lunedì 21 novembre 2011

Venezia. Banco del pesce ai cinesi a
Chioggia, Zaia: «Non è un bel segno

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Il presidente della Regione: «L'acquirente vuol sentire l'idioma
locale». I commercianti: «Rischia di sparire una tradizione»


VENEZIA (14 dicembre) - L'acquisto di un banco da parte di un cinese al mercato del pesce di Chioggia (Venezia), per il presidente del veneto Luca Zaia, è «un segno dei tempi, ma sicuramente non è un bel segno. La Regione Veneto - ha aggiunto, rispondendo ai giornalisti - continuerà a lavorare perché i banchi del pesce e tutte le attività rispettino l'identità di origine. E questo perché immagino che quando un veneto va a comprare un branzino o un polpo voglia sentire l'idioma locale. Il prodotto tipico in Veneto si vende in questa e non in altre maniere».

Il presidente del Veneto così ha di fatto risposto anche alle associazioni dei commercianti ittici di Chioggia che avevano detto di avergli scritto per sollecitare misure di salvaguardia delle tradizioni nel campo del commercio, anche di un tipo di attività, come quella legata al pesce, che di fatto affonda nella cultura e storia stessa della cittadina veneziana. «Non abbiamo nulla contro i cinesi, ovviamente - aveva detto Paola Camuffo, presidente dei commercianti del mercato - ma siamo allarmati: questo è il primo caso, ma se ne seguiranno altri si rischia di veder scomparire una tradizione e una attrattiva, anche turistica, per la città». Tra i commercianti di pesce qualcuno dice che non venderà mai il suo banco «neanche se mi si offrisse otto volte il suo valore».

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martedì, 14 dicembre 2010

 E QUESTI SONO I DEMOCRATICI
 
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 Barricata di fuoco a Roma, assaltati blindati. Scontri in via del Corso e a Montecitorio

 Altissima la tensione a Roma dove stanno avvenendo scontri con lanci di lacrimogeni, bottiglie e petardi


