La ragazza è stata fatta sedere e alcuni passanti le hanno prestato i primi soccorsi, poi è stato chiesto l’intervento del “118”.
      «La giovane era visibilmente dolorante – racconta Fullin – è stata scaraventata a terra, di colpo, da un venditore abusivo. Purtroppo non è la prima volta che, in questa zona, succede una cosa del genere. Tutto è avvenuto in pochi istanti e la ragazza non ha potuto accorgersi di quanto stava accadendo. A quel punto abbiamo subito soccorso la ragazza, dandole una sedia, mentre il gruppo si era già dileguato. La giovane ha atteso circa quaranta minuti l’arrivo del personale medico, poi è stata trasportata in ospedale».
      Lorenzo Mayer
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Costi della politica, Venezia al primo posto
Secondo il «Sole24 Ore», rispetto alla popolazione le istituzioni comunali pesano il doppio di quelle di Napoli
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Le istituzioni del Comune di Venezia costano, in proporzione al numero di abitanti, oltre il doppio di quelle di Napoli e quasi il quadruplo delle istituzioni del Comune di Roma. Perché Venezia sarebbe il capoluogo italiano con la spesa più elevata per le istituzioni comunali (da una parte sindaco, giunta e Consiglio Comunale; dall'altra presidenti, delegati e consigli di Municipalità con le rispettive burocrazie) in rapporto al numero degli abitanti. I costi complessivi per la macchina del potere veneziano sfondano infatti i 30 milioni di euro annui, dei quali un terzo in stipendi e rimborsi spese per le cariche istituzionali mentre i rimanenti 20 milioni servirebbero per i costi indiretti, legati alle sedi di assessorati e consigli.
      Cifre che equivalgono a un esborso di 112,60 euro annui per ciascun residente, almeno secondo un'inchiesta pubblicata dal "Il Sole 24 Ore" su dati forniti dalla banca dati AidaPa. Inoltre Venezia sarebbe l'unico capoluogo, insieme a Siena, a presentare una spesa per le istituzioni superiore ai 100 euro pro capite con la terza in classifica, Alessandria, che presenta una spesa pro capite di circa 76 euro annui, di un terzo inferiore a quella registrata in laguna. Mentre l'amministrazione più virtuosa sarebbe quella di Trieste con un aggravio pro capite inferiore ai dieci euro. Quindi oltre dieci volte in meno di quanto richiesto a ciascun veneziano.
      Di fronte a questi dati, passa in secondo piano la constatazione, pubblicata sullo stesso giornale, che Venezia sarebbe contemporaneamente il capoluogo più virtuoso per quanto riguarda l'efficienza nei pagamenti alle imprese e il basso livello di "residui passivi", cioè di spese preventivate in passati bilanci per opere pubbliche e mai versate. A fronte, infatti, di impegni per complessivi 308,56 milioni di euro il Comune di Venezia ne avrebbe onorati 262,14 milioni, l'85 per cento. D'altra parte a Venezia è piuttosto elevata anche la spesa generale del Comune, depurata di quella per le istituzioni, che ammonta a 84 milioni di euro annui. Con un aggravio per abitante di circa 312 euro all'anno che posiziona Venezia al 19esimo posto su 99 nella classifica delle città più spendaccione.
      Dati contestati dall'assessore al bilancio Michele Mognato secondo cui i costi complessivi delle indennità di carica e di missione, oltre che dei rimborsi spese per Giunta, Consiglio e Municipalità, ammonterebbero a poco meno di 2milioni e 700mila euro, anche se «altri costi derivano da spese quali servizi di pulizia in appalto, acquisto di materiale, retribuzioni e relativi contributi del personale». Quindi, secondo Mognato, «pur fermi i principi del documento di bilancio fissati per legge, e che ogni Comune imposta in maniera del tutto autonoma, è evidente che sono state aggregate voci tra loro disomogenee che non consentono perciò paragoni con altri Comuni».
      Pierluigi Tamburrini
     
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Campo nomadi di Mestre: è bufera
Raffica di accuse al Comune e alla Rai

