sabato 19 novembre 2011

giovedì, 06 agosto 2009

UN EROE ITALIANO
7 AGOSTO1941--7AGOSTO2009
Sorci_verdi_1938
ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI BRUNO MUSSOLINI
Bruno Mussolini (Milano, 22 aprile 1918Pisa, 7 agosto 1941) è stato un aviatore italiano. Figlio terzogenito di Benito Mussolini e di Rachele Guidi, fu ufficiale della Regia Aeronautica, Medaglia d'Oro al Valore Aeronautico e due volte Medaglia d'Argento al Valor Militare.Grande appassionato di aerei, a Bologna ebbe come compagno di studi Federico Cozzolino con cui divise passione e lavoro nella Regia Aeronautica. A 17 anni fu il pilota militare più giovane d'Italia. Fu anche uno dei dirigenti della compagnia aerea Ala Littoria e l'ideatore della LATI, Linee Aeree Transcontinentali Italiane, che coprivano la tratta Italia-Brasile.
 I primi anni e la Campagna d'Abissinia
Nel 1936 durante la guerra d'Etiopia venne assegnato, assieme al fratello Vittorio, alla 14ª Squadriglia Quia sum leo, conosciuta anche come Testa di leone. In questa campagna si guadagnò una Medaglia d'Argento al valor militare[1].
Nell'agosto 1937 partecipò insieme ad Attilio Biseo, con uno dei Savoia-Marchetti S.M.79 alla corsa aerea Istres-Damasco-Parigi. Il suo aereo concluse la gara al terzo posto, dopo un atterraggio di fortuna all'aeroporto di Cameri[2]. Sempre con questa squadriglia, nel gennaio 1938 partecipò alla trasvolata Italia-Brasile.
Sempre assieme ad Attilio Biseo nel 1937 migliorò il primato di velocità sui mille chilometri, con carico di due tonnellate, ottenendo i 430 km/h. In questo frangente nacque la squadriglia dei Sorci Verdi, proprio da una battuta di Bruno Mussolini: ai presenti che criticavano gli S79 ribatté, infatti, "Storcete pure il naso. Quando gli S79 cominceranno a volare, vi faremo vedere i sorci verdi
 La guerra di Spagna e il duello aereo con Dickinson
Volontario in Spagna dal settembre 1937 al maggio 1938, Bruno Mussolini lanciò subito una pubblica sfida via radio ai piloti delle formazioni volontarie repubblicane, che venne accolto dal pilota statunitense Derek D. Dickinson, della formazione delle "Ali Rosse" (Alas Rojas).
Il 27 settembre i due piloti partirono rispettivamente da Palma de Maiorca (Bruno Mussolini, su un Fiat G.50[4]) e da Castellòn de la Plana (Derek Dickinson con un Boeing P26[5]). Assieme a loro volavano due ricognitori, a fare da padrini al duello. La quota prescelta erano i 1000 metri.
Inizialmente inquadrato dalle mitragliatrici di Mussolini, Dickinson fu ferito ad una mano e non poté sventolare la sciarpa bianca di resa. Con una disperata manovra riuscì a portarsi sopra l'aereo di Mussolini e ad inquadrarlo a sua volta con le mitragliatrici. A questo punto il pilota italiano agitò la sciarpa, avendo il suo motore una panna.
Al rientro, il caccia di Dickinson aveva ricevuto 326 colpi di mitra e il suo pilota era ferito ad una mano, mentre l'apparecchio di Mussolini dovette atterrare in planata, poiché piantato in asso dal motore.
Durante la Guerra di spagna, Bruno Mussolini fu decorato di una seconda Medaglia d'Argento.
La Seconda guerra mondiale e la morte
Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu assegnato al 47° Stormo Bombardamento Terrestre di Grottaglie (TA) e Il 1 giugno 1941 trasferito a Pisa gli fu assegnato il comando della 274ª Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), inquadrata all'interno del 46° Stormo con sede a Pisa.
A questa squadriglia erano stati assegnati i nuovi bombardieri quadrimotori Piaggio P.108B. Due mesi dopo, il 7 agosto 1941, proprio su uno di questi velivoli, perse la vita. I motori del suo aereo, mentre era in fase di atterraggio, subirono un brusco calo di potenza. Non riuscendo a riprendere quota l'aereo si schiantò poco dopo. Nell'incidente persero la vita anche il tenente pilota Francesco Sacconi e il maresciallo motorista Angelo Trezzini[9]. La salma di Bruno Mussolini fu trasportata da Pisa a Predappio con un treno speciale, tra due ali di folla ininterrotta, che salutava con il braccio teso, e alla presenza di alcuni ufficiali prigionieri della RAF, che vollero rendere omaggio al nemico caduto.
Recita così l'elogio che accompagna la Medaglia d'Oro al Valore Aeronautico conferita a Bruno Mussolini:
« Aviatore di tre guerre, già volontario in Africa ed in Spagna, trasvolatore dei deserti e di oceani, più volte consacrato all'eroismo nella breve parentesi di una giovinezza audace, materiata di fede e di amore, di passione e di battaglie. È caduto al posto di combattimento con negli occhi la gioia dell'ardire, mentre effettuava un volo di prova su di un nuovo apparecchio da bombardamento a grande raggio; una delle più recenti conquiste per le nuove battaglie e per le nuove vittorie, come sanno dare solo i pionieri e gli eroi. Volendo dar maggiori glorie all'ala della Patria, le ha dato la vita»
postato da: sebastia11 alle ore 17:48 | link | commenti (2)
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domenica, 02 agosto 2009

