lunedì 21 novembre 2011

lunedì, 11 aprile 2011

COMMEMORAZIONE
 
Domenica mattina 17 aprile 2011, alle ore 10.00, al Campo X del Cimitero Maggior...e di Milano, verrà celebrata una Santa Messa in suffragio dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana. La cerimonia è organizzata, come tutti gli anni, dalle Associazioni d’Arma e dai Combattenti della RSI, gli stessi (ANAI, UNC-RSI e AC-XMAS) che lo scorso 19 marzo hanno partecipato alla riuscita manifestazione patriottica, per il 150° Anniversario della Unità Nazionale, promossa dal vice-Presidente del Consiglio Comunale, Stefano di Martino, autorevole rappresentante istituzionale del Popolo della Libertà. In quella occasione, sia il Ministro della Difesa, On. Ignazio La Russa, che il Sindaco di Milano, On. Letizia Moratti, avevano fatto delle importanti ed inequivocabili dichiarazioni a sostegno della pacificazione nazionale e di una memoria storica condivisa. Bene, ora, in vista delle imminenti elezioni amministrative di Milano, chiediamo al Sindaco Letizia Moratti ed ai candidati di tutte le liste e di tutti gli schieramenti, di dare un segnale, simbolico e concreto, come già fece il mai dimenticato Gabriele Albertini, venendo al Campo X a rendere omaggio anche agli "sconfitti" della guerra civile, ovvero alle decine di migliaia di Italiani che, in assoluta buona fede e mossi da valori ideali, si arruolarono e combatterono, in divisa, nelle Forze Armate ed Ausiliarie della RSI.

InterArma OnorCaduti RSI

Centro Studi Patria e Libertà

Comitato Destra per Milano

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sabato, 09 aprile 2011

 
Teodoro Buontempo
MUTUI: RIALZO TASSI BCE SPINGE FAMIGLIE INMANO USURAI
  

 
Con l'aumento del costo del denaro deciso oggi dalla Banca centrale europea, le famiglie italiane, già sotto pressione a causa della crisi economica e finanziaria che sta investendo il nostro Paese, rischiano seriamente di non poter più onorare i debiti contratti con le banche.
Chi h...a stipulato un mutuo a tasso variabile per acquistare una casa, ad esempio, dovrà sopportare un incremento significativo della propria rata, che andrà a pesare fortemente sul bilancio familiare.
C'è il rischio di creare nuove sacche di povertà e di consegnare il cittadino-consumatore direttamente nelle mani degli usurai.

Le stime diffuse indicano un aumento medio annuo di 132 euro per un mutuo decennale di 100 mila euro, con il tasso variabile che passa dal 2 per cento al 2,25 per cento e si tratta di cifre davvero preoccupanti, perché il rincaro andrà a sommarsi ad altri aumenti come luce e gas e, in generale, alla crescita di spesa sul fronte energetico.
Nel Lazio, secondo i dati della Cgia di Mestre, a subire il terzo maggior incremento a livello nazionale sarà Roma, dove già esiste un'emergenza abitativa gravissima e che la Regione sta cercando di arginare con ogni mezzo.

Il rialzo del tasso d'interesse rappresenta un freno pericoloso al sistema dell'edilizia pubblica e privata, perché spinge le famiglie ad attendere tempi migliori per comprare una casa. E' preoccupante, in tal senso, l'allarme lanciato oggi dalla Caritas, che parla di una famiglia su quattro a rischio povertà e non più in grado di garantire il pagamento regolare della rata mensile del mutuo.

Mi auguro che da una parte gli istituti bancari possano prendere atto della nuova situazione senza penalizzare eccessivamente i cittadini e che, dall'altra, la politica si attivi subito per avviare concreti interventi in materia fiscale per scongiurare, in futuro, ulteriori rincari dei mutui.
 
