martedì 22 novembre 2011

martedì, 05 luglio 2011

Afghanistan, l'addio al caporal maggiore Tuccillo 

SEBA 3



La bara avvolta nel tricolore del caporal maggiore capo Gaetano Tuccillo, ucciso in Afghanistan, é stata portata a spalla dai commilitoni fuori dalla basilica di Santa Maria degli Angeli, dove si sono appena conclusi i funerali, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e delle massime autorità dello Stato. Sul sagrato, al militare caduto sono stati resi gli onori da parte di un picchetto militare. La bara, preceduta dalla corona d'alloro del presidente della Repubblica e dal cuscino con sopra il cappello e le decorazioni del soldato è stata quindi messa a bordo del carro funebre: quando è partito - alla volta della Campania, dove si svolgeranno i fuenrali in forma privata - il feretro è stato salutato da un applauso della piazza.
Prima di essere messa a bordo del carro funebre, la bara ha ricevuto la benedizione dell'arcivescovo militare, Vincenzo Pelvi. I familiari del soldato ucciso si sono inchinati per baciarla. Al termine, il papà, la mamma e la moglie di Tuccillo sono stati salutati ancora una volta con un bacio dal capo dello Stato Napolitano.
E' una basilica di Santa Maria degli Angeli gremita quella in cui l'ordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi sta celebrando i funerali di Gaetano Tuccillo, il caporal maggiore capo ucciso in Afghanistan. Nelle prime file, da una parte, i familiari del militare, affranti: la mamma, il papà, che a stento trattiene le lacrime, la moglie sposata da meno di un anno, gli altri parenti. Dall'altra le massime autorità dello Stato: insieme al presidente Napolitano, a Fini, Schifani, Berlusconi e La Russa, anche il vicepresidente della Corte Costituzionale Maddalena, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta, i capi di Stato maggiore della Difesa e dell'Esercito, Abrate e Valotto, la governatrice del Lazio Polverini, oltre al parlamentare del Pdl Gianfranco Paglia, ex parà della Folgore costretto su una sedia a rotelle dopo essere stato ferito in Afghanistan. Molti i parlamentari e gli esponenti di Governo presenti, molte le autorità militari. Nella chiesa, tra gli altri, anche l'ambasciatore Usa David Thorne. La bara, avvolta nel Tricolore, è sistemata accanto all'altare. Sopra è appoggiata la foto di un Gaertano Tuccillo sorridente. Davanti, su un cuscino, il cappello e le decorazioni.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è  giunto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, per i funerali di Gaetano Tuccillo, il militare ucciso in Afghanistan. Insieme a Napolitano il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Entrato in chiesa, il capo dello Stato ha salutato con un abbraccio e un bacio sulla guancia i parenti del soldato, in prima fila.
Una piazza mesta ha atteso il feretro di Gaetano Tuccillo davanti la chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma. A omaggiare il soldato ucciso sabato scorso in Afghanistan è giunto anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Presenti anche il presidente della Camera Gianfranco Fini e il presidente del Senato Renato Schifani. Tra i politici Lorenzo Cesa. Presente anche la governatrice del Lazio Renata Polverini. Il temporale di stamani si è placato ma il grigiore del cielo sembra adeguarsi a una giornata di dolore 
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L’Italia è una Nazione lenta.
Con il suo secolo e mezzo di storia, non ha imparato ancora a correre, a modernizzarsi, a velocizzare decisioni e movimenti.
Dapprima ingessata dalla sontuosa monarchia sabauda, oggi statico ostaggio della democrazia burocratica, dei sindacati e dei “piangina” moderni.
Perché il freno di questo Paese è il suo Popolo, abituato a lamentarsi col Governo, di qualsiasi colore esso sia, avvezzo ad ostacolare un qualsiasi ammodernamento, un Popolo “autistico” nel proprio modo di agire e di pensare in merito alla cosa pubblica (res pubblica, ndr).
Eppure siamo il proverbiale popolo di poeti, artisti, eroi, Santi, pensatori, scienziati, navigatori e trasmigratori! Cosa ci succede? Cosa fa sì che una ferrovia, che rappresenta il mezzo di trasporto più ecologico in assoluto, in una valle piemontese di confine, crei un problema di ordine pubblico a livello nazionale?
E’ questione di cultura o, meglio, di non cultura.
Esistono forze che, per “cultura”, sono avvezze ad esser contrarie a qualsiasi decisione presa dai Governi; in nome della libertà, della democrazia, dell’ecologia e – soprattutto – del “popolo lavoratore”, esercitano un’azione di agitazione delle masse (trovando in realtà consensi solo in minoranze), trovando motivazioni plausibili all’agitazione popolare, fomentando all’azione dimostrativa pacifica per poter inserire quella destabilizzatrice del proprio braccio armato.
Non ho paura a dire che questi “liberi pensatori” sono i sovversivi di sempre, sono quella cerchia di intellettualoidi repressi e politici di professione che possiamo genericamente definire “comunisti” mentre, il loro braccio armato è rappresentato da quella feccia di viziati radical-chic che bazzicano i centri sociali.
Per questi signori e signorini, la Nazione deve faticare a decollare: non può lanciare un treno ad alta velocità verso la Francia come verso ogni dove; in nome di chissà quale remora ecologista non è consentibile costruire strade o ferrovie, salvo poi lamentarsi della precarietà del lavoro e della situazione economica instabile che avversa le Aziende Italiane.
Non faticano ad attaccare fisicamente cantieri gremiti di operai, lavoratori delle forze dell’ordine, negozi privati, ecc… salvo poi autoproclamarsi difensori dei diritti dei lavoratori.
 
Serve un cambio di velocità al Bel Paese, non solo nei trasporti ferroviari, ma su tutti i fronti! Necessitiamo di volgere la nostra mentalità al bene comune e alla crescita del paese, cercando di capire che non si può rimanere immobili su tutti i fronti, che svecchiare ogni aspetto della Vita pubblica, delle istituzioni e delle Aziende Italiane è necessario alla crescita culturale ed economica del nostro Popolo.
Ben venga la ferrovia della val di Susa, ben vengano altre utili ferrovie moderne!
Non si può permettere ad una sparuta minoranza di reietti retrogradi di fermare il Paese! Che si usino tranquillamente il pugno duro e il bastone per calmare i bollenti spiriti della sovversione.
Viva l’Italia ad Alta Velocità!
 
