domenica 20 novembre 2011

giovedì, 10 giugno 2010

PER UNA NUOVA EUROPA
IL PARTITO EUROPEO DEI "MOVIMENTI NAZIONALI" INIZIA IL SUO CAMMINO
Rivoluzione!
Da alcuni mesi è ufficialmente nato il Partito Europeo AEMN (Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali) che associa tutti i maggiori Movimenti Nazionali e Identitari del nostro continente. Lo Statuto e il Programma Comune sono già stati firmati il 20 gennaio 2010 da 7 partiti:

- Front National (Francia)

- Jobbik (Ungheria)

- Fiamma Tricolore (Italia)

- British National Party (Gran Bretagna)

- Svoboda (Ucraina)

- Movimiento Social Repubblicano (Spagna)

- Front National du Belgique (Belgio)

Nei prossimi giorni, esattamente il 16 e 17 giugno nella sede di Strasburgo del Parlamento Europeo, si terrà la prima Assemblea Generale del partito.

Il presidente Bruno Gollnish introdurrà i lavori e traccerà le linee guida dell'azione politica che si svilupperà nel prossimo futuro, il segretario generale Valerio Cignetti terrà il rapporto all'Assemblea in merito alla attuale situazione e al programma di lavoro previsto, il tesoriere Bela Kovacs relazionerà sul bilancio 2010/2011 e sulle questioni economiche. In sintesi si tratta del primo atto formale che il partito compie e quindi si tratta anche dell'inizio della fase operativa vera e propria.

A questo punto, quello che è il desiderio di molti, l'enunciato di alcuni e il frutto del lavoro di pochi che veramente si sono impegnati, è divenuto la prima realtà al mondo che raccoglie un così vasto numero di aderenti e militanti tutti impegnati nella difesa della Identità, della Sovranità e della Indipendenza delle singole Nazioni.

Immediatamente dopo l'Assemblea Generale é inoltre convocato un incontro con altri Movimenti europei che già hanno chiesto di aderire al partito AEMN e che probabilmente saranno immediatamente aggiunti al già corposo elenco. Stanno infatti arrivando segnali di interesse da molte Nazioni e questa è la conferma che il lavoro fin qui svolto è stato proficuo e che ora è importante incominciare a raccoglierne i frutti.

L'ultimo appuntamento sarà la conferenza stampa prevista per il giorno 17 giugno, sempre a Strasburgo nella sede del Parlamento Europeo, dove l'Ufficio Politico dell'AEMN al suo completo informerà i giornalisti in merito alla attività presente e futura della Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali).
Valerio Cignetti, Segretario Generale
postato da: sebastia11 alle ore 16:01 | link | commenti
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Gabriele Adinolfi: La "guerra di Mussolini"