 


 
 
 
 

 
 
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venerdì, 08 aprile 2011

 
          PRESA IN GIRO
Treviso. I giudici restituiscono la Ferrari,
le case e i conti al nomade nullafacente
  20110408_ferrari
     TREVISO - «Il possesso di quel patrimonio, tra beni mobili e immobili, da circa un milione di euro del capo rom Adriano Hudorovic, 59 anni, di Castelfranco è ingiustificato visto che è nullafacente e pertanto si può ritenere, viste le frequentazioni di soggetti poco raccomandabili, provento di attività illecite alle quali l’uomo pare dedicarsi abitualmente»: con questa tesi e applicando una legge sulla confisca dei beni ai mafiosi, il procuratore di Treviso Antonio Fojadelli aveva chiesto e ottenuto il "congelamento" delle proprietà del capo degli zingari. Un caso che aveva fatto scuola a livello nazionale, ma che i giudici della Corte d’Appello di Venezia, che hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Francesco Murgia (assiste il capo rom), hanno demolito. Hanno così revocato il sequestro dei beni (casa, 8 fuoriserie, conti bancari ecc.) di Adriano Hudorovic e dei suoi familiari Barbara, Saimon, Priscilla e Devid Hudorovic. I giudici veneziani hanno anche dimezzato la condanna con il quale il Tribunale di Treviso, nel 2010, aveva condannato Hudorovic a 3 anni di sorveglianza speciale, con l’obbligo di dimora nel Comune di Castelfranco.

Secondo gli inquirenti Hudorovic, in quanto persona abitualmente dedita ad agire contro la legge, avrebbe in parte vissuto con i proventi dell’attività delittuosa. Condotta nella quale Hudorovic, sempre gli inquirenti, avrebbe perseverato nonostante i richiami del questore (a testimoniarlo le inchieste nelle quali il capo rom è coinvolto: truffa, con condanna in primo grado a 2 anni e a un milione di lire di multa, estorsione, truffa, falso ecc.). Non solo. Hudorovic - sempre per la Procura - avrebbe avuto un alto tenore di vita nonostante non svolgesse una stabile attività lavorativa e, dal 1995, non presentasse la dichiarazione dei redditi. Argomenti che i giudici veneziani hanno però demolito tassello dopo tassello, pur ritenendo in linea di principio fondate le tesi degli inquirenti e applicabile il sequestro dei beni delle persone ritenute "abitualmente dedite a condotte fuorilegge" (Cassazione a Sezioni riunite).


        I giudici d’Appello hanno però bocciato il "congelamento" dei beni di Hudorovic perché adottato in modo irrituale. In materia di provvedimenti di natura patrimoniale l’onere della prova - sostengono - spetta all’accusa. Su questo tema - precisano - il Tribunale di Treviso ha omesso ogni motivazione per spiegare le   ragioni della necessità del sequestro». Smontata, perché insufficiente motivata, la necessità del sequestro i giudici d’appello hanno annullato tale decisione, restituendo così i beni al capo degli zingari. 

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=144834&sez=NORDEST  
            
 
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giovedì, 07 aprile 2011

Clandestino «da accogliere» dopo tre giorni spaccia munchlurlooz6 

Due settimane fa è sbarcato a Lampedusa da un barcone. Lunedì i carabinieri della stazione San Teodoro lo hanno arrestato nei vicoli di Genova per spaccio. Hamed Taoufik, 24 anni, tunisino, stava vendendo eroina in piazza Superiore del Roso a un ungherese di 35 anni. È stato arrestato in flagranza per detenzione ai fine di spaccio di stupefacenti e denunciato per la mancanza di documenti. Negli uffici dei carabinieri ha raccontato la sua storia verificata dai militari. È stato quindi condotto nelle carceri di Marassi. Il clandestino era scappato dal centro di accoglienza di Sant’Anna di Crotone. Lui stesso ha raccontato ai carabinieri di essere partito da Tunisi con un barcone della speranza e di essere arrivato a Lampedusa lo scorso 16 marzo. Il clandestino ha anche spiegato poi di essere stato trasferito a Crotone e di essere riuscito a fuggire arrivando a Genova grazie ad alcuni passaggi in auto ed in treno. Non ha ammesso di spacciare droga: «Questa roba me l’ha data un connazionale, non la stavo vendendo», ha precisato. Ieri mattina è stato processato con rito direttissimo e trasferito in carcere a Marassi non avendo parenti o residenza dove stare.

http://www.ilgiornale.it/genova/clandestino_da_accogliere_dopo_tre_giorni_spaccia/06-04-2011/articolo-id=515731-page=0-comments=1   
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mercoledì, 06 aprile 2011