.     Centro storico lindato nella Capitale attraversata da quattro cortei, occupazione della pista dell'aeroporto di Palermo, blitz in piazza Affari a Milano, presidio di ricercatori e associati davanti a palazzo Carignano, a Torino, sede del primo Parlamento italiano. Il dissenso contro il Governo e il ddl di riforma dell'università si sta facendo sentire da stamani in tutta Italia in concomitanza con le discussioni in Parlamento per il voto di fiducia al Governo. A
A Roma posti sotto particolare sorveglianza tutti i palazzi sedi delle istituzioni. Forze dell'ordine e blindati sostano   sotto il Campidoglio, piazza Venezia, piazza Santi Apostoli e nei pressi di Palazzo Valentini, sede di Provincia e Prefettura. Centomila - hanno annunciato gli organizzatori - i partecipanti al corteo, tra cui anche precari, esponenti dei centri sociali, aquilani e cittadini di Terzigno. All'altezza dei Fori Imperiali, alcuni manifestanti hanno lanciato petardi che sono finiti all'interno dei Mercati Traianei e nei Fori.
ASSALTATI BLINDATI GDF, AGENTI PICCHIATI - Fumogeni, pietre, bastoni usati per assaltare tre blindati della Guardia di Finanza. Un gruppo di Black Blok sta assaltando in via del Corso i blindati con dentro i finanzieri che sono accerchiati e vengono picchiati dai teppisti con mazze. Oggetto della furia dei teppisti anche un camioncino dell'Ama, azienda che si occupa della nettezza urbana. Le camionette della Guardia di finanza sono riuscite a sfuggire all'assalto e sono state oggetto del lancio di pietre e bastoni. Contro i mezzi i teppisti hanno scagliato anche cassonetti. In aiuto dei finanzieri sono arrivati polizia e carabinieri che hanno lanciato lacrimogeni. Lungo il percorso i teppisti incendiano cassonetti.
BLINDATO GDF IN FIAMME IN VIA DEL BABUINO - Un blindato della Guardia di Finanza é stato dato alle fiamme in via del Babuino. I teppisti ritirandosi verso piazza del Popolo hanno incendiato il mezzo e alcune auto. Il mezzo è ormai completamente avvolto dal fuoco e si sprigiona un fumo nero.
GRAVI ATTI VANDALICI BLACK BLOK IN PIAZZA DEL POPOLO - Sanpietrini sollevati, cassonetti di ghisa divelti e rovesciati, coperchi dei tombini sollevati, colonnotti di ferro che delimitano la zona pedonale divelti. Piazza del Popolo è stata devastata dalla furia dei black blok che ora si trovano a piazzale Flaminio. Il gioiello architettonico di Valadier è segnato dai vandalismi. I teppisti hanno usato anche i tavolini e le sedie dei due famosi bar della piazza Canova e Rosati.
SUL LUNGOTEVERE INCENDIATA UNA MERCEDES - Una Mercedes e' stata data alle fiamme su Lungotevere Marzio, mentre sfila il corteo di protesta contro il governo a Roma. ''E' un'auto borghese!'', urla qualcuno dei manifestanti. L'auto si trova parcheggiata in piazza Porto di Ripetta. Le fiamme hanno distrutto i finestrini e l'incendio sta sprigionando molto fumo.
CARICHE E SCONTRI IN VIA DEL CORSO - Il gruppo di black block che sta devastando via del Corso e che aveva assaltato le tre camionette della Finanza è stato caricato dalla polizia. I teppisti, alcune centinaia, sono arretrati verso piazza del Popolo. I teppisti stanno lanciando pietre, bottiglie e fumogeni contro gli agenti, dopo aver tentato di costruire una barricata con qualunque cosa alla loro portata, anche panchine e cassonetti di ghisa. Lungo il percorso molti atti di vandalismo, danneggiati anche alcuni motorini. Un teppista mostra anche lo scudo di un poliziotto come un trofeo.
BLACK BLOC DAL PINCIO LANCIANO PIETRE SU PASSANTI - Un pioggia di pietre dal Pincio su chiunque passi a Piazza del Popolo. Un centinaio di black blok si sono posizionati sulla celebre terrazza di Villa Borghese, sotto un albero di Natale, e lanciano pietre sotto piazza del Popolo colpendo chiunque: passanti, giornalisti oltre che forze dell'ordine.
MANIFESTANTI ASSALTANO SEDE PROTEZIONE CIVILE - Un gruppo di manifestanti staccatisi dal corteo in corso per le vie di Roma ha assaltato la sede del dipartimento della Protezione Civile, in via Ulpiano. I manifestanti hanno rotto alcune vetrate e lanciato all'interno uova, fumogeni e bombe carta. Nell'assalto, secondo quanto si apprende al Dipartimento, nessuno sarebbe rimasto ferito.
MANIFESTANTI CON PALE VICINO SENATO, BOMBE CARTA E PETARDI, CARICHE - Cariche della polizia vicino al Senato quando i manifestanti hanno tentato di assaltare alcuni blindati armati di pale e mattonelle, prese da un camioncino. Il furgoncino pieno di picconi, martelli e mattoni è parcheggiato in corso Rinascimento. Petardi, bombe carta, vernice colorata e fumogeni contro Palazzo Madama. Il corteo degli studenti ha avanzato gettando petardi e vernice contro la sede del Senato protetta dai blindati.