Il programma "Presa diretta" di domenica riaccende le polemiche. Il Comitato che si oppone: «Distorta la realtà».
MESTRE (24 febbraio) - La trasmissione di Riccardo Iacona, "Presa diretta", andata in onda domenica sera su Raitre, riaccende gli animi intorno alla questione del campo Sinti che il Comune sta costruendo a Favaro, in via Vallenari.  "Caccia agli zingari", un titolo provocatorio che è servito da miccia per far esplodere la bomba: da ieri è un susseguirsi di accuse, dal comitato "No campi nomadi" verso la trasmissione e il Comune, e ancora, dagli assessori comunali ai presunti "toni nazisti" di Giancarlo Gentilini. Un girotondo alla ricerca di un colpevole e una domanda ancora senza risposta: i campi nomadi aiutano l'integrazione o sono destinati a divenire dei ghetti pericolosi per il resto dei cittadini?
Tutto ha avuto inizio domenica con lo schermo della televisione pubblica: un reportage incentrato sulla costruzione di un campo nomadi, le problematiche che sorgono e le varie opinioni dei cittadini. Il campo dSinti di Favaro è arrivato per ultimo, dopo i casi di Roma e Napoli. All'interno del servizio durato 20 minuti, un'intervista a Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, e all’assessore ai Lavori pubblici Laura Fincato che hanno difeso il progetto e quindi anche un racconto della situazione nel campo attuale.

La bomba è poi esplosa:
le reazioni al servizio sono state davvero forti. Pioggia di critiche contro Cacciari, da parte dei portavoce del comitato: «Il sindaco ci ha offeso. Dovrebbe dire ai telespettatori che il campo viola la legge regionale sulle dimensioni della struttura. Noi faremo valere le nostre ragioni dal governatore Giancarlo Galan».

Il Carroccio ha usato i soliti "toni forti", per bocca di Alberto Mazzonetto, consigliere comunale: «Quando saremo in Giunta procederemo a spianare il campo».
E poi tutti contro la Rai, contestati anche i dati riportati dal giornalista: «La rete pubblica, in questo reportage a firma di Riccardo Iacona, non ci ha affatto soddisfatto, e chiederemo anche ad altre tivù di darci voce per spiegare la situazione». 

I toni «nazisti» di Gentilini.
 Dall'altra parte della trincea c'è invece l’assessore alle Politiche sociali, Sandro Simionato, che ieri ha difeso Iacona e contrattaccato gli avversari politici, in particolare il leghista Giancarlo Gentilini: «La trasmissione mi è parsa equilibrata perché ha riferito tutte le opinioni. Piuttosto ho trovato scandaloso l’atteggiamento di alcuni leader politici intervistati. Per esempio, il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, ha adoperato toni nazisti. L’Amministrazione comunale veneziana resta sicura della positività dell’operazione, che servirà ad integrare queste persone nel tessuto sociale locale e non solamente».


L'opposizione dichiara guerra al Comune. Oggi sull'argomento torna anche il deputato leghista Davide Caparini che ha annunciato un’interrogazione parlamentare.

Oltre a questo, il presidente del Consiglio comunale annuncia un’iniziativa che farà parlare: «In settimana ci presenteremo al consiglio regionale per chiedere con forza il rispetto della Legge 54 sulle dimensioni del villaggio. In quell’occasione denunceremo anche l’ultima violazione delle norme consistente nel fatto che il regolamento edilizio del Comune prevede che la misura minima di una qualsiasi unità per ottenere l’abitabilità sia di 45 metri quadrati, mentre queste che l’amministrazione regala ai Sinti sono di 38».

Oggi il presidio sulla strada per Favaro. Un presidio per avviare una raccolta fondi destinata a finanziare il ricorso al Consiglio di Stato è stato organizzato oggi dal comitato che si oppone al nuovo campo nomadi a Favaro Veneto.

I responsabili del movimento contrario alla realizzazione di strutture per i nomadi sono decisi a opporsi alla sentenza del Tar che ha respinto la loro richiesta di bocciare l'iniziativa comunale che prevede la costruzione di alloggi per sinti: «Vogliamo dire ai cittadini - spiega Silvana Tosi, coordinatrice del comitato - che non ci siamo scoraggiati, ci siamo e andiamo avanti».

Una decina di persone manifestano ai lati della strada che da Mestre conduce a Favaro. Tutti portano al collo cartelli che recitano "Cacciari quando la smetterai di fare discriminazioni tra i cittadini?", "Raccolta fondi per azione legale, basta assistenzialismo" e "No al campo ghetto".
postato da: sebastia11 alle ore 14:13 | link | commenti
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lunedì, 23 febbraio 2009

LA DOPPIA VITA DEL PARTITO DEMOCRATICO
img013QUESTO MANIFESTO è APPARSO QUALCHE GIORNO PRIMA LA SACROSANTA SFURIATA DEI CITTADINI NAPOLETANI CONTRO I CAMPI NOMADI
postato da: sebastia11 alle ore 13:08 | link | commenti
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