lunedì 21 novembre 2011

martedì, 08 febbraio 2011

 

Festa dell'Unità d'Italia: se costa troppo allora abolite anche il 25 aprile [di Marcello Veneziani]

 

 

 

   

 

 
 Se il governo non avesse proclamato il 17 marzo come festa na­zionale per ricordare l’Unità d’Italia, oggi sarebbe sommerso da in­sulti e attacchi da parte di media, opposizioni e sinistre sparse. Mi pareva già di sentirli: avete ceduto ai ricatti della Lega, siete succu­bi dei secessionisti e dell’anti- Italia, non avete alcun senso dello Stato e alcuna sensibilità nazionale. Invece, alla fine, il governo ha deciso di proclamare la festa nazionale dopo un faticoso negoziato con la Lega.   E allora l’attacco si è capovolto: sulla scia di Emma Marcegaglia, certi commendatori del lavoro e certi commentatori del dopolavoro, svariati oppositori e perfino il presidente del comitato dei garanti dell’Unità d’Italia, Giuliano Amato, si sono messi a inveire contro la perdita di una giornata di lavoro decretata dal governo per quella superflua cosa che è l’Italia unita e il suo compleanno. Vorrei ricordare che si tratta di una festa indetta solo per quest’anno, perché cadono i 150 anni dell’Unità. E vorrei ricordare che si tratta di un giorno su 250 lavorativi; ne perdiamo valanghe per scioperi, assenteismo, boicottaggi e disservizi di ogni tipo. Visto che ci tenete così tanto alla produttività e così poco alle festività civili, che dite se per recuperare ben due festività annuali, declassassimo dal prossimo anno il 25 aprile e il 1˚ maggio al rango di solennità civili, lasciandole come normali giornate lavorative o almeno ridotte?    
A proposito, sapete che quest’anno le due feste suddette non peseranno sulla produttività perché coincidono rispettivamente con Pasquetta e una domenica? E allora di che vi lamentate, signora Emma e signori laboriosi, guadagnate due festività civili e ne perdete solo una... A Giuliano Amato poi dico: ma come, chiedi che un terzo degli italiani diano 30mila euro ciascuno alla Patria per sanare il bilancio statale e poi ti opponi che il Paese dia lo 0,40% della sua produttività per celebrare la sua unità? Non dite che le feste non servono a nulla. La vita dei popoli e delle persone ha bisogno anche di simboli, riti ed eventi per alimentare la loro autostima e la loro coesione. Impressiona vedere come si è sgonfiato il patriottismo della sinistra nostrana. Fino a ieri tambureggiava e sospirava nel nome della patria bella e perduta per mettere in difficoltà un governo con una Lega troppo grossa e padana. Ora, invece, li senti dire che abbiamo poco da festeggiare l’Italia, con la crisi che c’è e il malaffare, ma quale patria d’Egitto... Ho sentito fior di compagni passare dal patriottismo improbabile del giorno prima al padrinato incredibile della Confindustria il giorno dopo.
 E invece, festeggiare l’Italia unita e la sua identità non è solo un valore storico e ideale, ma è anche un fatto civile con implicazioni pratiche. Pensate alla fuga all’estero di imprese, giovani, ricercatori, e alla minaccia di andarsene a Detroit della stessa Fiat. Pensate all’emigrazione mentale di molti italiani che si sentono per ragioni - a volte sacrosante a volte ignobili - sempre meno italiani. Pensate alla spaccatura razziale tra berlusconiani e antiberlusconiani, tra terroni e padani, tra fannulloni ed evasori. Pensate all’Italia dei migliori e all’Italia dei peggiori sancita dal razzismo etico di Eco e compagni. Pensate a tutto questo.
 Se non vogliamo sfasciare tutto è necessario ripartire dall’Unità d’Italia e ridare fiducia agli italiani e alla nostra identità di nazione e di popolo. In un memorabile articolo del ’69, Pasolini raccontò di aver sognato che l’Italia fosse un bambino. Quel bambino avvertiva di non essere amato e così decideva di uccidersi. Scriveva Pasolini: «Se un bambino sente che non è amato e desiderato - si sente “in più” - incoscientemente decide di ammalarsi e morire: e ciò accade». L’Italia è oggi un bambino malato perché si sente di troppo, avverte di non essere amata. Senza fiducia in se stesso un Paese è perduto. Non ha incentivi per creare, per produrre, per intraprendere, per inventare, per fondare, per mettersi insieme. Ma sfugge, ognuno si barrica nel suo egoismo e cerca di trarre profitto dallo sfascio, pensa solo a sopravvivere. Questo è un Paese sfiduciato, spompato, depresso, pieno di vecchi e scarso di bambini. Certo, fargli la festa a sorpresa per il suo compleanno non è la soluzione dei suoi malanni. Ma è un punto di partenza, un piccolo segnale di risveglio, un simbolo di rilancio per un’inversione di tendenza. È soprattutto un segno di attenzione di cui l’Italia ha bisogno per non compiacersi della sua malattia. Ripartiamo dall’Italia unita, come fa da oggi il Giornale ripercorrendo a fascicoli il cammino risorgimentale. L’Italia è un bambino malato che ha bisogno di sentirsi amato per amare a sua volta la vita, il futuro, i suoi padri, i suoi figli.