Luca Battista

  
L’Italia è una Nazione lenta.Con il suo secolo e mezzo di storia, non ha imparato ancora a correre, a modernizzarsi, a velocizzare decisioni e movimenti.
Dapprima ingessata dalla sontuosa monarchia sabauda, oggi statico ostaggio della democrazia burocratica, dei sindacati e dei “piangina” moderni.
Perché il freno di questo Paese è il suo Popolo, abituato a lamentarsi col Governo, di qualsiasi colore esso sia, avvezzo ad ostacolare un qualsiasi ammodernamento, un Popolo “autistico” nel proprio modo di agire e di pensare in merito alla cosa pubblica (res pubblica, ndr).
Eppure siamo il proverbiale popolo di poeti, artisti, eroi, Santi, pensatori, scienziati, navigatori e trasmigratori! Cosa ci succede? Cosa fa sì che una ferrovia, che rappresenta il mezzo di trasporto più ecologico in assoluto, in una valle piemontese di confine, crei un problema di ordine pubblico a livello nazionale?
E’ questione di cultura o, meglio, di non cultura.
Esistono forze che, per “cultura”, sono avvezze ad esser contrarie a qualsiasi decisione presa dai Governi; in nome della libertà, della democrazia, dell’ecologia e – soprattutto – del “popolo lavoratore”, esercitano un’azione di agitazione delle masse (trovando in realtà consensi solo in minoranze), trovando motivazioni plausibili all’agitazione popolare, fomentando all’azione dimostrativa pacifica per poter inserire quella destabilizzatrice del proprio braccio armato.
Non ho paura a dire che questi “liberi pensatori” sono i sovversivi di sempre, sono quella cerchia di intellettualoidi repressi e politici di professione che possiamo genericamente definire “comunisti” mentre, il loro braccio armato è rappresentato da quella feccia di viziati radical-chic che bazzicano i centri sociali.
Per questi signori e signorini, la Nazione deve faticare a decollare: non può lanciare un treno ad alta velocità verso la Francia come verso ogni dove; in nome di chissà quale remora ecologista non è consentibile costruire strade o ferrovie, salvo poi lamentarsi della precarietà del lavoro e della situazione economica instabile che avversa le Aziende Italiane.
Non faticano ad attaccare fisicamente cantieri gremiti di operai, lavoratori delle forze dell’ordine, negozi privati, ecc… salvo poi autoproclamarsi difensori dei diritti dei lavoratori.
 
Serve un cambio di velocità al Bel Paese, non solo nei trasporti ferroviari, ma su tutti i fronti! Necessitiamo di volgere la nostra mentalità al bene comune e alla crescita del paese, cercando di capire che non si può rimanere immobili su tutti i fronti, che svecchiare ogni aspetto della Vita pubblica, delle istituzioni e delle Aziende Italiane è necessario alla crescita culturale ed economica del nostro Popolo.
Ben venga la ferrovia della val di Susa, ben vengano altre utili ferrovie moderne!
Non si può permettere ad una sparuta minoranza di reietti retrogradi di fermare il Paese! Che si usino tranquillamente il pugno duro e il bastone per calmare i bollenti spiriti della sovversione.
Viva l’Italia ad Alta Velocità!
 
 
Luca Battista
 

 
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venerdì, 01 luglio 2011

  

Franca de Candia, vittima dell'usura nonché dell'indifferenza dello Stato... è da 10 giorni che, sotto al Viminale, è in sciopero della fame e dei farmaci che l'aiutano a restare in vita. Per non interrompere la protesta, ha rifiutato il ricovero che l'un...ità medica di pronto intervento le aveva caldamente consigliato, viste le sue precarie condizioni di salute.   Franca ha subito usura ed ogni sorta di violenza...è stata minacciata, picchiata e stuprata, ma si è ribellata ed ha sporto denuncia, ha rivendicato l'inviolabilità della sua condizione di essere umano, di donna, di cittadino. A causa di tutto ciò, in seguito ha avuto 3 infarti e 2 ischemie...una Donna provata nel corpo e nello spirito! Questa la sua storia:  http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150211972866732   Dopo i plausi, i complimenti ed una solidarietà fasulla e di facciata, terminati gli squilli di tromba, finite le passerelle e spenti i riflettori, dove c'è stato anche chi ha scritto un libro speculando sulla sua storia, le Istituzioni ed i politicanti l'hanno lasciata sola, abbandonandola al suo destino di disagio ed indigenza. Con un semplice atto di burocrazia, con una sterile Circolare, lo Stato oggi discrimina le vittime di usura da crimine organizzato da quelle di comune delinquenza, creando di fatto vittime di serie A e di serie B.   La Destra, Partito fortemente impegnato nel sociale, non rimane sorda a questo suo urlo di dolore ed alle sue istanze. E’ nostro dovere morale rispondere a questo appello: siamo sin dal primo giorno, con l’ANVU (Associazione Nazionale Vittime dell’Usura), in strada per sostenere Franca nella sua lotta e sensibilizzare media ed opinione pubblica, affinché premano sulle istituzioni, perché si facciano carico di trovare le soluzioni finora millantate.   Come Dirigente delle Pari Opportunità dico: DIAMO A FRANCA L’OPPORTUNITA’ DI POTER VIVERE DIGNITOSAMENTE!   Grazie a quanti oggi, secondo le proprie possibilità, ruoli e competenze, si sono spesi per Franca. Grazie!
postato da: sebastia11 alle ore 14:07 | link | commenti
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mercoledì, 29 giugno 2011

 CARBURANTI: DA OGGI AUMENTO ACCISA 4 CENT PER EMERGENZA IMMIGRATI 
 


ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su
benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.
 Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.
Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio 

ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

 ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.

Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio.

 ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.

Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio.

 ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.

Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio.

 ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.

Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio.

 ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.

Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio.

 ASCA) - Roma, 28 giu - Da oggi le accise su benzina e gasolio sono aumentate di 4 centesimi al litro per ''fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale determinato dall'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti a Paesi del Nord Africa''.

Lo ha stabilito l'Agenzia delle Dogane, secondo quanto rileva la Staffetta Quotidiana.