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Settant'anni fa l'Italia entrava in guerra.
Sarebbe stato lo scontro senza quartiere tra le nazioni proletarie e quelle capitalistiche. Le quali, sia detto per inciso, nove mesi prima l'avevano ufficialmente dichiarata alla Germania: un fatto che gli storici sanno benissimo ma che la propaganda volutamente ignora.
La stessa propaganda omette regolarmente di dire che, fin dal giorno successivo all'apertura delle ostilità, la Germania cercò continuamente la pace, una pace che le fu sempre negata dagli “Alleati” che ne pretendevano la resa incondizionata e la riduzione da potenza a luogo di pascolo.
Il 10 giugno del 1940 l'Italia, già alleata dei tedeschi, entrò a sua volta nel conflitto contro Francia e Inghilterra (Usa e Urss, le potenze continentali che avrebbero poi dominato il mondo, ancora non erano entrate nello scontro e lasciavano che le altre nazioni si scannassero tra loro).
In seguito non si è fatto che rinfacciare a Mussolini una scelta bollata come “errore”.
E' sorprendente come coloro che pontificano e che magari parlano di “soggezione” del Duce nei confronti del Terzo Reich o di “colpo di testa impulsivo” oppure di "cinismo e faciloneria" si ostinino a dimenticare che l'Inghilterra ci aveva mosso guerra di fatto fin dal 1937 quando, con la costituzione dell'Impero e l'apertura della Terza Sponda, avevamo iniziato a porci come nascente potenza navale, tanto che prima ancora che gliela dichiarassimo ufficialmente noi, e al culmine di un crescendo inziato con le “sanzioni”, aveva preso l'abitudine di attaccare spregiudicatamente i nostri mercantili.
Né considerano, costoro, che una volta caduta la Francia sotto il rullo compressore dei guerrieri germanici, se l'Italia non fosse entrata nel conflitto, i nuovi equilibri mediterranei si sarebbero delineati sulla nascente cooperazione franco-tedesca, mentre, essendo noi presenti, il rispetto del rapporto tra Roma e Berlino ci avrebbe garantito la nostra influenza. Che in caso contrario avremmo perso, così come infatti la perdemmo – insieme all'onore - quando ci fu il voltafaccia del '43.
Mussolini non “sbagliò” a entrare in guerra ma optò per l'unica scelta saggia che poteva operare.
Questo per attenerci a settant'anni fa.
Poi il conflitto cambiò volto e assunse ben altri significati che hanno finito con l'estendersi retroattivamente al tutto, ma nel momento in cui ci schierammo, questi, anche se probabilmente esistevano già, non erano ancora comunemente percepiti e men che meno erano predominanti.
La guerra avrebbe assunto aspetti ideologici, ideali e persino sacrali non prima del 1941.
Ma questa è un'altra storia che in ogni caso non avrebbe fatto che nobilitare ulteriormente quella scelta che stiamo oggi commemorando.
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Tratto da Repubblica ROMA – Parità, per il momento, alle elezioni anticipate 1 per il rinnovo del Parlamento in Olanda dopo la crisi di governo dello scorso febbraio. Secondo i primi exit poll, liberali e laburisti avrebbero ottenuto 31 seggi ciascuno. Soprattutto, salta agli occhi lo spettacolare balzo in avanti del Pvv: il partito dello xenofobo Geert Wilders (l’anti islamico che ha votato in un sobborgo dell’Aja circondato da sei guardie del corpo) sarebbe terzo, con 23 seggi – quindi ne avrebbe guadagnati ben 14 rispetto ai 9 di quattro anni fa. Gli elettori hanno voltato le spalle al partito di governo cristiano-democratico: sempre secondo gli exit poll, la formazione del primo ministro Jan Balkenende ha conquistato soltanto 21 seggi (da 41) piazzandosi al quarto posto e, a poche ore dalla diffusione dei primi dati, il capo del governo si è dimesso. Si è votato per per eleggere i 150 deputati della Camera bassa. Affluenza in calo: alle 17.45 la partecipazione era al 49% contro il 58% registrato alla stessa ora alle legislative del 2006.
“Grandioso!”, è stato il commento a caldo di Wilders, affidato ad un sms inviato all’agenzia di stampa olandese Anp.
Nonostante una campagna elettorale dominata dalla paura per la crisi finanziaria e dal confronto sulle misure di austerità necessarie per rimettere i conti pubblici in ordine e salvare l’euro, il messaggio xenofobo e razzista di Wilders si è imposto a livello nazionale, dopo gli exploit registrati in comuni come Almere, città vetrina dell’anti-islam dove da marzo scorso il Pvv è il primo partito, e all’Aja, capitale olandese e sede del governo nazionale, dove è la seconda formazione politica.
Il risultato non è inaspettato: le proiezioni su scala nazionale del successo delle amministrative indicavano che Wilders avrebbe potuto mandare al parlamento fino a 24 deputati. E così è stato, nonostante i sondaggisti avessero previsto per lui una perdita di consensi, non tanto per la sua politica sull’immigrazione quanto per la mancanza di programmi e soluzioni di politica economica, indicata come la grande preoccupazione dell’elettorato. Il colpo di reni di Wilders, che porta in parlamento un’Olanda in cui gli umori e la pancia cancellano tradizioni secolari di tolleranza e di apertura, rende ancora più complicata la formazione di un nuovo governo. Chiunque si aggiudicherà la leadership del nuovo esecutivo, laburisti o liberali, non potrà prescindere da un confronto con l’outsider Wilders. Quarantasei anni, fondatore nel 2006 del suo partito, è diventato un caso soprattutto dopo la realizzazione del film anti-islamico Fitna. Da tre anni è costretto per questo a vivere sotto scorta.
Una eventuale vittoria del Vvd è vista dagli analisti come un evento storico, perché riporterebbe i liberali al potere dopo 100 anni. Rotte, considerato il Nick Clegg olandese, fa presa su tutte le generazioni. Fuori dai seggi dell’Aja, gli elettori che hanno votato per lui, anche giovanissimi, spiegano che “l’Olanda ha bisogno di cambiare” e che i liberali sono perfetti per rimettere a posto l’economia, visto che il loro programma prevede rigore nei tagli e determinazione nell’affrontare questioni come l’immigrazione.
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martedì, 08 giugno 2010