http://www.ilgiornale.it/interni/se_festa_dellunita_costa_troppo_allora_abolite_25_aprile/25_aprile-festa-unita-veneziani/07-02-2011/articolo-id=504409-page=0- 
  
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lunedì, 07 febbraio 2011

Foibe : esuli istriani a Napolitano, annulli l'onorificenza al Maresciallo Tito
 CAMERATISMO

 

 CAMERATISMO  

 

Trieste, 4 feb. - (Adnkronos) - L'Unione degli Istriani ha chiesto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di annullare prima del prossimo Giorno del Ricordo una tra le massime onorificenze della Repubblica italiana concessa al maresciallo Tito nel 1969. Il presidente dell'associazione, Massimiliano Lacota, ha scritto un telex urgente a Napolitano, chiedendogli espressamente di ''voler procedere all'annullamento immediato del titolo di cavaliere di gran croce decorato di gran cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, cioe' l'onorificenza piu' alta prevista dagli ordinamenti di benemerenza internazionale l' onorificenza, conferito il 2 ottobre 1969 al maresciallo jugoslavo Tito, allora presidente della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, diretto responsabile e mandante della feroce pulizia etnica attuata nei confronti dei nostri connazionali dal 1943''.

Lacota ha esplicitamente scritto nella missiva destinata al Capo dello Stato come sia ''semplicemente orribile e disgustoso che lo Stato italiano riconosca il dramma delle Foibe ed allo stesso tempo annoveri tra i suoi piu' illustri insigniti proprio chi ordino' i massacri e la pulizia etnica degli Italiani d'Istria, ovvero il dittatore comunista Tito''.

L'Unione degli Istriani ha reso noto che senza il ritiro da parte del Presidente della Repubblica dell'onorificenza concessa a Tito dall'allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, nessun rappresentante potra' partecipare alla Cerimonia del 10 febbraio al Quirinale.

 
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martedì, 01 febbraio 2011

MITICO CECCHINI
Grande Fratello 11: Cecchini tenta irruzione, sconvolgente reazione dei concorrenti

Porta-Rossa-della-Casa-del-Grande-Fratello

 
Ieri sera, poco prima della diretta del Grande Fratello 11 si è tentata una nuova irruzione presso il "bunker" di Cinecittà che ha visto protagonista Graziano Cecchini.
L'uomo, già noto alle cronache per aver dipinto di rosso la Fontana di Trevi, aver riempito di palline colorate la scalinata di Piazza di Spagna ed essere stato nominato da Vittorio Sgarbi "assessore del nulla" nell'ameno regno di Salemi, ha tentato l'ennesima impresa puntando ad un'irruzione in diretta.

Cecchini ha forzato un cancello riuscendo ad entrare nel recinto della casa, si è poi celato dietro un container in attesa della partenza della diretta; la security ha però notato il cancello divelto, tale indizio li ha condotti ad individuare e condurre in Questura l'intruso.

Insomma, piani scombinati per l'artista che puntava a diffondere il proprio manifesto culturale: ‘Primo Comunicato della Repubblica FuturistaCinecittà. Né destra né sinistra, solo popolo‘. Alla faccia di Marinetti.