Perchè non sia affossato sotto una “lapide” un massacro di popolo

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Il 4 agosto 1980 Francesco Cossiga, al tempo Presidente del Consiglio dei Ministri, dichiarò in Parlamento che l’attentato alla Stazione di Bologna era un attentato “fascista”, sostenendo che “non da oggi si è delineata la tecnica terroristica di timbro fascista…il terrorismo nero ricorre essenzialmente al delitto di strage perché è la strage che provoca paura, allarme, reazioni emotive e impulsive”.Il 15 marzo 1991 Francesco Cossiga, divenuto nel frattempo per meriti di “servizi” Presidente della Repubblica, affermò davanti al Comitato per i Servizi di sicurezza di essersi sbagliato nel definire “fascista” la strage del 2 agosto e, oltre a presentare le scuse ad alcuni inutili parlamentari del Msi per aver addebitato alla “destra” la strage, sostenne che “il giudizio da me espresso allora fu il frutto di errate informazioni che mi furono fornite dai Servizi e dagli organi di polizia…la subcultura e l’intossicazione erano agganciate a forti lobbies politico-finanziarie”.
Il 18 marzo 1991 il nostro redattore Paolo Signorelli (già incriminato e poi prosciolto per la strage) fece sapere attraverso le agenzie di stampa di non accettare le “scuse” di Cossiga ritenendole “patetiche, ridicole e volgari”, aggiungendo che le 85 vittime di un ignobile massacro di popolo esigevano che venisse fatta giustizia. “Il balbettio - aggiunse - di Cossiga a proposito di una subcultura operante sotto le direttive di certe lobbies finanziarie e politiche va trasformato in preciso atto di denuncia e di accusa. Altrimenti si abbia il coraggio di tacere”.
Dal 1991 l’invito a parlare viene puntualmente rilanciato ogni anno in occasione della ricorrenza della strage senza che l’esimio esternatore (che pure ci ha magistralmente spiegato il modus operandi dei Servizi da lui diretti al tempo in cui era Ministro di Polizia e recentemente raccontato la sua ” verità” su Ustica e Bologna) nulla dica.
La redazione di “Giustizia Giusta” ritiene, dunque, inaccettabile il comportamento omertoso tenuto da Cossiga che oltretutto tenta grottescamente di rilanciare il suo convincimento “innocentista” nei confronti di Mambro e Fioravanti fornendo la spalla alle iniziative di quanti a destra, anche attraverso il comitato “L’Ora della Verità”, cercano di sostenere l’improbabile tesi dello stragismo palestinese a proposito dell’attentato di Bologna, rifiutando di percorrerre altre piste che nel drammatico tic-tac Ustica- Bologna potrebbero ricondurre al Mossad.
Il sudario del silenzio che continua a coprire ogni tentativo di ricostruire la strage del 2 agosto ha trasformato il “ragazzino” Luigi Ciavardini nell’unico vero capro espiatorio di una spirale perversa in cui si muovono lobbies di potere, apparati mai deviati e magistrati teorematici.
“Giustizia Giusta” si farà ancora una volta promotrice di iniziative forti dirette ad ottenere la rimozione del Segreto di Stato perché si possa giungere a conoscere la verità sulle stragi che con cadenze terrifiche hanno per decenni insanguinato la Colonia Italia.
postato da: sebastia11 alle ore 20:19 | link | commenti
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venerdì, 31 luglio 2009

