lunedì 21 novembre 2011

venerdì, 10 giugno 2011

 

Europa Nazione -Un futuro, o nessun futuro 


Rivoluzione! In Europa, fortunatamente per loro, e anche un po’ per noi, ci sono ancora Stati che esercitano il loro diritto di sovranità. Per quanto siano sempre più limitati dalle decisioni economiche – per cui anche politiche – dei burocrati al soldo dei banchieri e della finanza apolide di Bruxelles. Tra questi stati troviamo Danimarca, Finlandia, Islanda, Austria, Svizzera, Polonia, Olanda, Ungheria. A questo gruppo si possono aggiungere Inghilterra e Francia, che essendo usciti vittoriosi dalla guerra, beneficiano ancora, anche se sempre meno, di privilegi ad altri non concessi. Al gruppo aggiungiamo la Germania, che riesce ad arrabattarsi alla meno peggio in virtù della grande capacità lavorativa, tipica del suo popolo, che ne ha fatto la locomotiva produttiva del continente. Chi pensa di poter ballare da solo, senza dipendere da Bruxelles o dalla BCE, viene stroncato brutalmente dal punto di vista economico-finanziario prima ancora che politico, e così in meno che non si dica, li vediamo passare dallo status di fenomeno, di miracolo economico, a quello di reietto; è il caso, ad esempio, di Irlanda e Spagna, ed in parte del Portogallo.
L’Italia non fa parte né del gruppo di Stati sovrani, né di quelli ibridi, e non ancora, almeno per ora, dei ripudiati. Noi siamo, e rimaniamo, a 70 anni dalla fine del 2° conflitto mondiale, ancora sotto il tallone dei vincitori, una colonia, né più né meno. Forniamo loro basi militari per attaccare Stati sovrani coi quali avevamo stipulato accordi energetici assai vantaggiosi, siamo letteralmente obbligati a bombardare e a combattere guerre altrui (combattute per interessi altrui) in mezzo mondo, con grande sperpero di risorse, che sarebbero per noi vitali vista la grande crisi, e con perdite di vite di nostri soldati. E pensare che di fronte a tali e tanti impegni non siamo nemmeno convocati alle riunioni decisionali dei “grandi”. Siamo dei servi, dei servi sciocchi.

La nostra repubblichetta liberal-massonica, figlia di una costituzione (volutamente minuscola) pensata dal CNL, è forte con i deboli e debole con i forti: usa il pugno di ferro con le famiglie e le piccole imprese italiane (Equitalia docet) mentre ad esempio è completamente supina e remissiva con clandestini, extracomunitari, zingari e malfattori di ogni risma.
Stiamo assistendo al nostro suicidio, anzi alla nostra eutanasia, qualcuno ci sta staccando l’ossigeno, e gli infermieri ed i medici (la nostra classe politica) lasciano fare, un po’ per codardia, un po’ per interesse (personale chiaramente).

Il turbo capitalismo occidentale è ormai giunto al termine, si è sfruttato intensivamente tutto quello che era possibile, la società ormai non punta più al benessere o al progresso, ma esclusivamente al profitto. Questo non funziona più, è urgente e necessario invertire la rotta, SUBITO!
L’Europa di Bruxelles, è una creatura geneticamente modificata, non è stata concepita infatti pensando all’unione politica e sociale dei suoi popoli membri, ma sull’unione economico-finanziaria, sulla moneta, si proprietà della banca centrale, la BCE, che per chi non lo sapesse è privata!