Bologna, aggressioni e attentati: arrestati
5 anarchici e individuati 7 fiancheggiatori
 

 

BOLOGNA - Sono 12 le misure cautelari eseguite dalla Polizia di Bologna a carico di noti anarchici: 5 sono le persone arrestate mentre altre 7 sono state colpite da provvedimenti di obbligo o divieto di dimora. Le misure, eseguite dalla Digos e dall’Ucigos sono state graduate a seconda


  del ruolo rivestito dai destinatari in seno all’associazione, con misure cautelari in carcere per gli indagati ritenuti i promotori del sodalizio e provvedimenti di obbligo o divieto di dimora a Bologna per quelli invece risultati semplici partecipanti. L’operazione odierna è l’esito di un’articolata attività investigativa, svolta dalla Digos di Bologna nei riguardi di militanti del circolo anarchico "Fuoriluogo".

Durante le indagini sono stati acquisiti elementi di responsabilità penale su soggetti risultati membri di un’organizzazione interessata ad aggredire «antagonisti» politici e sociali, individuati nelle forze di polizia, in centri di potere economico (banche ed altre aziende), in esponenti di opposte formazioni politiche (Lega Nord), in simboli di politiche governative avversate (Cie).

Nell’operazione nei confronti di attivisti anarco-insurrezionalisti frequentatori del circolo bolognese, è stato inoltre eseguito il provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica su indagini Digos nei confronti di un esponente anarchico in relazione all’attentato perpetrato ai danni della sede Eni di Bologna il 29 marzo scorso con l’utilizzo di quattro ordigni esplosivo/incendiari.

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=144513 

 
 

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IMMIGRAZIONE: NAUFRAGIO; TRAGEDIA AVVENUTA IN ACQUE MALTESI (ANSA) - LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 6 APR - Il naufragio del barcone con circa 200 migranti, 150 dei quali risultano dispersi, è avvenuto in acque Sar (le operazioni di ricerche e soccorso ndr) d...i competenza maltese, a 39 miglia da Lampedusa. Sono state proprio le autorità della Valletta a segnalare il barcone in difficoltà alla centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma, dopo avere ricevuto un Sos lanciato dal barcone attraverso un telefono satellitare. La Marina Militare maltese ha aggiunto di non essere in grado di intervenire. La Guardia Costiera ha subito inviato nella zona due motovedette partite da Lampedusa, le unità della Classe 300 impegnate in questi giorni per fronteggiare l'emergenza sbarchi. Durante le fasi concitate delle operazioni di soccorso, ostacolate dal maltempo, il barcone si è rovesciato e gli extracomunitari sono finiti in mare. Fino ad ora solo 47 di loro sono stati recuperati. Nelle ricerche è impegnato anche un aereo maltese inviato questa mattina nella zona. (ANSA). TE-NU 06-APR-11 08:29 NNN FINE DISPACCIO
 
 
  

 
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martedì, 05 aprile 2011

L EUROPA CI COSTA TANTO E CI AIUTA POCO.HA ANCORA SENSO RESTARE NELL UNIONE?