Le nuove accise aumentano per la benzina a 611,30 euro per mille litri (da 571,30 euro per mille litri) e per il gasolio a 470,30 euro per mille litri (da 430,30 euro per mille litri). Il tutto da oggi fino al 30 giugno, perche' dal 1 luglio entreranno in vigore anche i nuovi aumenti previsti dal decreto sul fondo unico dello spettacolo. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2011 le accise saliranno ancora a 613,20 euro per mille litri per la benzina e 472,20 euro per mille litri per il gasolio.

  
postato da: sebastia11 alle ore 17:22 | link | commenti
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Grande Ungheria  


di GABRIELE ADINOLFI


 
Alla vigilia della visita a Budapest di Hillary Clinton piazza Roosevelt viene ribattezzata e diviene piazza Széchenyi, scrittore, politico e statista nazionalista magiaro del XIX secolo. Una scelta simbolica non da poco che attesta il passaggio da uno stato di subordinazione a quello della fierezza dell'indipendenza. Costernazione e rabbia dei democratici atlantisti, cortigiani frustrati della visitante. 
postato da: sebastia11 alle ore 12:30 | link | commenti
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lunedì, 27 giugno 2011

Milano, “La Destra” si oppone al registro delle coppie di fatto in Comune 


 
“No al registro comunale per le coppie di fatto”. Questa la risposta di Eliana  Farina, responsabile regionale de La Destra, alla proposta che l’assessore  comunale Maiorino ha lanciato ieri partecipando al Gay pride organizzato a  Milano. “All’indignazione per il patrocinio alla sfilata di volgarità e insulti  ai cattolici di ieri pomeriggio –continua Eliana Farina – aggiungiamo  preoccupazione per le promesse della Giunta comunale di Milano.
Il registro  comunale per le coppie di fatto è una proposta lanciata da un contesto  sbagliato quale il Gay-pride e soprattutto dimostra la volontà di questa  amministrazione di voler rappresentare gli interessi di una minoranza per  imporla al resto della cittadinanza.
A Milano, la maggioranza dei milanesi  crede ancora nella famiglia naturale e chiede,anzi, provvedimenti per  incentivare le nuove generazioni a mantenerla tale. A crederci sono anche i  cattolici rappresentati in Giunta comunale, che, assecondando l’indirizzo di  governo di colleghi come Maiorino, finiscono per essere complici di politiche  in evidente contrasto con il proprio credo. Speriamo che riescano finalmente a  destarsi, soprattutto dopo aver visto la sfilata di ieri”. 
postato da: sebastia11 alle ore 14:07 | link | commenti
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venerdì, 24 giugno 2011

Così Napoli è stata uccisa dalle toghe amiche dell'ex pm de Magistris 


È Napoli la disgraziata ca­pitale della Seconda re­pubblica. Martedì 22 no­vembre 1994 Silvio Berlu­sconi, da pochi mesi pre­sidente del Consiglio, è a Napoli per presiedere la Conferenza internaziona­le delle Nazioni Unite sul­la criminalità organizza­ta. Il Corriere della Sera , quella mattina, apre con una notizia-bomba: il premier è indagato per concorso in corruzione e ha ricevuto un in­vito a comparire dalla Procura di Milano. Sembra una trama scrit­ta da uno sceneggiatore medio­cre, che esagera le coincidenze per impressionare lo spettatore: Napoli, la criminalità organizza­ta, l’inchiesta della Procura di Mi­lano e il suo tempismo perfetto, la fuga di notizie, il processo me­diatico.
E invece è tutto clamoro­samente vero, accade sul serio, e dopo quel fatidico 22 novembre continuerà ad accadere senza so­sta per i diciassette anni a venire, in un loop testardo e ossessivo che ha dapprima imprigionato e poi consunto e stremato il nostro Paese. In quel lontano novembre sin­daco di Napoli ( da appena un an­no) era Antonio Bassolino, eletto nell’autunno dell’anno prece­dente in una tornata amministra­tiva che, proprio come quella del mese scorso, segnò una netta vit­toria del centrosinistra e creò l’il­lusione di un facile trionfo alle successive elezioni politiche. Da allora Bassolino non se ne è più andato e, prima come sindaco e poi come governatore, ha costru­ito, fortificato e diffuso un siste­ma di potere che ha pochi eguali nelle amministrazioni locali. Bassolino, del resto, è stato un ottimo sindaco, e il suo primo mandato si concluse trionfal­mente: il «rinascimento napole­tano » era diventato un modello di virtù civili e di buona ammini­strazione.
Fu la giunta Bassolino a inventarsi i titoli di credito co­munali e, quel che più conta, riu­scì a convincere la comunità fi­nanziaria internazionale ad ac­quistarli. Non è facile indicare il momen­to in cui il vento cambia, e la spin­ta pr­opulsiva bassoliniana rallen­ta fino a impantanarsi nel «basso­linismo ». Di certo la monnezza, oggi di nuovo a livelli paurosi, ha avuto un ruolo essenziale. E con la monnezza, naturalmente, an­che la camorra e la Procura. Il servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è stato commissariato nel lontano 1994 -di nuovo,all’alba della Seconda repubblica - e per diciassette an­ni si sono alternati commissari tanto autorevoli (da Umberto Im­prota allo stesso Bassolino, da Gianni De Gennaro a Guido Ber­tolaso) quanto evidentemente in­capaci. I governi di centrodestra e di centrosinistra hanno fatto la loro parte per contribuire al disa­stro, mentre il caos di competen­ze fra il Comune di Napoli, i Co­muni limitrofi, la Provincia e la Regione anziché sciogliersi gra­zie al commissariamento si è nel corso del tempo aggravato.
Nel 2001 scoppia la prima crisi: alcune discariche vengono ria­perte, convogli di rifiuti partono per la Germania, altre Regioni ac­colgono parte della monnezza da smaltire. Finita l’emergenza (a palazzo Chigi c’è Berlusconi, sindaco di Napoli è Rosa Russo Iervolino, mentre Bassolino pre­siede e presidia la Regione), nes­suno si occupa di rimuoverne le cause. Così sei anni dopo le disca­riche esplodono, e i rifiuti comin­ciano a riempire Napoli. Al gover­no questa volta c’è Prodi (stessa formazione, invece, in Comune e Regione), che prepara un pia­no d’emergenza. Ma i rifiuti affo­gano la città, e proprio su quel­l’immagine devastante, replica­ta all’infinito da tutte le televisio­ni del mondo, Berlusconi costrui­sce buona parte del suo successo elettorale. I primi passi del nuovo gover­no sono brillanti e coronati da un vistoso successo: come pro­messo, Berlusconi ripulisce Na­poli. L’inaugurazione del termo­valorizzatore di Acerra diventa il simbolo dell’emergenza finita. Ma così non è: e oggi - per colpa di Berlusconi e di Prodi, di Basso­lino e della Russo Iervolino, dei commissari straordinari e dei presidenti della Provincia, e an­che, per la quota che loro spetta, del neogovernatore Caldoro e del neosindaco De Magistris - as­sistiamo a un’emergenza senza precedenti né apparenti rimedi.
 