VERGOGNA!!!!!!UNO STATO DOVE LA GENTE UCCIDE I PROPRI FIGLI NON HA FUTURO

Pillola abortiva arriva in Italia

Dopo anni di scontri ideologici, la pillola abortiva RU486 fa il suo ingresso negli ospedali italiani. L'Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera alla registrazione del mifepristone in Italia. Nel 2007 è stata utilizzata in strutture sanitarie, sulla base di protocolli regionali, in oltre mille casi. La commissione prezzi dell'Aifa ha stabilito il prezzo delle confezioni: da 14,28 a 42,80 euro. 
Il percorso è stato lungo e ancora le polemiche non sono finite. Dopo le richieste fatte da alcuni ospedali italiani, nel novembre 2007 la casa farmaceutica france produttrice Exelgyn chiese la registrazione del farmaco in Italia. Anche oggi il mondo politico è diviso tra chi nella pillola vede un atto di civiltà e chi, invece, ne denuncia con preoccupazione la pericolosità e i rischi.

Chiesa: "Intervenga il governo"
Dura la reazione del Vaticano: Monsignor Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita: "Intervenga il governo"

Ministero Welfare: "Ancora dubbi su sicurezza"
"Non sono stati chiariti alcuni punti oscuri del metodo relativi alla sicurezza nell'utilizzo della pillola abortiva RU486. E' il primo commento del sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, al via libera da parte dell'Agenzia italiana del farmaco.

Metodo usato in gran parte d'Europa la RU486 in Italia non ha avuto vita facile da quando nel 2005 il ginecologo Silvio Viale avviò una sperimentazione del farmaco all'ospedale Sant'Anna di Torino. Nella relazione annuale al Parlamento del ministro della Salute Maurizio Sacconi, si evince che dal 2005 alcuni istituti hanno utilizzato l'approccio farmacologico per l'interruzione della gravidanza.

Da quanto riferito dalle Regioni, il mifepristone è stato utilizzato in Piemonte e Toscana, per un totale di 132 casi; nel 2006 in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Trento per un totale di 1.151 casi; nel 2007 invece in Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia e Trento per un totale di 1.010 casi.

Attualmente per questa procedura abortiva non esistono rilevazioni sistematiche, ma i dati forniti dalle Regioni indicano una prassi di ricovero in day ospital. E da qui le prime perplessità. Il sottosegretario Eugenia Roccella, infatti, aveva paventato il rischio che nell'uso della pillola per l'interruzione di gravidanza "si ricorra a una prassi diversa da quella consigliata dai protocolli, il metodo infatti rende difficile il controllo che l'espulsione avvenga nelle strutture pubbliche dal momento che dura 14 giorni. Dunque il problema che può porre il farmaco è che l'espulsione non avvenga in una struttura ospedaliera".

Sarebbero infatti almeno 29 le morti causate dall'uso della RU486 in alcuni Paesi, secondo un documento che la casa produttrice del farmaco ha consegnato al ministero della Salute che a sua volta lo ha girato all'Aifa. Tuttavia, ha confermato il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, di questo dato "non c'è traccia nei verbali del comitato tecnico scientifico dell'Aifa e dell'Emea".

postato da: sebastia11 alle ore 17:49 | link | commenti
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Centrosinistra e appalti, blitz dei pm a Bari

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Perquisite le sedi del Pd e di altri 4 partiti: ipotesi di gare pilotate nella sanità. C’è un pentito di mafia