Ora, di fronte alle magagne e alle bolle speculative che stanno esplodendo qui e la in tutto il mondo i “fenomeni” fautori del turbo capitalismo consumista, per salvarsi il culo per un altro pugno di anni che ricetta tirano fuori dal cilindro? Gli “aiuti europei” ai paesi in difficoltà! Ed eccoli elargire 200 miliardi di euro alla Grecia, ma attenzione, non perché sono sotto l’influsso di un colpo di bontà disinteressata, sia chiaro! Ma perché se va in default la Grecia (cioè non paga più nessun prestito alle banche e dichiara la bancarotta) ci rimettono proprio le banche creditrici, cioè coloro che con i loro prestiti usurai questa situazione hanno prodotto! Inoltre se si dichiarasse il defaul di uno stato membro della UE, sarebbe un precedente pericolosissimo per il sistema di interessi privati che è stato creato, sarebbe l’inizio di un fuggi fuggi generale sia dall’euro che da (questa) Europa, soprattutto quando i popoli si accorgerebbero che non avrebbero più sul groppone debiti pubblici insanabili, interessi e finanziamenti eterni da pagare! E poi hanno il coraggio di chiamarli “aiuti” questi? Ma quando mai?! Si tratta della condanna alla schiavitù perenne del popolo greco a pagare interessi e debiti mai sottoscritti. I banchieri si son comprati con due soldi (per giunta fasulli) l’intero futuro di un altro popolo…e adesso possono ringraziare il socialista Papandreu, Socrates in Portogallo, Zapatero in Spagna, guarda caso tutti socialisti, evviva il socialismo!
La politica italiana, già debolissima ed inconsistente in campo internazionale, ha dichiarato forfait nel momento stesso in cui si è andata ad imbarcare nella guerra insulsa e controproducente contro la Libia per obbedire agli intersessi antinazionali dei soliti noti. Una guerra contro l’unico paese col quale eravamo riusciti ad ottenere contratti di fornitura energetica a basso costo, che per noi, dipendenti totalmente dal gas e dal petrolio per le infauste scelte referendarie pseudo-ecologiste degli anni ’80 -unico paese industrializzato a farlo- abbiamo abdicato all’autosufficienza energetica nucleare. Anche in questi giorni di referendum, sull’onda lunga dell’emozione cavalcata dalla demagogia utopistica di chi galoppa ogni argomento solo per il ritorno di consenso politico che ne può avere, non vogliamo finalmente ragionare con la nostra testa invece di continuare a farci infinocchiare da politicanti senza scrupoli?
Veronesi, Zichichi, la Hack… sono tutti favorevoli al nucleare (sicuro ovviamente, quello di quarta generazione, senza fusione). Ma la gente ascolta Di Pietro o Bersani… pensate un po’ come possiamo andare bene! Qual’è l’energia che piace A Di Pietro e a Vendola?… con una battuta: non quella nucleare… anche perchè non è detto che capiterà mai un incidente. Invece con le polveri sottili e l’inquinamento da idrocarburi siamo sicuri che faremo tutti una brutta fine molto prima. Loro si che hanno capito tutto e ci vogliono bene! Loro hanno voluto la turbogas (chiamata termovalorizzatore per i più cretini e creduloni) a Ferrara, ad esempio, ne abbiamo una ad 1 km dal centro città… che fenomeni che sono i nostri amministratori eh?!
Le ultime elezioni amministrative, contrariamente a quanto pensa il “povero” Bersani, che si è ringalluzzito come un vecchio ronzino dopato per fargli fare ancora un’ultima gara, non hanno sancito la vittoria delle sinistre, ma la sconfitta del cosiddetto centro-destra, dove di destra, sia chiaro, non c’era proprio nulla. E’ finito anche il berlusconismo, logorato da anni ed anni di scandali, processi, attacchi mediatici inauditi, con TUTTI i poteri forti contro il cavaliere, in virtù anche dell’età che avanza, ha segnato il passo. Certo, la crisi economica mondiale non ha aiutato il governo, ma qui è TUTTO UN SISTEMA CHE E’ DA RIFORMARE! L’Italia ha bisogno di scrollarsi di dosso un partitocrazia scandalosa e malavitosa. La peggior classe politica dal dopoguerra, scelta cooptando i peggiori (migliori dal punto di vista dei capataz) lecchini, prezzolati, ed escort varie e similari. A destra, a sinistra ed al centro tutti quanti nella stessa immondizia morale e spirituale!