Alle forze dell'ordine l'uomo ha spiegato che il Grande Fratello“non permette di coltivare la propria umanità intesa come capacità critica e culturale, appiattisce le coscienze e demolisce la moralità“.
Parole apocalittiche? Delirio di coscienza? Forse forse "l'intruso" non è andato poi così lontano da un certo tipo di verità. Il particolare vagamente inquietante risiede infatti nella reazione che i concorrenti hanno avuto non appena sono venuti a conoscenza della tentata irruzione; pare infatti che i ragazzi abbiano trovato la cosa esaltante mostrando il proprio giubilo zompettando ed urlando emozionati per l'evento. Probabilmente, ci si augura, i protagonisti del GF 11 non sono  conoscenza del fatto che il precedente tentativo di irruzione, ad opera, pare, di uno squilibrato, contemplava anche la presenza di un coltello.

Forse forse una bella scrollatina di spalle utile a riposizionare il senso dell'esaltazione e del timore non sarebbe stato nemmeno così inutile, magari il Manifesto di Cecchini avrebbe, sorprendentemente, avuto molti adepti.

Valeria Panzeri

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lunedì, 31 gennaio 2011

  L'Arena: FIAMMA E DESTRA PROVE DI DIALOGO
  Fra Fiamma Futura e Francesco Storace, ieri in città, Verona laboratorio della nuova destra. Nella sede di Veronamercato sono stati circa 300 i partecipanti all'assemblea nazionale dei circoli di Fiamma Futura, il laboratorio politico formato da ex della Fiamma Tricolore come il capogruppo della Lista Tosi in Consiglio comunale Andrea Miglioranzi, il segretario provinciale Luca Zampini e quello regionale Piero Puschiavo. 
«Non siamo un partito, ma un laboratorio politico e culturale», dice Zampini, «che raccoglie i tanti fuoriusciti delusi della Fiamma Tricolore e quanti si riconoscono nella destra. Contrasto all'immigrazione, lotta al sistema bancario e recupero della sovranità monetaria i nostri pilastri». Il movimento oltre a Miglioranzi ha esponenti eletti come il consigliere della quinta cir! coscrizione Massimo Piubello e i consiglieri comunali Massimo D'Alto (Villafranca) e Matteo Tinelli (Sona) e altri come Alessandro Castorina e Andrea Mantovanelli. Presenti o intervenuti il sindaco Tosi, il coordinatore del Pdl Brancher, il vicepresidente della Provincia Venturi (Lega), il capogruppo di An Maschio, l'assessore Di Dio e l'ex presidente di Amt Mariotti, il consigliere Tosato (Lega) e l'assessore Maraia (Udc) e l'assessore regionale Donazzan (Pdl). Letto messaggio del segretario del Pd D'Arienzo.
C'era anche Francesco Storace, il segretario nazionale del movimento La Destra che prima aveva incontrato i suoi iscritti nella sala civica di Borgo Roma. «Indigna la faccia tosta del presidente della Camera», dice l'ex ministro, «che ha svenduto al fratello della fidanzata un bene non suo. È enorme la rabbia per quella casa di Montecarlo. Siamo increduli per i telegrammi che la procura di Roma invia ogni giorno al Gip per ordinare il da farsi, ! quasi che non siano sufficienti gli avvocati di Fini».«Sconcerta che a difendere Fini si mettano in mezzo gli ascari del terzo polo», aggiunge, «loro, con la storia dei nostri caduti da cui originarono le cessioni di beni al Msi e ad An, non si immischino, che non ne sono degni. E si svegli il centrodestra. La nostra vita viene prima di tutto». E ancora: «Sono stato spesso ad Arcore, mai visto quello di cui si parla. Mi auguro soltanto che l'inchiesta su Berlusconi sia per fatti reali. Diversamente avrebbero ridicolizzato il nostro Paese in tutto il mondo per niente».
Storace parla della Fiat ed evidenzia che i lavoratori avrebbero diritto, oltre a dividersi gli utili dell'azienda per cui lavorano, anche a entrare nella gestione della stessa. E ribadisce che se la Destra fosse stata in Parlamento un emendamento a questo fine sarebbe stato presentato. Sulle elezioni sottolinea che nessun partito potrà non tenere conto de La Destra: «Il nostro due-tre per cento servirà per poter g! overnare».A.V e E.G.

  
    
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mercoledì, 26 gennaio 2011

di Luca Battista
 
Rompo il silenzio dopo qualche mese di riflessione politica.
Un silenzio dovuto alle mie scelte: all'uscita da "Fiamma Tricolore" (un partito dove tutti abbiamo lasciato il cuore), alla creazione con Piero Puschiavo di "Progetto Nazionale", movimento nel quale il mio "Movimento Futurista" verrà integrato.
 