BARI- Forniture di protesi, appalti e servizi sanitari in cam­bio di voti e soldi da destinare ai partiti. Ma ora nell’inchiesta di Bari si segue anche la pista di denaro della mafia che sareb­be finito tra i finanziamenti del­la campagna elettorale del cen­trosinistra. Il pm antimafia De­sirée Digeronimo ipotizza il rea­to di voto di scambio: alcuni de­gli indagati avrebbero promes­so favori in cambio dei voti. Una pista, quest'ultima ancora tutta da verificare, ma che si av­vale delle collaborazioni di un pentito del clan Striscuglio, il principale della mafia barese, Giacomo Valentino. Ritenuto attendibile dagli investigatori per altre informazioni fornite negli ultimi mesi su alcuni casi di lupara bianca, il collaborato­re di giustizia avrebbe parlato al pm Digeronimo dei contatti con un consigliere regionale di centrosinistra.
Rapporti matu­rati all'ombra di circoli ricreati­vi del quartiere Libertà dove i malavitosi vanno a giocare a «birra»: chi perde paga da be­re. Si parla anche di rivelazioni del collaboratore di giustizia su sezioni di partito aperte con i soldi della mafia. Il pm sospetta che partiti del centrosinistra regionale dal 2005 a oggi abbiano favorito determinati imprenditori affi­dando loro appalti nel settore sanitario. In cambio, gli im­prenditori avrebbero girato par­te del denaro ai partiti, finan­ziandoli. Tra i reati contestati c'è l'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione, al falso, alla truf­fa e all'abuso d'ufficio per i pre­sunti illeciti negli appalti sani­tari. Ma c'è anche l'aggravante mafiosa per alcuni degli indaga­ti. Ieri mattina i carabinieri so­no apparsi nelle sedi del Pd, di Rifondazione Comunista, di Si­nistra e Libertà, della Lista Emi­liano (il neo-riconfermato sin­daco di Bari) e dei Socialisti Au­tonomisti dell'ex assessore alla Sanità, Alberto Tedesco, dimes­sosi dall'incarico dopo essere stato indagato, ma ripescato dal Pd in Senato al posto di De Castro eletto eurodeputato. In mano il decreto di acquisizione della documentazione «relati­va all'esistenza di rapporti ban­cari intrattenuti con istituti di credito, nonché ai bilanci degli anni 2005/2006/2007 e 2008».
Da quel momento le voci su un imminente allargarsi dell'in­chiesta si sono rincorse. Si è parlato di una ventina di inda­gati che includerebbero anche politici non solo locali. Poi il tam tam ha ipotizzato il coin­volgimento del presidente del­la Regione Nichi Vendola che si mostra tranquillo, anzi valuta «positivo il fatto che si accerti immediatamente sulla base di documenti un'ipotesi forte che sembra un po' azzardata». E persino del vicecapogruppo Pd al Senato Nicola Latorre che in­vece smentisce. Tra gli indaga­ti ci sarebbero, oltre al senato­re Tedesco, ex assessore alla Sa­nità, e un suo strettissimo colla­boratore, anche la Lady Asl ba­rese Lea Cosentino, manager e dirigenti Asl, come Vincenzo Valente direttore sanitario del­la Asl di Lecce, imprenditori co­me Dante Columella e Diego Ra­na e il direttore sanitario del Po­liclinico di Bari. Per l'altro ra­mo dell'indagine si attendono sviluppi rumorosi. Se ne parle­rà molto oggi a Bari con Massi­mo D'Alema che viene ad uffi­cializzare la candidatura di Pier Luigi Bersani alla segreteria del Pd. Ieri Bersani era in Calabria a ha preferito non commenta­re, mentre il Pdl esultava e l'Idv con Di Pietro rivendicava il no detto a Vendola (ma lui smenti­sce l'invito) e annunciava: «Ec­co la scossa: la corruzione non ha colore».
Virginia Piccolillo
postato da: sebastia11 alle ore 14:32 | link | commenti
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I poveri in Italia sono oltre 8 milioni,
la maggioranza al Sud

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Si tratta del 13,6% della popolazione globale. In povertà assoluta 2,9 milioni, pari al 4,9% (+0,8% in un anno)

ROMA - I poveri in Italia sono 8.078.000, pari al 13,6% della popolazione, secondo i dati diffusi dal Rapporto 2008 dell'Istat sulla povertà. Le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa sono stimate nel 2008 in 2.737.000 (11,3%). Il fenomeno è maggiormente diffuso al sud (23,8%), dove l'incidenza di povertà relativa è quasi cinque volte superiore a quella del resto del Paese. In povertà assoluta, cioè persone che non possono conseguire uno standard di vita minimamente accettabile, sono 2.893.000 (4,9% dell'intera popolazione) e vivono in 1.126.000 nuclei familiari (4,6%).
ISTAT: «AUMENTO NON STATISTICAMENTE RILEVANTE» - Nei dati relativi al 2007, diffusi nel mese di aprile dalla stessa Istat, i poveri assoluti risultavano essere 2,5 milioni (4,1% della popolazione) in 975 mila famiglie. Secondo l'Istat questo aumento «non è statisticamente rilevante». La soglia di povertà per un nucleo di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona e nel 2008 è risultata pari a 999,67 euro.
POVERTÀ - Secondo l'Istat, quindi, l''incidenza di povertà assoluta è rimasta sostanzialmente stabile a livello nazionale, ma è significativamente aumentata al Sud, passando dal 5,8% al 7,9%, contro il 2,9% del Centro e il 3,2% del Nord. La condizione di povertà assoluta peggiora tra le famiglie di quattro componenti, in particolare coppie con due figli, soprattutto se minori; tra le famiglie con a capo una persona con licenza media inferiore, con meno di 45 anni o con a capo un lavoratore autonomo. L'incidenza aumenta anche tra le famiglie con almeno un componente alla ricerca di occupazione, mentre un leggero miglioramento si osserva solo tra le famiglie dove si associa la presenza di componenti occupati e di ritirati dal lavoro.
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martedì, 28 luglio 2009