Un cambiamento radicale è necessario ed urgente e quindi occorre rivedere, noi per primi naturalmente, il modo stesso di fare politica, di proporci al mondo esterno, di affrontare i problemi e studiare le soluzioni.
Non è sufficiente avere un simbolo e le firme necessarie a presentarsi alle elezioni per prendere i voti, non è sufficiente dichiararsi di destra per prendere i voti di chi appartiene a quell’area politica non più rappresentata da nessuno, non è solo con fiamme, o simbologie, o slogan e coreografie che si conquista il consenso popolare e la conseguente forza elettorale!
E allora che fare? Fortunatamente, e mi ricollego così all’argomento di apertura di questo scritto, abbiamo esempi da seguire, buoni esempi! I movimenti nazionalisti e identitari europei (le famose destre europee come si usa semplificare nei media) stanno segnando una svolta, un nuovo corso, risultati elettorali quasi dovunque a doppia cifra, stanno a confermare in modo inequivocabile che hanno saputo ben interpretare i bisogni e le richieste di cambiamento dei loro popoli. Movimenti che si ispirano al nazionalismo (British National Party, Front National) alla tradizione e all’identità ( Vlaams block, Jobbik), alla stirpe (i veri finlandesi, la lega delle famiglie polacche) etc. etc.
Basta quindi con l’auto-etichettarci di destra, di destra sociale, ex questo o post quell’altro! Lasciamoci etichettare dalla gente, in base alle nostre battaglie politiche e ai nostri fatti. Dichiariamoci semplicemente nazionalisti, magari nazionalisti europei, visto che l’italietta in cui viviamo è ben misera cosa allo stato attuale. Non abbiamo risorse, nessun futuro per un minimo di autosufficienza autarchica in caso di collasso del sistema (che reputo non molto lontano). Allora prendiamo esempio, ma non solo, dai nostri partiti di riferimento europei, prendiamo contatto con loro, organizziamo sodalizi ed incontri, coordiniamo le nostre campagne politiche e mediatiche con le loro, costruiamo una identità condivisa, giacché il nemico, il VERO GRANDE NEMICO, è comune a tutti quanti noi, è l’Europa dei burocrati e delle banche, quella di Maastricht e Bruxelles che sono CONTRO l’unica e VERA Europa, quella dei popoli, la NOSTRA Europa!

Alberto Ferretti
4-giugno-2011
(www.albertoferretti.it ) 
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Nomadi killer e Vendola, il Corriere va all'attacco E Granzotto risponde...  


Dopo l'articolo di Paolo Granzotto I fratelli rom di Vendola uccidono un ragazzo a Milano (leggi l'articolo), Pierluigi Battista in un video pubblicato sul Corriere.it ha attaccato il Giornale. Abbiamo chiesto al nostro editorialista di rispondere.
Milano - C’è un nesso, si chiede Pierluigi Battista sul Corriere online, fra la politica, fra l’elezione del sindaco Pisapia e quattro "individui", così li chiama, che dopo aver svaligiato una tabaccheria uccidono un giovane milanese travolgendolo con l’auto che avevano rubata? No, non c’è. E non lo abbiamo mai sostenuto.
Eppure Battista dà per certo che nel commento a quel fatto di cronaca il Giornale quel nesso abbia dato per scontato. Battista è andato oltre, aggiungendo che essendo quegli "individui" degli zingari, avremmo addebitato la colpa di quanto è accaduto a Nichi Vendola, che gli zingari chiama fratelli e abbraccia. Una lettura un po’ superficiale dell’articolo incriminato, ma sufficiente per consentirgli di procedere a uno stucchevole sermoncino sulla correttezza politica e giornalistica. Potremmo rispondere: da che pulpito viene la predica, da un quotidiano che inzuppò il pane negli spezzoni domestici, familiari, delle intercettazioni per mettere alla berlina o, nella peggiore delle ipotesi, infangare la reputazione frotte di cittadini più o meno emeriti. Da un quotidiano che denunciò con toni inquisitori il nesso, il famoso nesso, tra Ruby Rubacuori e la politica delle riforme voluta da Berlusconi. Tutte cose che con la correttezza giornalistica – con la deontologia, per voler parlare alato – poco ci azzeccano. Potremmo, poi, sommessamente invitare Battista a leggerli, gli articoli che denuncia, senza che gli faccia velo l’appartenenza ideologica al querimonioso buonismo multiculturale e l’attrazione per Pisapia e Vendola. Il quale festeggiò quella milanese come la vittoria sulla paura degli zingari borseggiatori e ladri. Come la vittoria sul luogo comune degli zingari propensi alla criminalità. Come la vittoria, in sostanza, del sentimento di fratellanza con gli zingari, ch’egli volle addirittura abbracciare.
Il nesso forte, possente, fra la politica, fra le elezioni per il sindaco di Milano e gli zingari e la zingaraggine è dunque farina del sacco del pugliese con l’orecchino. Non nostra. E non è certo per nostra causa o volontà che all’indomani di quella appassionata dichiarazione d’amore, all’indomani della apoteosi del "nesso", gli sbaciucchiati fratelli zingari di Vendola abbiano rubato e ucciso. Ridando corpo alla paura e confermando la triste verità del luogo comune.
 