La notizia di un Presidente del Consiglio avvezzo a feste "sexy" con giovani ragazze, potrebbe destare, normalmente, solo sdegno negli animi più puritani... Non è cos' in Italia, dove una notizia così stupida muove addirittura un'intera procura della Repubblica (quella di Milano), una sfilza di uomini del Ros, della Digos e dei mass media...
Dal tempo dei Cesari, i capi di governo, i generali e le alte cariche istituzionali, hanno sempre avuto gli stessi vizi: Bacco e Venere... Ovvero il lusso.
Eppure Roma ha prosperato per millenni, anche superando qualche eccentrica follia amorosa (celebre fu quella di Giulio Cesare per Cleopatra).
Non sprecherò fiumi di parole su vicende di prostitute o festini porno o prestazioni sessuali (vere o presunte) del Premier Berlusconi. Lascio questo agli appassionati di Gossip.
 
Voglio solo far riflettere su un aspetto della nostra Società Istituzionale, ovvero sulla Magistratura Italiana.
I recenti fatti hanno dimostrato la realtà del nostro Stato: esistono - de facto - due poteri: quello del Governo eletto dal Popolo e quello, occulto, inopinabile, della Magistratura.
Questo ultimo potere rappresenta, per il Paese, un pericolo reale e - allo stato attuale - un organismo poco controllabile.
La Magistratura si autocontrolla...
Recita così l'articolo 104 della Costituzione Italiana:
"La Magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ed è un Organo costituzionale... I magistrati ordinari sono titolari della funzione giurisdizionale, che amministrano in nome del popolo..."
Se quanto sancito dalla Costituzione dovrebbe garantire imparzialità degli organi inquirenti e giudicanti, di fatto ne ha creato il presupposto per arrivare allo stato attuale: ovvero la creazione di un organismo di Potere al di sopra di ogni controllo esterno.
Dalla c.d. "rivoluzione progressista" del 1968 ad oggi, l'intellighenzia comunista ha infiltrato i propri uomini all'interno delle istituzioni statali: Poste, Telecomunicazioni, Polizia di Stato e Magistratura.
Se negli anni '70 si temeva il "Golpe Fascista" eseguito da frange dell'Esercito e dei Carabinieri, i comunisti preparavano, eseguendo un lavoro "certosino" il proprio Stato parallelo, fatto di impiegati delle Poste, della Sip, dell'Enel, da professori, da poliziotti sindacalizzati (smilitarizzazione della PS con la riforma 121 del 1981) e da infiltrazioni negli apparati di Giustizia.
E' il vero volto del bolscevismo: una dittatura a tutti gli effetti che copre tutti gli aspetti della Vita quotidiana di ogni Cittadino Italiano.
Certo, oggi non abbiamo i carri armati nelle piazze nè le guardie con il colbacco, ma abbiamo un organismo istituzionale che dispone intercettazioni, spionaggi e che dispone e schiera la propria polizia politica.
Siamo di fronte a un organismo che, dal momento in cui si insedia un qualsiasi governo di altro colore, inizia a lavorare tessendo trame, inganni, producendo prove e ricatti.
In altri casi si parlerebbe di "eversione"...
E' anche si strano come tutte le attuali polemiche siano apparse dopo la clamorosa sconfitta della CGIL nel referendum FIAT. Un'altra prova che la mentalità comunistarda (Comunista e Bastarda) di metter i lavoratori contro le aziende, senza analizzare tutte le cause di cattiva produzione (tra le quali anni e anni di assunzioni di fannulloni tesserati CGIL IMPOSTE dal sindacato stesso con l'arma del ricatto-sciopero), sta fallendo anche nelle grandi fabbriche, dove i Lavoratori - quelli non assentesisti, quelli con le mani sporche di grasso - vogliono andare avanti a lavorare, con la speranza di veder "silurati" gli imboscati di sempre, co-artefici della disfatta della nostra economia.
Non voglio inoltrare un discorso complesso, nel quale andrebbe coinvolta anche l'Associazione Industriali, per anni connivente con un certo sistema, ma voglio solo insinuare il dubbio di come la mossa dei Magistrati di Milano sia stata studiata ad "hoc" proprio a cavallo di alcune importanti scadenze a riguardo dello scenario politico-economico.
 