29/07/1883 - - -29/07/2009
ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI BENITO MUSSOLINI
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LETTERA IMMAGINARIA AL DUCE
ECCELLENZA QUANDO VOI ERAVATE ALLA GUIDA DELLA NOSTRA NAZIONE L ITALIA ERA RISPETTATA NEL MONDO ,GLI ITALIANI AVEVANO LAVORO E NON CONOSCEVANO LA DISOCCUPAZIONE AVEVANO OSPEDALI FUNZIONALI MEZZI DI TRASPORTO PER L EPOCA OTTIMI ,NON ERANO OBERATI DALLE TASSE,I FIGLI ANDAVO DALL ASILO NIDO ALL UNIVERITA PRATICAMENTE GRATIS,LA CRIMINALITA E LE MAFIE LE AVEVATE GIUSTAMENTE CASTIGATE E ELIMINATE;AVETE FATTO FONDARE CITTA, MIGLIORARE LE ESISTENTI ,BONIFICARE PALUDI MALSANE DATO CASE PER CHI NON POTEVA PERMETTERSELA,INCREMENTATO E AMMODERNATO L AGRICOLTURA , UN INDUSTRIA MODERNA;AVETE DATO DIGNITA PER I LAVORATORI E FAMIGLIE  RENENDOLI FIERI DI ESSERE ITALIANI!
ORA L ITALIA PER CUI AVETE DATO LA VITA E RIDOTTA COME UN BORDELLO, NEL PARLAMENTO,SIEDONO LADRI ,INETTI,PERVERSI E LAZZARONI VARI DOVE L UNICO PENSIERO E RIEMPIRSI LE TASCHE CON IL DENARO DEL TUO POPOLO;I GIOVANI CHE SOTTO LA VOSTRA GUIDA AVEVATE INSEGNANTO VALORI E PRINCIPI ORA SONO PREDA DI DROGHE,MODE SCELLERATE;LA NAZIONE SI AVVIA AL DECLINO OSPEDALI,MEZZI DI TRASPORTO,GIUSTIZIA ,LAVORO VANNO ALLA DERIVA,MORTIFICANDO QUOTIDIANAMENTE IL TUO POPOLO,IN NOME DI UNO STOLTO BUONISMO UNA CRICCA DI TRADIDORI APRE LE PORTE ALLO STRANIERO MINANDO L ESISTENZA STESSA DEL NOSTRO POPOLO.CHI DOVEVA DIFENDERE IL TUO IDEALE E IL TUO NOME SI E TRAMUTATO NEL PEGGIORE DEI GIUDA E DEI RINNEGATORI.
MA IN QUESTA DRAMMATICA SITUAZIONE ANCORA OGGI NEL 2009 LA "MIGLIORE GIOVENTU" QUALSIASI SIA LA SUA ETA ANAGRAFICA CANTA ANCORA IL TUO INNO DI GIOVINEZZA E NON SI PIEGA DI FRONTE AL NEMICO DEL TUO POPOLO.
DUCE VI SALUTO ROMANAMENTE  A NOI!!!!
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ENNESIMA VERGOGNA
Case Ater, una vergogna in centro città
munchlurlooz6Il condominio Ater di via Ca’ Marcello, in pieno centro città, assomiglia sempre meno ad una casa e sempre più ad una topaia. Situazione immutata da anni, come rimane immutata la domanda principe: com’è possibile che appena sette anni dopo la completa ristrutturazione l’edificio cada a pezzi?
      «È talmente malridotto che parte degli inquilini non paga più l’affitto per protesta, e chi dovrebbe entrare non vuol farlo perché non ritiene che quegli appartamenti siano dignitosamente abitabili» ha detto Giampietro Francescon, delegato della Municipalità di Mestre-Carpenedo che è andato in sopralluogo sollecitato dagli inquilini stanchi di chiamare l’Ater e di non ottenere risposte: «È una situazione di emergenza che deve impegnare l’Ater ad un intervento di recupero immediato non solo per dare una casa degna di questo nome a chi ci abita, ma anche per una questione economica: in quelle condizioni gli appartamenti rimarranno vuoti e il patrimonio deperirà sempre di più».