 
 
 
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giovedì, 09 giugno 2011

CASO BATTISTI: TORREGIANI, DECISIONE ASSURDA MA NON MI FERMO QUI

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Non so cosa dire, è una decisione assurda che va oltre ogni limite di ragionevolezza». Così Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 a Milano dai Proletari armati per il comunismo di Cesare Battista, commenta  il no all’estradizione del terrorista rosso deciso dalla Corte Suprema brasiliana. Alberto, che nell’agguato venne colpito da una pallottola sfuggita nella colluttazione al padre Pierluigi Torregiani e da allora è sulla sedia a rotelle, non ha molte parole per commentare il verdetto del Tribunale federale brasiliano. Ma ha una certezza: «Non mi fermo sicuramente qui.

Oggi mi consulterò con gli avvocati, sono pronto a rivolgermi anche alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, ma è giusto che Battisti paghi per i suoi crimini». «Stanotte non ho chiuso occhio – prosegue – sono confuso, sconvolto. Ma so che non mi fermerò, andrò avanti affinchè venga fatta giustizia. La decisione delle Corte Suprema me l’aspettavo – ammette – ma ora che è arrivata è molto più amara di quanto temessi». (Ile/Ct/Adnkronos)
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mercoledì, 08 giugno 2011

Fiamma Tricolore: "Lady Gaga
pronti a lanciarle i pomodori"
 Fiamma Tricolore: "Lady Gaga pronti a lanciarle i pomodori"

 
"Oggi
si apprende che il simbolo dell'anti moralità Lady Gaga si sta preparando per l'11 giugno un discorso sulla situazione di    arretratezza dell'Italia in merito ai diritti degli omosessuali. Bene, vorrà dire che noi ci prepareremo al lancio di pomodori sulla pop star internazionale".
 A dirlo, in una nota, il segretario romano di Fiamma Tricolore Destra Sociale, Stefano Tersigni, a proposito della partecipazione di Lady Gaga al termine della parata dell'Europride di sabato prossimo a Roma.
  "Non possiamo tollerare che la reginetta del nulla ci dia lezioni di giustizia - ha aggiunto Tersigni - la famiglia è una sola, quella tradizionale. Noi abbiamo l'obbligo morale di difenderla. Non siamo assolutamente omofobi e abbiamo pieno rispetto dell'orientamento sessuale di tutti, ma concedere
  , ad esempio, l'adozione di un figlio ad una coppia omosessuale è un'altra cosa". 

         http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/06/07/news/fiamma_tricolore_lady_gaga_pronti_a_lanciarle_i_pomodori17347239/    

La minaccia di Fiamma Tricolore arriva in vista della partecipazione della cantante all'Europride dell'11 giugno. "N on accettiamo lezioni di giustizia da lei. La famiglia è solo quella tradizionale"

La minaccia di Fiamma Tricolore arriva in vista della partecipazione della cantante all'Europride dell'11 giugno. "Non accettiamo lezioni di giustizia da lei. La famiglia è solo quella tradizionale"

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martedì, 07 giugno 2011

I NAZIONALISTI EUROPEI ATTENDONO NELL'OMBRA 


 


Riflessioni di Boris Kagarlitsky* (traduzione di FNRmedia)