E SI VUOLE PARLARE DI RICONCILIAZIONE NAZIONALE  E MEMORIA CONDIVISA!?!?!?
A Chioggia bufera per lapide dedicata a due gerarchi Fascisti‏
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di Stefano Marco Garzya
A Chioggia, un comune Veneto, l’ANPI locale protesta contro l’assessore alla Cultura per una lapide intitolata a due gerarchi fascisti.
Gerarchi Fascisti però che meriterebbero quella lapide, almeno da quanto racconta la storia.
Gennaro Boscolo Marchi e Mario Manlio, i due gerarchi a cui si vorrebbe intitolare la lapide, sono infatti stati uccisi barbaramente dai partigiani il 22 Maggio 1945.
Il gerarca Marchi fu fatto annegare e fracassata la testa con una macchina da scrivere e dopo venne appeso a un pennone, mentre il gerarca Manlio è stato impiccato lo stesso giorno.
Se per l’assessore l’intitolare la lapide ai gerarchi è un atto di “riappacificazione storica”, per l’ANPI e per Rifondazione Comunista è una mossa “furbesca, che mira a riscrivere la storia”.
” Fu commessa un’ingiustizia: l’omicidio di due uomini. Non erano assassini, fu un crimine e nulla lo ricorda”, con queste parole ribatte alle critiche di Rifondazione e dell’ANPI e anche all’ala democristiana del suo partito, il PDL, che non ha lesinato critiche all’assessore.
Già in passato il suddetto assessore è stato al centro delle polemiche per aver intitolato due piazzali ai martiri delle foibe e agli esuli Giuliano – Dalmati.
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lunedì, 07 giugno 2010

Forza Nuova presenta la Prima giornata contro la pedofilia a Roma

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Sabato 19 giugno 2010 dalle ore 16,30, presso il Parco della Pace in Via Domenico Parasacchi a Tor Bella Monaca Dedicato a Drasius Kedys
“Proteggiamo il loro futuro. Fermiamo la pedofilia” con questo slogan Forza Nuova lancia la prima giornata contro la Pedofilia a Roma.
Sabato 19 giugno, oltre 12 associazioni operanti nel volontariato e nella lotta alla pedofilia si ritroveranno al Parco della Pace a Tor Bella Monaca, per una grande festa dedicata ai bambini: giochi di strada, animazioni, clown, burattinai, allieteranno per un intero pomeriggio i bambini di una periferia difficile di Roma, ma non solo.
Sarà l’occasione per incontrare l’associazionismo che si batte contro la pedofilia a Roma e in Italia e sensibilizzare la gente su queste tematiche; sarà un’occasione di riqualificazione, dal basso, della vita in una periferia da sempre agli onori solo della cronaca nera; sarà l’occasione per ricordare la vicenda di Drasius Kedys, un padre lituano, assassinato per aver preteso giustizia per gli abusi subiti dalla propria figlia da parte di nomi noti e intoccabili dell’establishment del suo paese.
Verranno inoltre raccolti fondi per i bambini di Gaza e dei territori occupati in Palestina, vessati da anni di embargo e discriminazioni. I fondi raccolti verranno consegnati all’ospedale pediatrico di Betlemme al quale Forza Nuova ha già destinato migliaia di euro, consegnati nel maggio scorso da un inviato del movimento direttamente a Betlemme.
All’iniziativa stanno giungendo altre adesioni, fra le quali, quella del presidente della commissione sicurezza dell’VIII municipio di Roma, Fernando Vendetti.
Hanno aderito finora: Forza Nuova, Lotta Studentesca, Lotta Universitaria, Ass. Cult. Ordine Futuro, Ass. Cult. Sotto Assedio, Ass. Cult. Periferie al centro, Ass. Cult. Drasius Kedys, Ass. Cult. Il fascio etrusco, Ass. Cult. SociàlCausa, Ass. Cult. In difesa di Abele, Lega della Terra, Ass. Genitori di Rignano Flaminio.
postato da: sebastia11 alle ore 16:46 | link | commenti
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di: Alessandro Cavallini

