domenica 20 novembre 2011

L'Europa si arrende agli speculatori
L'Europa si arrende agli speculatori
Filippo Ghira
Le pressioni degli ambienti finanziari e bancari angloamericani unite a quelle dei loro servi alla Casa Bianca e a Downing Street sono stati troppo forti. E così i ministri europei delle Finanze hanno rinunciato a trovare un accordo sul progetto di regolamentare l’attività dei fondi speculativi (hedge fund) ed aumentarne la trasparenza. Se ne parlerà in una prossima riunione prima della fine della presidenza spagnola in giugno. La portavoce della presidenza Ue e il ministro spagnolo delle Finanze, Elena Salgado, presidente di turno dell’Ecofin, ha spiegato che la questione dei fondi speculativi è stato rimosso dall'agenda dei lavori per avere il consenso più ampio possibile. Si tratta infatti di mettersi d'accordo su una posizione generale dalla quale far partire i negoziati con il Parlamento europeo che dovrà dare semaforo verde al progetto.

E in tale sede nasceranno sicuramente ulteriori problemi che faranno in modo che se un testo di legge uscirà, esso sarà molto annacquato rispetto al testo iniziale. Anche a Strasburgo infatti operano indisturbate numerose lobby finanziarie che attraverso i soldi versati in ogni direzione indirizzano il voto dei gentili deputati, già ben predisposti in altri settori a sostenere gli interessi della grande industria. In particolare, per un settore che riguarda l’Italia, nel campo dell’alimentare dove la salvaguardia dell’agricoltura e dei prodotti tipici viene subordinata agli interessi dell’industria trasformatrice. Ma anche di quella chimica come dimostra il via libera della Commissione europea al via libera alla produzione di cibi OGM.

Ma la finanza resta il settore nel quale sono maggiori i guadagni per gli speculatori e per i loro amici politici. Quando si è cominciato a parlare in Europa di mettere un freno alle attività degli speculatori, siano essi banche o società finanziarie, subito da Washington e da Londra si è levato un intenso fuoco di fila. Il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner aveva protestato la settimana scorsa affermando che le nuove regole avrebbero danneggiato le banche Usa compromettendo la loro capacità di fare affari con l'Europa.

Insomma le banche americane non possono permettersi di vedersi porre veti. Uguale reazione da Londra con il Cancelliere dello Scacchiere, Alistair Darling, a difendere le banche di casa. (…)

continua su: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=1066
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mercoledì, 17 marzo 2010

UNA SOCIETA ABOMINEVOLE
munchlurlooz6

Roma, stuprava bimbe Arrestato un "guru"

ROMA  - Abusava sessualmente di bimbe di 10-12 anni e le loro madri e otteneva denaro con l'inganno. Per questo Danilo Speranza, 62 anni, romano, 'guru' indiscusso della setta Maya, con mille adepti, è stato arrestato dagli agenti della polizia municipale di Roma dell'VIII Gruppo diretto dal comandante Antonio Di Maggio. Deve rispondere di violenza sessuale e truffa aggravata.
Dalle indagini è emerso anche il tentativo di Speranza di accreditarsi tra associazioni islamiche di musulmani con sedi prima Napoli poi a Roma. L'uomo convinceva anche le madri ad affidare ad altre famiglie i propri figli e si faceva intestare contratti di negozi grazie alla copertura della comunità new age Re Maya da lui fondata negli anni '80 per disintossicazione da droga, corsi di yoga e filosofia. La sede principale e' a san Lorenzo, a Roma. Danilo Speranza, 62 anni, è stato arrestato in zona Montesacro in uno dei luoghi di sua frequentazione: è accusato di violenza sessuale anche su minori, truffa aggravata e false dichiarazioni all'autorità giudiziaria ma rischia anche l'accusa di riduzione in schiavitù.
'HAI KARMA NEGATIVO', E POI GLI STUPRI - La violenza sessuale che Danilo Speranza ripeteva periodicamente sulle bambine, figlie di adepte della sua setta, veniva giustificata dalla "necessità di modificare il karma delle bambine e trasmetterle a tale scopo il suo Dna sano e curativo che avrebbe impedito il compimento del suo negativo destino e risparmiato alla madre le sofferenze altrimenti inevitabili". E' quanto si legge dall'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere Speranza.