  • Di fatto, l'Italia non ha più bisogno di bandiere rosse del PCI, della CGIL o della FIOM.
  • Gli Italiani non necessitano di una magistratura rossa che colpisca solo politicamente, lasciando fuori di galera i delinquenti e gli assassini.
  • La Nazione ha bisogno di Lavoro e Pace Sociale.
  • Il Popolo Italiano, a 150 anni dalla nascita del Paese, ha bisogno di riforme che rilancino la Nazione verso le vette dell'Europa.
Auguriamoci che il governo attui una riforma federale, che non significa smembrare il Paese, ma renderlo più snello fiscalmente e giuridicamente.
Speriamo in una completa riforma della Giustizia, che metta al sicuro la Nazione dal potere occulto di parte della Magistratura.
 
Noi, Operai d'Italia, stringiamo al petto la nostra bandiera e portiamo avanti, con i piccoli gesti di eroismo quotidiano, il destino della nostra Patria.
 
Concludo con una breve citazione:
"...Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla..." (Benito Mussolini, sul punto di morte)
 
Luca Battista
Vice Presidente Nazionale
"Progetto Nazionale"
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martedì, 25 gennaio 2011

La manifestazione, organizzata dall’Associazione Combattenti della Decima MAS, ha visto la partecipazione di numerosi giovani, tra cui quelli del Reparto A.N.A.I. (Arditi d’Italia) di Nettunia che hanno voluto così rivendicare l’attualità dei valori per cui i soldati della RSI immolarono la loro vita.
Presenti anche numerose associazioni d’Arma con i propri labari e bandiere, come l’UNUCI, l’A.N. Carabinieri, l’A.N. Genieri e Trasmettitori e la Croce Rossa, e una delegazione ufficiale del Comune di Anzio guidata da Ruggero Garzia in rappresentanza del Sindaco. Hanno partecipato, tra gli altri, il Sen. Candido De Angelis, il Consigliere Provinciale Romeo De Angelis e il Consigliere Comunale di Nettuno Rodolfo Turano.
Presenti anche delegazioni della Fondazione della RSI – Istituto Storico di Terranuova Bracciolini (AR) e dell’Ordine dell’Aquila Romana.
Al termine dell’omelia e della benedizione sacerdotale in cui è stato sottolineato l’eroismo dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana, è stata letta la Preghiera del Marinaio, in ricordo dell’epico comportamento dei Marò del Battaglione Fanti di Marina “Barbarigo” e del Gruppo di Artiglieria “San Giorgio”, che seppero più volte respingere le puntate dei reparti speciali statunitensi, domando con il fuoco delle loro armi e con l’acciaio del proprio coraggio, la tracotanza degli invasori angloamericani.
A tanti anni di distanza, la stessa passione per l’Italia che fu così pura nel cuore dei combattenti della RSI, rivive nei volti dei giovani che accorrono al Campo della Memoria per rinnovare quello stesso giuramento. Un cimitero di guerra consacrato ai valori nazionali della Patria e dell’Onore, in cui risplende il tricolore italiano, dispensatore d’amore, di unità, di grandezza.
Questa è davvero un’oasi di pace, dove vivono quei valori che qualcuno avrebbe voluto cancellare, ma che si dimostrano, giorno dopo giorno, immortali. Qui non vi è bisogno di falsificare la storia, inventarsi miti e leggende politiche, non v’è la necessità di prostrarsi allo straniero. Qui vive l’Italia, quella vera. Quella di Dante e di Mazzini, di Corridoni e di Marinetti, di Garibaldi e di Marconi, di D’Annunzio e di Verdi. Qui vive l’Italia sognata dai nostri poeti, quella per cui hanno combattuto gli Italiani di ogni epoca. Qui, riecheggia un solo motto, quello eterno di Carducci: “L’Italia prima di tutto, l’Italia sopra tutto!”.
Un motto che dovrebbe essere scritto in granito nero all’entrata di tutte le scuole della nostra Nazione. Quando questo sarà, ci ritroveremo allora tutti uniti, abolendo le fazioni politiche, per la grandezza della Patria.
Lemmonio Boreo
video: http://www.facebook.com/video/video.php?v=1750456411481&saved#!/video/video.php?v=1750456411481&comments

 