Le elezioni finlandesi di solito non fanno notizia in Europa.
Ma gli elettori di questa primavera finlandese sono riusciti a rovinare l’umore tra i burocrati di Bruxelles e l’opinione pubblica liberale, dando il partito nazionalista “Veri finlandesi” il terzo più alto numero di seggi in Parlamento.
I socialdemocratici hanno ottenuto il secondo posto con un margine di solo un decimo percentuale dei voti.
 Questo è indicativo della tendenza generale che sta guadagnando terreno in Europa.
Mentre la crisi finanziaria colpisce un Paese dopo l’altro, gli elettori sono sempre più arrabbiati di dovere fare sacrifici economici.
I residenti dei paesi più poveri non sono soddisfatti con le misure di austerità forzata necessari per la partecipazione alla Unione Europea e come condizione preliminare alla richiesta di aiuti, e alla gente nei paesi ricchi non piace che il loro bilancio nazionale serva a aiutare gli altri.
 Ogni volta che la politica del libero mercato fallisce, l’unica salvezza viene da dosi ancora più elevate della stessa politica.
E quando il tenore di vita diminuisce e i mercati nazionali si contraggono, governi e banche centrali non possono trovare soluzione migliore che tagliare la spesa sociale, il che riduce gli standard di vita e riduce ancora di più i mercati nazionali.
 Questo circolo vizioso continuerà fino a quando qualcuno non avrà il coraggio di adottare il percorso inverso.
Ma questo significherebbe non solo cambiare l’ideologia economica di un Governo o di un gruppo di paesi, ma il crollo dell’intero sistema delle attuali istituzioni europee, che si basano su questa ideologia.
La necessità di sostenere e mantenere le strutture esistenti costringe i politici di ogni risma a persistere nel perseguire una politica che tutti, compresi loro stessi, possono chiaramente vedere assere già fallita.
 I critici dell’€uro hanno da tempo avvertito che il tentativo di integrare economie diverse sotto un unico sistema monetario non solo non avrebbe unito i popoli europei, ma avrebbe intensificato le tensioni esistenti tra loro.
Si è spesso detto che la decisione dalla maggior parte dei governi europei di smantellare il modello sociale europeo per accrescere la competitività non ha rafforzato l’Europa, ma ha solo innescato una profonda crisi economica, ha gettato nel caos i mercati interni e minato incentivazione delle persone al lavoro e il loro senso di responsabilità verso la società.
Tutte queste previsioni si sono avverate, ma anche adesso, quando lo scetticismo per quanto riguarda il progetto europeo sta gradualmente cedendo il passo ad una sola dottrina ideologica che unisce i popoli d’Europa, la classe politica non vuole cambiare.
 Più che tragicamente, i conservatori e la sinistra parlamentare sono completamente uniti nella loro ostinata volontà di continuare lungo il corso liberale, da loro preferito e scelto.
Praticamente con la schiuma alla bocca, appassionatamente difendono il progetto europeo senza rendersi conto che il destino delle proprie azioni porta inevitabilmente al crollo.
La maggior parte degli europei vedono questi esperimenti come una successione di difficoltà che sono costretti a sopportare.
 Come risultato, sono alla ricerca di una alternativa.
Non trovandone una nella sinistra politica, si rivolgono ai partiti nazionalisti, che promettono ai loro elettori misure per combattere la disoccupazione, la regolamentazione statale del mercato e, più importante, la volontà di cambiare le strutture dell’Unione Europea.
Ma insieme a un programma economico protezionista, gli elettori ricevono anche il resto del bagaglio ideologico dei nazionalisti: conservatorismo spinto, autoritarismo e xenofobia.
 Quanto più la classe dirigente dell’Europa persisterà nelle sue politiche imperfette, tanto più devastante sarà il collasso dell’intero sistema.
La vera questione è chi prenderà il potere dopo di loro?
Per ora, solo i nazionalisti di destra hanno dimostrato di essere pronti e disponibili.

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sabato, 04 giugno 2011

 

 

Batterio killer, Putin: ''Non avveleno i russi per il Wto''  



 

 
 

Marco Falangi

Batterio killer: si estende l'allarme. Sono già 2.000 i casi in Europa.
La Russia ha vietato ieri l'importazione di verdure e ortaggi freschi da tutti i paesi dell'Unione Europea dopo l'epidemia mortale causata dal batterio E. coli 0104. Lo ha annunciato l'agenzia di difesa dei consumatori russa.
"Il divieto di importazione di verdure ed ortaggi freschi, che riguarda tutti i paesi dell'Unione europea, ha effetto da questa mattina (giovedì)", ha dichiarato il capo dell'agenzia di difesa dei consumatori, Gennady Onishchenko, citato dall'agenzia Interfax. Le verdure e gli ortaggi già importati dall'Ue "saranno sequestrati in tutta la Russia" ha aggiunto.
Secondo l'Ue si tratta di una decisione "esagerata", ma intanto in Europa si registrano già circa 2.000 casi di infezioni da E.coli accertate.
 