Perché la politica non è stata capace di risolvere un problema che non soltanto a Bolzano, ma anche nella vicinissima Salerno non si è mai posto? E perché mai da diciassette anni si parla insi­stentemente della camorra, del suo coinvolgimento diretto nel­la gestione del ciclo dei rifiuti, delle sue infiltrazioni a vari livel­li (lo ha ripetuto anche De Magi­­stris), e nessun magistrato è mai stato capace di venire a capo di niente? Diverse Procure campane so­no intervenute sul termovaloriz­zatore di Acerra e in genere sulla questione rifiuti. Sono stati avvia­ti molti processi e ci sono stati di­versi arresti (tra cui, a gennaio, un prefetto e l’ex vice di Bertola­so). La Procura di Napoli, dopo una lunga indagine, ha rinviato a giudizio 28 presunti responsabi­li di truffa aggravata, falso e abu­so di ufficio, tra cui Bassolino, al­cuni vicecommissari e manager dell’Impregilo.
Ma di camorristi, a parte i racconti di Saviano, nep­pure l’ombra. Sarà un’impressione,ma la ma­­gistratura partenopea sembra più interessata ai politici (che cer­to avranno le loro responsabili­tà) che ai poteri criminali. E infat­ti oggi si occupa con zelo di un’al­tra monnezza: quella che tonnel­late di intercettazioni senza alcu­na rile­vanza penale stanno river­sando su donne e uomini non in­dagati né sospettati di nulla.
postato da: sebastia11 alle ore 17:50 | link | commenti
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giovedì, 23 giugno 2011

 

  


  