eussr

 Lasciati soli davanti all’invasione degli immigrati. Abbandonati quando la speculazione finanziaria internazionale ha fatto sentire il morso sul debito pubblico italiano. Bacchettati però quando si tenta di difendere le aziende nazionali come altri paesi hanno fatto tranquillamente senza le reprimende di Bruxelles. E con le mani legate - talvolta perfino con la camicia di forza - quando provi a balbettare qualcosa di fisco o di sviluppo. Ma a che serve l’Unione europea per l’Italia? Da anni ci sentiamo ripetere che se l’Italietta non avesse aderito al trattato di Maastricht e alla moneta unica, saremmo tutti finiti gambe all’aria rischiando il fallimento del paese. Eppure dopo tanti anni i risultati ottenuti sono evidenti, e portano tutti il segno meno. L’Italia cresce di meno da quando è entrata nell’euro. La disoccupazione invece è salita progressivamente e inesorabilmente. Il divario fra Nord e Sud si è allargato: la spaccatura del paese è più evidente, con una parte che si sente attratta e alla pari con la locomotiva tedesca e l’altra parte destinata a sprofondare. Il debito pubblico è cresciuto esponenzialmente ed è diventato perfino più fragile di prima. Siccome l’unione monetaria è stata realizzata imponendo una moneta unica a tutti e vincoli stretti ai paesi più deboli, ma non si è fatta carico dei guai comuni (le ricchezze sono state unificate, però a ciascuno è restato il suo debito), i vantaggi per l’Italia sono stati assai piccoli. Sostanzialmente solo due: meno inflazione (ma soprattutto deflazione, che non è gran vantaggio per l’economia) e denaro meno caro, anche se ormai viene concesso con il contagocce proprio grazie alle regole internazionali. Tutto il resto è peggiorato. In modo così sensibile da aprire per la prima volta la discussione-tabù: e se fosse meglio uscire dall’Europa di Maastricht seguendo la Gran Bretagna che non ci è mai entrata?
Che sia meglio ha osato dirlo nell’autunno scorso un economista di grido come il professore Paolo Savona, che ha addirittura implorato l’Italia di liberarsi «dal cappio europeo che si va stringendo al collo», sostituendo «il poco dignitoso vincolo esterno con una diretta responsabilità dei gruppi dirigenti. Si aprirebbe così la possibilità di sostituire a un sicuro declino un futuro migliore attraverso il re-impossessamento della sovranità di esercitare scelte economiche autonome, comprese quelle riguardanti le alleanze globali». Di quelle parole Savona non è affatto pentito, e, anzi, è ancora più convinto assistendo ai fatti di queste settimane.
Di fronte a Libia, Tunisia, e all’incendio del Mediterraneo l’Europa politica ha brillato per assenza. Quella militare proprio non esiste, e ognuno procede in ordine sparso. L’ondata migratoria che si prepara non sembra interessare Bruxelles: l’Europa è composta in maggioranza da paesi che credono di non venirne toccati, e quindi è caso che dovranno sbrogliarsi da soli Grecia, Spagna, Francia e soprattutto Italia. Quel fantoccio di polizia delle frontiere (con sede a Varsavia) che è Frontex si è limitata a inviare una navetta rumena e due piccoli aerei per affrontare quello che giustamente Silvio Berlusconi ha definito lo «tsunami umano». I fatti di questi giorni hanno definitivamente chiarito - se mai ce ne fosse stato bisogno - che in caso di emergenza l’Italia deve cavarsela organizzativamente e finanziariamente da sola. L’Europa non le serve. Invece Bruxelles sarà più rapida di un falco quando si tratterà di fermare le norme per proteggere Parmalat, ma soprattutto gli allevatori italiani, dalla posizione dominante di Lactalis. Come sarà fulminea a fermare sul nascere qualsiasi politica industriale o fiscale passi mai per la testa dei governanti italiani.
Uscire dall’euro è forse rischioso sul breve, e un po’ di terremoto per forza lo provoca. Ma potersi riappropriare delle leve del proprio governo e decidere da soli davvero non ha prezzo. E potrebbe diventare la vera occasione per l’Italia.

di Franco Bechis


 http://www.libero-news.it/news/707921/L_Europa_ci_costa_tanto_e_ci_aiuta_poco_Ha_ancora_senso_restare_nell_Unione_.html
 