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venerdì, 03 giugno 2011

 

Aumento Irpef, è bufera

Tutti contro Vendola
 

 

Aumento Irpef, è bufera
Tutti contro Vendola
 

Aumento Irpef, è bufera
Tutti contro Vendola
 

Aumento Irpef, è bufera
Tutti contro Vendola


 

BARI - L’aumento dell’Irpef? L’abbiamo saputo nella riunione di maggioranza di due giorni fa», ammette il segretario regionale del Pd Sergio Blasi, quasi a smarcarsi rispetto alla decisione del presidente Vendola di applicare l’addizionale Irpef per coprire il disavanzo sanitario del 2010. «Su questo punto vorremmo porre un tema di riflessione, vorremmo discuterne e chiederemo un confronto. Non ci vogliamo trovare davanti a un fatto compiuto, anche se comprendiamo bene che Vendola e la giunta si sono visti costretti a tanto da numeri menzogneri del governo», evidenzia Blasi.
  
BARI - L’aumento dell’Irpef? L’abbiamo saputo nella riunione di maggioranza di due giorni fa», ammette il segretario regionale del Pd Sergio Blasi, quasi a smarcarsi rispetto alla decisione del presidente Vendola di applicare l’addizionale Irpef per coprire il disavanzo sanitario del 2010. «Su questo punto vorremmo porre un tema di riflessione, vorremmo discuterne e chiederemo un confronto. Non ci vogliamo trovare davanti a un fatto compiuto, anche se comprendiamo bene che Vendola e la giunta si sono visti costretti a tanto da numeri menzogneri del governo», evidenzia Blasi.
Tutti contro (o quasi) il decreto con il quale il presidente Nichi Vendola in veste di commissario ad acta ha disposto l’aumento dell’addizionale Irpef per il disavanzo sanitario 2010 che risulta ancora scoperto per 93,6 milioni di euro. Anche il partito dell’assessore al Bilancio, Michele Pelillo, dunque mostra insofferenza per una decisione già contestata da Cgil, Cisl e Uil, dal gruppo regionale dell’Italia dei Valori e dai sindaci dei principali comuni pugliesi, compreso Michele Emiliano (Pd) e Ippazio Stefàno, sindaco di Taranto e del partito del presidente, Sel.
Sull’argomento interviene anche il ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, il quale contesta l’idea che l’Irpef sia stata applicata a causa di numeri menzogneri del governo nazionale. «Le favole possono essere raccontate ma i dati sono quelli e la responsabilità è esclusivamente della Regione». «Questa è una Regione i cui conti sono altamente fuori controllo come è noto. C’è un piano di rientro con il quale ci si sta confrontando tra mille difficoltà, e questo è un provvedimento obbligatorio, frutto dei risultati raggiunti dalla Regione. La responsabilità è esclusivamente della Regione», dice ancora. «Il nostro atteggiamento è di collaborazione, ma penso sia opportuno evitare questo tipo di polemiche perché è evidente che la nostra regione oggi ha una situazione fuori controllo della spesa sanitaria, che ha portato ad un aumento della pressione fiscale su più fronti. Oggi i cittadini pugliesi devono sapere che solo ed esclusivamente per responsabilità della giunta regionale pagheranno l’Irpef maggiore rispetto a quella delle altre regioni», conclude Fitto.
 
«Continuare a insistere sull’errore del Governo alla base dell’extra-deficit che ha portato all’aumento dell’addizionale Irpef è banale e inconsistente: basterebbe osservare che se la giunta Vendola avesse voluto, avrebbe potuto far notare al Governo che c’era un errore nella stima del gettito Irap, e l’errore sarebbe stato corretto per merito della Regione», argomenta Salvatore Greco, coordinatore della Puglia prima di tutto.
«A dispetto delle critiche generali, degli attacchi dell’Idv, dell’insurrezione di sindacati e sindaci anche di sinistra, il governo regionale non solo non recede dal mettere le mani nelle già ingiustamente disastrate tasche dei pugliesi, ma addirittura rilancia e tira fuori un tesoretto da 30 milioni dedicato alle esigenze degli assessorati», aggiunge il capogruppo del Pdl Rocco Palese.