      Com’è possibile che si sia arrivati a questo punto? «Ater mi spiega che nel corso dei lavori di ristrutturazione ci sono stati problemi di avvicendamento delle ditte in appalto, per fallimenti ed altre questioni. Ma io dico che questi problemi non si possono far pagare agli inquilini».
      Basta andarli a vedere quegli appartamenti: muffa dentro e fuori le case (fuori spunta da ogni crepa della vernice isolante, dentro sta deformando i pannelli di cartongesso sistemati per coprire i muri fradici d’acqua); infiltrazioni d’acqua dalle finestre, infissi marci che lasciano passare spifferi (adesso va anche bene, ma d’inverno è una sofferenza), piastrelle dei pavimenti sconnesse, balconi senza fermi contro il vento, scarichi delle vasche da bagno che non funzionano. Fino all’anno scorso pure le fogne erano in tilt un giorno sì e l’altro anche, ma per fortuna Ater è intervenuta e una ditta ha sistemato le cose «salvo poi aver lasciato calcinacci e altri materiali di scarto in mezzo al cortile» racconta uno degli inquilini.
      Sono case popolari, d’accordo, ma questo non significa che debbano essere catapecchie, anche perché gli affitti vanno dai quasi 400 euro per gli alloggi da 58 metri quadrati a 600 euro per gli appartamenti più grandi.
      «È una situazione davvero incresciosa - spiega Francescon dopo il sopralluogo -: persino l’area esterna, di accesso, è in condizioni pessime: l’area asfaltata è stata sventrata per sistemare i sottoservizi e non sistemata, l’area verde dove ci sono i giochi per i bimbi è ormai inaccessibile perché ci è cresciuta una boscaglia. Quanto agli edifici sono stati sistemati male e con materiali assolutamente scadenti. Senza contare che ci sono seri problemi anche sulle modalità di assegnazione agli inquilini: affidare tre appartamenti a un gruppo di ragazzi diversamente abili è una concentrazione eccessiva che non fa del bene agli stessi ragazzi e agli altri inquilini».
      La gente che occupa i 22 appartamenti (dei 28 totali) dice che l’Ater non riesce ad affittare gli alloggi «e così li assegna a chi capita, senza criterio, solo per riempire e incassare un po’ di soldi. Il problema è che da anni chiediamo l’intervento dell’Ater, ma non ci risponde proprio. Abbiamo chiamato più volte anche il difensore civico regionale, il dottor Merlo, che alcuni giorni fa ha finalmente avuto un incontro con i responsabili dell’Ente, ma non sappiamo come sia andato perché è andato in ferie e la segretaria ci ha detto che se ne riparlerà a fine agosto».
      Persino l’area tra il condominio e via Ca’ Marcello, sempre dell’Ater, è una discarica a cielo aperto: «Ogni due mesi dobbiamo chiamare i vigili urbani perché costringano Veritas ad intervenire. Il nostro destino è di passare la vita a rompere le scatole a qualcuno che non ci ascolta».
      Elisio Trevisan