La polizia ha risposto con i lacrimogeni al lancio di petardi e vernice da parte degli studenti contro il Senato. I manifestanti sono arretrati. Il lancio dei fumogeni è avvenuto da dietro i blindati che sono stati colpiti da pietre e bottiglie. Palazzo Madama, il 24 novembre scorso, era stato invaso dagli studenti che erano riusciti ad entrare nel primo atrio sbarrato dalle vetrate.
STUDENTE FERITO AL VOLTO DA LANCIO BOTTIGLIE - Un giovane studente è stato ferito al volto probabilmente durante il lancio di bottiglie che i manifestanti hanno effettuato contro i mezzi blindati nei pressi di Palazzo Grazioli. Il ragazzo è stato soccorso da altri studenti e fatto allontanare dalla manifestazione.
MANIFESTANTI TENTANO ASSALTO A CARABINIERE - Un carabinieri che tentava di coprire un varco verso Palazzo Grazioli e' stato preso di mira da un gruppo di manifestanti che hanno tentato di colpirlo con delle mazze. A piu' riprese un gruppo di una ventina di manifestanti ha tentato di colpirlo poi gli hanno lanciato contro bottiglie di vetro e uova. Il militare si e' difeso con lo scudo ma non ha reagito.
LANCIO PETARDI AI FORI IMPERIALI - Al passaggio del corteo a Roma contro il Governo, all'altezza dei Fori Imperiali, alcuni manifestanti hanno lanciato dei petardi che sono finiti all'interno dei Mercati Traianei e nei Fori. I manifestanti, fra cui studenti, precari, esponenti dei centri sociali, aquilani e cittadini di Terzigno, hanno anche acceso fumogeni e intonato cori contro il Governo.
MANIFESTANTI TENTANO ALLONTANARE 'BLACK BLOK' - Tensione tra i manifestanti del corteo di Roma che sta sfilando in centro. Dal corteo a più riprese si sono staccati gruppetti di ragazzi col volto travisato da sciarpe nere e cappuccio nero della felpa che hanno lanciato bottiglie e petardi contro i blindati. Gli studenti hanno cercato di bloccare i Black Blok, li hanno inseguiti e allontanati.
'UNITI CONTRO LA CRISI', MANIFESTANTI AL COLOSSEO - Rosse, gialle, verdi e nere. Sono tanti i colori delle bandiere portate dai manifestanti che si sono radunati questa mattina davanti al Colosseo. Operai della Fiom, iscritti alla Cgil, tesserati di Rifondazione-Comunisti Italiani e Sinistra Critica, Action - Movimenti per la Casa, Unione Inquilini e studenti. Queste le persone scese in piazza oggi per protestare contro la crisi ed il Governo Berlusconi. Alcuni di loro hanno appeso sopra la ringhiera della stazione della metro uno striscione con su scritto: ''L'Italia che non si piega''. Via dei Fori Imperiali e' stata ora chiusa al traffico mentre i manifestanti si stanno preparando a partire in corteo.
TERREMOTATI A ROMA, 'L'AQUILA NON SI FIDA' - "L'Aquila non si fida". E' questo lo striscione esibito davanti al Colosseo a Roma dalla delegazione di aquilani terremotati giunti alla capitale con autobus e veicoli privati in occasione delle manifestazioni odierne in contemporanea con il voto di fiducia alle Camere. Dei manifestanti abruzzesi, qualche centinaio, fanno parte anche gruppi di studenti che contestano la Riforma Gelmini. I comitati aquilani fanno parte del cartello "Uniti contro la crisi" che porta in corteo le istanze locali. "Siamo qui per dire che non è giusto rinnovare la fiducia a un governo che dopo aver portato avanti operazioni di facciata ha abbandonato la nostra città", spiega Ilia Antenucci del Comitato aquilano "3e32". "Non è una questione politica - puntualizza - anche se dovesse cambiare governo, la nostra mobilitazione andrà avanti qualora la nuova coalizione tradisse la nostra fiducia come ha fatto quella attuale". Gli aquilani contestano "l'atteggiamento politico di chi ha negato una tassa di scopo per la ricostruzione ma non si fa scrupoli a far aumentare il prezzo della benzina per coprire altre spese come il deficit sanitario".
A Milano le vetrine della sede del Pdl in viale Monza sono state tempestate dal lancio di uova e vernice da parte di un gruppo di studenti mentre altri manifestanti hanno fatto un blitz a Piazza Affari nella sede della Borsa.
A Torino alcune migliaia di studenti delle scuole superiori e delle università hanno sfilato per le vie del centro e un presidio formato da ricercatori e professori dell'Università e del Politecnico si è formato davanti a palazzo Carignano, sede del primo Parlamento italiano.
A Genova un corteo di circa 500 studenti, dopo aver percorso le strade limitrofe agli scali dei traghetti, ha occupato il varco portuale di Ponte Etiopia al porto di Sampierdarena e viale Canepa mentre a Venezia la protesta è salita sul Ponte di Rialto.
Tre cortei di studenti a Palermo per il terzo "Blocchiamo tutto day". Paralizzato il capoluogo siciliano dove ricercatori e docenti ha bloccato il rettorato e gruppi di manifestanti hanno occupato i binari della stazione, la pista dell'aeroporto e il porto. 
          