Sabato scorso, all’hotel Alfa di Vicenza, il coordinatore regionale del Veneto di Fiamma Tricolore, Piero Puschiavo, ha presentato il nuovo laboratorio politico denominato “Fiamma Futura”. L’obiettivo è “fare delle proposte concrete e indirizzare il percorso futuro della Fiamma Tricolore verso l’uscita dall’isolamento politico e l’avvicinamento a partiti affini”. “Il progetto nasce - ha spiegato Piero Puschiavo - dall’esigenza di un nutrito gruppo di dirigenti ed iscritti della Fiamma Tricolore, che hanno sostenuto la mia mozione durante l’ultimo congresso nazionale del partito, di tornare ad essere protagonisti nella politica che conta. Siamo stufi dell’immobilismo della dirigenza nazionale, indecisa sulle strategie elettorali da percorrere, incapace di indirizzare il partito verso battaglie incisive e sempre in una posizione di secondo piano al momento di stringere accordi con altre forze politiche”.
Puschiavo ha già le idee chiare sul da farsi per il futuro. “Il dialogo, già iniziato prima delle regionali, ci ha fatto appoggiare alcuni candidati del Pdl, anziché presentare una lista solitaria che avrebbe raccolto pochi consensi e nessun risultato, ed anche nelle elezioni locali abbiamo appoggiato il centrodestra con nostre liste o candidando nostri esponenti nelle civiche o nei partiti, portando a casa buoni risultati dove in Veneto collaboriamo all’interno dei contesti di centro-destra”.
All’incontro erano presenti anche il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che ha ribadito l’importanza di mantenere salde le proprie radici, pur proiettandole verso il futuro, l’assessore regionale alla Sanità, Remo Sernagiotto, che ha ringraziato i militanti fiammisti per l’appoggio ricevuto alle ultime elezioni e la comunanza di valori che lo lega alla Fiamma Tricolore, ed altri rappresentanti di diversi gruppi politici di destra.
“Fiamma Futura” avrà ovviamente come leader nazionale Piero Puschiavo e sarà organizzata in comitati scientifici con il compito di promuovere proposte politiche in tema di economia, lavoro, immigrazione, esteri, energia, ed ha già ottenuto l’appoggio di quei numerosi militanti e dirigenti che vogliono fare uscire il partito dall’isolamento politico di questi ultimi anni.
postato da: sebastia11 alle ore 16:27 | link | commenti
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di Bruno Cesaro

L’Italia esce dall’euro, ritornando alla lira. La Banca d’Italia torna in mani esclusivamente pubbliche e ricomincia a battere moneta.
Il cambio iniziale fra euro e lira è fissato in 1=1: in seguito i mercati internazionali varieranno questa equivalenza.
Il debito pubblico verrà rimborsato a chi ne chiederà la restituzione variando la  valuta da euro a lira.
Acquisto materie prime a costi molto più alti degli attuali, ma considerando che è l’energia ciò che è indispensabile al motore del Paese, un incremento esemplificativo del prezzo del petrolio del 50% sarebbe calmierato dalla cancellazione delle tasse e delle accise su benzina, gasolio, gas da riscaldamento, imposte non più necessarie allo Stato.
Grande impulso alla competizione internazionale dei nostri prodotti manifatturieri, del nostro turismo, della moda, dell’alimentare e di tutto ciò che è conosciuto nel mondo come made in Italy.
Minore possibilità di acquisto di prodotti esteri per i cittadini italiani, ma forte incremento della produzione e della successiva commercializzazione all’interno del Paese di ciò che è fabbricato in Italia.
Obiettivo è l’autosufficienza nei consumi interni, la piena occupazione, l’aumento del potere d’acquisto in ambito nazionale per lavoratori e pensionati.
Progressiva remissione del fenomeno immigratorio, attratto da Paesi con moneta più forte necessaria per le rimesse di denaro in madrepatria.
Reintroduzione di un meccanismo equivalente alla scala mobile.
Fine dell’emissione delle obbligazioni pubbliche, non più necessarie in quanto lo Stato batte moneta in base alle necessità di spesa, riparametrando il deficit pubblico alle esigenze sociali e non più sulla base delle imposizioni della finanza e del sistema bancario internazionali.
L’immissione di nuova moneta nel mercato finanziario italiano, e quindi di conseguenza in quello internazionale, sarà modulata dalle esigenze di bilancio e da precise valutazioni anti-inflazionistiche.
In politica estera questa scelta di frattura con l’unione europea e di conseguenza con i potentati atlantici vedrà un rafforzamento nelle relazioni con la Russia e con i Paesi per così dire non allineati
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domenica, 06 giugno 2010

I DIECI COMANDAMENTI DELLA X° MAS
1. DIO - PATRIA - FAMIGLIA siano i principi della tua esistenza.

2. Se dai la tua parola, sia essa come Vangelo. Non accettare compromessi e non sarai compromesso.

3. Difendi la Patria contro qualsiasi invasore. I suoi confini sono intangibili e per essi lotta fino all'estremo sacrificio.