Il Guru aveva la capacità di condizionare psicologicamente le persone. Un condizionamento che passava - si legge nell'ordinanza- attraverso minacce e arrivando a "terrorizzare le ragazzine facendo temere che lui avesse poteri sovrannaturali". Tra le intimidazioni quella di "escluderle dall'associazione Maya" dentro la quale sono cresciute fin dai primi mesi o anni di vita, quindi "dall'unico mondo che conoscono" e di "privarle della considerazione e della benevolenza delle loro madri e degli altri adulti che frequentano". Le due piccole vittime, nel 2007 secondo quanto emerge dai racconti, si alleano, mentre il "Settimo saggio", anche così si faceva chiamare Speranza, le costringe a giochi sessuali cercando anche di indurle a rapporti a tre.

Bimbo di 8 mesi ucciso a Genova

GENOVA  - Un raptus della follia dovuto all' uso di cocaina: e' questo secondo gli investigatori il movente dell'omicidio del piccolo Alessandro, il bimbo di otto mesi arrivato esanime per un grave trauma cranico, ieri mattina al pronto soccorso dell'istituto Gaslini di Genova.
Per la morte del piccolo sono stati arrestati nella notte, con l'accusa di omicidio volontario la madre di Alessandro, Caterina Mathas, di 26 anni ed il suo compagno Giovanni Antonio Rasero, di 29. Secondo quanto emerso, sul corpo del piccolo sono state riscontrate fratture plurime sulla parte posteriore del cranio, bruciature da sigaretta in un padiglione auricolare, e lividi sul collo, provocati probabilmente da pizzicotti.
Dai riscontri effettuati dalla squadra mobile risulta che Alessandro era rimasto con la madre ed il suo compagno dalla sera prima, fino all'arrivo al pronto soccorso. Non e' ancora chiaro chi dei due abbia compiuto materialmente il gesto, ma si ritiene certo il coinvolgimento di entrambi. E' possibile che la donna, che nel corso dell'interrogatorio si e' professata innocente, abbia rimosso l'accaduto, questo potrebbe essere dovuto sia all'uso della droga, sia alla gravita' del fatto.

Sono stati arrestati nella notte dalla squadra mobile con l'accusa di omicidio volontario del piccolo Alessandro, di otto mesi, la madre del bambino, Caterina Mathas, di 26 anni, ed il suo compagno, Giovanni Rasero, di 29, entrambi genovesi. La coppia, che è stata interrogata per diverse ore in questura. I due sono stati rinchiusi nelle carceri di Marassi e di Pontedecimo. Il bambino era stato trasportato nella tarda mattinata di ieri dalla coppia al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Gaslini con un grave trauma cranico. Era già morto, ma i sanitari avevano tentato una disperata manovra di rianimazione che non aveva dato esito positivo. Constatato che la ferita non era compatibile con una caduta, i medici avevano avvertito la polizia. Caterina Mathas, che risiede con i genitori nel quartiere di San Fruttuoso, aveva trascorso la notte nel monolocale preso in fitto un paio di mesi fa da Rasero in un lussuoso residence di Nervi. Ha sostenuto davanti al capo della squadra mobile Gaetano Bonaccorso, al dirigente della sezione omicidi Alessandra Bucci ed sostituto procuratore Marco Airoldi di aver trovato al risveglio il bimbo esanime nel suo lettino.
COMPAGNO ACCUSA MADRE DEL PICCOLO - Ha mosso delle accuse nei confronti della compagna, Giovanni Antonio Rasero, l'agente marittimo di 29 anni arrestato nella notte a Genova con Caterina Mathas con l'accusa di omicidio volontario per la morte del piccolo Alessandro di otto mesi. Secondo quanto scrivono alcuni quotidiani locali stamani e confermato in ambienti investigativi, nel corso dell' interrogatorio Rasero ha detto di aver visto Caterina mentre "sbatteva" il piccolo e di averla anche invitata a smettere. La donna invece ha professato la propria innocenza, come spiega il suo legale, l'avvocato Igor Dante. Caterina Mathas avrebbe più volte riferito al magistrato e alla polizia di essere stata svegliata dal compagno in quanto il bambino non si muoveva più. Nel corso dell'interrogatorio inoltre, sia Mathas che Rasero hanno ammesso di aver fatto uso di cocaina quella notte. Elemento che sarebbe comunque risultato dall'esame tossicologico disposto dal pm Marco Airoldi, titolare dell'inchiesta. Dalla ricognizione esterna condotta sul corpo del piccolo sono emersi anche segni di sevizie, come bruciature di sigaretta recenti, e lividi.
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lunedì, 15 marzo 2010