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sabato, 11 dicembre 2010

Crisi, in frantumi anche i vetri di Veninia Murano: restano a casa in ventinove

Alcune produzioni della Venini


VENEZIA (10 dicembre) - Scatta la mobilità. Dopo due anni di cassa integrazione, prima ordinaria e poi straordinaria, Venini razionalizza l'azienda a partire da aprile. Un terzo dei lavoratori, secondo il sindacato, ossia 29 lavoratori su 92. Ma il dato non viene confermato dal marchio storico di Murano, che proprio il prossimo anno festeggerà i 90 anni dalla sua nascita.

«Il numero dell'esubero, 29, è nato ancora un anno fa ed era già noto al sindacato. Ora chiederemo di attivare la procedura della mobilità, ma il numero sarà oggetto di trattativa con i sindacati. Purtroppo è una situazione spiacevole perché si tratta di posti di lavoro, ma l'esubero c'è ed è una realtà - spiega il direttore generale Manuel Gomiero - La situazione della crisi della Venini è relativa all'andamento degli ultimi anni: la crisi è iniziata nel 2008, nel 2009 siamo passati da 15 a 10 milioni di euro di fatturato, ossia un -32 per cento. Nel 2010, soprattutto nella seconda parte dell'anno, registriamo un +10 per cento degli ordini e della produzione, ma questo non significa che il bilancio sia positivo. Il problema di Murano è il costo del personale, che rappresenta il 50 per cento del fatturato».

Insomma, la crisi colpisce al cuore di Murano, mettendo in difficoltà un marchio conosciuto in tutto il mondo come sinonimo di qualità e di made in Italy. E scatta l'allarme di Cgil, che scende in guerra per tutelare i posti di lavoro. «Abbiamo proposto il patto di stabilità, ossia lavorare meno ma lavorare tutti e invece il titolare propone i licenziamenti e mette i dipendenti uno contro l'altro - dice preoccupato Michele Pettenò, Cgil -. Venini è la prima azienda che parla di lasciare a casa i dipendenti, gli altri cercano di gestire la crisi. Eppure due giorni fa il presidente degli industriali del vetro, Diego Ferro, ha dichiarato che stiamo uscendo dal tunnel. Qualcuno ci dica qual è la verità».

E mentre le voci raccontano di una possibile mozione di sfiducia a Ferro, Venini rassicura sul fatto che l'azienda non delocalizzerà la produzione, che resterà ancorata alla vetreria di Murano. «La nostra fornace è un punto fermo - conclude Gomiero - stiamo mettendo in atto una strategia di ottimizzazione dei costi, di programmazione della produzione e riduzione generale. La celebrazione del 90esimo compleanno, nel 2011, è parte integrante delle nuove strategie di internazionalizzazione. Tra i doveri del cda e dell'amministratore delegato c’è mettere in atto tutti gli interventi per far vivere l'azienda perché Venini è un patrimonio culturale dell'Italia».

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venerdì, 10 dicembre 2010

di Amedeo Bolzonello
 
Ci troviamo di fronte ad un'emergenza senza eguali e lo Stato sembra non essere in grado di dare risposte adeguate. Stiamo parlando dei milioni di immigrati che nell'arco di pochi anni hanno invaso il nostro paese.
 
La Chiesa, la politica, i media ,i buonpensanti predicano e insegnano ad essere tolleranti ,pazienti, ospitali.... ma tirando le somme, che cosa abbiamo ottenuto? Un aumento esponenziale di reati legati alla droga, e poi stupri, furti, scippi ...omicidi!
 
E anche di fronte a tutto questo continuano a propinarci dati sull'utilità di questi immigrati perché fanno aumentare il nostro PIL , per la crescita demografica, per le pensioni....ma dove abitano questi esperti ? dove vivono? Le nostre strade , le nostre piazze ,i nostri parchi sono diventati terra di nessuno! Spadroneggiati da bande di nullafacenti di ogni etnia!
 
L'Italia non ha infrastrutture per assorbire questa invasione di nuovi arrivi nel suo tessuto sociale... gli ospedali, le scuole, le carceri, sono tutti sull'orlo del collasso.
 