IO, FRANCA DE CANDIA, NOTA PER ESSERE STATA UNA DELLE PRIME VITTIME DI USURA E DI ESTORSIONE CHE A CAUSA DELLA SUA SITUAZIONE HA ATTIRATO L’ATTENZIONE DEI MEDIA SU QUESTO  TRISTE FENOMENO, TRA L’ALTRO FONDATRICE DI UNA DELLE PRIME ASSOCIAZIONI PER LA LOTTA ALLO STESSO, CHE HA ACCOMPAGNATO DECINE E DECINE DI SFORTUNATI “COLLEGHI” VERSO LA  DENUNCIA, RESTITUEDOGLI LA FIDUCIA PERSA NELLA GIUSTIZIA
DICHIARO DI NON CREDERE PIU’ NELLE ISTITUZIONI CHE CI RAPPRESENTANO E CHE CI DOVREBBERO TUTELARE!
EBBENE SI, PROPRIO IO.
NON CREDO PIU’ DAL MOMENTO IN CUI HO CONSTATATO CHE è BASTATA L’EMANAZIONE DI UNA CIRCOLARE COMMISSARIALE AD  ANNULLARE UNA LEGGE DELLO STATO, CHE ERA STATA CREATA PER AIUTARE TUTTE LE VITTIME DI ESTORSIONE ED USURA A PRESCINDERE DALL’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE CHE HA POSTO IN ESSERE IL REATO.
PER DI PIU’NEL MIO CASO A TALE CIRCOLARE è STATO DATO EFFETTO RETROATTIVO.
INOLTRE PRECISO CHE SINO ALL’EMANAZIONE DELLA PREDETTA CIRCOLARE I BENEFICI DELLA LEGGE  VENIVANO CONCESSI A TUTTI, E IN ALCUNI CASI DI CUI SONO A CONOSCENZA, ANCHE A CHI NON POSSEDEVA TUTTI I REQUISITI PREVISTI.
ANCORA PIU’ AMARAMENTE MI CHIEDO E VI CHIEDO: “ E’ FORSE A CAUSA DI QUESTE PASSATE E “FACILI” ELARGIZIONI CHE OGGI, CHI NE AVREBBE DIRITTO NON RICEVE QUANTO LO STATO GLI DOVREBBE?”
QUELLO STATO NELLA PERSONA DEL PRECEDENTE COMMISSARIO STRAORDINARIO DEL GOVERNO, IL PREFETTO GIOUSUE’ MARINO, E DEGLI ORGANI COMPETENTI, COSI’ RIGIDI NEI GIUDIZI NEI NOSTRI CONFRONTI E CHE DECIDONO “SE’ E QUANTO DARCI”, HA SENZA  SE E SENZA MA APPROVATO UN DECRETO CHE DELIBERAVA LO STANZIAMENTO DI MILIONI DI EURO PER I COSIDETTI PON DI SICUREZZA , MA CHE IN REALTA’ SERVIVANO A DARE UNO STIPENDIO A TANTI DI COLORO CHE FINO ALLORA AVEVANO FATTO PARTE DEL COMITATO DI SOLIDARIETA’E COME ESPERIENZA VISSUTA IN MERITO AD USURA ED ESTORSIONE HA UTILIZZATO ESCLUSIVAMENTE LE NOSTRE STORIE E I NOSTRI DRAMMI, SCRIVENDO TRA L’ALTRO LIBRI E PREGIANDOSI DI OSPITATE TELEVISIVE.
GLI STESSI CHE , AUTOCELEBRANDOSI PORTATORI DELLA VERITA’ ASSOLUTA PER ANNI HANNO SPADRONEGGIATO NELL’UFFICIO DEL COMMISSARIO E NON SOLO; FORSE PER QUESTO MI INDIGNA COSI’ TANTO QUELLA CIRCOLARE, PERCHE’ TEMO CHE LA STESSA, COSI’ DISCRIMINANTE PER LE VITTIME, SIA STATA PARTORITA NON DAL COMMISSARIO, MA PROPRIO DA QUEI PERSONAGGI DI CUI SOPRA.
ANCHE NELLA NOMINA DEI COMPONENTI DEL COMITATODI SOLIDARIETA’, CHE DOVREBBE ESSERE FATTA A ROTAZIONE TRA I MEMBRI NOMINATI DA TUTTE LE ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTE DAL MINISTERO DELL’INTERNO, ACCADE STRANAMENTE CHE NONOSTANTE VI SIANO PIU CANDIDATI PROVENIENTI DA TUTTE LE ASSOCIAZIONI PIU’ RAPRRESENTATIVE, COLORO CHE VENGONO SCELTI APPARTENGONO SEMPRE ALLA STESSA FEDERAZIONE.
COME IN TUTTI GLI ALTRI CASI, ANCHE PER LA FORMAZIONE DELL’ULTIMO COMITATO, ANCOR PRIMA DELLA NOMINA UFFICIALE, I NOMI DEI PRESCIELTI ERANO GIA NOTI A TUTTI DA TEMPO.
IL FONDO DI SOLIDARIETA’, CREATO PER LA NOSTRA TUTELA NULLA FA PER VENIRCI IN AIUTO; AL CONTRARIO, A CAUSA DEI SUOI TEMPI LUNGHISSIMI, DELLA MANCANZA DI SENSIBILITA’ DI ALCUNI COMPONENTI CHE ARRIVANO A DENIGRARE LE VITTIME, E’ DIVENTATO DAVVERO IL “FONDO DI UN TUNNEL SENZA FINE”, IL FONDO DELLEE VITE DISGRAZIATE DI QUELLE PERSONE CHE UNA VOLTA VENIVANO DEFINITE CORAGGIOSE, E, COME NEL MIO CASO, DA ESSERE PREMIATE CON MEDAGLIE STATUE E MENZIONI, COSI’ COME AVVENNE ANCHE IN DATA 18.2.98 ALLA PRESENZA DEL SANTO PADRE PAPA GIOVANNI PAOLO II.
ALLA LUCE DEI FATTI QUANTO SOPRA DETTO POCO CONTA, E SONO CONVINTA CHE LE VITTIME SIANO SOLO DEGLI ESSERI FASTIDIOSI CHE SERVONO AI TANTI IMPIEGATI DEL SETTORE, PER AVERE STIPENDI, POPOLARITA’ E OPPORTUNITA’ NEL MONDO POLITICO;
PERSONALMENTE MI E’ STATA RICONOSCIUTA UNA DIMINUITA CAPACITA’ A PRODURRE REDDITO PARI AL 70 % DI INVALIDITA’ CON NESSO CAUSALE AI FATTI DELITTUISI DI CUI SONO STATA VITTIMA; LE MIE PATOLOGIE SONO GRAVISSIME, HO AVUTO VARIE ISCHEMIE E INFARTI, PATOLOGIE CHE MI OBBLIGANO ALL’ASSUNZIONE QUOTIDIANA DI VARI FARMACI, COMPRESI QUELLI SALVAVITA.
   A CAUSA DELLA PREDETTA CIRCOLARE E DEL COMPORTAMENTENTO NEGLIGENTE O ADDIRITTURA IN MALA FEDE DELLE SUDDETTE ISTITUTUZIONI, NON MI VIENE ANCORA RICONOSCIUTO IL DIRITTO ALLA ELARGIZIONE PER RISARCIMENTO DEI DANNI FISICI PREVISTO DALLA LEGGE 44/99.
QUESTO, NONOSTANTE IO ABBIA PRESENTATO LA DOMANDA DI AGGRAVAMENTO DELLE MIE CONDIZIONI FISICHE, IN EPOCA PRECEDENTE ALL’EMANAZIONE DELLA CIRCOLARE, E PER QUESTO MOTIVO NONOSTANTE L’IMMININENZA DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA STESSA, GLI ORGANI COMPETENTI MI HANNO FATTO SOTTOPORRE ALLA VISITA PREVISTA DALLA LEGGE.
CHE SENSO AVEVA, ALTRIMENTI, FARMI RICONOSCERE FORMALMENTE L’EVENTUALE AGGRAVAMENTO SE POI TALE CIRCOSTANZA NON AVEVA ALCUN VALORE?
PER TUTTO QUANTO SOPRA ESPOSTO , PUR AVENDO UNA FORTE VOGLIA DI VEDERE CRESCERE I MIEI NIPOTINI, HO DECISO CHE DA DOMANI COMINCERO’ A NON NUTRIRMI E A NON ASSUMERE  NESSUNO DEI MIEI FARMACI NECESSARI; NEI PROSSIMI GIORNI SMETTERO’ ANCHE DI BERE.
IL MIO NON VUOLE ESSERE UN RICATTO MA PIUTTOSTO UNA RICHIESTA DI CHIARIMENTI, UNA RISPOSTA A TUTTI I MIEI DUBBI E UN APPELLO AD UNA GIUSTA APPLICAZIONE DI UNA LEGGE CREATA PER TUTTE LE VITTIME DI   USURA ED ESTORSIONE, SENZA ALCUNA DISTINZIONE.
CHIEDO INOLTRE L’ANNULLAMENTO DI UNA CIRCOLARE COSI’ DISCRIMINANTE ED INGIUSTA VERSO TUTTE LE VITTIME DI USURA  ED ESTORSIONE DI SERIE B CHE NON HANNO AVUTO LA “FORTUNA” DI SUBIRE TALI REATI DA ASSOCIAZIONI DI STAMPO MAFIOSO, MA DA MERI CRIMINALI NON QUALIFICATI.
E’ CON FIEREZZA CHE COMPIRO’ QUESTO GESTO, E SE ANCHE MI PORTASSE A NON ESSERCI PIU’, SAREBBE COMUNQUE L’ULTIMO SERVIGIO ALLE VITTIME CHE HANNO CREDUTO IN ME QUANDO DICEVO LORO:” DENUNCIATE, DENUNCIATE, LE ISTITUZIONI SONO CON NOI E AVRETE GIUSTIZIA”.
FRANCA DE CANDIA
http://www.paolarais.it/ 


 
        