IL FALLIMENTO DEL NEOLIBERISMO E DELLE PORTE APERTE.
fiamma_tricolore
Padova, 14 marzo 2010

Il servizio del TG3 regionale sulla vicenda di Ponzano, 68
dipendenti per la totalità extracomunitari che hanno
occupato lo stabilimento tessile dove lavoravano per
protestare contro il licenziamento e il mancato sussidio
della cassaintegrazione, è l'ennesima riprova del
fallimento delle politiche di neoliberismo e della
scellerata tesi delle porte aperte all'immigrazione.
Queste persone, illuse di trovare l'America in Italia, sono
oggi nella condizione di molti che perso il proprio posto di
lavoro, non hanno altro modo di sbarcare il lunario se non
confidando nel sistema di ammortizzatori sociali statali :
purtroppo in questo caso il susssidio è, per questioni
burocratiche venuto meno, lasciando questi lavoratori in una
situazione socialmente ed economicamente drammatica.
Di fronte all'evidenza di questi enormi costi sociali,
simbolici e culturali, coloro che propugnano la politica
della "porta aperta" a chiunque, indiscriminatamente, in
nome dei diritti umani e del diritto cosmopolitico, per la
realizzazione della società multirazziale, dovrebbero
avere il pudore e l'onestà intellettuale di arrendersi.
L'altro valido e forte alleato della teoria dell'accoglienza
indiscriminata è il pensiero neoliberista che mirando
ciecamente al profitto, ritiene ingiustificabile
l'imposizione di restrizioni di qualsiasi genere alla libera
circolazione delle merci, dei capitali e quindi degli
uomini(!).Anche il neoliberismo è incurante dei costi di
questo approccio che lascia cadere sulla società, bramoso
di mettere le mani su lauti profitti, fatti sulla pelle di
individui che lasciano i loro Paesi di origine e infine si
ritrovano in una nuova condizione di sfruttati, alla mercè
di finte cooperative o di spietati caporalati.
Gli immigrati oggi, contrariamente a chi li dipinge, in
chiave neoliberista, come una risorsa, diventano un costo
salato, una voce di spesa importante per lo Stato che,
vincolato dal budget, è costretto a diminuire le
prestazioni sociali, a svantaggio di noi tutti.
In questo scenario solo una politica di Destra Sociale, che
ridia potere economico ai lavoratori e protegga il mercato e
la società italiana dal neoliberismo senza regole, potrà
allontanare un futuro tragico e, per alcuni, ineludibile.
Donato Ignelzi Fiamma Tricolore
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giovedì, 11 marzo 2010

PER NON DIMENTICARE
ANGELO MANCIA 12-03-80/12-03-2010
MANCIA (MSI - Roma 12.03.80 ucciso sotto casa da due ASSASSINI COMUNISTI di
"COMPAGNI ORGANIZZATI IN VOLANTE ROSSA" con due colpi di pistola alla
schiena e un colpo di grazia alla nuca; era dipendente del "Secolo
d'Italia" e segretario della sezione Talenti)
CAMERATA ANGELO MANCIA :PRESENTE!!
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La migliore delle società possibili: quella fondata sul debito...