Di Lemmonio Boreo Sabato 22 gennaio 2011, in occasione del LXVII anniversario dello sbarco degli Alleati a Nettunia, si è tenuta una solenne cerimonia in onore di tutti i caduti della Repubblica Sociale Italiana e, in particolare, di coloro che si sacrificarono nelle campagne pontine contro gli invasori angloamericani.
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lunedì, 24 gennaio 2011

 A sinistra scocca l'ora dei devoti "papagliacci"


 di marcello veneziani
 Ma con che faccia invocate il Papa, il ritorno ai principi morali e tifate per i Vescovi riuniti da oggi ad Ancona? Io vi ricordo, uno per uno, voi laici, radical e di sinistra quando prendevate in giro i bac­chettoni e giudicavate i richiami alla mo­rale come un'ipocrisia di preti e conformisti. E non parlo di preistoria, non mi rifac­cio al '68, mi riferisco a cose più recenti, per esempio quando Clinton abusava sessualmente di una stagista ma per voi il sesso non poteva far cadere un presiden­te... O quando difendevate i due gay che facevano sesso al Colosseo e censuravate i repressori e non chi dava pubblico spet­tacolo ed esempio. Vi ricorderete di difen­dere il Papa e i Vescovi quando torneran­no a condannare il disordine sessuale e omosessuale, l'oscenità, l'aborto, i pecca­ti? O tornerete a considerarle un'ingeren­za indebita, dopo aver tirato per la tonaca Papa e Vescovi perché entrassero nei let­ti d'Arcore a dannare il satiro infedele? Che aspettate a invocare la Santa Inquisi­zione ad personam, solo per Berlusconi e i suoi, e il rogo per le escort, le streghette del terzo millennio?  
La Chiesa fa bene a deprecare il degra­do morale d'Italia, dai Palazzi del Potere ai sobborghi. È la sua missione. Ma la mo­rale è una cosa seria, discende da una tra­dizione, comporta il rispetto di un ordine e il senso del limite. C'è il piano morale per la coscienza, c'è il piano etico per il costume, c'è il piano giudiziario per i rea­ti, c'è il piano politico per le leggi. Se unifi­cate i piani, voi convertiti stagionali alla Morale, date ragione agli Ayatollah, invo­cate il ritorno alla teocrazia medievale. 
Trovo indecente il vostro richiamo ai principi morali, al pudore e alla vergo­gna. Siete la caricatura della moral majo­­rity, della destra antica e tradizionalista, perbenista e moralista. Caricatura per­ché fuori tempo e fuori luogo, cioè fuori dal contesto in cui assumono coerenza quelle posizioni. Da uomo di destra qua­le fui e - per quel che può valere oggi ­sono ancora, detesto questa destra acefa­la, falsa e opportunista che rivive in ma­schera a sinistra. La libertà sessuale, a cui avete istigato per una vita, è andata al po­tere. Di che vi lagnate, papagliacci? 
 
   
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giovedì, 20 gennaio 2011


.....CONTRO I GHETTI PROFUMANO I GIARDINI.........
 
 
.....CONTRO I GHETTI PROFUMANO I GIARDINI.........

 
A pochi giorni dall’apertura della sede della Federazione di Treviso del RNCRRSI l’A.n.p.i. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) tramite la voce di Umberto Lorenzoni , presidente della sezione trevigiana del movimento partigiano , conosciuto come “Eros” ha attaccato tramite i quotidiani locali il sito internet della Federazione accusandolo di essere nazifascista , razzista e offensivo : grande polverone , nessun risultato , il sito permane nell’assoluta tranquillità del Raggruppamento

Qualche giorno fa , sempre sulla stampa locale , si legge un articolo nella cronaca di Nervesa della Battaglia ( comune che ha visto i natali di Umberto Lorenzoni ) che il Comune in questione ha notificato un atto di pagamento forzato a carico dell’Anpi che si è sottratta nel corso degli ultimi dieci anni alla manutenzione del monumento eretto in memoria dei loro “ragazzi” obbligando l’amministrazione comunale a sobbarcarsene le spese , che adesso vengono richieste .

Il monumento venne eretto su progetto di un notissimo architetto nel 2000 e il Comune stipulò una convenzione con l’Anpi la quale si impegnava a fronte della consegna del sito a effettuarne regolare manutenzione.