4. In pace o in guerra sii leale, onesto e laborioso per sentirti fiero di essere italiano.

5. Rispetta te stesso - Rispetta gli altri - Sarai rispettato.

6. Non mancare di parola e non tradire. Non assalire alle spalle: morte e nemico si guardano in faccia.

7. La disciplina ti sia di guida: saper ubbidire è saper comandare.

8. La tua parola vola, il tuo esempio trascina.

9. Il tuo pensiero, la tua azione, la tua volontà siano coerenti alla difesa della dignità e dell'onore della Patria.

10. L'appartenenza alla DECIMA sia con fierezza il tuo orgoglio.
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sabato, 05 giugno 2010

FONDI AI DISOCCUPATI: IMMIGRATI IN TESTA
fiamma_tricolore
Padova, 3 giugno 2010

Fondi ai Disoccupati : Immigrati in testa
ovvero il Paese dei Balocchi


La notizia del giorno con cui il comune di Padova destina il 60% dei fondi di sostegno alla disoccupazione agli immigrati se non provoca l'effetto di stupire, di certo provoca la mia disapprovazione.

Distribuire in modo assistenzialistico un assegno da 1200euro a immigrati approdati in Italia per via regolare o irregolare, a immigrati di cui non si menziona la fedina penale, a immigrati che si additano solo diritti, l'assegno sociale e l'assistenza sanitaria gratuita, a immigrati che già consumano il nostro welfare, il nostro stato sociale, provoca il mio sdegno tanto quanto il fatto che tutto questo passa arrogantemente sopra le nostre teste di cittadini italiani.

Ebbene sì, io sono contrario a questo tipo di politica assistenziale demagogica, da Repubblica delle Banane, che provoca in queste genti, arrivate da lontano, con il miraggio di godere anche loro delle comodità e dell'opulenza occidentale, una sorta di perversa illusione. Persone culturalmente impreparate a comprendere la politica della solidarietà che viene costantemente scambiata per atteggiamento di debolezza e di carità di chi ha troppo, scatenando invidia sociale, malcontento e nuove pretese.

Ma quello che provoca il mio sdegno è la cecità di politici e istituzioni, che non vedono la grave condizione delle nuove generazioni di giovani italiani, sempre più tagliati fuori da un mercato del lavoro che, purché se ne dica, non assorbe più uomini e donne di alto profilo formativo ma solo , tramite il caporalato delle agenzie interinali, nuovi individui da sfruttare fino in fondo, fino a far diventare l'essere umano un pezzo di ricambio. Le risorse a disposizione dell'amministrazione devono essere impiegate in primo luogo a sostegno dei giovani italiani, per il loro inserimento nel mondo del lavoro, per un aiuto alla politica abitativa, per la realizzazione di spazio sociale e culturale. Non si può più tacere e rimanere sordi di fronte all'indifferenza e alle scellerate politiche sociali di questi amministratori, preoccupati solo di accaparrarsi un nuovo bacino di probabili elettori, ma bisogna chiederne le dimissioni per la manifesta incapacità di governare e tutelare i nostri diritti di italiani.
Donato Ignelzi, Fiamma Tricolore Padova
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venerdì, 04 giugno 2010

Venezia. Segue la figlia di tre anni
malata di leucemia: licenziata in tronco
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VENEZIA (4 giugno) - «Quando ho chiesto al mio datore di lavoro di mettermi in aspettativa senza retribuzione per poter seguire la mia bambina malata di leucemia all'ospedale di Padova lui, prima mi ha chiesto di dare le dimissioni dato che aveva molto lavoro e non poteva lasciare sguarnito il mio posto, poi mi ha inviato una lettera di licenziamento per mancanza di lavoro». Questa è la testimonianza si una mamma di Cavallino Treporti, residente nella zona di via degli Arditi, sotto controllo per i sospetti e frequenti casi di tumori e dove è in corso un'indagine dell'ufficio prevenzione dell'Asl 12. Ed è anche il racconto di una delle due mamme costrette a curare i propri figli malati che adesso si trova senza impiego e con molte spese da affrontare per poter seguire la bambina nelle cure.

La lettera di licenziamento è arrivata come un fulmine a ciel sereno, racconta ancora la donna: «Non me lo aspettavo di certo, dato che mi sono sempre comportata correttamente nel mio ambiente di lavoro. Grazie allo Sportello dell'Uildm e all'Inps che hanno accelerato al massimo le pratiche, sia per l'invalidità della bambina, sia per ottenere il congedo retribuito che mi spetta per legge speravo di poter affrontare questo difficile momento, anche con un pò di serenità economica, quando invece mi è arrivata questa nuova tegola».

Il licenziamento, per altro, risulta essere lecito, visto che l'azienda ha meno di 15 dipendenti e il datore di lavoro può decidere arbitrariamente chi lasciare a casa. Quest'ultimo di fronte alla richiesta di spiegazioni si è detto «esterrefatto», precisando che la scelta era stata presa di comune accordo con la dipendente
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