Una vita a rate

Dopo aver tagliato tutte le spese, superflue o meno, la scelta e’ quasi obbligata se si resta in bolletta: non onorare gli impegni finanziari e i debiti in scadenza. Una triste situazione in cui si stanno ritrovando sempre piu’ italiani. Ma la sorte per le famiglie si fa ancora piu’ beffarda, dal momento che per cercare di tirare avanti, attratti anche dagli interessi mai cosi’ bassi, si decide di chiedere proprio nuovi prestiti. Si tratta di un circolo vizioso ben fotografato dalla Banca d’Italia nel suo supplemento al Bollettino statistico di gennaio.

Numeri alla mano, nell’ultimo anno l’ammontare dei finanziamenti concessi dalle banche e dalle societa’ finanziarie ha sfiorato i 500 miliardi di euro, in aumento del 6,4%. Se, infatti, a fine gennaio 2008 era pari a 498,999 miliardi di euro, dodici mesi dopo e’ arrivato a toccare quota 468,918 miliardi di euro. Ma allo stesso tempo, secondo i dati di Bankitalia, sempre piu’ famiglie si sono ritrovate in difficolta’ a pagare le rate a fine mese. Lo scorso gennaio, infatti, le sofferenze non finanziarie ammontavano a 46,1 miliardi di euro contro i 45,4 miliardi di euro di dicembre 2009.

Una corsa al credito al consumo che non ha eguali nel Paese. Solo negli ultimi anni, infatti, gli italiani hanno imparato a comprare a rate. Da popolo di piccoline formichine, che per comprare l’auto nuovo si rivolgevano a parenti e amici, solo recentemente si sono trasformati invece in cicale. Certo, senza la voracita’ degli Stati Uniti e i ritmi raggiunti nel resto d’Europa. Ma pur sempre pronti a indebitarsi senza pensarci piu’ di tanto. Tanto che in poco tempo hanno cominciato a comprare tutto a rate: il televisore con lo schermo piatto, le vacanze, il dentista, il mutuo per la casa e il nuovo arredamento.

Cosi’, leggendo il bollettino di Bankitalia si scopre che i debiti per i finanziamenti personali sono saliti ad oltre 57 miliardi di euro (dai 54 miliardi di euro circa di gennaio 2009), mentre le richieste di mutuo per l’acquisto di casa sono arrivate a superare i 282 miliardi di euro (contro i 264 miliardi di euro di gennaio dell’anno scorso). Ed ancora. L’ammontare dei prestiti per altri scopi ha raggiunto circa 160 miliardi di euro, 10 miliardi di euro rispetto a gennaio dell’anno scorso. (...)

E le previsioni sono quindi chiare: continuera’ a registrarsi una sostanziale stabilita’ dei tassi fino a marzo prossimo. Aspettative gia’ note da mesi anche agli italiani alle prese con l’acquisto di casa che continuano, infatti, a indebitarsi con un mutuo a tasso variabile.

miaeconomia

tratto dal sito:http://luniversale.splinder.com/

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lunedì, 08 marzo 2010

fiamma_tricolore
Mi sembra chiaro che gli immigrati presenti oggi nelle varie manifestazioni non siano altro che coloro i quali bighellonano tutto il giorno per la nostra Italia facendosi beffa di noi. Dove lavoro gli autisti (90% immigrati) c’erano tutti, ed hanno lavorato….chi ha un impiego se lo tiene stretto, altrimenti il martedì, a caciara esaurita, si sarebbe messo tutto in peggio.. Forse qualcuno ha trovato un alternativa al parchetto o al punto SNAI di turno. “perchè no, andiamo a sbraitare in piazza!”. Pupazzi manovrati del parassitismo veterocomunista…..già me li vedo “papà.papà, guai a voi se cacciate l’Africano dal parco giochi, chi mi vende il fumo poi???…va che dico alla mamma che alla sera ti fai sculacciare facendoti chiamare Buana!”…tristezze reali in un Mondo irreale, in un Italia debole, senza identità…ma col Grande Fratello nei cervelli marci. Un giorno insorgeranno, Ma gli Itagliani saranno impegnati sulla Playstation! peggio per tutti, peggio per noi, la Natura fa, la Natura disfa….sveglatevi popolo, siamo alla frutta…intanto i politici di palazzo esternano il loro smisurato amore per Mina: “parolee,paroleeeee,paroleeee…..”
Omar Tonani
Fiamma Tricolore
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giovedì, 04 marzo 2010