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 IO, FRANCA DE CANDIA, NOTA PER ESSERE STATA UNA DELLE PRIME VITTIME DI USURA E DI ESTORSIONE CHE A CAUSA DELLA SUA SITUAZIONE HA ATTIRATO L’ATTENZIONE DEI MEDIA SU QUESTO  TRISTE FENOMENO, TRA L’ALTRO FONDATRICE DI UNA DELLE PRIME ASSOCIAZIONI PER LA LOTTA ALLO STESSO, CHE HA ACCOMPAGNATO DECINE E DECINE DI SFORTUNATI “COLLEGHI” VERSO LA  DENUNCIA, RESTITUEDOGLI LA FIDUCIA PERSA NELLA GIUSTIZIA DICHIARO DI NON CREDERE PIU’ NELLE ISTITUZIONI CHE CI RAPPRESENTANO E CHE CI DOVREBBERO TUTELARE!
EBBENE SI, PROPRIO IO.
NON CREDO PIU’ DAL MOMENTO IN CUI HO CONSTATATO CHE è BASTATA L’EMANAZIONE DI UNA CIRCOLARE COMMISSARIALE AD  ANNULLARE UNA LEGGE DELLO STATO, CHE ERA STATA CREATA PER AIUTARE TUTTE LE VITTIME DI ESTORSIONE ED USURA A PRESCINDERE DALL’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE CHE HA POSTO IN ESSERE IL REATO.
PER DI PIU’NEL MIO CASO A TALE CIRCOLARE è STATO DATO EFFETTO RETROATTIVO.
INOLTRE PRECISO CHE SINO ALL’EMANAZIONE DELLA PREDETTA CIRCOLARE I BENEFICI DELLA LEGGE  VENIVANO CONCESSI A TUTTI, E IN ALCUNI CASI DI CUI SONO A CONOSCENZA, ANCHE A CHI NON POSSEDEVA TUTTI I REQUISITI PREVISTI.
ANCORA PIU’ AMARAMENTE MI CHIEDO E VI CHIEDO: “ E’ FORSE A CAUSA DI QUESTE PASSATE E “FACILI” ELARGIZIONI CHE OGGI, CHI NE AVREBBE DIRITTO NON RICEVE QUANTO LO STATO GLI DOVREBBE?”
QUELLO STATO NELLA PERSONA DEL PRECEDENTE COMMISSARIO STRAORDINARIO DEL GOVERNO, IL PREFETTO GIOUSUE’ MARINO, E DEGLI ORGANI COMPETENTI, COSI’ RIGIDI NEI GIUDIZI NEI NOSTRI CONFRONTI E CHE DECIDONO “SE’ E QUANTO DARCI”, HA SENZA  SE E SENZA MA APPROVATO UN DECRETO CHE DELIBERAVA LO STANZIAMENTO DI MILIONI DI EURO PER I COSIDETTI PON DI SICUREZZA , MA CHE IN REALTA’ SERVIVANO A DARE UNO STIPENDIO A TANTI DI COLORO CHE FINO ALLORA AVEVANO FATTO PARTE DEL COMITATO DI SOLIDARIETA’E COME ESPERIENZA VISSUTA IN MERITO AD USURA ED ESTORSIONE HA UTILIZZATO ESCLUSIVAMENTE LE NOSTRE STORIE E I NOSTRI DRAMMI, SCRIVENDO TRA L’ALTRO LIBRI E PREGIANDOSI DI OSPITATE TELEVISIVE.
GLI STESSI CHE , AUTOCELEBRANDOSI PORTATORI DELLA VERITA’ ASSOLUTA PER ANNI HANNO SPADRONEGGIATO NELL’UFFICIO DEL COMMISSARIO E NON SOLO; FORSE PER QUESTO MI INDIGNA COSI’ TANTO QUELLA CIRCOLARE, PERCHE’ TEMO CHE LA STESSA, COSI’ DISCRIMINANTE PER LE VITTIME, SIA STATA PARTORITA NON DAL COMMISSARIO, MA PROPRIO DA QUEI PERSONAGGI DI CUI SOPRA.
ANCHE NELLA NOMINA DEI COMPONENTI DEL COMITATODI SOLIDARIETA’, CHE DOVREBBE ESSERE FATTA A ROTAZIONE TRA I MEMBRI NOMINATI DA TUTTE LE ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTE DAL MINISTERO DELL’INTERNO, ACCADE STRANAMENTE CHE NONOSTANTE VI SIANO PIU CANDIDATI PROVENIENTI DA TUTTE LE ASSOCIAZIONI PIU’ RAPRRESENTATIVE, COLORO CHE VENGONO SCELTI APPARTENGONO SEMPRE ALLA STESSA FEDERAZIONE.
COME IN TUTTI GLI ALTRI CASI, ANCHE PER LA FORMAZIONE DELL’ULTIMO COMITATO, ANCOR PRIMA DELLA NOMINA UFFICIALE, I NOMI DEI PRESCIELTI ERANO GIA NOTI A TUTTI DA TEMPO.
IL FONDO DI SOLIDARIETA’, CREATO PER LA NOSTRA TUTELA NULLA FA PER VENIRCI IN AIUTO; AL CONTRARIO, A CAUSA DEI SUOI TEMPI LUNGHISSIMI, DELLA MANCANZA DI SENSIBILITA’ DI ALCUNI COMPONENTI CHE ARRIVANO A DENIGRARE LE VITTIME, E’ DIVENTATO DAVVERO IL “FONDO DI UN TUNNEL SENZA FINE”, IL FONDO DELLEE VITE DISGRAZIATE DI QUELLE PERSONE CHE UNA VOLTA VENIVANO DEFINITE CORAGGIOSE, E, COME NEL MIO CASO, DA ESSERE PREMIATE CON MEDAGLIE STATUE E MENZIONI, COSI’ COME AVVENNE ANCHE IN DATA 18.2.98 ALLA PRESENZA DEL SANTO PADRE PAPA GIOVANNI PAOLO II.
ALLA LUCE DEI FATTI QUANTO SOPRA DETTO POCO CONTA, E SONO CONVINTA CHE LE VITTIME SIANO SOLO DEGLI ESSERI FASTIDIOSI CHE SERVONO AI TANTI IMPIEGATI DEL SETTORE, PER AVERE STIPENDI, POPOLARITA’ E OPPORTUNITA’ NEL MONDO POLITICO;
PERSONALMENTE MI E’ STATA RICONOSCIUTA UNA DIMINUITA CAPACITA’ A PRODURRE REDDITO PARI AL 70 % DI INVALIDITA’ CON NESSO CAUSALE AI FATTI DELITTUISI DI CUI SONO STATA VITTIMA; LE MIE PATOLOGIE SONO GRAVISSIME, HO AVUTO VARIE ISCHEMIE E INFARTI, PATOLOGIE CHE MI OBBLIGANO ALL’ASSUNZIONE QUOTIDIANA DI VARI FARMACI, COMPRESI QUELLI SALVAVITA.
A CAUSA DELLA PREDETTA CIRCOLARE E DEL COMPORTAMENTENTO NEGLIGENTE O ADDIRITTURA IN MALA FEDE DELLE SUDDETTE ISTITUTUZIONI, NON MI VIENE ANCORA RICONOSCIUTO IL DIRITTO ALLA ELARGIZIONE PER RISARCIMENTO DEI DANNI FISICI PREVISTO DALLA LEGGE 44/99.
QUESTO, NONOSTANTE IO ABBIA PRESENTATO LA DOMANDA DI AGGRAVAMENTO DELLE MIE CONDIZIONI FISICHE, IN EPOCA PRECEDENTE ALL’EMANAZIONE DELLA CIRCOLARE, E PER QUESTO MOTIVO NONOSTANTE L’IMMININENZA DELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA STESSA, GLI ORGANI COMPETENTI MI HANNO FATTO SOTTOPORRE ALLA VISITA PREVISTA DALLA LEGGE.
CHE SENSO AVEVA, ALTRIMENTI, FARMI RICONOSCERE FORMALMENTE L’EVENTUALE AGGRAVAMENTO SE POI TALE CIRCOSTANZA NON AVEVA ALCUN VALORE?
PER TUTTO QUANTO SOPRA ESPOSTO , PUR AVENDO UNA FORTE VOGLIA DI VEDERE CRESCERE I MIEI NIPOTINI, HO DECISO CHE DA DOMANI COMINCERO’ A NON NUTRIRMI E A NON ASSUMERE  NESSUNO DEI MIEI FARMACI NECESSARI; NEI PROSSIMI GIORNI SMETTERO’ ANCHE DI BERE.
IL MIO NON VUOLE ESSERE UN RICATTO MA PIUTTOSTO UNA RICHIESTA DI CHIARIMENTI, UNA RISPOSTA A TUTTI I MIEI DUBBI E UN APPELLO AD UNA GIUSTA APPLICAZIONE DI UNA LEGGE CREATA PER TUTTE LE VITTIME DI USURA ED ESTORSIONE, SENZA ALCUNA DISTINZIONE.
CHIEDO INOLTRE L’ANNULLAMENTO DI UNA CIRCOLARE COSI’ DISCRIMINANTE ED INGIUSTA VERSO TUTTE LE VITTIME DI USURA  ED ESTORSIONE DI SERIE B CHE NON HANNO AVUTO LA “FORTUNA” DI SUBIRE TALI REATI DA ASSOCIAZIONI DI STAMPO MAFIOSO, MA DA MERI CRIMINALI NON QUALIFICATI.
E’ CON FIEREZZA CHE COMPIRO’ QUESTO GESTO, E SE ANCHE MI PORTASSE A NON ESSERCI PIU’, SAREBBE COMUNQUE L’ULTIMO SERVIGIO ALLE VITTIME CHE HANNO CREDUTO IN ME QUANDO DICEVO LORO:” DENUNCIATE, DENUNCIATE, LE ISTITUZIONI SONO CON NOI E AVRETE GIUSTIZIA”.
FRANCA DE CANDIA