E non ci vuole tanto ad immaginare che più la crisi economica andrà avanti e più questa massa diventerà pericolosa... le forze dell'ordine hanno sempre meno poteri e sempre meno risorse per arginare tutto questo! Guardate bene che questa non è più questione di razzismo (secondo noi non lo è mai stata) è diventata una questione di sopravvivenza!
 
Italiani bisogna reagire, chiedere allo Stato di rispondere con fermezza, di applicare le leggi senza se e senza ma...
 
Italiani chiediamolo a voce alta, diciamolo tutti insieme "basta ! Fermate l'invasione! Espellete gli irregolari e i clandestini! E soprattutto fuori chi delinque! " .
 
Italia in piedi!


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giovedì, 09 dicembre 2010

MUTUO SOCIALE IN TUTTA ITALIA!!!

CASA, STORACE: MIA AMICA FB COSTRETTA A VENDERE RENE IN CAMBIO AFFITTO 

  Roma, 09 dic – «Questa mattina, Francesco Storace segretario nazionale de La Destra, dal suo blog affronta l’emergenza casa. Lo fa, presentando un video (l’indirizzo è www.storace.it) in cui una donna, afferma di essere disposta a vendere un rene in cambio di un regolare affitto di una casa a Roma».

È quanto si legge in un comunicato. «Vedo questo video – scrive il segretario de La Destra – e provo una vergogna infinita. Conosco questa donna – è una mia amica di Fb – l’ho anche incontrata, ne ho parlato al sindaco, all’assessore comunale, al delegato del Campidoglio. Ma nessuno muove un dito. Spero che Alemanno guardi queste immagini e provi le mie stesse sensazioni. Spero che qualche altro cronista voglia rintracciare questa signora di straordinaria dignità. Non sale sui tetti, non occupa palazzi istituzionali. Chiede per favore di poter rivendicare un diritto, con educazione. E questa è la sua disgrazia».
«Tornerò alla carica; purtroppo non c’è competenza regionale, altrimenti ci avrebbe pensato Teodoro Buontempo – prosegue – Ma sono fuori di me: è inaccettabile che la buona educazione venga scambiata per dabbenaggine. Adesso basta fate il vostro dovere, signori del Campidoglio. Lei dorme in macchina, voi dormite in Comune. È ora di svegliarvi». (omniroma)
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Daniel Wretström: 9 dicembre 2000
Imagen alojada en imaXenes.com
 
Sei anni fa veniva assassinato Daniel Wretström (vedere anche  qui), diciassettene svedese di Salem. Circondato da un gruppo multietnico (composto da autoctoni e da stranieri), veniva prima aggredito a pugni e con spranghe, poi colpito mortalmente a pugnalate per la sola ragione che simpatizzava per formazioni politiche di destra.
Come ogni anno, una marcia viene organizzata in memoria di Daniel e di tutti gli autoctoni che in Svezia subiscono aggressioni per la sola ragione di essere bianchi o solo perchè il regime multietnicista, attualmente vigente, permette una sorta di impunità di massima per i crimini delle comunità allogene.
http://www.folketsnyheter.se/?sida=artikel&aID=416
Annual Manifestation in Salem against Anti-Swedish Violence

This coming Saturday, on the 9th of December, it will be exactly six years ago that a 17-year old boy was tormented to death in a ditch in Salem, Sweden, by a multiethnic gang. And for the seventh year in a row the
Salemfonden will be arranging their annual commemorative manifestation to honour the memory of the murdered boy, whose name was Daniel Wretström. But it is also a protest against the hostile violence against Swedes that is spreading across the country and claiming more and more victims.
”It's not as serious to rape a Swedish girl as an Arabic girl. The Swedish girl gets lots of assistance afterwards, right, and she's probably already been fucked. [...] It's far too easy to get a Swedish whore, I mean girl. [...] I don't have a lot of respect for Swedish girls; you can say that they get fucked 'til they're conked out.”
– Hamid from Lebanon, shares his views on Swedish girls in one of Sweden's largest newspapers Dagens Nyheter in November of 2000, a couple of weeks after a Swedish 14-year old girl was brutally gang-raped by an immigrant mob in Rissne, outside of Stockholm.