DESTRA XENOFOBA? DESTRA PATRIOTTICA!!!!
no%2Dturchia

L'Aja, destra xenofoba avanza alle municipali

L'AJA - Calo dei consensi per i principali partiti di governo, crescita per quelli all'opposizione, a partire dal partito xenofobo anti-islam di Geert Wilders : è questa la tendenza che si conferma con la maggioranza dei voti scrutinati nelle elezioni amministrative in Olanda. Con il Pvv di Wilders, emergono come vincitori di queste consultazioni i due partiti liberali Vvd e il piccolo D66, mentre i laburisti PdvA di Wouter Bos, al 93% delle schede scrutinate, ottiene solo il 16% dei suffragi, contro il 23,45% delle precedenti amministrative, circa sei punti in meno. In calo di due punti anche il partito dei cristiano-democratici (Cda) del premier Jan Peter Balkenende. Non sono state quindi confermate le previsioni della vigilia che volevano una sia pur timida rimonta dei laburisti, dopo la loro scelta di abbandonare il governo perché contrari al prolungamento della missione militare olandese in Afghanistan. Il partito di Wilders si afferma come primo partito nella città dormitorio di Almere, ad est di Amsterdam, guadagna ma non sfonda all'Aja dove si afferma come secondo partito. I laburisti perdono consensi anche in città tradizionalmente della sinistra come Amsterdam dove guadagnano invece i liberali del D66.
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martedì, 02 marzo 2010

LA CRISI UCCIDE
munchlurlooz6
Pordenone. Padre di tre figlie perde
il lavoro in fabbrica e si uccide
PORDENONE (2 marzo) - Un magazziniere pordenonese di 46 anni, padre di tre figlie, si è ucciso dopo aver appreso di aver perso il lavoro una decina di giorni fa. A complicare il suo stato anche una storia d'amore finita.

L'uomo era dipendente del mobilificio Horm di Azzano Decimo (Pordenone). L'azienda gli aveva comunicato che il 22 aprile, data di scadenza del suo contratto, il posto di lavoro non sarebbe stato riconfermato. Già all'inizio dello scorso anno, in conseguenza della crisi economica, l'azienda aveva messo il magazziniere in cassa integrazione straordinaria, poi riassunto con un contratto a termine, che sarebbe scaduto appunto il prossimo mese di aprile.

La tragedia è stata scoperta ieri mattina dai familiari, che preoccupati per non aver visto né sentito il congiunto durante il fine settimana, hanno suonato invano il campanello di casa. Poi, hanno provato a entrare, ma la porta non voleva aprirsi del tutto, perché era bloccata dal corpo dell'uomo, steso sul pavimento privo di vita. Accanto a lui solo un biglietto d'addio destinato ai familiari.
Padova. Imprenditore 50enne si impicca
PADOVA (1 marzo) - Un artigiano cinquantenne di origine croata si è impiccato la notte scorsa nella cantina della propria abitazione, dove viveva assieme alla moglie e a due figli.

Secondo quanto si è appreso dai carabinieri, che si sono occupati dei rilievi del caso, l'uomo era da tempo depresso a causa del fallimento della propria ditta risalente a un paio di anni fa.