 
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martedì, 21 giugno 2011

 DIAMO FORZA ALLA DESTRA SOCIALE

 BUONO CASA PER LE FASCE PIU’ DISAGIATE

 


 


   Per quel che riguarda il Buono casa 2009, l’Assessorato alle Politiche per la Casa della Regione Lazio ha fatto tutto ciò che doveva, dallo stanziamento dei fondi (pari a quelli relativi al 2008), fino all’espletamento degli atti. L’iter si è concluso una decina di giorni fa e adesso sarà la Tesoreria regionale a erogare materialmente i fondi al Comune di Roma, che, a sua volta, pagherà agli idonei il contributo all’affitto dell’anno 2009.
Pur in presenza di tagli da parte dell’esecutivo nazionale, la Regione ha mantenuto lo stesso stanziamento dell’anno precedente e cercherà di fare altrettanto per il Buono casa 2010, anche se dal 2010 il governo ha previsto l’abolizione del contributo. Se vorremo mantenere il Buono casa anche per il 2010 dovremo, dunque, produrre uno sforzo finanziario davvero notevole, ma siamo consapevoli che si tratta di uno sforzo necessario, per andare incontro alle fasce più disagiate della popolazione.
http://www.teodorobuontempo.it/ 


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Un nuovo libro di Daniele Lembo sulla colonizzazione e sui profughi dalla Libia

 