Brutta figura !! e soprattutto ulteriore segnale di cedimento

Attaccano il sito del RNCRRSI come scusa perché non hanno altre motivazioni , non riescono a mantenere promesse , nemmeno per la cura dei loro luoghi : nel libro “Le Voci degli Ultimi” , nel quale si raccontano le vicende di soldati residenti nella zona orientale del trevigiano , Lorenzoni descrive la sua storia di partigiano e alla fine dichiara che la sezione di Treviso dell’Anpi conta 1500 iscritti : e tra tutte queste persone non si trovano due volontari per pulire un giardinetto ? Il RNCRRSI di Treviso conta 70 iscritti e si sposta dall’altopiano del Cansiglio fino alla Cartiera di Carbonera per la manutenzione dei propri luoghi ( quasi tutti semiclandestini , al contrario dei siti partigiani ampiamente approvati e finanziati ) , e questi sono sempre in ordine a spese non delle amministrazioni comunali ma dei singoli camerati

Oltre a tutto ciò , c’è da aggiungere che il Comune di Nervosa ha più volte chiesto ragione di questa mancanza , ma l’Anpi ha sempre ignorato gli avvisi del comune , ebbra come sempre della presunzione di immunità dalla legge e dai suoi rappresentanti

Per l’Anpi solo parole , per noi i fatti silenziosi ; come sempre si manifesta il loro sistema di facciata

Alla fine è solo una questione di mentalità

Prima di attaccarci sui giornali , pensino a sistemare la loro “struttura”

IL SITO DEL CAMERATA SEBA ESPRIME TUTTA LA SOLIDARIETA ALLA FEDERAZIONE DI TREVISO CONTINUITA IDEALE  R.S.I.
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Scrittori pro-Battisti, assessore veneto
invita le scuole al "boicottaggio civile"
L'assessore regionale Elena Donazzan (archivio)

VENEZIA (20 gennaio) - Spera di riuscire a scriverla domani, ma il semplice annuncio dell'assessore regionale Elena Donazzan (Pdl) di voler inviare una lettera alle scuole venete per un "boicottaggio civile" dei libri scritti dagli autori che hanno firmato nel 2004 un appello pro Cesare Battisti ha aperto il dibattito. L'idea dell'assessore segue una analoga iniziativa annunciata, ma poi non attuata per il parere contrario del presidente leghista della provincia di Venezia Francesca Zaccariotto, fatto oltre una settimana fa dall'assessore provinciale Raffaele Speranzon, anch'egli Pdl.

«Domani mattina faccio partire la lettera. Inviterò i direttori scolastici a non adottare testi di autori che continuano a mantenere la loro firma all'appello del 2004 a sostegno di Cesare Battisti». Così la Donazzan ribadisce la sua volontà di portare avanti «il boicottaggio civile» di scrittori che definisce "cattivi maestri". «Invito chi non l'ha ancora fatto - dice l'assessore - a togliere la firma dall'appello e nel contempo lancio in appello ai dirigenti scolastici a non adottare i libri di chi continua a mantenere il suo nome a sostegno di chi è stato riconosciuto come assassino».

L'esponente del Pdl ricorda che il suo non è un giudizio sui singoli volumi pubblicati, ma una critica al comportamento dei loro autori che proprio perché in alcuni casi molto noti, hanno «un valore diseducativo». Nella scelta, si dice «rafforzata dalla votazione trasversale di tutti i gruppi partitici in Parlamento che chiedono l'estrazione di Battisti». «Di "cattivi maestri" - aggiunge, rilevando che moltissimi "non fanno parte delle mie letture" - qui in Veneto ne abbiamo avuti tanti; sono ancora presenti gli esempi di cosa sia stato dare messaggi di un certo tipo».

La lettera non avrà il tono di una imposizione - sottolinea più volte Donazzan - ma «è un invito che rivolgo come cittadino e come rappresentante delle istituzioni. Mi stupisco che all'epoca nessuno si sia indignato per quell'appello e trovo incredibile che l'ex presidente del Brasile, un Paese amico dell'Italia, sul caso Battisti abbia detto no all'estradizione».


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martedì, 18 gennaio 2011

Afghanistan: ucciso un militare italiano
SEBA 3

 
(ANSA) - ROMA, 18 GEN - Un militare italiano e' stato ucciso durante un conflitto a fuoco in Afghanistan nella zona di Balamurghab. Un secondo soldato e' rimasto ferito. "Stiamo raccogliendo informazioni dettagliate, ma non dovrebbe essersi trattato di un abituale conflitto a fuoco. Attendiamo conferme", ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

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