Sul posto i militari della compagnia di Cittadella non hanno trovato biglietti che possano spiegare nel dettaglio le motivazioni del gesto. Altri tre imprenditori si sono suicidati in provincia di Padova per motivi collegabili alla crisi economica dall'inizio dell'anno
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sabato, 27 febbraio 2010

PER NON DIMETICARE
MIKIS MANTAKAS,28-02-1975 / 28-2-2010
Mikaeli "Mikis" Mantakas era un giovane greco giunto a Roma allinizio degli anni settanta per frequentare La Sapienza. Aderì subito al FUAN, condividendo i valori di Tradizione europea. Morì il ventotto Febbraio del 1975 in piazza Risorgimento colpito a morte da un colpo darma da fuoco.
Bisogna fare un passo indietro e partire da un'altra data tragica per la destra italiana del dopoguerra: la strage di Primavalle. Alle tre di notte del 16 Aprile 1973 in un appartamento di Via Bibbiena a Primavalle dormono tutti i membri della famiglia Mattei. Il capofamiglia Mario, che era il segretario della sezione missina del quartiere, la moglie e i sei figli. Un improvviso incendio gli sveglia, si mettono in salvo in sei, per due dei figli di Mario non ci sarà nulla da fare, Virgilio (22 anni) e il piccolo Stefano (10 anni) tenteranno di uscire dal balcone, ma sarà troppo tardi. Moriranno carbonizzati. Lincendio è doloso, qualcuno ha fatto passare della benzina sotto la porta della casa Mattei e poi ha appiccato il fuoco.
I responsabili vengono individuati, sono Achille Lollo (in casa gli vengono trovati elenchi dettagliati dei missini romani con i loro indirizzi), Marino Clavo e Manlio Grillo, tutti e tre comunisti di Potere Operaio.
Il processo comincia il 24 febbraio 1975, in un clima di dure violenze, infatti lultrasinistra non accettò mai lintollerabile processo allantifascismo e al grido di Achille Lollo cè lha insegnato/uccidere un fascista non è reato attaccano il Palazzo di Giustizia a Piazzale Clodio. Respinti per 4 giorni dalle forze dellordine decidono di scaricare la loro violenza proletaria su un bersaglio più facile e così raggiungono la vicina sezione del MSI di Via Ottaviano.
In difesa della sezione si alternavano, dallinizio del processo Lollo, i giovani missini che , in numero assai inferiore, non poterono che ripiegare negli angusti locali della sede. Prima di ciò, però, alcuni colpi darma da fuoco esplosi dai comunisti investirono in pieno MIKIS MANTAKAS colpendolo a morte. Alle 18,45, dopo poche ore dallassalto, il cuore di Mikis cessò di battere.
Dal momento della sua morte per i missini romani piazza Risorgimento(adiacente a Via Ottaviano) diventerà Piazza Mantakas, come ricordano le scritte sui muri, i fiori e i manifesti con la croce celtica che ricompaiono a ogni anniversario: GLI ESEMPI NON POSSONO MORIRE, NEL TUO SANGUE UN GERMOGLIO DI LIBERTA, NEL TUO NOME AVANZA LA RIVOLUZIONE. ONORE AL CAMERATA MANTAKAS.
I responsabili materiali dellomicidio sono Alvaro Lojacono (ex Potere Operaio, allora dellAutonomia romana poi figura non marginale delle Brigate Rosse) e Fabrizio Panzieri (extraparlamentare di sinistra poi confluito nelle Unità comuniste combattenti). Dopo essersi resi latitanti saranno entrambi condannati in contumacia. Oggi a più di 25 anni dalla morte di Mikis la latitanza di Lojacono si è interrotta in un villaggio vacanze in Corsica, quando è stato arrestato dalla polizia francese. Per questo noi chiediamo al Governo italiano limmediata estradizione per laguzzino Lojacono.
CAMERTA MIKIS MANTAKAS  :PRESENTE
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venerdì, 26 febbraio 2010

Uguaglianza che passione!

Uguaglianza che passione!