”When we're out on the town robbing and mugging we're waging war, we're waging war against the Swedes. [...] Power to me is to make Swedes look at me and to make them lie down on the ground and kiss my feet.”
– Comments by immigrant youths in a university paper in 2006 by Petra Åkesson, a student of sociology at the university in Lund in the southern province Skåne of Sweden.

”What's most serious about these crimes is that they can breed unjustified and dangerous xenophobia.”
– Associate professor Tommy Andersson in the paper Borås Tidning.

In today's Sweden, criminal immigrant gangs are permitted to express their contempt for Swedes openly through their words as well as their actions. Instead of causing an outcry among Sweden's political and public opinion influencing power elite the gangs are met with understanding and their Swedish victims are accused of racism.

The manifestation in Salem is one of the rare occasions when Swedes can come together and show that they do not accept the current conditions in their country. In spite of the smear campaigns against the manifestation and the participants by, again, Sweden's political and public opinion influencing power elite.

This year the organizers of the Salem manifestation have released a film Salem 2006 - It has to start somewhere - It has to start sometime about the manifestation as well as a song, Även du (Eng. And You as Well) which can be downloaded for free, in order to gather participants. As usual, the manifestation starts at 16.00 from the parking lot at Rönninge commuter train station which can be reached by local transport or by private transportation.

A recurring and welcome warming tradition, this year as well, is the serving of free warm beverages to the participants. But as the Salemfonden, made wise after six years of arranging the manifestation, point out:

– It's winter in Sweden and therefore each and everyone should make sure not to leave home without being dressed warm enough!

http://www.salemfonden.info/index_eng.php

tratto da:http://euro-holocaust.splinder.com/post/10180099/sei-anni-fa

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Veneziani: Salviamo l’Italia dalla follia sfascista