VERGOGNA!!!!
SI DA CASE AGLI ZINGARI SI FINANZIANO I TOSSICI DEI CENTRI SOCIALI MA PER I CITTADINI ITALIANI MENO ABBIENTI DELLE CASE POPOLARI NESSUNO FA NIENTE!!!!
postato da: sebastia11 alle ore 14:29 | link | commenti
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lunedì, 27 luglio 2009

…non era forse un massacro?

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Apprendiamo che la Cassazione di Roma ha deciso di accogliere il ricorso di Elena Bentivegna, figlia di due tra i più noti artefici della strage di Via Rasella del marzo ‘44, che chiedeva di essere risarcita in seguito ad un articolo comparso sul quotidiano ‘Il Tempo’ nel quale si sosteneva che “la Cassazione da’ la patente di eroi ai massacratori di civili in via Rasella”. Ricorso indirizzato alla decisione della Corte d’Appello che nel maggio 2004 non aveva ritenuto diffamatorio l’epiteto utilizzato dal quotidiano ritenendolo “un legittimo giudizio storico negativo” che non trascendeva “in attacchi personali”. Quali le motivazioni di cui si è avvalsa oggi la III Sezione civile per annullare la sentenza del maggio 2004? Ebbene, una vorticosa piroetta dialettica secondo cui “l’uso del termine ‘massacratori’ in innegabile sinergia con la parola ‘civili’, con evidente inequivoco effetto di accostare l’atto di guerra compiuto dai partigiani all’eccidio di connazionali inermi assume senz’altro aspetti contenutistici né metaforici in punto di immediate evocazione non già di negativi giudizi storici, ma di vere e proprie affermazioni lesive della dignità e dell’onore dei destinatari”. Fortunatamente la lingua italiana continua a confortarci, nonostante i tentativi di imbarbarimento perpetrati a suo danno: stando a quanto ci suggerisce un qualsiasi dizionario definendo il termine massacro un sinonimo di “Strage, macello di molte persone, che non si difendono o che si difendono male (da www.etimo.it)”, non possiamo che ritenere l’attribuzione adatta a quanti attuarono l’esplosione che provocò il decesso di 41 militari in marcia di rientro in caserma e di tre civili malcapitati, in un numero totale di 44 morti a causa dell’atto dinamitardo dei partigiani.E’ bene ricordare, provocatoriamente, che i tre civili erano tutti italiani ed inermi; dunque, secondo i requisiti addotti dalla Corte di Cassazione quest’oggi (rileggasi, a tal proposito, la sopracitata motivazione) - a meno che non si ponga importanza al rischio di incappare in incongruenze - i crismi per poter considerare massacro quell’evento sembrerebbero esserci tutti. Evidentemente di diverso avviso la Magistratura italiana, che ha così perso occasione di vedersi emancipata da una soggezione verso la retorica resistenziale che prosegue incessante un suo percorso smaccatamente ideologico di lettura degli eventi storici. Dal canto nostro, continuiamo ad attenerci al significato racchiuso nelle parole: strage è sinonimo di massacro, ne consegue che chi perpetra un massacro è un massacratore.
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giovedì, 23 luglio 2009

MESTRE INVIVIBILE PER GLI ITALIANI
«Noi mestrini nel ghetto del rione Piave»untitled
Situazione sempre più tesa nel quartiere
dopo gli interventi delle forze dell’ordine:
«Ormai gli intrusi siamo noi residenti»
Una donna assediata in casa dagli immigrati dopo la decisione di chiudere anticipatamente alcuni esercizi
m.a.) Da una parte i continui controlli delle forze dell’ordine. Dall’altra la difficoltà di un’integrazione forse raggiungibile, certo oggi ancora lontana. Nella cronaca quotidiana e nel sentire comune il rione Piave continua a essere una sorta di area off limits, che gli stessi residenti - a torto o a ragione - avvertono quasi estranea e sottratta a un vivere tranquillo e dai toni civili. Sotto accusa non tanto la presenza massiccia di stranieri, di fronte alla quale ormai nessuno più si scandalizza, bensì la presenza massiccia di certi stranieri, ovvero quelli legati alla criminalità, che passa per lo spaccio, per le risse violente, per i cosiddetti reati predatori, come i furti in casa, nei negozi, nelle auto e per gli scippi.
      Basi queste su cui nessuna convivenza è possibile e rispetto alle quali non vi può essere alcuna indulgenza. L’azione repressiva intrapresa dalla Questura, con il coordinamento di polizia, carabinieri, finanzieri e vigili urbani, è tesa proprio a colpire queste condotte illegali, individuando e depotenziando i luoghi di ritrovo su cui gravitano clandestini, pluripregiudicati e delinquenti in genere. Non a caso negli ultimi due mesi gli interventi cosiddetti interforze si sono intensificati sia per rispondere alle richieste di sicurezza che pervengono dagli abitanti delle vie più a rischio, che per applicare un monitoraggio costante studiato a tavolino allo scopo appunto di risanare una realtà comunque degradata dal punto vista sociale.
      E l’episodio di intolleranza denunciato da una signora che abita in via Monte San Michele angolo via Trento conferma che le misure prese di recente da Questura e Comune hanno creato malumore e disappunto proprio nei soggetti che si voleva perseguire e che reagiscono in maniera sconsiderata nei confronti dei "locali" rei ai loro occhi di aver provocato, come nel caso specifico, la chiusura anticipata dei minimarket e dei locali frequentati quasi esclusivamente da extracomunitari.
      Sono le 20 di martedì quando la signora in questione è costretta a chiamare il 113 perché "aggredita" verbalmente insieme al marito da un gruppo di nordafricani: offese irripetibili, minacce per nulla velate, insofferenza agli stessi accertamenti della polizia. Una sorta di rivolta che si è protratta per circa mezz’ora richiamando sulle terrazze e alle finestre quanti vivono nelle vicinanze. «Mi sono sentita dare della razzista - scriverà il giorno dopo la donna a questore, comandante dei carabinieri e dei vigili, sindaco e vicesindaco - e insultare in malo modo. Era l’ora in cui di solito porto a spasso il cane. Con che coraggio avrei potuto scendere? Ho messo a conoscenza di questo fatto anche l’Etam che tanto si sta dando da fare per migliorare le condizioni di vita nel quartiere, ma mi sta passando la voglia di continuare a partecipare alle riunioni».
      Giovanni Finco, componente del comitato "Un impegno per la città" rincara la dose: «Questo ormai è diventato un ghetto, in cui gli intrusi siamo noi mestrini. E il senso di impotenza che ci assale è scoraggiante. Mi chiedo: come si fa a concedere ben sette licenze nel raggio di una cinquantina di metri ad altrettanti richiedenti africani? E poi ci si stupisce se la situazione diviene esplosiva»?