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03 aprile 2011 Una proposta di libertà Ogni tanto, mi sembra però che sia la prima volta, anche le iniziative cosiddette bipartisan hanno un loro valore morale. Così è la proposta di legge di quattro parlamentari del Pdl e uno dei finioti che meritano di essere citati come indicati ne Il Giornale del 2 aprile scorso: Cristiano De Eccher (Pdl) Fabrizio di Stefano (Pdl) Francesco Bevilacqua (Pdl) Achille Totaro (Pdl) Egidio Digilio (Fli). I cinque senatori propongono, finalmente !, l'abolizione della XII disposizione transitoria della costituzione del 1948 che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Il secondo comma della medesima disposizione è già ampiamente decaduto, visto che prevedeva per un solo quinquennio “limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”. Il divieto contro una organizzazione politica fascista sembrerebbe “eterno” , come le leggi repressive della libertà di opinione che portano il nome di chi le firmò da ministro (Scelba e Mancino). Come già fu, nella prima legislatura interamente a maggioranza di Centro Destra, per l'abolizione della XIII disposizione transitoria che vietava l'ingresso in Italia dei discendenti maschi di Casa Savoia, così anche la XII tuttora in vigora rappresenta un vulnus ad un completo concetto di libertà e di democrazia. Se mai ha avuto un significato nell'immediato dopoguerra quando la fragile repubblica italiana nata da sempre più consistenti dubbi sulla regolarità del referendum del 2 giugno 1946 poteva temere il richiamo del PNF, dopo 66 anni dalla fine della guerra rappresenta solo un momento illiberale di repressione delle idee. Perchè non sono le idee, i simboli o le sigle che rappresentano un pericolo, ma le azioni violente che potrebbero essere adottate e, francamente, sono ben di più, praticamente in percentuale se non totale almeno bulgara, le azioni violente compiute nel nome della falce e martello che in quello del Fascio Littorio. Il Fascismo fu rappresentativo di un movimento di Popolo ? Sì. Il Fascismo fu rappresentativo di una Idea ? Sì. Il Fascismo fu rappresentativo di un progetto di società ? Sì. Allora ha pieno titolo per presentarsi ai cittadini, chiederne il voto e, se del caso, ottenere eletti. Sono le regole della democrazia e chi nega tale diritto, dimostra di non aver compreso che cosa sia la democrazia nonostante se ne riempia la bocca pressochè quotidianamente. E' abbastanza risibile, poi, che ci sia ancora qualcuno che sia così insicuro delle proprie idee e del loro appeal, da fuggire dal confronto con le idee contrarie e, anzi, da cercare, con la violenza di impedirne la circolazione e, sicuramente, si opporrà alla abrogazione della XII disposizione transitoria. Forse non sarà abrogata in questa legislatura, ma sicuramente accadrà, come è stato per la XIII, perchè una idea non può essere vietata per legge. di Vito Pacillo 

 http://rsitreviso.blogspot.com/ 
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venerdì, 01 aprile 2011

SOLIDARIETA  ALLA BRIGATA FOLGORE
 
 
MASSIMA SOLIDARIETA ALLA BRIGATA FOLGORE VIGLIACCAMENTE COLPITA DA UNA BANDA DI INFAMI CRIMINALI
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Era il 1992, forse, l'anno successivo. Gli amanti dell'archivistica potranno verificare facilmente. Tangentopoli era appena esplosa e la classe politica italiana era alle corde. In quei frangenti, i magistrati sembrano veramente "don chisciotte" contro i ..."ladroni". Alla Camera andò in scena un tentativo di mettere la mordacchia alle inchieste e l'allora Msi-Dn - per altro,già in procinto di diventare An - manda i suoi militanti a manifestare davanti a Montecitorio, guidati dall'allora federale di Roma, Teodoro Buontempo. I ragazzi del FdG romano erano tranquilli, costituirono un semicerchio davanti allo stesso ingresso davanti al quale è stato aggredito Ignazio La Russa, mostrando una maglietta fatta realizzare ad hoc - "Arrendetevi! Siete circondati" - e gridando qualche slogan. Passò un deputato del PdS - allora così si chiamava l'ex-Pci -, al quale fu prontamente consentito di entrare, ma lui, maliziosamente, fece finta di essere ostacolato, mettendosi a gridare. Non successe assolutamente nulla e la situazione tornò subito alla calma. Eppure, per quell'urlo strumentale, tutti i ragazzi furono identificati e denunciati e furono anche denunciati alcuni dirigenti del Msi neanche presenti. Denunciati e processati. Alcuni, forse, furono pure condannati. Quel che è più grave, è che tutta la stampa - come fosse circolata una velina, dalle televisioni alle principali testate (si vada pure a verificare) -, il giorno dopo, denunciarono "l'assalto al Parlamento". Allora, bisogna intendersi: se la Destra protesta a Montecitorio civilmente, attenta alla Democrazia; mentre se i gaglioffi di sinistra aggrediscono La Russa, è il ministro a doversi scusare? Dal momento che qui Gianfranco Fini non ha nessun potere e non presiede niente, è proprio il caso di mandarcelo, affanc.....
 



 
 
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