 
di Marcello Veneziani
Da diverso tempo vorrei occuparmi d’altro piuttosto che della miserabile follia che tiene banco in questo Paese. Da tempo mi piacerebbe non occuparmi più di Fini, di Berlusconi e della sinistra, e di tutto quel mondo che si agita intorno a loro. Vorresti chiudere le finestre e metterti a leggere e scrivere cose migliori, e dedicarti di più alle cose che ami.
Vorresti, ma non puoi. Senti urla bestiali, feroci battute di caccia per strada e un rumore, un fetore, che sale fin dentro casa. Allora provi a distinguere, a ragionare, eviti la tv, scansi le corride. Provi a vedere le cose per intero (…)
(…) e non solo a metà, come invece ci ha abituati questo bipolarismo per branchi di lupi. Ma non ce la fai, ti tirano dentro la mischia. Vedi capovolgere la realtà, con arroganza; vedi il livore scambiato per moralità, la barbarie per civiltà. Se provi a dirlo, se non t’ignorano o t’insultano. Tu credi all’onestà, non solo l’onestà intellettuale, come oggi si dice, ma l’onestà vera e totale, che passa per la mente, il cuore e le mani. Tu cerchi di vedere il buono e il cattivo di questo governo, perché sei convinto che siano legittime sia le critiche sia i consensi. E invece no, ti dicono che il premier deve andar via di corsa, deve dimettersi prima che arrivi Natale. C’è una ragione oggettiva, urgente e suprema per gettare il Paese in un pozzo nero, è forse responsabile della crisi finanziaria e dell’emergenza mondiale in cui viviamo? No, il governo ha fatto cose che si possono approvare o disapprovare, ma nulla di così grave da aprire una crisi al buio, sfasciando tutto, fermando riforme e decisioni necessarie al Paese. Deve andar via subito perché così ha deciso un irresponsabile pallone gonfiato e chiama questa sua minaccia di crisi con vista sul baratro «un atto di responsabilità», chiamando irresponsabile chi pensa che in questo caos sia meglio avere un governo. Le parole funzionano a contrario, la verità è rovesciata. Il pressing in favore dello sfascista, acclamato come statista, si fa assordante.
Tu vorresti occuparti di altro ma come fai a star zitto? Non fai in tempo a criticare Berlusconi e il suo «stile di vita» che un’orda di astiosi sciacalli impianta un’oscena gazzarra per trasformare quella storiella in una crisi di governo per volontà planetaria. E se i leader degli Stati Uniti confermano la fiducia al premier, un pettegolezzo raccolto da un diplomatico diventa il Vangelo e bisogna cacciare il peccatore. Un governo caduto sul gossip: è possibile, è civile, è responsabile? Un Paese mandato allo sbaraglio per odio verso un premier voluto dagli italiani, mica da Putin. Tu magari pensavi che il ciclo di Berlusconi dovesse concludersi alla fine di questa legislatura, dopo aver assolto agli impegni promessi; e invece no, questa guerra feroce riapre la mischia, ti costringe a dir bianco per non veder nero, e costringe a sperare che quell’esperienza non si tronchi in questo modo bestiale. Tu avresti voglia di criticare Berlusconi e il berlusconismo, il Pdl, e Verdini, e Bondi, ma non fai in tempo a scriverne che ti ritrovi nell’alternativa tra Silvio e il Nulla, tra il morbillo e la peste. Ma non è solo questione di Berlusconi.
Tu non fai in tempo a criticare la Lega perché ami l’Italia e non vuoi vederla spaccata, perché non ti piacciono le sue semplificazioni brutali e preferisci la cultura italiana alla fiction padana, che ti arriva un ciclone in tv e accusa la Lega del contrario di quel che è: di essere in combutta con il sud peggiore, quello camorrista e mafioso, proprio mentre un ministro leghista è impegnato in primo piano a combattere con successo la stessa criminalità organizzata. Vedi insorgere contro il governo, in nome della legalità, quel Granata che è stato per anni il vice di Cuffaro ed è l’alleato di Lombardo, ambedue accusati di associazione mafiosa. Poi vedi che il baluardo casertano contro la camorra è addirittura Bocchino, il più detestato dagli italiani (appena si parla di politica in tv tutti alla terza frase dicono: e quel Bocchino, così arrogante e minaccioso, ma chi è, che ha fatto nella vita, chi si crede d’essere?). E non basta.
Non fai in tempo a pensare che vuoi scriver meno di politica attuale – perché t’interessano altre cose e ti nauseano queste – che tappano la bocca a Feltri, mentre assassini condannati in vari gradi di giudizio, fior di falsificatori e diffamatori di mestiere, possono continuare indisturbati a spargere odio e menzogne a mezzo stampa. E allora che fai, ti barrichi in studio, fai finta di niente? Sei costretto a occuparti, di malavoglia, di questo. E appena accenni a farlo, c’è sempre il velenoso cretino di turno che scrive, su un blog, un sito, o altrove, che sei un servo pagato. E tu per quelli come lui devi lasciare magnifiche letture, devi accantonare i sereni giudizi e passare alle mani, seppur solo per digitare un articolo, come il presente. Ti sale la rabbia a pensare che quel che scrivi in libertà non lo pubblicherebbe nessun giornale dei loro o dei cosiddetti neutrali; e tu che difendi la tua libertà di scrivere quello che pensi, passi per servo assoldato…
Dopo che hai passato una vita all’opposizione, tra i maledetti di destra, e continui ad esserlo ancora perché Berlusconi è al governo ma il potere culturale è sempre dall’altra parte, ti devi sentir dare pure del servo di regime. Quando la verità è oltraggiata a questo punto sei costretto a scendere per strada, di malavoglia, per rispondere ai barbari e magari poi ritornare alle cose che ami. Nel brutto dicembre rincuora coltivare dentro di sé un magnifico giugno. (ilgiornale.it)

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I Rom non sono Rumeni

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mercoledì, 08 dicembre 2010

Treviso. Massacro di Gorgo, il figlio della
coppia: «Ora non so più cosa pensare»
Daniele Pelliciardi con la madre di Alin BogdaneanuDaniele Pelliciardi si dice deluso dallo sconto di pena dato
in Cassazione ai killer dei suoi genitori


di Annalisa Fregonese
TREVISO (5 dicembre) - È deluso Daniele Pelliciardi: per Naim Stafa, uno dei responsabili della morte dei suoi genitori Guido e Lucia, non ci sarà l'ergastolo. Tuttavia, con la sua ammirevole lucidità e pacatezza, il figlio della coppia massacrata cerca di pensare positivo. Se la Corte di Cassazione a Roma ha invitato i giudici veneziani ad annullare le circostanze aggravanti per quel che riguarda Naim Stafa ed Alin Bogdaneanu, ha respinto i ricorsi su tutto il resto. Dunque la sentenza di duplice omicidio è confermata, passa in giudicato.