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mercoledì, 22 luglio 2009

SPERANZA PER MANUEL GOLDIN
SPERANZA PER MANUEL GOLDIN
CIAO! MI CHIAMO MANUEL E HO 4 ANNI.PURTROPPO LA MIA NASCITA NON E' STATA FACILE.9 MESI BELLISSIMI PASSATI NELLA PANCIA DELLA MIA MAMMA.POI PER UNA FATALITA' HA AVUTO UN DISTACCO DI PLACENTA E COSI' SONO NATO IN ARRESTO CARDIO-CIRCOLATORIO E SONO STATO 8 MINUTI SENZA BATTITI DEL MIO CUORICINO E SENZA RESPIRARE.QUESTO HA PORTATO DEI DANNI AL CERVELLO CHE IN TERMINE MEDICO SI CHIAMA PARALISI CEREBRALE CON DIAGNOSI DI TETRAPARESI SPASTICA. CAPISCO MOLTE COSE MA LA MIA TESTOLINA NON VUOLE FARMI MUOVERE... NON GIOCO, NON STO SEDUTO DA SOLO, NON MANGIO CON LE MIE MANINE, NON RIESCO A TENERE NULLA IN MANO, NEMMENO FARE UNA PICCOLA CAREZZA ALLA MIA MAMMA. E IO LO VORREI TANTO... UN GIORNO LA MIA MAMMA HA VISTO IN TV UN BAMBINO MALATO COME ME CHE E' PARTITO PER L'ESTERO PER "PROVARE" UNA SPECIALE FISIOTERAPIA AD OSSIGENO TERAPIA ED HA AVUTO DEI MIGLIORAMENTI. IL MIO SOGNO E LA MIA SPERANZA SI CHIAMA ADELI NELLA REPUBBLICA SLOVACCA. LA MIA MAMMA SI E' INFORMATA ED I MEDICI HANNO DETTO CHE POSSO PARTIRE ANCHE IO.MA IL PROBLEMA SONO I SOLDI.CI VOGLIONO 300.000 EURO PER UN ANNO E IO DOVREI FARNE TRE. LA MIA MAMMA E I MIEI NONNI NON HANNO TANTE POSSIBILITA' E IL MIO PAPA' NON VUOLE PRENDERSI CURA DI ME. VORREI FARE TANTO DELLE PICCOLE COSE CON LE MIE MANINE,MAGARI MUOVERE ANCHE QUALCHE PASSO. VI CHIEDO UN PICCOLO AIUTO AFFINCHE' POSSA INTRAPRENDERE QUESTO LUNGO VIAGGIO PER ABBRACCIARE FINALMENTE LA MIA MAMMA E RAGALARE AI MIEI NONNI I MIEI DISEGNI. CON LA SENSIBILITA' DI ALCUNE PERSONE SONO PARTITO IL 13 SETTEMBRE PER TRE SETTIMANE POI SIAMO DOVUTI RITORNARE INDIETRO PERCHE' CI MANCAVANO I FONDI PER CONTINUARE. SAREBBE PECCATO INFRANGERE LA SPERANZA E IL SOGNO DI POTER GUARIRE PERCHE' NON HO PIU' I SOLDINI PER CONTINUARE. UN GRAZIE A TUTTI DA MANUEL LA MIA MAMMA E I MIEI NONNI...... QUESTO ACCAUNT VERRA' AGGIORNATO PIAN PIANINO CON TUTTI I RIFERIMENTI PER LA POSSIBILITA' DI VERIFICA PER CHI MI AIUTERA' IN QUESTO NON FACILE PERCORSO DI VITA.PER CHI INVECE VOLESSE IMMEDIATE RISPOSTE PER AIUTARMI CONTATTI TELEFONICAMENTE LE PERSONE CITATE SOPRA CHE VI INFORMERANNO CON DATI PRECISI E AGGIORNATI SULLA QUESTIONE.GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE IN QUALCHE MODO MI AIUTERANNO...

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tratto da: facebook
postato da: sebastia11 alle ore 15:58 | link | commenti
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