 LIBIA ITALIANA – Italo Balbo, l’esercito dei ventimila e la colonizzazione demografica della Libia” Un nuovo libro di Daniele Lembo edito dalle Edizioni Bibliografiche Napoleone di Roma
Nel gennaio 1970, alla presidenza della Repubblica Araba di Libia, viene eletto il colonnello Muammar Gheddafi. In realtà, il colonnello ha preso il potere l’anno prima togliendolo con la forza al legittimo re Idris I.
Molte cose in Libia saranno destinate a cambiare, soprattutto per gli italiani.
Il colonnello, avvierà un programma incentrato su un rigido nazionalismo, con l’intenzione di fare della Libia un elemento catalizzatore del mondo arabo e di assumerne la guida. Nel tentativo di realizzare questo programma, saranno chiuse le basi militari inglesi e statunitensi nel paese, saranno nazionalizzate le attività estrattive petrolifere e le maggiori industrie.
Passeranno pochi mesi e, il 21 nel luglio, saranno confiscati tutti i beni di proprietà italiana in Libia. Sarà un vero e proprio saccheggio che, da solo, frutterà al Governo libico qualcosa come 4.000 ettari di terreni con 714.000 olivi, 245.000 piante di agrumi, 184.000 piante di mandorlo, 1.000.000 di tralci di uva, 4.000 ville, 765 appartamenti, 468 edifici, 727 tra veicoli industriali e trattori agricoli, 265 officine e 50 industrie. A tutto ciò si aggiungono gli oggetti di valore confiscati nelle case degli italiani. Si calcola che si tratti di beni per circa 400.000.000.000 (quattrocento miliardi) di lire, al valore del 1970.
Il Governo di Gheddafi passerà poi all’espulsione di circa 20.000 italiani, obbligandoli a lasciare il paese entro il 15 di ottobre dello stesso anno.
Ma come e quando sono arrivati quegli italiani in Libia?
Molti sanno che il regime fascista procederà in Italia alla bonifica di migliaia di ettari. Le terre bonificate saranno poi divise in poderi e assegnate a coloni. Come centri di servizio di quei comprensori di poderi nasceranno delle città di fondazione.
Nella sola Piana Pontina, assieme a 5.000 poderi, sorgeranno cinque nuove città e 16 Borghi rurali. La bonifica pontina è forse la più nota, ma va di pari passo con analoghe bonifiche che avvengono lungo tutto lo stivale.
L’opera di bonifica terriera in Italia, da parte del regime fascista, è cosa ampiamente nota. Ciò che è invece ignoto ai più è che un’identica operazione sarà fatta nei territori italiani della “Quarta Sponda”: la Libia.
Di questa grandiosa operazione, ampiamente sottaciuta, tratta Daniele Lembo nel suo Libro “LIBIA ITALIANA – Italo Balbo, l’esercito dei ventimila e la colonizzazione demografica della Libia” edito quest’anno dall’Istituto Bibliografico Napoleone di Roma.
Se in Italia si bonifica dall’eccesso d’acqua, nei territori libici si affronta il problema inverso a quello degli acquitrini, bonificando dalla siccità, grazie alla scoperta dell’acqua artesiana, falde acquifere dalle quali, una volta scavato, l’acqua risale spontaneamente in superficie.
Anche in Libia i terreni bonificati saranno divisi in poderi ma, invece, di nuove città, saranno costruiti, come centri di servizi delle aree bonificate, dei villaggi di fondazione. E’ così che nasceranno i villaggi: Oliveti, Bianchi, Micca, Breviglieri, Littoriano, Giordani, Tazzoli, Marconi, Crispi, Garabulli, Garibaldi, Corradini, Castel Benito, Filzi, Baracca, Maddalena, Sauro Oberdan, D’Annunzio, Mameli, Razza, Battisti, Berta, Luigi di Savoia e Gioda.
Dal 1934 Governatore della Colonia Libica è un uomo d’eccezione: il trasvolatore Italo Balbo. E’ proprio Balbo che, tra il 1938 e il 1939, in due migrazioni di massa, farà arrivare dall’Italia migliaia di famiglie di coloni, assegnatarie dei poderi.
Nell’operazione di colonizzazione demografica italiana c’è una rivoluzionaria novità: il regime fascista non tratta le popolazioni libiche autoctone come una razza inferiore da sfruttare ma, riconosciuta loro la cittadinanza italiana, gli riserva lo stesso trattamento dei nazionali. Ai libici, come agli italiani, saranno distribuiti poderi da coltivare. Anche per loro, inoltre, saranno costruiti villaggi rurali libici, questa volta dai nomi arabi: El Fager (Alba), Nahima (Deliziosa), Azizia (Profumata), Nahiba (Risorta), Mansura (Vittoriosa), Chadra (Verde), Zahra (Fiorita), Gedida (Nuova), Mahhmura (Fiorente) e El Beida (la Bianca).
Il libro Daniele Lembo narra di come il sogno libico finirà nel 1970 quando il colonnello Gheddafi, assurto al potere, caccerà tutti gli italiani dalla Libia. Da quel momento in poi, il “Colonnello” non farà altro che chiedere all’Italia presunti danni di guerra.
Tutto ciò, dimenticando che gli italiani hanno costruito in Libia edifici pubblici, ospedali, strade, ponti, acquedotti, fognature, ferrovie, porti e, soprattutto, strade. Ne citeremo una per tutte: litoranea “Balbia”, inaugurata nel 1937 e che corre per oltre 1800 km dal confine egiziano a quello tunisino.
I nostri connazionali, esiliati dalla Libia, si vedranno trasformati in profughi. Ritornati in Italia si ritroveranno, tristemente, stranieri in Patria.
Scrive Lembo nella prefazione del suo libro:
“quegli italiani cacciati dalla Libia, tornarono nell’unico posto nel quale si sentivano sicuri. Rientrarono a casa. Pensavano che, in Italia, la gente del loro stesso sangue li avrebbero accolti a braccia aperte. Pensarono male.
Appena sbarcati nei porti italiani, qualcuno di loro trovò ospitalità da qualche parente, ma la maggior parte finì nei campi profughi. Cosa fossero i campi, meriterebbe un trattato a parte. Fu come mettere i polli nella stia. Stessa situazione, stessi spazi, identico ambiente domestico di un pollaio.
Oggi sono in molti a impietosirsi – o almeno a far mostra di essere impietositi – vedendo le condizioni dei campi per extracomunitari e dai campi zingari, chissà all’epoca quanti si chiesero come vivevano quegli italiani cacciati dalla Libia, in quei campi sparsi per l’Italia?
Quella gente aveva perso i beni e la casa ma, soprattutto, estirpata dai luoghi ove era nata o dove aveva lavorato per una vita, era stata privata delle amicizie e degli affetti. …(…)… I grandi erano spauriti e i piccoli leggevano negli occhi di madri e padri una sofferenza senza fine. Derubati di tutto dai predoni del deserto, arrivarono in Italia come animali spaventati.
L’Italia, che non aveva saputo o non aveva voluto tutelarli in Libia, non seppe offrire loro che i pollai dei campi profughi. Più di quelle gabbie per bestie, fu una parola, appiccicata loro addosso, a ferirli più di tutto: profugo.
Un termine che nascondeva una specie di zona grigia, nella quale venivano confinati questi ospiti non graditi.
Al termine profugo se ne affiancarono molti altri, come beduino e africano. Qualche comunista rampante, all’epoca andavano molto di moda, non ci pensò due volte a definirli anche fascisti. Provenivano da una delle ex colonie italiane, quindi dovevano essere fascisti per forza.
La storia degli italiani di Libia è stata, per troppi anni, volutamente dimenticata. Gli “africani” rimpatriati erano scomodi alle nostre coscienze e alle nostre finanze.
Lo Stato italiano avrebbe dovuto difenderli, non permettendo che il Governo libico li privasse di ogni bene. Sarebbe bastato fare anche un modesto atto di forza, anche solo mostrare i muscoli. Era sufficiente che la Marina Militare italiana si presentasse in forze davanti Tripoli. Invece, nulla fu fatto. Quella che doveva essere la Patria, aveva lasciato i suoi figli in balia dei libici e il tutto, solo per quieto vivere.
Gli esuli dalla Libia, poi erano fastidiosi alle nostre finanze perché pretendevano, giustamente, che qualcuno li rimborsasse dei beni loro sottratti.
Troppo a lungo si è scelto di nascondere le loro storie nel pozzo più profondo della nostra coscienza nazionale. Questo libro è dedicato a quei “santi, poeti, eroi, navigatori e trasmigratori” che, nella prima metà del ventesimo secolo, giunsero in Tripolitania e Cirenaica e trasformarono la sabbia e le pietre del deserto in campi arati e rigogliosi.
Ecco, questo fecero gli italiani in Liba: coltivarono lì dove prima c’erano solo sassi…
Daniele Lembo
LIBIA ITALIANA – Italo Balbo, l’esercito dei ventimila e la colonizzazione demografica della Libia
Edizione Istituto Bibliografico Napoleone – Roma
Pagg. 138 Euro 14 
postato da: sebastia11 alle ore 15:28 | link | commenti
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