«Almeno - dice Daniele - non è stata messa in discussione l'accusa di omicidio. Viene confermato che Stafa e Bogdaneau sono responsabili dell'omicidio di mio padre e mia madre. Certo - prosegue Daniele - dopo aver assistito al dibattimento in aula a Roma, dopo aver sentito le richieste del Procuratore, un po’ mi aspettavo che invitassero a rivedere la sentenza riguardo il giovane Alin. Ma non supponevo venisse rimesso in discussione l'ergastolo di Stafa. Perchè il furto a Villa Durante era stato organizzato da Stafa e Lleshi. Francamente non so più che cosa pensare».

Amareggiato è Firmino Vettori, il sindaco di Gorgo al Monticano. Villa Durante si trova nel suo territorio comunale, ed è qui che nell'agosto del 2007 i due coniugi vennero ammazzati. Materialmente da Artur Lleshi, poi morto suicida nel carcere Due Palazzi di Padova. «Voglio organizzare una marcia di protesta - annuncia Vettori - qui si continua a difendere Caino, nessuno pensa ad Abele. La nostra gente, le persone oneste, chi fatica ad arrivare a fine mese non può accettare una sentenza del genere. Perchè sappiamo che Stafa è un delinquente e visti i suoi trascorsi, egli non poteva non prevedere che in quel tentativo di furto ci poteva scappare il morto».

Alessandro Romoli, legale di Pelliciardi osserva: «Parlo - sottolinea - senza aver letto la sentenza. Guardo al lato positivo della cosa: nessuno ha messo in discussione il duplice omicidio con le continuazioni di furto e rapina. Questi aspetti passano in giudicato. Ciò è importantissimo perchè comunque l'omicidio è punito con almeno 25 anni, questo a mio avviso per Naim Stafa. Diverso il discorso per il giovane Bogdaneanu, penso che la pena gli sarà ridotta». È importante che sia passata in giudicato la sentenza di omicidio anche ai fini del risarcimento. «Fossero stati ritenuti colpevoli solo di furto o rapina - prosegue l'avvocato Romoli - forse oggi Stafa e Bogdaneanu sarebbero già liberi».

 
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martedì, 07 dicembre 2010

Il libro “Il Campo della Memoria – Battaglione Barbarigo a Nettuno”,


Il libro “Il Campo della Memoria – Parole e immagini dal Cimitero di Guerra del Battaglione Barbarigo a Nettuno”, a cura del Generale Giorgio Farotti può essere ora scaricato gratis da http://associazioneitalia.blogspot.com/ per iniziativa dell’Associazione ITALIA.
Il Campo della Memoria
Parole e immagini dal Cimitero di Guerra del Battaglione Barbarigo a Nettuno
A cura del Generale Giorgio Farotti
Il presente libro ripercorre la storia del Campo della Memoria, dal progetto nel 1987 alla sua realizzazione quale complesso monumentale, sino alla sua trasformazione in Cimitero di Guerra dei caduti del Btg. “Barbarigo”, in carico al Commissariato per le Onoranze ai Caduti in Guerra del Ministero della Difesa nel 1999, alla cerimonia militare per la traslazione dei resti del Comandante Umberto Bardelli e di sessantacinque Marò nel giugno 2005, cerimonia nella quale, per la prima volta dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, un plotone di fanti dell’Esercito Italiano sul “presentat-arm” ha riconosciuto Loro, in modo esplicito ed ufficiale, la medesima dignità di soldato di ogni altrocombattente degli eserciti che nel 1944 si fronteggiarono sulla testa di ponte di Anzio e Nettuno.
Andrea Lombardi
Presidente
Associazione ITALIA
Via Onorato 9/18
16144 Genova
Italia
E-Mail ars_italia@hotmail.com
Web www.associazioneitalia.info
Blog http://associazioneitalia.blogspot.com
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