Rutilio Sermonti

Dal tempo in cui la politica, dall’essere questione di fatti, decadde ad essere questione di parole, e cioè dagli anni dei famosi “lumi”, non c’è dubbio che quella di più largo uso, tanto da assurgere rapidamente a dogma, fu l’eguaglianza (égalité, in lingua originale ). In fondo, anche la famosa, e non meglio definita, “liberte”, non era che un corollario dell’égalité. Potenza delle parole ! È veramente allucinante riflettere su come un concetto così radicalmente estraneo a tutte le coscienze abbia potuto avere tanto successo di palcoscenico. Sia prima che dopo la proclamazione, non c’è infatti rapporto umano, da quelli economici a quelli sentimentali, che non sia fondato sulla diversità. Nessuno mai intraprende un’attività economica con altri, pescandoli a caso, bensì in base a quelli che ritiene più affidabili e più a sè sinergici, e quindi con un giudizio di diversità. Nessuno organizza il più innocente dei picnic se non in compagnia di gente a lui simpatica, escludendo rompiballe e piantagrane: altro giudizio “discriminatorio”.

Nessuno si sogna di comporre una squadra di calcio se non cercando i più “bravi” ed escludendo le schiappe, i pigri o i narcisisti. Non parliamo poi dell’amore, che tanto spazio occupa nelle fantasie di uomini e donne, e in cui l’apprezzamento soggettivo di diversità è, magari, effimero, ma - al momento - talmente potente, da determinare addirittura una “impotentia coeundi” del partner maschile verso una che non sia “di suo gusto”.
Sfidiamo chiunque a farci un solo esempio di rapporto umano che presupponga l’uguaglianza, e quindi la fungibilità, dei partecipi. In effetti: ve n’è uno solo, ma non è un rapporto naturale: quello tra eletto ed elettore in “democrazia” Un voto vale effettivamente come qualsiasi altro, ed è proprio quello il motivo per cui la democrazia rappresentativa non è che la più fosca tirannia mai inventata.

La grande conquista dell’“égalité”, strombazzano gli “ideologhi, è l’eguaglianza difronte alla leggeeee! L’hanno pure scritto, tutti giulivi, sui muri delle aule. “La Legge è uguale per tutti”. Come se non fosse una banalità. La legge è sempre stata uguale per tutti, per il solo fatto di essere legge, ossia un comando astratto. Date certe condizioni - dice e ha sempre detto la legge - queste sono le conseguenze, penali o civili. Va da sé che, solo col fissare le condizioni, per essere impiccati o per beneficiare di un vitalizio, la Legge non stabilisce uguaglianze, bensì diversità. Ma sono diversità “uguali per tutti” (almeno in teoria). L’uomo qualunque, però, quello “uguale” non ha con “la Legge” alcun rapporto diretto. I rapporti che direttamente lo toccano, egli li ha con altri due pubblici poteri: quello giudiziario, che stabilisce e dispone come la Legge vada applicata al suo caso concreto, e quello amministrativo, che gli impartisce comandi e divieti in pretesa applicazione della Legge astratta di cui sopra. Ed è lì - ahi ahi - che casca l’asino dell’uguaglianza.
E la colpa è sempre della maledetta eguaglianza.

Il perchè lo sappiamo bene. È che la rappresentanza parlamentare non qualificata garantisce che il potere vada e rimanga, non a chi meglio governa, ma a chi meglio è capace, coi turpi sistemi di cui più volte ci siamo occupati, di turlupinare gli sprovveduti. Ma la casta intoccabile dei Padroni Veri è quella che ha nelle sue mani le sorti, le carriere e i privilegi, sia dei giudici che degli “esecutivi”, a cominciare dalle “forze dell’ordine”, per tacer dei “servizi”. Ne consegue che - fatte le debite e meritorie eccezioni -, la carne è debole, e forte è la tentazione di scansare guai ponendosi al servizio, non della nazione, ma dei privati interessi di chi l’ha ridotta la larva di se stessa.

Ottant’anni addietro, la mia nonna paterna mi diceva, fiduciosa: «Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi». Questo dell’eguaglianza, invece, sembra che gli sia riuscito discretamente. Durerà ancora a lungo?

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