In difesa di Vendola si schiera il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna per «questo improvviso aggravio» sull’Irpef, per il quale «esprimo rammarico del governo e della maggioranza». «Una decisione», aggiunge Introna, «che non nasce dalla necessità di pareggiare conti o di mettere un rattoppo a questa o a quella situazione del bilancio regionale ma da un errore del ministero delle Finanze. E oggi, per riparare a questo errore commesso dal ministero delle Finanze, ci è stato imposto di restituire la somma non incassata, applicando un aggravio delle aliquote sull’Irpef che noi non volevamo applicare». Il vicepresidente del Consiglio Antonio Maniglio aggiunge che «con l’introduzione dell’addizionale si è cercato almeno di far pagare meno a chi meno ha» e che «dopo i tagli ai trasferimenti disposti dallo Stato reperire nuovi fondi nel Bilancio regionale è davvero difficile». «Ma al presidente Vendola continuo a consigliare di stare in campo in Puglia, prima che in altri posti, per spiegare le scelte difficili che spesso bisogna compiere», conclude Maniglio.
O.Mart.

http://www.quotidianodipuglia.it/articolo.php?id=151512 
 

Tutti contro (o quasi) il decreto con il quale il presidente Nichi Vendola in veste di commissario ad acta ha disposto l’aumento dell’addizionale Irpef per il disavanzo sanitario 2010 che risulta ancora scoperto per 93,6 milioni di euro. Anche il partito dell’assessore al Bilancio, Michele Pelillo, dunque mostra insofferenza per una decisione già contestata da Cgil, Cisl e Uil, dal gruppo regionale dell’Italia dei Valori e dai sindaci dei principali comuni pugliesi, compreso Michele Emiliano (Pd) e Ippazio Stefàno, sindaco di Taranto e del partito del presidente, Sel.

Sull’argomento interviene anche il ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, il quale contesta l’idea che l’Irpef sia stata applicata a causa di numeri menzogneri del governo nazionale. «Le favole possono essere raccontate ma i dati sono quelli e la responsabilità è esclusivamente della Regione». «Questa è una Regione i cui conti sono altamente fuori controllo come è noto. C’è un piano di rientro con il quale ci si sta confrontando tra mille difficoltà, e questo è un provvedimento obbligatorio, frutto dei risultati raggiunti dalla Regione. La responsabilità è esclusivamente della Regione», dice ancora. «Il nostro atteggiamento è di collaborazione, ma penso sia opportuno evitare questo tipo di polemiche perché è evidente che la nostra regione oggi ha una situazione fuori controllo della spesa sanitaria, che ha portato ad un aumento della pressione fiscale su più fronti. Oggi i cittadini pugliesi devono sapere che solo ed esclusivamente per responsabilità della giunta regionale pagheranno l’Irpef maggiore rispetto a quella delle altre regioni», conclude Fitto.

«Continuare a insistere sull’errore del Governo alla base dell’extra-deficit che ha portato all’aumento dell’addizionale Irpef è banale e inconsistente: basterebbe osservare che se la giunta Vendola avesse voluto, avrebbe potuto far notare al Governo che c’era un errore nella stima del gettito Irap, e l’errore sarebbe stato corretto per merito della Regione», argomenta Salvatore Greco, coordinatore della Puglia prima di tutto.
«A dispetto delle critiche generali, degli attacchi dell’Idv, dell’insurrezione di sindacati e sindaci anche di sinistra, il governo regionale non solo non recede dal mettere le mani nelle già ingiustamente disastrate tasche dei pugliesi, ma addirittura rilancia e tira fuori un tesoretto da 30 milioni dedicato alle esigenze degli assessorati», aggiunge il capogruppo del Pdl Rocco Palese.

In difesa di Vendola si schiera il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna per «questo improvviso aggravio» sull’Irpef, per il quale «esprimo rammarico del governo e della maggioranza». «Una decisione», aggiunge Introna, «che non nasce dalla necessità di pareggiare conti o di mettere un rattoppo a questa o a quella situazione del bilancio regionale ma da un errore del ministero delle Finanze. E oggi, per riparare a questo errore commesso dal ministero delle Finanze, ci è stato imposto di restituire la somma non incassata, applicando un aggravio delle aliquote sull’Irpef che noi non volevamo applicare». Il vicepresidente del Consiglio Antonio Maniglio aggiunge che «con l’introduzione dell’addizionale si è cercato almeno di far pagare meno a chi meno ha» e che «dopo i tagli ai trasferimenti disposti dallo Stato reperire nuovi fondi nel Bilancio regionale è davvero difficile». «Ma al presidente Vendola continuo a consigliare di stare in campo in Puglia, prima che in altri posti, per spiegare le scelte difficili che spesso bisogna compiere», conclude Maniglio.
O.Mart.


 
postato da: sebastia11 alle ore 16:37 | link | commenti (2)
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giovedì, 02 giugno 2011

SALO’, MUSETTI (LA DESTRA): L’ASSOCIAZIONE PARTIGIANI SOLTANTO BUSINESS  




“L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) strumentalizza la resistenza per fare attività politica con i soldi degli italiani”.
Lo dichiara Gianni Musetti, Segretario Nazionale di Gioventù Italiana, movimento giovanile de La Destra di Storace.
“Il testo di legge in discussione nella Commissione Difesa alla Camera dei Deputati –prosegue Musetti- chiarisce che il Ministero debba vigilare sulla democrazia interna delle associazioni riconosciute e sulla loro apoliticità, equiparando tutti, senza distinzioni o discriminazioni; aspettiamo con ansia che l’ANPI diventi un movimento politico”, ironizza il Segretario.
“Loro dovrebbero ricordare i loro morti – conclude Musetti- invece preferiscono fare business, con contributi a pioggia da Ministro, regioni, provincia e comuni, cercando di promuovere, non il dibattito storico ma l’ideologia di sinistra; la polemica sollevata sul caso del riconoscimento dei combattenti della repubblica sociale è sterile ed inutile, volta solo ad animare contrapposizione e a tutelare i diritti autoreferenziali della propria associazione”. 
postato da: sebastia11 alle ore 18:53 | link | commenti
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Repubblica 
italia


di Gabriele Adinolfi


Repubblica: la cosa di tuttiFa pensare a marmo e acquedotti, a città romaneCostruite da gente inventiva e capace di ispirazioneUna cosa da tutti!Repubblica: vivere in mezzo alla merda dei caniTra gente triste e incazzata, abbronzata da teleromanzi a episodiCon muscoli sodi e intestini spasticiGente malata, circondata da animali domestici!Una repubblica dove tutti scopano come conigli,Ma non fanno figli perché a trent'anni sono ancora bambiniCoi videotelefonini sempre pronti a filmarsi i pompini!Repubblica: la cosa di tutti, una cosa per tuttiUomini e donne che passano ore davanti agli schermiTutti i giorni della repubblicaE chattano e schiattano e spremono e vengono e poi si raccontano!Repubblica: dove gli organi d'informazioneUsano i metodi del ricatto e della diffamazioneDove i codardi pennivendoli avranno sempre l'ultima parolaE tu avrai sempre l'onere della prova!
Repubblica: dove la legge è uguale per tutti,Ma talmente tanto che per sicurezzaPer fare certezza c'è una magistratura democraticaChe si incarica da sola di fare trasparenza!Una repubblica fondata sui valori della resistenzaSui valori della violenza, sui valori del tradimento e dell'arroganzaUna repubblica fondata sulla lotta armata fatta da banditi e disertoriDinamitardi e bombaroli!Repubblica: fondata da fuoriusciti e da esiliatiGente con conti banca straniDa mafiosi italiani riportati a casa dagli americani!Una repubblica fondata sulle menzogne e i tradimentiDa gente senza scrupoli che accendeva le luci durante i bombardamenti!
Una repubblica fondata sui valori degli epuratoriDa chi senza tante storie e con l'aiuto degli stranieriHa fatto fuori quegli ultimi italiani che fino alla fineHanno combattuto per un'altra repubblica!
Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica!Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica!Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica!Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica!

Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica!Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica!Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica!Per un'altra repubblica, per un'altra repubblica! 

 
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mercoledì, 01 giugno 2011

 

  GRAVE PERDITA
DECEDUTO MARCO PIRINA STORICO DELLE FOIBE

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 Marco Pirina ci ha lasciati; 
è mancato all'affetto dei suoi cari,
alla stima dei suoi collaboratori,
al piacere di quanti lo hanno potuto ascoltare
e leggere nelle sue conferenze e nei suoi libri.


 


 
 
postato da: sebastia11 alle ore 15:25 | link | commenti
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